Perchè non riesco a seguire una dieta?
Oggi sono proprio avvilita.
Lo so, ieri ero ancora carica ed entusiasta per il concerto dei Metallica, e oggi invece mi sento già da schifo. I motivi sono tanti, ma qui elenco solo quelli in qualche modo pertinenti al forum: dieta e allenamento, ovvero la MANCANZA di dieta e allenamento. Tanto per cominciare, confesso che io continuo a seguire il forum, ma ho smesso di aggiornare il mio diario perchè qui mi sento un u.f.o., perchè non riesco a fare quello che tutti gli altri riescono a fare: seguire un'alimentazione controllata e allenarsi con costanza. Ma in realtà comincio a sentirmi un'aliena dappertutto, perchè mi pare che tutti riescano a stare a dieta, e io sono l'unica che ne è del tutto incapace. Lo stesso discorso vale per gli allenamenti e per tutto quello che mi prefiggo di fare. Perchè sono così maledettamente pigra e priva di forza di volontà? Perchè la mia debolezza riesce sistematicamente a sabotare tutti i miei propositi? Perchè non riesco mai a raggiungere un obiettivo, uno che sia uno? Perchè la mia forza mentale è perfino minore della mia forza fisica, e c'è un modo per allenarla? Perchè per me tutto si esaurisce nel provare e fallire, e riprovare e rifallire? Perchè non riesco mai a motivarmi abbastanza? Sbaglio ogni volta qualcosa o è un'incapacità costituzionale ed è meglio che invece di rodermi l'anima mi sforzi di rassegnarmi all'idea di non poter cambiare mai? Peccato che anche se provassi a rassegnarmi ormai sono sicura che non sarei serena e continuerei a sentirmi una merda per la mia incapacità, quindi nemmeno quella è una reale alternativa :(:(:(. Okay, pare che soffra di depressione, ma la sto curando senza interruzioni da un anno, anche se a ogni difficoltà che incontro l'effetto della mia cura sembra indebolirsi progressivamente. In ogni caso, la depressione non è una scusante, perchè so benissimo che anche quando mi sento meglio non ho molta più forza di volontà di quanto sto peggio. Anzi, visto che fra i motivi della mia depressione c'è proprio la mia incapacità di seguire dieta e allenamento, in teoria la paura dei sensi di colpa dovrebbe fungere da deterrente, ma non funziona proprio. A pensarci bene, probabilmente non funziona perchè in realtà, per quanto mi stiano rovinando giornate su giornate, questi motivi di depressione NON sono quelli principali, e di fronte agli altri motivi, ancora più opprimenti, questi cedono il passo. Però, non è che gli altri motivi di tristezza o di angoscia magicamente spariscono se mangio dolci in continuazione, o se mi affloscio sul divano invece di andare in palestra :cool:...questo dovrei saperlo, K@zzo. Anzi, so perfettamente che a comportarmi così finisco solo per aggiungere altri motivi di avvilimento a quelli che già ho. Non potendo oggettivamente agire sugli altri motivi, dovrei almeno agire sui motivi che dipendono esclusivamente dalla mia volontà, giusto? E perchè allora nonostante tutti i miei propositi ogni volta falliscono? E soprattutto come imparare a essere più costante? Come fate voi a rispettare gli impegni che prendete con voi stessi? |
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Dovresti cercare di dimenticarti del cibo, ma è impossibile, specie se si è golosi. Organizza la giornata alla perfezione ma senza l'alimentazione. Specialmente nei momenti liberi, leggi, vai a fare un giro, esci con gli amici... Devi provare a trasformare i pasti come un elemento quasi di disturbo perchè ti tolgono tempo per le cose che vorresti fare. Quando finisci di mangiare sai già cosa farai da li a 5 minuti e ti metti a farlo. Non stai li a pensare "avrei ancora un buchetto da riempire..." Poi dieta non vuol dire petto di pollo bollito"stoppaccioso" e insalatina. Puo anche trovare piatti sani ma che appagano il palato, però non devi trasformare il piacere di mangiare in una ragione di vita. |
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desp non è che semplicemente ti prendi troppo sul serio? cerca di fare le cose che ti divertono...se non ti diverte andare in palestra non farlo!! fai altro: areobica, pilates, jogging, che-ne-so se ti va di mangiare: mangia!! certo trattieniti un po' ma non trattarti troppo male e non odiarti dopo per aver sgarrato forse sono un po' troppo semplicistico...ma potrebbero essere dei piccoli passetti per stare meglio:) |
Credo che il tuo problema non sia poi cosi' fuori dal coro degli utenti del forum. Almeno per me e' sempre stato difficile non sgarrare ai propositi e non parlo solo di cibo. Sono compulsivo in tutto: mangiavo come un bue, mi mangio le unghie e fumavo come un turco. A 35 anni sono arrivato a 106kg per 185 cm di altezza e mi sentivo, ti assicuro, inadeguato e fuori luogo in qualunque occasione!
