Integratori vs food
Posto in questa sezione anche se non vuole essere una polemica ma una curiosita' che mi voglio levare e sapere cosa ne pensate voi.
Come mai per un singolo integratore si creano 3d infiniti (ai quali partecipo e leggo con interesse) su qualita' delle fonti, validita' del produttore ecc. e regolarmente si assimilano nozioni alimentari solo in termini di ingrediente e dimenticando di consigliare fonti, metodi di cottura per non snaturarli e reazione dei macro ai vari tipi di cottura? Quando ho cercato di inserire nei miei commenti valutazioni sulla fonte alimentare ho visto la totale indifferenza dei piu' e a parte il mio ego ferito:( trovo illogico sbattersi per kyowa, carnipure e certificati vari e non fare caso al pollo o al salmone che invece magari entrano nel nostro organismo piu' spesso e spesso da fonti oscure!!! Vabbe', alla fine un po polemico lo sono stato pero' sono davvero curioso di sapere il perche':confused: |
So che il tuo discorso è generico, ma se mi ci metti in mezzo mi offendo io:p
Io la penso come te, a meno che non si mangino proteine e creatina col cucchiaio. Pi io quando do consigli se posso sottolineo l'importanza della qualità, poi è chi riceve questo consiglio a dovermi chiedere maggiori lumi se non sa a cosa mi riferisco o vuole sapere il perchè. Dopotutto mica puoi fare la lista delle caratteristiche di ogni alimento. Il fatto è che in pochi utenti chiedono consigli sul questo, comunque se vuoi aprire delle discussioni a riguardo fai solo il bene del forum. Per esempio in alcune tue non sono intervenuto per il semplice motivo che ho letto con interesse ma non avevo nulla da aggiungere. |
Credo potrebbe essere interessante un 3d in cui mettere studi sugli alimenti (senza allarmismi che poi non si mangia piu' nulla) e magari schede comparative tra allevato e pescato o tra normale e bio ecc.
Sentiamo cosa ne pensa Guru e nel caso come si potrebbe intitolarlo! |
Più che altro servirebbero delle linee guida per orientarsi all'acquisto.
La verdura andrebbe presa bio, ma se se ne mangia tanta in pochi possono permettersela. E se si mettono studi viene fuori che non si mangia più nulla davvero. Magari anche spiegare come preparare e pulire le verdure per essere sicuri che sia il piùpulita possibile, come scegliere la carne, il pesce, ecc.. |
Semplicemente per lo stesso motivo per cui i lettori della sezione integrazione sono sempre molti di più della sezione nutrizione.
L'integratore affascina di più, perchè gli si attribuisce un ruolo di pillola magica, che deve essere il più possibile perfetto, di qualità pura, altrimenti non funziona. Si ha la presunzione di conoscere già tutto dell'alimentazione quando non è così, o si pensa che non sia quella a fare la differenza. |
Dipende ci sono stati molti 3d con bei dibattiti come ad esempio per il latte.
Si potrebbero aprire 3d anche sui super foods |
E' un'ottima idea.
E' un lavoro piuttosto complesso. Se hai delle fonti o già del materiale informativo pronto, te ne sarei molto grato. In effetti ci si dimentica che il cibo non è tutto uguale, che c'è differenza tra uova di allevamento o da gallina ruspanti, tra pesce allevato e selvaggio ecc. Ogni tanto ne ho discusso, ma avevo considerato troppo difficile creare delle vere e proprie schede. Sarebbe poi utile cercare di affiancare a queste informazioni, i sistemi per procurarsi praticamente del cibo sano. |
Onestamente le fonti che mi passano in mano per lavoro (riviste di settore, informative ministeriali ecc.) le ho sempre memorizzate e cestinate perche' non avevo progetto alcuno di renderle dispensa documentata.
Certo da ora in poi ti giro direttamente studi, comparazioni e "allarmi rossi" che mi arrivano da ministero, riviste alimentari e biologiche varie. Credo che aprendo il 3d con il titolo giusto potrebbero essere gli utenti stessi a fare un bel lavoro di ricerca sul web per poi metterlo in evidenza una volta abbastanza esaustivo...ma ovviamente e' solo un suggerimento! |
Per tutte quelle dritte che non presuppongono studi e statistiche ma mera esperienza empirica (scegliere e capire se il pesce e' fresco, cucinare senza massacrare i cibi, ecc) sono a disposizione e anzi aspetto suggerimenti per come strutturare un possibile 3d!
