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Alimentazione Somatotipica a zona -
22-07-2010, 01:28 PM
Alimentazione Somatotipica a zonaAnche questo articolo risale al periodo "zonista". E anche qui il linguaggio è forse troppo tecnico e poco scorrevole, forse è un'indicazione delle "pippe mentali" che mi facevo all'epoca ALIMENTAZIONE SOMATOTIPICA A ZONA Negli ultimi anni siamo stati sempre piú spesso bombardati da differenti e contraddittorie teorie sull’alimentazione e da diete che promettono di poter controllare la composizione corporea. Tuttavia, questi interessanti approcci alimentari a volte possono creare un po’ di confusione riguardo a ció che dobbiamo realmente mangiare e come dobbiamo farlo. Personalmente, considero la “zone diet” di Barry Sears uno stile alimentare equilibrato. Ma sono anche convinto che non tutti riescono ad “entrare in zona” facilmente nonostante vengano seguite tutte le regole stabilite dal biochimico americano. Ma sono anche sicuro che ognuno di noi possa trovare la propria via per entrare nella zona-benessere, modificando leggermente le percentuali di macronutrienti a seconda dell’appartenenza ad uno specifico somatotipo. Infatti, la differente tipologia delle nostre strutture fisiche fa sí che ció che funziona per una persona non necessariamente funziona per un’altra. E’ evidente che una persona magra e longilinea puó necessitare di una percentuale differente di macronutrienti rispetto ad un soggetto brevilineo e corpulento. Sia in Oriente che in Occidente c'è sempre stato un grande interesse da parte di filosofi e medici sulle tipologie di costituzione fisica, cercando di indagare l’architettura dell’individuo, nella sua totalità fisica e psichica. In Occidente Ippocrate, Galeno e Hahnemann avevano considerato alcuni tipi di costituzione fisica; attualmente, in psicologia vengono effettuati degli studi sulla correlazione tra costituzione fisica e condizione psicologica delle malattie. In India esiste l’antica filosofia Ayurvedica che cataloga l’uomo, in base alle sue caratteristiche fisiche, nei 3 dosha: vata pitta e kapha. Nel campo dell’embriologia Sheldon ha classificato i 3 somatotipi fondamentali: ectomorfo, mesomorfo ed endomorfo. RIFERIMENTO TIPOLOGIA COSTITUZIONALE Sheldon Ectomorfo Mesomorfo Endomorfo Ayurvedico Vata Pitta Kapha Ippocrate Malinconico Sanguigno Linfatico Hanemann Fosforico Sulfurico Carbonico Fisiologico Catabolico Trasformatore Anabolico Neurologico Simpatica Simp/Parasimp Parasimpatica Psicologico Entusiasta Aggressivo Pacifico Fisico Magro Muscoloso Grasso EMBRIOLOGIA DI SHELDON Sheldon, studiando la scienza dell’embiologia, ha correlato i tratti fisiologici e psicologici delle persone ai tre tessuti fondamentali del corpo che si formano dalla alla quarta all’ottava settimana dello sviluppo embrionale: l’ectoderma, il mesoderma e l’endoderma. • L’ectoderma è lo strato piú esterno. Esso dà origine al sistema nervoso, all'epidermide e agli organi di senso. • Il mesoderma è lo strato intermedio e dá origine a quasi tutti i tessuti muscolari e connettivi, all'apparato cardiovascolare, al sangue, al tessuto linfatico e al'apparato urogenitale • Dall' endoderma, lo strato piú profondo, si svilupperanno l'epitelio di rivestimento degli organi dell'apparato digerente, dell'apparato respiratorio e succesivamente ghiandole e strutture associate. Se osserviamo la struttura física delle persone ci possiamo rendere conto che lo sviluppo piú o meno marcato dei diversi tessuti fondamentali porta a somatotipi differenti. Un aumentato sviluppo dell’ectoderma produce un corpo “ectomorfico”, con maggior enfasi sull’attivitá del sistema nervoso (soprattutto per quanto riguarda il sistema simpatico) e sull’attivitá catabólica. Al contrario, uno sviluppo aumentato dell’endoderma può portare ad un fisico con un’attivitá anabólica della digestione e dell’assorbimento piú spiccata, cioè al cosiddetto “endomorfo”. Infine, lo sviluppo piú marcato del mesoderma produce una struttura física con maggior enfasi sull’attivitá muscolare: questi soggetti vengono denominati “mesomorfi”. Tra l’altro, sembra che esista una