Mi e' naturalmente impossibile dare consigli "profondi" quando credo anche un analista non abbia sempre le idee chiare sui disagi e le depressioni di un individuo. Quello che io sono riuscito a fare ormai da due anni e passa e' stato di convertire le energie "compulsive" che mi spingevano a certi vizi ed eccessi in energia da convogliare in attivita' fisica e attenzione alimentare. Per esempio mi sono buttato a capofitto nella sperimentazione di ricette che mi appagassero i sensi (ai quali non voglio rinunciare) rimanendo entro certi parametri auto imposti di macronutrienti e calorie. Ti assicuro che e' un bel giochino e che anche se non risolutivo aiuta molto a riempirsi le papille gustative e a non mortificare il gusto (con inevitabili ricadute nell'abbuffatona!). Con il tempo ho acquisito maggiore sicurezza e soddisfazione e ho potuto alleggerire il carico di maniacalita' per l'alimentazione senza rovinare, anzi, i risultati! Ti ripeto che non ho soluzioni o consigli da esperto ma ho voluto condividere la mia esperienza che magari ti puo' dare piccoli spunti a convogliare le forze nella direzione giusta. In bocca al lupo! |
Desp tu ti lamenti per la tua incostanza, invece di esser contenta dei risultati che hai nonostante la tua cedevolezza.
Hai un fisico magro e slanciato nonostante i tuoi errori. C'è chi non sbaglia eppure esteticamente ricorda le vacche al pascolo. Non dico di non tentare di migliorarti, ma inizierei a entrare in un ottica diversa. Mi sembra che tu veda tutto nero, quando così non è... Prima di entrare in carreggiata la maggior parte degli utenti hanno di certo avuto periodi più o meno lunghi dove seguire la dieta era un'impresa impraticabile (qualche cyborg fot**to ci sarà in mezzo a noi, ma quelle sono eccezioni :D). Io in primis. Per me è sempre stato un po come andare a correre. Impensabile voler iniziare subito con prestazioni da atleta allenato. Però pian piano riesco anche io a seguire con rigore una dieta. E anch io, come Luis, qualche anno fa ero 104 kg di trippa :eek: |
Credo che alla base del tuo comportamento ci sia una forma di perversione masochistica piuttosto forte, dalla quale non hai nessuna intenzione di liberarti. In ogni caso, per qualsiasi decisione troveresti sempre e comunque dei motivi di sconforto. Non dipende da fattori/eventi esterni, ma è tutto dentro di te.
Impegnarti sul serio, o cambiare le cose che ti scontentano significherebbe abbandonare questa identità che tanto faticosamente ti sei costruita: del resto, meglio eccellere almeno nella sofferenza che essere mediocre in tutto... |
Prendi un bel respiro desp, è tutto normale.
E' quello che chiamo "effetto rimbalzo", che a me capita sempre: quando vivi un evento o una giornata particolarmente felice, il giorno dopo o comunque al termine dell'evento mi sento di merda, molto peggio del pre-evento...lo chiamo effetto rimbalzo perché dopo un picco segue una pesante flessione, a cui segue fortunatamente un ritorno alla costanza d'umore. Niente di cui preoccuparsi, non più del solito. I problemi che hai sono gli stessi e della stessa entità del pre concerto, solo che oggi si fanno sentire più pesanti. Per rispondere alle tue tante domande, tutto è frutto della mancanza di motivazione...perché alla fin fine qualsiasi scopo tu ti prefigga incontra la granitica domanda "chi me lo fa fare?" ed a quella non sai rispondere, perché forse non c'è nulla che davvero BRAMI. Se ti può consolare è un problema che ho spesso anch'io, quando ogni passo è "strisciato stanco, e nel frattempo tutto il resto è fretta".... Quello può essere dovuto ad una forma di depressione, oppure esserne la causa scatenante. Quindi non è tanto il trovare qualcosa da fare, quanto la motivazione per farlo. Vuoi metterti a dieta, ma per quale scopo? Piacere personale? Dimostrare a qualcuno che puoi plasmarti a tuo piacere? Concorso fitness? Qualunque sia la motivazione, con essa ti ci devi "riempire"...scendi nel piccolo per guardare le cose. Guardando l'infinità dell'Universo la tua dieta, il mio squat, il bicipite di Cutler...ma chi se li incul@??? Eppure per lui è importante, per me è importante, e per te è importante (altrimenti non ci soffriresti). Quindi devi ritrovare amore e fiducia in te stessa.... Purtroppo non ho una formula efficace :( Potresti provare il DMT :D :D Scherzo eh ;) |
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I fattori possono essere esterni o interni, ed è ovvio che anche a quelli esterni si può reagire in modi diversi a seconda di come li vedi. Però credimi se ti dico che non mi sono duramente impegnata per diventare così, il mio è un invidiabile talento naturale. La fatica la si fa a cambiare, e io appunto sono troppo pigra per riuscirci, sono io stessa la prima a dirlo, e a essere disgustata da questa pigrizia. Se però pensi che si stia come sto io perchè in fondo ci si prova gusto, tanto che ci si mette perfino di impegno per arrivarci, ti ricordo che allora potresti impegnarti tu stesso per raggiungere questo nirvana...così poi mi dici quanto te la spassi. Anzi, ti auguro di cuore di raggiungerlo al più presto! |
Distimìa e perversione masochistica non sono la stessa cosa, tutt'al più la prima può essere un sintomo della seconda.