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Vi cito un esempio di articolo breve e non tedioso (forse fin troppo poco approfondito) che pero' mette in evidenza e smentisce la credenza che il pesce allevato contenga meno omega3.
Tratto da Altroconsumo C’è grasso e grasso Chi compra il pesce lo fa per una buona ragione: cerca un alimento magro (rispetto a cibi ricchi di proteine) con un quantitativo di grassi limitato. Come risulta dalla nostra inchiesta il pesce allevato però apporta non pochi grassi. Quello pescato contiene una percentuale di grassi inferiore rispetto a quello di allevamento. Non è però solo una questione di quantità, ma anche di qualità. Il grasso del pesce è composto in gran parte da Omega 3, acidi grassi essenziali con effetti benefici sul nostro organismo. Il contenuto di Omega 3 è uguale nel pesce allevato e in quello pescato? Se ci limitiamo al grasso quello selvaggio ne contiene di meno. In realtà però 150 grammi di filetto di pesce d’allevamento, appunto perché più grasso, apportano più Omega 3 rispetto allo stesso corrispettivo di pesce pescato. L’Inran, l’Istituto nazionale per la ricerca sugli alimenti e la nutrizione, suggerisce di consumare pesce almeno 2-3 volte alla settimana. Cosa dice l’etichetta Due regolamenti europei hanno stabilito l’obbligo di etichettare il pesce. La legge non vale solo per il pesce (fresco, surgelato, congelato) intero ma anche per quello in tranci, filetti e tritato. Ecco cosa non deve mancare in etichetta: la denominazione commerciale della specie; il metodo di produzione (pescato o allevato); la zona di cattura per il pescato o la zona Fao. Per il pesce allevato deve essere specificato il Paese di provenienza (per esempio Italia, Turchia, Grecia e così via); il prezzo di vendita (Kg) riferito al peso netto. Credo che un valido elenco di pareri e nozioni (con le immancabili smentite come per gli integratori:p) di questo genere o anche piu' tecniche sarebbero un interessantissimo vademecum per nutrirsi che tra le altre cose non ho mai trovato in forma esaustiva da nessuna parte! Ho volutamente voluto mettere un articolo in controtendenza, cioe' a favore del pesce di allevamento normalmente supercriticato.;) |
ad esempio quando compri il misto di pesce surgelato quello pronto per risotti ecc c'è scritto d' allevamento e dove è pescato, quindi la provenienza.
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Vedi Luis, delle volte certe cose potrebbero essere utili, ma non vengono apprezzzate, uno fa una battutina, uno ne aggiunge un' altra e la discussione finisce nel nulla:
http://www.fituncensored.com/forums/...era-corta.html Comunque se vuoi aprire un 3d, magari in sezione alimentazione, in cui parlare di cibi sani e di come procurarseli, io saro' ben lieto di parteciparvi, anche solo come lettore. |
...io compreso:p
Entro certi limiti credo che si possa giocarci un po ma probabilmente hai ragione sulla possibile "degenerazione" delle conversazioni. Lascio la parola a chi sicuramente conosce meglio di me la reazione ai vari approcci! |
Il motivo dello sfogo ci sta tutto.
Servirebbe qualcuno che dia il là strutturando un 3d nella sezione alimentazione, facendo qualche ricerca iniziale su questi argomenti. Uno dei problemi può essere trovare le fonti, servono associazioni un po' "rompicoglioni" come altroconsumo o greenpeace che fanno test e studi su queste cose. Anche perchè servono informazioni un po' specifiche in quanto se si rimane sul vago è poco utile. Ad esempio servirebbe sapere in quale marca di tonno in scatola sono state trovate le più basse dosi di metalli pesanti o cose così... o se in altri prodotti sono stati trovati pesticidi o altre sostanze e quali marche fanno più attenzione a questi aspetti. La questione della filiera corta è un esempio lampante, filosoficamente è ineccepibile ma magari il contadino da cui mi rifornisco prende l'acqua per i campi da un torrente che 2km più a monte viene usato come discarica illegale da un verniciatore o da qualche altra officina... certe cose non succedono solo nel napoletano. La questione del pescato è un altro classico, a Lampedusa so per certo che i pescatori non mangiano mai il pesce quando qualche barcone affonda... nel periodo successivo lo vendono tutto e non tengono neanche una parte... |
Ti quoto sul fatto che la filiera corta non ti garantisce qualità, specialmente se abiti in Campania, o nei pressi di Fukushima, ma almeno riduci l' inquinamento causato dal trasporto.
