micsel |
19-03-2014 04:21 PM |
Quoto Liborio.
Al di là del fatto che parlare di studi importanti mi sembra eccessivo dato che il signor D'Adamo è un naturopata, mentre numerosi ricercatori nutrizionisti, endocrinologi (Ghiselli e Invitti tanto per citarne due) l'hanno smontata abbastanza decisamente.
In secondo luogo non sono nemmeno tanto d'accordo sul "tentare non nuoce" perché prevede l'eliminazione di interi gruppi di alimenti che, a lungo andare, possono portare a subdole carenze alimentari.
Il problema è che parte da presupposti con un senso (dipendenza genetica della risposta ai vari nutrienti), per poi degenerare. Cioè è vero che la genetica influisce ma in maniera ben più complicata di quanto supposta, infatti non dipende dal solo gruppo sanguigno bensì da una miriade di fattori tuttora in fase di studio. Non si esclude che in futuro si potrà avere una dieta basata sul proprio patrimonio genetico (gli studi in merito sono in corso), ma la strada è ancora lunga. Per capire quanto le conclusioni di D'Adamo siano errate basti pensare come la celiachia colpisca in maniera equivalente individui di tutti i gruppi sanguigni, mentre secondo i suoi studi dovrebbero essere sbilanciati, ad esempio, verso il gruppo 0
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