Premesso questo, io non credo che provi gusto nell'essere come sei, almeno non consapevolmente, ma a un livello più profondo ci metti tutto l'impegno possibile per coltivare e mantenere questo "status quo" che, in fondo, ti fa gioco, sia scaricando continuamente le tue responsabilità all'esterno, nella convinzione che il tuo malessere dipenda da persone ed eventi avversi, sia confrontandoti continuamente con situazioni dalle quali sai già in partenza che uscirai sconfitta. Un ottimo esempio sono i programmi di dimagrimento a cui ti sottoponi nonostante sia palese a tutti che manchino di logica e criterio, e che puntualmente falliscono, ma credo non si tratti di un eccezione o di un caso isolato, quanto piuttosto di un modello di comportamento che tende ad emergere in molti ambiti diversi della tua vita. Ma quale motivo spinge una persona a ricercare costantemente il "fallimento"? La necessità di tenere viva la fiamma dell'autocommiserazione e dell'autoflagellazione, allo scopo di ottenere quell'attenzione di cui sente disperatamente necessità. Dunque, nella convinzione di non riuscire ad eccellere per meriti, acquisisce la tendenza ad eccellere per demeriti. Come dicevo sopra, primi o ultimi non importa, quello che importa è farsi notare. Dopotutto, se torniamo con la mente ai nostri trascorsi scolastici, di quali compagni riusciamo a ricordarci facilmente? O dei secchioni al primo banco, o dei segaioli all'ultimo; tutti quelli che c'erano nel mezzo ci risultano del tutto incolori... Il nocciolo della questione è proprio questo: l'incapacità di accettare di essere nella media. Tuttavia il gioco ha una falla: se è vero che in questo modo si riesce nel faticoso compito di ottenere attenzione, è altresì vero che la persona avrà sempre il sospetto che quest'attenzione sia posticcia, dunque rimarrà sospettosa, si chiederà: "Ma gli altri mi considererebbero ugualmente se non fossi così sfigato/sfortunato/sofferente?" E la sua autostima tenderà a diminuire ogni volta che situazioni ed eventi tenderanno a confermare questo suo sospetto, originando così un circolo vizioso dal quale non vi è uscita, e che risulta fortemente limitante per lo sviluppo psicologico della persona. Sapere tutto questo può essere d'aiuto? Di per sè, il solo fatto di saperlo non può esserlo in nessun modo, perchè fino a quando non si è disposti ad ammettere di avere un ego grande come un palazzo e di alimentarlo continuamente in tutti i modi possibili non si va da nessuna parte. Pensare di essere soltanto delle vittime inermi non è altro che una forma di difesa. Solo quando si comprende che la nostra responsabilità in ordine alla nostra sofferenza è cruciale, potrà avvenire un vero cambiamento. |
Io non ti conosco personalmente come altri Desp e quindi il giudizio che do al discorso di Veleno e' generale. Ho vissuto a stretto, strettissimo contatto con una persona che rivelava tutti i sintomi descritti da Veleno e che comincio' proprio cosi' un percorso depressivo che sfocio' in una pesantissima ipocondria patologica che rese impossibile il rapporto. Ora io non posso giudicare se sia il tuo caso ne per conoscenza diretta e nemmeno perche' traspaia abbastanza dal tuo post, ma se in qualche modo ti ritrovi in quello che ha detto non prendertela in maniera personale perche' credo che affrontare certe cose "a schiaffo" a volte sia giusto e potrebbe aprirti gli occhi in modo positivo...sempre che abbia azzeccato il problema! Ti auguro che invece sia una depressione di lieve entita' come quelle che in tanti hanno passato e che si possono risolvere con semplici "decentramenti" delle energie verso qualcosa di positivo;)
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Arieccoci ;)
Ciao Desp,
ho letto il tuo thread appena l'hai scritto, quando ancora non vi aveva risposto nessuno. Un po' perché ultimamente non ho la testa, un po' perché l'argomento è delicato, non sapevo se risponderti o no. Ieri sera volevo mandarti un sms per dirti che cmq avevo letto e non ti avevo tralasciata volontariamente. Però non mi sembrava abbastanza, perché io a differenza di Luis o altri ti conosco e un su certe cose abbastanza bene. Appena ho visto questo thread mi sono cadute le braccia. Il loop ricomincia ho detto, cazzocazzocazzo. Ho pensato a me che OGGI non riesco nemmeno minimamente a rispettare QUEI canoni malati autoimposti di 2 3 anni fa e sotto sotto me ne dolgo, sai la forza e determinazione che un annetto fa, quando mi iscrissi, dicesti di invidiare? Beh forse è vero, io sono costante nell'allenamento, se ho molta fame mi mangio più verdure (Stamani alle 6.30 ero nell'orto per cogliere le fragole per fare un frullatino fresco, ovviamente non per me, troppo godimento farlo con il latte intero che è l'unico latte che ho in casa ;)... insomma mi sono colta un pomodoro e l'ho mangiato in casa prima di tornare un po' a letto, perché avevo già fame, e ieri sera avevo mangiato la pizza, non avevo digiunato. Però costa molta fatica far così.), ma nonostante questo la fame cui mi sono esposta nel tempo fa' sì che io non sia mai soddisfatta della mia compostezza alimentare diciamo così. La costanza nell'allenamento pure, avendo passato periodi ossessivi, non mi fa' sentire a posto. Come vedi ultimamente ho diminuito i carichi perché sento dolore e spossatezza in caso contrario, ma vorrei far di più. A cosa serve questo? A dirti che anche tra chi TU vedi super costante super cyborg c'è quello che si sente mezza merd@ come ti senti tu. Quote:
Hai mai pensato che forse non segui una dieta perché sai dentro di te di non averne bisogno? Io ne avevo bisogno da preadolescente e l'ho seguita. A 28 anni ero mossa da quella super forza disfunzionale che aveva la data di scadenza come è logico che sia (ma io non lo sapevo). Tu in fondo sei sempre stata magrissima, stanca cronica, hai raccontato più volte che eri la piccola da curare perché fragile e delicata. Questo mi riconduce al discorso di Veleno che trovo di una lucidità e correttezza a dir poco sorprendenti. Quote:
Vel, te lo devo dire. La mia stima nei tuoi confronti come utente è sempre stata alta, lo è stata anche quando hai scritto idee estreme (non vi sarebbe stato il motivo per il contrario, ma l'ho ribadito perché a volte qualcuno ci stima solo perché la pensa come noi, invece si stima una testa per come ragiona), ma dopo questa riflessione devo dire che secondo me hai espresso un concetto chiave. Desp, leggiti attentamente quello che scrive Vel. Soprattutto trovo illuminante l'esempio sui compagni di classe. Io ero tra i primi... ricordata (me l'hanno ripetuto poi dopo anni) da tutti i miei compagni come la perfetta, mi chiamavano vocabolario alle medie, alle superiori ero il punto di riferimento e all'università tutti volevani i miei appunti. Laureata vecchio ordinamento, 4 anni più tesi di 9 mesi, con il max, laureata in corso a 23 anni. Però Desp... è faticosissimo essere la prima in tutto, nello studio e nella vita. Per essere ligia al mio ruolo non ho vissuto per molti anni. E poi anche io sono scoppiata. DCA e tutto il resto. Quindi, come vedi, anche chi si pone standard altissimi e raggiunge tutti gli obiettivi che si è posto (pensa che al IV esame presi un 26, non avevo frequentato e il prof non volle darmi che questo per me votucolo. Uscii dall'aula in lacrime, promettendo a me stessa che da quel momento in poi non avrei preso MAI meno di 28 e che cmq la mia media di presentazione alla laurea avrebbe dovuto essere molto vicino al 110, mi concedevo un 108 per poi avere il max in sede di discussione di tesi. A ogni esame facevo il calcolo, media * 11 / 3 per vedere quale media dei voti avrei dovuto mantenere in futuro per raggiungere l'obiettivo. Era un'ossessione. Non molto dissimile dal calcolo delle calorie. Dal pesare la pera con la buccia poi sbucciata poi pesarne solo la buccia poi ripesare la pera poi la pera con la buccia tolta ma insieme poi fare la sottrazione... e intanto Andrea che era a pranzo con me magari aveva già bevuto il caffè e era sul divano a rilassarsi. E io pesavo la pera ;) ) non è così sereno. E se fonda la sua autostima su quello e poi fallisce, allora deve ricostruirsi da capo. Io ho vissuto tutto. E non è stato bello. Dopo il fallimento diciamo del personaggio SuperVale (che però era amata in modo più sincero e meno timoroso dagli altri, che finalmente mi vedevano umana), ho passato per filo e per segno la fase descritta da Veleno. Se non potevo eccellere nei meriti, allora potevo diventare la malata, la sottonutrita sempre debole piccola piccola sempre triste bisognosa dell'aiuto di tutti, la bambolina fragile che una volta era una ragazzona taglia 46 che vinceva gli amici a braccio di ferro e parlava 3 lingue come fossero la sua. Invece, dopo aver visto che la vita fuori casa era schiacciante per le mie aspettative di riuscita (non potevo accettare di non essere subito bravissima a stirare, pulire, preparare pasti gustosi per il palato del mio ex, ecc), sono crollata e sono diventata una larva. Però Desp, io sotto sotto ero fiera di essere guardata con spavento dalle persone mentre giravo per la mia città, io NON volevo essere normale. Io ero lo scheletrino tutto vene, ero comunque freak in un modo o nell'altro, con in più l'aggiunta di far preoccupare familiari e amici stretti. Wow! Era anche meno faticoso rispetto all'altro ruolo. Però a un certo punto, visto che la cosa era estremamente disfunzionale e comunque io mi aggrappavo agli altri come specchio per affermare me stessa, è venuto il momento di farla finita anche con questo. Ho accettato in certi ambiti, lo sto faticosamente accettando in altri, che non si può essere sempre o perfettamente bravi o perfettamente fallimentari. Allo stesso modo magari sotto sotto tu hai bisogno di attenzioni e amore senza che tu te ne accorga veramente, perché non te ne danno a sufficienza o, molto più probabilmente, perché non te ne danno nella maniera che tu vorresti, che è ben diverso. Non so darti la formula magica. Semplicemente volevo comunicarti che spesso è nero il muro che tu dipingi di nero, e che i muri splendenti degli altri gli altri stessi li vedono urgentemente necessitanti una bella imbiancata. ;) |