Già qualcosa. |
Se ci mettiamo qualcosa riusciamo a tirar fuori, poi bisognerebbe che qualcuno si prendesse la briga di mettere tutte le informazioni insieme in un unico 3d magari in rilievo.
Il tonno piu' etico: As Do Mar, tonno ecosostenibile. GreenPeace e il mix DNA dei tonni in scatola. |
che ne pensate dell' astice americano congelato?
lo volevo comprare per farci la pasta :p |
L'ho preso un paio di volte, un po' deludente, come tutti i gamberi, gamberetti e gamberoni mi piacciono molto, ma costa molto e mangi poco.
Da solo è un suicidio perchè non ti sfama, nella pasta invece ha senso perchè almeno ti riempi con una bella spadellata di linguine:p |
io non l' ho mai fatto e l' ho mangiato al ristorante buonissimo e fatto da una persona preso fresco pure li divino è una cosa indescrivibile quando lo sanno cucinare.
a me la pasta con il pesce piace da impazzire basta che non mi ci butti quello con le spine. l' ho assaggiato fresco altre volte nella pasta ma non era venuto bene per niente e non mi era piaciuto nè l' astice e nè la pasta insieme. che delusione |
Con deludente intendevo il rapporto prezzo-mangiato
Buono è buono. Ovvio che il fresco da cuocere sarà molto più buoni rispetto al precotto, comunque pur trattandosi di un crostaceo non riuscirei mai a buttare in una pentola di acqua bollente un essere vivente vivo, non che se lo ha fatto qualcuno in precedenza è bello, ma almeno non lo devo fare io. Tra l'altro è assodato che sia una pratica assurda visto che il sapore non cambia (salvo cuocere un astice morto da una settimana e in via di putrefazione) Comunque come le aragoste che ho mangiato a santo domingo appena pescate e grigliate al momento sulla brace non ce n'è |
mi sa che pure quelle però saranno state cotte vive eh :p
io pure sono contro queste cose non le voglio vedere. mi hanno raccontato come vengono cotti i granchi ... in pratica li si butta nella pentola bollente e si cerca di non farli uscire :( |
Boh, io so che le grigliavano davanti a noi, ed erano già tagliate a metà per il lungo, quindi seppur atroce almeno non soffrivano per interi minuti in un pentolone.
Comunque ribadisco che non capisco il motivo per cui si facciano bollire vivi i crostacei. E' come se io mettessi un pollo vivo nel forno, non mi sembra logico ne sensato. |
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Se gia' e' un ingrediente costoso e dovessimo (noi ristoratori o cuochi) fare pagare al cliente anche il buttato via sarebbe improponibile. Onestamente, e questo fara' forse passare la voglia ai titubanti, quando ho provato a tagliarli per ucciderli velocemente sono rimasto basito per quanto sopravvivono anche a pezzi...cruento, lo so e me ne scuso ma era per essere il piu' chiaro possibile. Se aspetti che muoia da solo in frigo comunque aspetti un bel po, credimi, e non so cosa sia meglio...forse non mangiarli! peccato siano cosi dannatamente buoni:eek: |
Infatti non li compro ed evito il dilemma, anche perchè comprare un animale morto è una cosa, dover fare tutto un'altra.
Per esempio il pollo lo mangio, ma se li avessi in giardino diventerebbero degli animali di compagnia, ucciderli nella pratica non credo sia così difficile (parlo del metodo) ma non ne sarei capace. Se il mio sostentamento proteico dipendesse dalla mia capacità di uccidere qualcosa credo che vivrei di mosche. |
congelato io non uccido nessuno :p
ad esempio i frutti di mare surgelati non mi dispiacciono a me |
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@Orange: credi, anche dopo tanti anni non e' facile (cuoco per chi non lo sapesse) e quando sono io a decidere il menu' (ormai sempre) non metto mai nulla di vivo se non ostriche o simili. Poi filosoficamente so che non cambia nulla ma almeno non devo uccidere niente personalmente! |
A proposito di crudo per chi fosse amante del genere...
