Quando prendete il Nesquik...
I miei colleghi in Staff mi hanno fatto venire in mente la Nestlè, è bene ricordare cosa faccia in realtà questa multinazionale che si maschera promuovendo la sana alimentazione.
Il fatturato medio annuo della Nestlè è di circa 36 miliardi di Euro. È la maggior società agroalimentare del mondo, producendo quasi tutto quello che nel settore alimentare può essere confezionato e venduto. Inoltre è la più grande produttrice mondiale di latte in polvere, coprendo da sola oltre il 40% del bisogno mondiale. La Nestlè continua a violare il codice internazionale redatto dall’Unicef e dall’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità), che proibisce la promozione dell’uso di latte in polvere per l’alimentazione dei neonati, soprattutto nei paesi dove l’acqua non è sicura. Nonostante i continui richiami e battaglie da parte della stessa Unicef, la linea di condotta della Nestlè sul latte in polvere rimane la stessa. Offre gratuitamente delle dosi di latte in polvere agli ospedali dei paesi più poveri, cosicché il neonato si abitua ad un tipo di alimentazione diversa dall’allattamento materno. La madre è costretta poi a comprare latte in polvere per il resto dell’allattamento, a causa di un rigetto da parte del neonato verso il suo latte, di cui non ha praticamente mai usufruito. Ma questo avviene solo nei casi più fortunati, nei casi cioè in cui il neonato, nonostante l’acqua spesso infetta, riesca a sopravvivere. E’ stato stimato dall’Unicef che ogni anno muoiono più di un milione di bambini nel Sud del Mondo perché non nutriti al seno, in pratica un bambino ogni 30 secondi. Secondo l’UK Food Group, la percentuale di neonati allattati naturalmente ha visto un calo vertiginoso negli anni settanta, e si continua lungo quella linea. In Messico per esempio, si è passatti dal 100% di allattati al seno al 40%, in Cile dal 90% al 5%. La dipendenza del neonato dal latte in polvere obbliga le famiglie a spendere quasi la metà del loro reddito per una busta di latte, e si vedono obbligate a diluirlo con acqua malsana. Di qui l’altissimo tasso di mortalità infantile. Nonostante le leggi internazionali vietino l’uso del latte in polvere prima dei sei mesi di vita del neonato, i prodotti Nestlè sono etichettati come utilizzabili dopo le prime due settimane di vita. Nel Gabon, in Africa, nonostante le richieste di cessazione del governo, continuano i “regali” agli ospedali nazionali di prodotti pre-confezionati. Nestlè esporta nel mondo da 129 anni ormai, macchiandosi dei crimini più ingiustificabili. Nel 1939, per esempio, i prodotti esportati in Malesia e Singapore erano etichettati come “adatti per bambini delicati”. Gli stessi prodotti vietati in Gran Bretagna perché fonte di casi di cecità e rachitismo. Il boicottaggio Nestlè prosegue da 26 anni. Venne interrotto nel 1984 quandò assicurò di rispettare il Codice Internazionale. Ma ritirò subito la promessa, ed il boicottaggio riprese, senza sosta, nel 1988. Anche a livello sindacale la Nestlè è al pari delle altre multinazionali. Un episodio su tutti, nel 1989 i lavoratori di una fabbrica in Brasile scioperarono per le misere condizioni di lavoro, la condizione delle donne, e le inadeguate condizioni di sicurezza. Nel giro di due mesi vennero licenziati 40 operai, molti dei quali avevano organizzato lo sciopero. Ultimamente la Nestlè ha riconosciuto i danni apportati dai suoi prodotti distribuiti negli ospedali, ma si rifiuta di bloccare le esportazioni se i governi locali non faranno leggi in materia. Leggi che, ovviamente, non arriveranno probabilmente mai. Ulteriori informazioni sulle violazioni e sulla storia della Nesltè sono disponibili al sito http://www.citinv.it/associazioni/RIBN/ |
Si ricordi anche lo scandalo dei prodotti contenenti OGM...
|
Volevo fare un commento sarcastico , ma non mi viene, troppi bambinio che soffrono, troppe madri, provo solo pena.
invito solo a continuare ad evitare tali marchi, ci sono modi migliori di insaporire la colazione ( cacao in polvere non di marca ad esempio) e cibi migliori di tante merendine ! |
Che vergogna però.
|
Questi sono alcuni dei marchi che Nestlè commercializza...se li evitate la vostra salute potrebbe ringraziarvi...
|
fortuntamente manco uno.
|
Io si... mia sorella si compra il nesquik, alcuni gelati della motta li ho visto in giro...
L'aranciata... e la perugina. Comunque queste sono le cose che riflettendoci attentamente ti fanno tanto incaxxare. Vigliacchi. |
Quote:
|
perugina cacao amaro..purtroppo tutti gli altri non mi piacciono..cmq hai ragione ma lo stesso vale per la coca cola & company e tante altre multinazionali
|
anche l'acqua?????????????
io bevo levissima... |
fosse per me il mercato di queste merendite/cazzatine sarebbe gia' a picco...per non sgarrare basta non comprare!
|
Quote:
|
Vabbè ma l'acqua volendo si puo' anche cambiare, penso che sia piu' difficile cambiare abitudine quando si tratta di un bene che sia molto diverso se acquistato da altra marca (vedi il cacao amaro di shevuzzo) pero' le acque chi piu' chi meno mi sembrano tutte uguali (quelle naturali ovviamente)
|
Quote:
Quote:
E anche softmare mi conferma che anche lei lo ha sempre fatto da quando non viveva più con i suoi . Anche quando andavo in palestra mi portavo lòacqua da casa in una bottiglia da due litri che riempivo dal rubinetto, si può fare ;) |
Ma sull'acqua del mio comune (Latina) non ci metterei la mano sul fuoco......figuriamoci berla, preferisco quelle del discount (Guizza Tione ecc) con 1 Euro mi becco 6 bottiglie da 1,5 Litri ed evito le pippe mentali dell'acqua insalubre.
A Roma invece la situazione è diversa, l'acqua è sicura, io quando ci vado x lavoro al bar chiedo sempre acqua dal rubinetto. |
Tutti gli Orari sono GMT +2. Attualmente sono le 03:15 AM. |
Powered by vBulletin Versione 3.6.7
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Search Engine Optimization by vBSEO 3.0.0
Traduzione italiana a cura di: VbulletinItalia.it
Fituncensored Forum - © 2005-2013