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A dir la verità io faccio anche quello, ma mi sembra non funzionare. Forse esagero con le aspettative, sempre per il discorso che è difficile accontentarsi della mediocrità. Poi quando queste vengono per forza di cose disilluse, perchè appunto invece non ho le capacità di eccellere, devo fare i conti con il senso di fallimento. Questo discorso di applica perfettamente al problema dieta, e anche a tutto il resto. |
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Soprattutto su quelli legati alla sfera corporea, quindi dieta, attività fisica, aspetto esteriore, sessualità ecc... Difficilmente credo che potrò mai riconciliarmi del tutto con il mio corpo, e quindi tutti questi ambiti per me sono estremamente delicati, e fonte di ansia e frustrazione permanenti. Poi, a seconda dei momenti e delle circostanze esterne, mi focalizzo più su uno o sull'altro di questi aspetti, ma restano tutti sempre molto critici. |
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In ogni caso, esaltare il proprio ego pensando di eccellere o pensando di essere i peggiori in tutto è in ultima analisi la stessa identica cosa. L'autocommiserazione è una strategia a perdere, e l'hai capito, ma l'autoesaltazione lo è ugualmente, perchè tende ad idealizzare una perfezione che non arriverà mai per il semplice motivo che essendo esseri umani, non ci appartiene. E per di più è illusoria: mi esalto per essere considerato per la mia intelligenza, poi dico una vaccata e mi smentisco, il castello di carte crolla e vado in crisi; mi esalto perchè ho un gran bel fisico, poi ho un infortunio, non posso più allenarmi e il fisico va a ramengo...dunque, cosa resta di quell'eccellenza? Senza contare che spesso, anche una volta raggiunta una determinata "eccellenza", immediatamente la sostituiamo con un obiettivo superiore, e ciò che abbiamo raggiunto magari faticosamente, di colpo non ha più nessun valore. Diventa così un circolo senza fine, alla continua ricerca di altro, senza vedere ciò che abbiamo veramente... La buona notizia è che una volta acquisita consapevolezza di questi meccanismi, autoesaltazione e autocommiserazione diventano di colpo molto meno allettanti. La cattiva è che per superare questa forma mentis è necessario abbandonare il proprio ego, e quindi, in definitiva, accettare incondizionatamente la propria mediocrità e il fatto di non essere speciali in nessun modo, e questa per certe persone è una prospettiva assolutamente insopportabile. Invece ci si schiude un mondo quando ci ridimensioniamo e pensiamo, come scrive Yashiro, a quanto siamo piccoli e insignificanti pur con tutte le nostre eccellenze, rispetto alla vastità dell' universo... |
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Io come qui vedono tutti, sono scherzoso, e in effetti lo sono sempre nella vita quotidiana ma ho attraversato un periodo quest'inverno così difficile che non credevo d'uscirne... ne sono uscito, guardando un uomo e la sua canna da pesca su una panchina di istanbul in riva al bosforo...solo, senza che nessuno sapesse dove io fossi o con chi... seduto dove nessuno mi conosce e dove ti rendi conto di essere uno come tanti... quell'uomo che pescava non era ne più ne meno speciale di me, di te, di tutti noi o del presidente degli usa..il mondo continuerà ad andare avanti anche quando l'uomo più importante al modo morirà perchè ne arriverà un altro e poi un altro e un altro ancora... nessuno di noi è indispensabile e bisogna prederne atto. :D Ma ho dovuto toccare il fondo per risalire, ho davvero dovuto temere di morire per vivere, solo allora sono riuscito a liberarmi..e l'ho fatto solo, senza che chi mi stesse vicino si rendesse conto in maniera evidente di quanto scendessi, perchè nonostante tutto ero così bravo da non lasciar trasparire poco più che una leggera irrequietezza... quando lessi la prima volta una frase di bruce lee che recitava su per giù "per imparare a vivere, devi prima imparare a morire" non capii bene quale messaggio volesse trasmettere... il tuo percorso sarà sicuramente diverso dal mio, ma ti auguro davverò di avere la fortuna di poter toccare il fondo... |
Ehm, certo che ho visto Fight Club...ma in questo momento mi sfugge il nesso :confused:.