Tratto da Unione Nazionale Consumatori 18810 (SdC – mag. 2009) – D’estate, nelle località marine, c’è un gran consumo di cozze che in diverse città, specialmente del sud, vengono vendute anche sfuse sui banchi. E’ diffusa la convinzione che per mangiare tranquillamente le cozze crude basta spruzzarvi un po’ di succo di limone. Ma nonostante il limone continuano a verificarsi ogni anno, specialmente d’estate, casi di gastroenteriti, salmonellosi, tifo e altre malattie, per fortuna quasi sempre curabili. In effetti il succo di limone ha un’alta acidità, fino a un valore di 2,5 (pH), ed è noto che quasi tutti i batteri non possono vivere in un ambiente acido con pH inferiore a 4 (più è basso il numero e più la sostanza è acida). Il fatto è che il succo di limone fa da barriera allo sviluppo di altri batteri, ma per agire su quelli che già ci sono occorrono diverse ore, se non giorni. L’unico modo sicuro per eliminare i microbi nocivi è quello di cuocere cozze e vongole fino a quando le valve si aprono e la bollitura raggiunga il cuore del mollusco per almeno due o tre minuti. In teoria questi molluschi non dovrebbero essere rischiosi perché, per legge, devono provenire da acque pulite, classificate dalle Regioni come zone “A”. Possono provenire anche da acque non pulite (zone “B” e “C”), ma in tal caso devono poi sostare per un periodo adeguato in centri di depurazione autorizzati e forniti di acque pulite, in modo che possano decontaminarsi. Poi devono essere confezionati ed etichettati e il consumatore può verificare se provengono da un centro di spedizione (zona A, senza bisogno di depurazione) oppure di depurazione guardando sull’etichetta se c’è il codice numerico di identificazione del centro di depurazione, che è obbligatorio. E’ obbligatoria anche la data di confezionamento e si possono considerare ancora freschi entro cinque giorni, se conservati bene, nonostante la data sia riportata spesso sul retro dell’etichetta, che bisogna rivoltare. Ma il guaio è un altro: la legge consente al venditore di rompere le confezioni, sia pure conservando a parte l’etichetta con il bollo sanitario, e di vendere i molluschi sfusi. Così il consumatore non ha più alcun modo di capirne la provenienza, l’affidabilità e la freschezza, specialmente oggi che se ne importano grandi quantità da altri Paesi, ove non si sa a quali norme e controlli siano soggetti. E’ un motivo in più per preferire il prodotto confezionato, meglio se italiano, che si riconosce facilmente perché in etichetta deve essere indicato il Paese “speditore”. |
Infatti io parlo proprio di quello, perchè se dovessi parlare male di chi uccide un animale per coerenza non dovrei neanche mangiarli.
Però non saprei proprio come fare, anche il discorso del gli tiri il collo, una botta secca ecc.. Bene, si farà così, ma se non muore sul colpo? Comunque delle aragoste capisco che è anche un discorso di conservazione, io pensavo però che si potessero ammazzare in qualche modo prima di buttarle nella pentola, che so, un punto dove hanno il cervello mignon che le fa morire sul colpo, tipo colpo di ken shiro. |
Non avendo frequentato la sacra scuola di Okuto non so come trovare il punto giusto :D
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ot. ecco un amante degli animali :p
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Sembra buono, cos'è? Tofu?
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Proprio non ci si riesce a stare in tema ehhhhhh :D
Da un'idea interessante di Luis si è arrivati a come cucinare l'astice con il metodo di Ken-il-guerriero-senza-ucciderlo-con-i-punti-chiave-di-Okuto!!!!!! Se Guru è d'accordo aprirei una discussione in nota nella sezione Alimentazione (la si potrebbe chiamare "[Official thread] ReRiNe - Regole, Ricette, News di alimentazione sana e naturale" ?? :D) a cui aggiungerei subito il post relativo ai pesci di allevamento. Va da se che tutti i post dovranno avere delle fonti un pò sicure (come appunto Altro consumo) e non il blog del blog del blog ;), oppure se la fonte è lo scrittore stesso va bene lo stesso purchè possa dimostrare ciò che scrive. |
La cottura dell'astice alla fine è in tema, dopotutto qui mica si può fare quello che vuole luis, verrebbe fuori una cosa ingestibile al di la delle battute.
