Originariamente inviato da Trokji
(Scrivi 252298)
Una caratteristica dello sviluppo dei tumori è che è quasi sempre un processo a tappe.. cioè è estremamente difficile che 1 sola mutazione in una cellula conduca al cancro, anzi direi impossibile, ci vogliono almeno 4 o 5 mutazioni in sequenza, magari a distanza di anni, magari per motivi diversi.
L'immortalizzazione è solo una, cioè la capacità di produrre la telomerasi e quindi mantenere intatta la capacità di replicazione col passare del tempo (mentre sappiamo che le cellule somatiche normalmente non esprimono questo enzima, da qui la cosiddetta senescenza cellulare).
Anzi l'immortalizzazione è una delle più tardive, prima ci sono quasi sempre mutazioni di un proto oncogene che diventa oncogene (portanto ad una stimolazione incontrollata dei segnali di crescita), perdita di un oncosoppressore (che porta alla perdita di segnali che normalmente inibiscono la crescita), alterazioni delle proteine che controllano il ciclo cellulare, per cui si perdono i check points che permettono di controllare se il dna è intatto per esempio e di conseguenza si perde o riduce di molto la capacità di riparare il dna (accumulando molto più facilmente mutazioni) e si riduce molto o si perde la capacità di andare incontro all'apoptosi.
A queste poi si aggiungono la perdita dell'adesività omotipica e l'aumento di quella eterotipica (tipicamente del passaggio dal carcinoma in situ a quello invasivo), acquisizione della capacità di locomozione cellulare e della capacità di accrescersi in "ambienti" con pochi nutrienti o comunque "ostili", resistenza a farmaci e varie strategie per ingannare il sistema immunitario.
A parte i primi eventi, poi gli altri avvengono nel tempo per "selezione" naturale, cioè tra le cellule neoplastiche si selezionano automaticamente, nel tempo, quelle che hanno le mutazioni migliori per sopravvivere di più e proliferare di più.
Questa digressione per dire che l'immortalizzazione è solo uno dei tanti punti..
Venendo alla risposta specifica alla tua domanda, la risposta è no, nel senso che le cellule tumorali hanno la caratteristica che una volta che le cellule hanno acquisito il genotipo e quindi il fenotipo neoplastico, puoi anche rimuovere le cause (esempio radiazioni ionizzanti per semplificare) ma continueranno a procedere sempre o quasi sempre verso la proliferazione e la maggiore malignità, perché caratteristica delle neoplasie maligne è la crescita incontrollata, autonoma ed afinalistica, che procede anche se rimuovi le cause che hanno generato il tumore.
Questi dico comunque sono discorsi generali, spesso validi, ma rimangono discorsi generali e semplificazioni.
Attualmente non è certo possibile riprogrammarle, magari in futuro sarà possibile identificare le mutazioni esatte dei cloni cellulari + maligni presenti ed utilizzare dei retrovirus per modificarne il genoma e "ripararle".. mi pare qualche ipotesi del genere sia già stata fatta ma credo ancora sia tutto nell'ambito della fantascienza..
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