Però ho capito il resto del discorso, e ti ringrazio della risposta ;). @Veleno: secondo per alcune persone funziona la strategia opposta all'autocommiserazione. Però nel caso mio ho le stesse identiche perplessità che hai tu: 1) è illusoria, e quando scopri che è così stai anche peggio che se non ti fossi neppure azzardato a pensare in grande :( 2) se per caso ti va bene qualcosa e raggiungi un obiettivo, il giorno dopo non ti sembra più abbastanza e si perpetua l'insoddisfazione :( La tua soluzione probabilmente è la più valida, ma anche per quella bisogna esserci portati. E' un approccio anti-individualista nel vero senso della parola, più vicino secondo me alle concezioni orientali che a quelle occidentali per le quali invece l'ego è tutto, nel bene e nel male. Bisognerebbe davvero riuscire ad "abbandonare il proprio ego", accettare la mediocrità non nel senso dispregiativo del termine, ma nel senso della consapevolezza di quanto in fondo si conti poco se solo si guardano tutte le cose, compresa la propria vita, da una prospettiva un po' più alta. Ma devo dirlo, credo che per me sarebbe ancora più impossibile di tutto il resto, compresi i famosi obiettivi che mi rode non riuscire a raggiungere ;). Restando sul tema dieta, visto che da lì si è partiti, credo che in fondo arriverei più facilmente a pesare 40 kg che a un autentico distacco dal mio ego... Da buona egocentrica, non mettere me stessa al centro dei miei pensieri mi sembra letteralmente contro natura (almeno tanto quanto non mangiare, per l'appunto :cool:). E se è questa l'unica strada percorribile per superare il mio genere di infelicità...beh, tutto sommato mi tengo l'infelicità!! Per liberarmi del senso di fallimento dovrei liberarmi anche delle aspettative e dei sogni; per liberarmi delle paure forse dovrei liberarmi anche di tutta una serie di desideri. Non sono pronta, anzi, in realtà nemmeno lo voglio. Vel, alla fine mi hai fatto capire che mi devo accettare così. Ovvio, io vorrei tenere quel che mi piace e liberarmi solo della parte di me che causa insicurezza e sofferenza, ma probabilmente in effetti non è possibile perchè sono due facce della stessa medaglia. Grazie :). |
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Anche io ero una secchiona brava a scuola, secchiona atipica come atteggiamento perchè ero disordinata e casinista, però alla mia media ci tenevo molto e studiavo molto per mantenerla. All'università non ero precisa in modo maniacale come te, e infatti non mi sono laureata in corso, ma anche io sono stata abbastanza perfezionista da rifiutare un 27 in un esamucolo orale, e non mi sentivo mai pronta abbastanza. Può essere che quando ci siamo accorte che per essere "brave" e avere soddisfazioni nella vita non bastava aver azzeccato qualche compito in classe sia scattata la frustrazione, perchè le aspettative rimangono alte ma non ci sono più le gratificazioni dei voti... Cazzo, che avesse ragione quella prof amica di mia madre che diceva "I 2 fortificano l'animo, non i 7 e gli 8?" :confused: |
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Certo che una volta raggiunti perdono gusto e dobbiamo crearcene altri ma questa e' la benzina della vita senza la quale saremmo apatici e VERAMENTE depressi senza speranza. Esistono molte sfumature e convivere con i propri difetti, con i difetti umani che ci accomunano e' forse proprio la chiave della felicita' (a momenti;)). Quindi non nego la logica del tuo ragionamento ma il risultato e propongo che possa esistere un equilibrio che ci permette di sognare e desiderare senza che la mancata realizzazione o la realizzazione stessa ci distrugga! Io in questo equilibrio vivo bene e sono attaccatissimo alla vita e se anche un pessimista cosmico leopardiano la definisce effimera me la tengo stretta!!! |
Infatti io non ho scritto da nessuna parte di rinunciare ai propri sogni e desideri, ma solo di relativizzarli, sapendo che la nostra felicità non dipende da essi.