Serve una sotto sezione nella sezione nutrizione dove si apre una discussione per ogni argomento almeno si rimane it più facilmente. Se fai un unica discussione viene fuori un una cosa troppo confusionaria. Invece separando anche 2000 discussioni è meglio Vuole parlare dei carciofi, apre una discussione Vuole parlare di una comunicazione ministeriale inerente a xxxxx, apre una discussione vuole parlare dei metodi di cottura delle lumache, apre una discussione tutte dentro ad un unica sezione dedicata. Sempre se è possibile farlo |
Aprire una sottosezione penso sia fattibile, ma aspettiamo Guru ;)
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In Nutrizione però c'è anche la sottosezione "Linee guida nutrizionali, studi, indagini, risorse gratuite " che potrebbe andare bene?? Magari la si potrebbe rinominare...
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ma io avevo chiesto se l' astice americano andava bene e poi ho dato la motivazione per cui volevo saperlo .... volevo mangiarlo ahah
e niente poi dato che luis è cuoco .... :D |
Sempre in attesa di decidere come catalogare queste indicazioni alimentare io posto:
Ottimo motore di ricerca sui prodotti biologici direttamente dal produttore o grossista. Non tutti vendono al privato ma alcuni si ed il risparmio si sente! http://prodottibiologici.it/ |
Quote:
Anche se OT un piccolo consiglio per cucinarlo se gia' precotto: buttalo, una volta scongelato, in acqua bollente e spegni subito la fiamma. Lascia riposare 10 minuti e poi sguscialo e preparalo come piu' ti aggrada. La cottura a caduta termica rende i crostacei precotti, tendenzialmente stopposi, un po piu' simili al fresco ed inoltre lavi via l'acqua di vegetazione che tende a sapere di "freezer". Enjoy |
In attesa di avere abbastanza materiale cerco di arricchire...
Riconoscere le uova con il codice: Per obbligo di legge deve essere riportato sulla confezione un codice che identifica la tipologia di allevamento delle galline che le producono. Codice 0: All'aperto estensivo, ovvero pochi esemplari allevati all'aperto liberi di razzolare. Codice 1: All'aperto intensivo, ovvero alta concentrazione di esemplari ma sempre all'aperto. Codice 3: A terra, ovvero in un capannone o comunque in ambiente chiuso, tenute a terra ma altamente intensivo. Codice 4: In gabbia, ovvero una catena di montaggio. Alcune considerazioni di pura logica. Questo codice non da garanzie assolute sul tipo di alimentazione delle galline quindi di per se potrebbe essere inutile sul giudizio finale sulle uova che andremo a consumare ma va da se che generalmente l'allevamento che opta per un sistema meno redditizio sara' piu' facilmente votato alla qualita' e quindi anche alla scelta di mangimi piu' qualitativi. Resta la scelta piu' sicura (con tutte le riserve del caso) quella del biologico. A proposito apro una piccola parentesi per i detrattori del biologico: Come in tutti i mercati in espansione esistono infiltrati che sofisticano gli alimenti per approfittare della "moda" e arricchirsi fino a che non vengono beccati. Penso che pero' la forza del biologico sia proprio nella maniacalita' degli utenti/consumatori che essendo appunto pubblico molto attento rende difficile reiterare o far finire nel dimenticatoio certe nefandezze. Altro consiglio frutto della logica: E' proprio sugli alimenti consumati abitualmente che ha un senso consumare bio. Le uova sono un alimento diffusissimo in ambiente BB e PL e la differenza di prezzo non e' clamorosa. Trovo inutile comprare una volta l'anno una confezione di strani frutti tropicali biologici o 1kg di farro quando invece e' proprio il consumo ripetuto di certi elementi chimici delle coltivazioni/allevamenti intensivi a fare danni sul lungo termine. Buona frittata a tutti!;) |
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