correlazione il tra sistema nervoso e i tre tessuti embrionali fondamentali. Il sistema nervoso, che regola l’attivitá di tutto il corpo, si divide in sistema nervoso volontario e involontario. A sua volta, il sistema nervoso involontario (o autonomo) si differenzia in sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Ogni organo funziona bene se esiste un equilibrio tra le attività dei due sistemi. Il sistema nervoso simpatico accelera la funzione degli organi che innerva: aumenta il battito cardiaco e in generale prepara il corpo allo svolgimento di un lavoro energicamente dispendioso. Il sistema nervoso parasimpatico, al contrario, regola nel corpo una serie di meccanismi che portano ad un rilassamento generale. Quindi gli effetti possono essere la stimolazione della digestione e l’abbassamento del ritmo del battito cardiaco. Se volessimo fare uno schema a grandi linee potremmo dire che: Le strutture dell’ectoderma sono attivate dal sistema nervoso simpatico Le strutture endodermiche sono attivate dal sistema nervoso parasimpatico Le strutture del mesoderma sono attivate dal sistema nervoso volontario I SOMATOTIPI • L’Ectomorfo è un soggetto longilineo, magro, con ossa esili e muscoli sottili (questo non significa necessariamente che l'individuo sia alto). Le spalle sono strette, cadenti e prive di rilievi muscolari, come del resto anche le altre parti del corpo. Gli arti sono abbastanza lunghi. Le scapole tendono a sporgere posteriormente. • Il soggetto endomorfo è brevilineo, grasso, caratterizzato dalla rotondità e morbidezza del corpo e dalla predominanza dell'addome sul torace. Le spalle sono alte e squadrate e il collo corto. La massa muscolare non è particolarmente sviluppata. • Il mesomorfo possiede ossa massicce ricoperte da una muscolatura evidente e vigorosa. Lo si puó riconoscere dall’ avambraccio massiccio e dal polso grosso. Deltoide e trapezio sono ben sviluppati. Un somatotipo perfettamente “puro” è abbastanza raro, piuttosto si presentano delle tipologie miste, ossia la maggior parte dei soggetti presenta la prevalenza di alcune caratteristiche di una tipologia, accompagnata da caratteristiche degli altri somatotipi. Se si possiedono un plicometro, un calibro osseo e un centimetro da sarto, è possibile risalire alle componenti morfologiche applicando alcune equazioni: COMPONENTE ENDOMORFA [0.7182+0.1451 x(sp)-0.00068 x(sp)^2 +0.0000014 x(sp)^3]x 170.2/altezza del soggetto dove sp= somma plica tricipitale, iliaca e scapolare COMPONENTE MESOMORFA [(0.858 xDO) +[0.601 xDF) +(0.188 x(B-PT)+[0.161 x (CP-PP)]-(O.131 X Ht)+4.5 dove: DO = diametro omero DF = diametro femore B= circonferenza bicipite contratto PT= plica tricipitale CP= circonferenza polpaccio PP= plica polpaccio Ht= altezza soggetto COMPONENTE ECTOMORFA 0.732x(Ht/RCP)-28.58 dove RCP= radice cubica del peso NB: se il valore del rapporto Ht/RCP dovesse essere compreso tra 40.75 e 38.28. l’equazione andrebbe modificata nel seguente modo : 0.463x (Ht/RCP)-17.63 ALIMENTAZIONE PER OGNI SOMATOTIPO A questo punto è possibile provare a delineare alcune linee guida alimentari per ogni somatotipo dominante, e modificare la percentuale di macronutrienti a seconda delle caratteristiche secondarie. In questo caso, inoltre, si tenterá di mantenere il rapporto proteine\carboidrati tra 0,5 e 1, rispettando i principi della Zone Diet, evitando così eccessivi sbalzi glicemici ed insulinici. Considerando che l’ectomorfo necessita di una maggiore quantitá di carboidrati per favorire l’anabolismo e che il mesomorfo possiede un buon metabolismo proteico potremmo suggerire le seguenti percentuali: ECTOMORFO: 50% carboidrati – 25% proteine – 25% grassi MESOMORFO: 40% carboidrati – 40% proteine – 20 % grassi ENDOMORFO: 40% carboidrati – 30% proteine – 30% grassi Partendo da questi presupposti ognuno di noi potrebbe personalizzare la propria dieta a seconda delle dominanze ottenute con le equazioni per determinare le componenti somatotipiche. Infine, credo che sia superfluo qualsiasi approfondimento, ma spero di avervi lasciato alcuni spunti di riflesione. |
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