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Diversamente è solo esercizio di dialettica. Se non sei pronta per questo cambiamento, allora vuol dire che, come ha scritto Dr Ace, non hai veramente toccato il fondo della tua sofferenza. |
Vero, tu non l'hai scritto, l'ho scritto io perchè credo che per me le due cose sarebbero coincidenti. Io non riesco neppure a concepire una felicità che non sia la realizzazione dei propri desideri/sogni/ambizioni ecc.
Non è un caso che non sia intervenuta nel tuo thread sull'idea del ritiro, Vel. L'ho seguito con interesse, ma non sapevo cosa dirti perchè è un'idea troppo lontana dal mio carattere anche solo per avere dei commenti in merito. Però vorrei ringraziare tutti quelli che sono intervenuti qui, e dirvi che siete meglio dei 2-3 psichiatri che mi è capitato di incontrare finora. Non so questo mi aiuterà a seguire una dieta (però purtroppo per voi lo scoprirete se continuate a leggermi...;)) e francamente mi conosco abbastanza bene da dubitarne. Però mi avete dato tutti degli spunti per accettarmi meglio così come sono, non tanto nel corpo (ma un po' anche in quello, il che non guasta :)) ma soprattutto nei miei problemi e nei miei difetti. Mi avete fatto capire che neanche per gli altri è poi così facile, e che hanno passato anche loro dei momenti in cui il cibo era un problema. Che magari adesso è risolto perchè hanno trovato un equilbrio nel gestirlo, ma anche loro non sono sempre stati così. E che perfino quello che per me è invidiabilmente perfetto per chi lo vive può non essere abbastanza, e quindi ogni condizione è sempre a rischio, se si ha un carattere di un certo tipo. E di conseguenza mi avete fatto capire che per uscire da questo pantano dovrei cambiare radicalmente la mia visione di me stessa e liberarmi del mio egocentrismo, cosa per me è anche ben più difficile che rispettare una dieta. Quindi tanto vale cercare di accettare anche gli svantaggi che questo egocentrismo comporta, come i conflitti fra pulsioni opposte, la delusione di vedersi fallire e di scoprirsi non all'altezza delle proprie aspettative. In realtà ho capito alcune cose anche più specifiche sul perchè non riesco a seguire una dieta, al di là dello scontato, ma sempre valido, "Perchè mi piace mangiare e non riesco a rinunciare ai dolci", ma per ora ve le risparmio ;). |
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Però una cosa te la devo confessare...io un po' speciale mi sento già ;). Non intendo dire migliore o peggiore, certo a volte anche migliore o peggiore, ma in campi molto ben delimitati, e questo penso lo facciano tutti. Intendo dire un po' "strana", un po' fuori dal coro, un po' imprevedibile. Questo me lo sono sentita dire spesso, e ho finito anche per crederci :D:o. Quindi dipende da cosa intendi con "speciale". Se intendi solo "particolare, diversa dagli altri", beh credo che potrei sentirmi così anche con molti problemi in meno. Invece io vorrei proprio sentirmi "migliore", a proposito di egocentrismo... E questo sì, o hai davvero delle capacità migliori degli altri, ma disgraziatemente non è il caso mio, oppure ti condanna a sentirti sempre inadeguato ai tuoi desideri. |
Desp, sono contenta di leggere che alla fine ti senti meglio. Vorrei però dirti che PROPRIO perché io sono attenta a guardare certi particolari dovresti accettare il mio punto di vista. Cacchio, l'adipe ci deve essere eh...
