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Sicurezza sotto accusa: ora si rovesciano i bob - Vancouver 2010 -
19-02-2010, 01:38 PM
Sicurezza sotto accusa: ora si rovesciano i bob - Vancouver 2010Sulla pista fatale all'atleta georgiano ancora problemi VANCOUVER, 18 febbraio - In principio dei Giochi invernali di Vancouver 2010 fu Nodar Kamatarishvili. Quello dello slittinista georgiano è stato certamente l'incidente più grave dei tanti avvenuti nel corso delle diverse gare delle Olimpiadi invernali. Ma non è stato il solo. La discesa libera femminile ha visto ieri più di un'atleta cadere in modo rovinoso sulla durissima pista di Whistler, divenuta ghiacciata non solo perchè le temperature nella notte erano scese sotto zero ma anche perchè sulla pista era piovuto nei giorni precedenti, sciogliendo la neve che poi si è ghiacciata. Delle tante atlete cadute, la rumena Edith Miklos è stata portata in ospedale per accertamenti dopo essere schizzata ai 100 km/h contro le reti di protezione (che hanno retto). Nel fondo la slovena Petra Majdic è finita fuori pista nella fase di riscaldamento. Un errore suo che può succedere. Solo che dopo essere uscita dal tracciato è precipitata in un fosso alto quasi due metri, ha battuto contro il tronco di un pino ed è stata costretta a fare tutta la gara con una costola incrinata. Nel bob, sempre a Whistler, la pista già sotto accusa per lo slittino ha visto più di un equipaggio rovesciarsi alla prima discesa. Nel corso della prima sessione di prove del bob a due, disputatesi nella notte italiana, si sono rovesciati gli svizzeri Hafti e Schmidit, il tedesco Angerer, l'olandese Calker. Nella seconda sessione si è rovesciato l'italiano Fabrizio Tosini, il giapponese Suzuki, il rumeno Istrate, l'australiano Spring. Il compagno di quest'ultimo, Duncan Harvey, è stato portato in ospedale per un controllo, mentre lo svizzero Hefti ha rinunciato alla seconda sessione di prove dopo aver battuto la testa nella prima caduta. Nelle iniziative collaterali in città, poi, un palco è crollato durante un concerto, provocando 19 feriti. Mettendo insieme tutti questi elementi, emerge un dato: la sicurezza di atleti e pubblico è oggettivamenmte un problema a Vancouver 2010. "È ingiusto metterla in questi termini - si è difeso il responsabile del Comitato organizzatore, John Furlong -. In competizioni come queste è normale che ci siano cadute. E nella complessità di un evento come un'Olimpiade ci può stare un incidente come quello avvenuto al concerto, dove peraltro nessuno è rimasto ferito seriamente. Ma se ci sono stati errori da cui possiamo imparare, siamo pronti a farlo". Nessuno tra i tecnici sia dello sci, sia del bob, si è lamentato in termini ufficiali per le condizioni degli impianti. Ma - dicono le atlete che hanno fatto la discesa - non si era mai visto che si facesse una gara ufficiale senza provare la pista. Invece nel caso di Vancouver le donne di fatto non hanno provato. O meglio, hanno provato la pista in due tranche. Prima la parte alta. Poi, a distanza di ore, la parte bassa. Come se fosse la stessa cosa arrivare in fondo partendo da metà, oppure partendo da in cima. Anche questo è un elemento di accusa. Perchè in gara non è un caso che in tante siano poi cadute. fonte: tuttosport.it |
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