qui le cose sono 2: o posti foto così tutti capiscono che non sono visionaria :D, o interviene chi come me ti ha visto dal vivo (Liborio ad esempio lo ha scritto) oppure siamo due dismorfiche senza speranza... Ciao. |
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Sembra banale, ma questo è l'errore di base che facciamo tutti: pensiamo che saremo felici quando avremo una nuova casa, un' auto più grande e potente, una laurea, una promozione sul lavoro, un aumento di stipendio, un figlio, il divorzio, una vincita, e chi più ne ha più ne metta, eppure traguardo dopo traguardo ci ritroviamo solo con un pugno di mosche... Negli USA qualche anno addietro sono state condotte delle indagini statistiche sui vincitori delle lotterie, dalle quali è risultato che il loro grado medio di soddisfazione nei confronti della vita NON è cambiato significativamente tra il prima e il dopo la vincita, anche nei casi in cui questa fosse tale da aver letteralmente cambiato la loro esistenza in meglio permettendogli di realizzare molti dei traguardi che si erano prefissi; qualcosa significherà... Personalmente credo che gli unici desideri la cui realizzazione ci rende felici siano quelli rivolti alla soddisfazione di bisogni REALI nostri o degli altri. In questo senso si innestava anche la mia idea di ritiro dalla società. Tutto il resto è fine a se stesso, e porta, possibilità permettendo, alle aberrazioni che sono sotto gli occhi di tutti: nel porto di Montecarlo sono ormeggiati yacht da decine di milioni di euri, veri e propri monumenti all'ego spropositato dei loro proprietari, i quali, nonostante tutto, non dimostrano di essere più felici di me o di te; anzi, è sufficiente che nel porto attracchi uno yacht più grande del loro, e l'autostima scende sotto i tacchi, e li spinge a spendere altre vagonate di milioni con i quali camperebbero senza problemi centinaia di famiglie, per farsi una barca più grande e ripristinare le proporzioni; magari se avessero impiegato quegli stessi soldi per soddisfare i bisogni VERI di altre persone meno fortunate (dal momento che i loro si suppone siano già stati soddisfatti ampiamente) sarebbero autenticamente felici,e certamente meno annoiati. Certo, alcuni di questi miliardari fanno beneficenza, ma in genere la loro idea di altruismo non va oltre il pompare il loro ego ostentando denaro e potere persino durante le loro noiose e ipocrite raccolte di fondi... Così nel nostro piccolo: se compriamo un auto più grande o una casa più grande per il solo fatto di potercela permettere, anche se quella che abbiamo è più che sufficiente per le nostre esigenze, allora questo non porterà nessuna felicità. Se invece facciamo questo acquisto in funzione di un bisogno REALE, per esempio, la necessità di spostarsi facilmente, o l'esigenza di ospitare magari persone a noi care che abbiano necessità abitative impellenti, allora questo ci potrà rendere felici... Forse la chiave è questa, distinguere i desideri legittimi dai capricci... |
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Come dire, se non posso essere migliore, mi accontento di essere "diversa", che è nè più nè meno che ciò che stai già facendo. |
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tu e quello che intende Desp e' proprio sul cambiare le priorita' e non necessariamente il proprio modo di essere... |
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Non sto dicendo che non funzioni, e a ogni tuo post in realtà la trovo del tutto condivisibile in teoria, ma è troppo lontano dalla mia mentalità perchè possa concepire un cambiamento del genere su me stessa. Sono troppo egocentrica, non sei certo il primo a notarlo, (di recente ho anche perso una persona molto cara proprio per questo), e di conseguenza se devo sforzarmi di cambiare preferisco sforzarmi per gratificare il mio ego puttosto che sforzarmi di dimenticarmene, anche se questo mi riporta nel circolo vizioso di cui sono prigioniera. Ma il tuo intervento è stato iluminante proprio per farmi capire quali sono le uniche alternative e quale preferisco tutto sommato. |
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secondo me bisogna vedere cosa intendi per "fallimento"....dove alcune persone vedono un successo,altre vedono il fallimento.... per una persona può essere un successo avere il suo umile lavoro,la famiglia con 5 bambini,la casetta in campagna e il pollo ai ferri la domenica....per alcune persone questo è un successo,è la felicità cercata..per me è la stessa cosa,ma se entro i 30/35 anni non riesco a possedere lamborghini,ferrari,yatch,villa con piscina...ho fallito miseramente...sono due modi di vedere diversamente le cose... è per dire che sicuramente avrai un ottimo fisico,ma te vorrai di piu....e lo vedi un fallimento..altri persone guardantoti sicuramente ti chiedono se sei scema... per il fatto della depressione..io non l'ho mai provata,però a tutti capitano i momenti tristi e brutti....in cui non ci pensi minimamente a metterti a fare i pesi o attività fisica,perchè in quel momento non ha proprio senso,ti dici tra te e te"a che serve,non raggiungerò mai quello che voglio"....però io ho capito che è proprio in quel momento che devo darmi una scossa....anche se non voglio....è l'unica soluzione....bisogna imporsi delle cose che dobbiamo rispettare per il nostro bene... come ho già scritto in un altro post,mangio tutti i giorni bene,sgarro sempre di meno,eppure vedo risultati uguali a prima....e mi dico"ma chi me lo fa fare di mangiare meglio se ottengo la stesso risultato"...e mi rispondo"tu continua cosi,prima o poi quello che vuoi lo ottieni,serve perseveranza per raggiungere un risultato allla lunga" ps= non so che cazz-o ho scritto:D sono stato ad una festa e sono storditissimo...:D |
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David, scusa se mi permetto, ma vedo che anche tu sei un tipo di poche pretese...:D;)
Ferrari, Lamborghini, lo yacht...e tutto entro i 35 anni :eek:? Ora, non so da che base parti, ma l'obiettivo certo è molto ambizioso. Tu e Veleno siete proprio ai poli opposti! |
era per dire che dove molti vedono una vittoria,altri vedono una sconfitta..tutto è soggettivo,dipende dai punti di vista...:o
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Traduzione italiana a cura di: VbulletinItalia.it
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