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Il valore relativo degli esercizi di tirata nell'allenamento del pesista olimpico - Parte Seconda -
01-03-2013, 06:56 PM
Il valore relativo degli esercizi di tirata nell'allenamento del pesista olimpico - Parte SecondaSeconda parte dell'articolo di A. Charniga. A voi. Parliamone! Nel suo libro, A Multi - Year System of Training in Weightlifting, A.S. Medvedyev (7) elenca 28 diverse varianti delle tirate (strappo e slancio). Ad ogni modo, non cita tutte gli altri possibili esercizi basati sulle tirate. Fondamentalmente tutte le varianti delle tirate descritte nel libro prevedono un'estensione completa delle gambe e del tronco, la salita sulle punte e la scrollata delle spalle. L'atleta acquisisce una particolare abitudine motoria attraverso la pratica assidua dell'estendere le gambe e il tronco, salire sulle punte e scrollare le spalle durante le tirate slancio e le tirate strappo. L'inefficienza biomeccanica di questa particolare azione, al fine di eseguire lo squat under, rappresenta il secondo grande dubbio nell'inserire o meno le tirate nell'allenamento del pesista olimpico. Il comando "finisci la tirata" rafforza un'abitudine scorretta che può influire negativamente sulla fase di squat under. Le giuste abilità da sviluppare nello strappo e nello slancio non includono il "tirare" il bilanciere fino alla massima estensione del corpo e poi "caderci" sotto velocemente per incastrarlo, ma includono invece l'uso di almeno una parte dello sforzo profuso nell'esplosione per iniziare attivamente a cambiare le direzioni e prepararsi a saltare giù prima che gambe e tronco siano completamente estesi (20). L'obiettivo più importante è forgiare le giuste abitudini durante l'allenamento così che queste portino a risultati di successo nello strappo e nello slancio con percentuali di carico dal 92 al 100+%. E' basilare capire che è più facile evitare errori piuttosto che eliminarli, dato che la correzione degli errori è direttamente connessa con la modifica di uno schema motorio preciso (ne risulterebbe un lavoro molto più complicato). Quindi tutte le discussioni pro/contro le tirate strappo e le tirate slancio devono essere finalizzate al capire come rafforzare e consolidare i corretti movimenti durante l'allenamento per assicurare un transfer positivo negli esercizi da gara completi. La tirata strappo La tirata strappo prevede la stessa postura (piedi e presa) dello strappo classico. Tipicamente, in questo esercizio, il bilanciere viene sollevato fino al punto in cui le gambe e il tronco sono completamente estesi e i talloni e le spalle sono alzati. L'idea è quella di allenare la tecnica della fase di tirata e rafforzare i muscoli interessati. Sebbene sembri che questo movimento sia molto specifico, "Il pesista non riesce a scaricare a terra la medesima forza che riesce invece a generare nello strappo completo" (12); "La velocità del bilanciere è inoltre minore nella tirata alta, sia all'inizio che alla fine, che nello strappo completo" (12). Le forze applicate al bilanciere, con pesi che superano il 90%, e la conseguente velocità del bilanciere nella tirata strappo non sono comparabili a quelle dello strappo completo. Anche se la cinematica della tirata strappo è simile, l'infilata delle ginocchia sotto la sbarra è più veloce in uno strappo che in una tirata (con carichi sopra il 90%), ad esempio i muscoli della coscia si allungano più velocemente (12). E ancora, le tibie si spostano fuori dalla verticale per un angolo maggiore nello stappo durante l'infilata. Il contrario possiamo dire per la tirata strappo. Le ginocchia si flettono per un angolo maggiore rispetto alle caviglie in una tirata strappo. Di conseguenza la postura dell'atleta non è in una posizione meccanicamente efficiente nel momento di passaggio tra la terza e la quarta fase della tirata strappo (12). Nelle tirate l'uso di carichi che superano il 90% dello strappo completo hanno "un effetto negativo sullo schema motorio dello strappo classico" (12). I suddetti aspetti negativi associati alle tirate strappo pesanti riguardano solo la parte di "pull" dell'alzata completa. La velocità nell'incastro (20) E' stato stabilito che l'atleta deve raggiungere una specifica velocità di discesa nello squat under per completare correttamente l'alzata. La velocità di incastro è la velocità del pesista che si muove sotto il bilanciere nell'istante in cui il bilanciere raggiunge la sua massima velocità in ascesa (20). "E' possibile che l'atleta smetta di cercare di alzare il bilanciere e iniziare la fase di squat under, 0.1 secondi prima che il bilanciere inizi a scendere" (20). L'atleta tecnicamente efficiente ha già accumulato un po' di velocità per l'incastro mentre il bilanciere (per lo più a causa della propria inerzia) si sta ancora muovendo in verticale. L'atleta dovrebbe iniziare e prepararsi per la discesa sotto la sbarra prima che questo abbia raggiunto la sua massima velocità verticale. Questo non è possibile se il pesista "attende" coscientemente fino a quando non ha completato l'estensione di gambe e tronco, scrollato le spalle e non è salito sulla punta dei piedi, poiché il bilanciere raggiunge la sua massima velocità nello strappo e nello slancio prima che le gambe siano completamente estese e mentre il tronco è ancora inclinato dai 10 ai 15 gradi rispetto alla pedana (20). Quindi, insegnare a raddrizzare le gambe e il tronco, alzare i talloni, scrollare le spalle per "finire la tirata" insegna a continuare a "tirare" oltre il necessario. Questo, infine, porta alla formazione di abitudini motorie scorrette. Invece che una tempestiva e "attiva" discesa sotto il bilanciere, l'atleta impara a tirare e cadere sotto. Per mancanza di un termine migliore il metodo "tira e cadi" rappresenta una tecnica non efficiente. L'effetto "freno" dei muscoli antagonisti Un'altra contraddizione dell'estendere forzatamente le gambe alla "fine" della fase di tirata è data dal fatto che i muscoli che flettono le ginocchia (antagonisti dei quadricipiti) devono essere ad un certo punto attivati prima dell'estensione completa delle ginocchia per "frenare/spezzare" il raddrizzamento delle gambe da parte dei quadricipiti che sono in questo caso agonisti (1,9). Questo meccanismo innato avviene per preservare gli infortuni articolari. In questo caso, i quadricipiti devono rilassarsi al fine di permettere ai flessori delle ginocchia di "frenare" l'estensione delle ginocchia. "Questa esclusione/inclusione di gruppi muscolari, apparentemente, deve avvenire nella seconda metà dell'esplosione e contribuisce inoltre a ridurre la velocità verticale del bilanciere" (1). Questa "esclusione/inclusione" dei muscoli che partecipano all'alzata (i quadricipiti e i flessori del ginocchio) crea un ulteriore problema se il pesista prova forzatamente a raddrizzare le gambe alla fine della tirata. Questo sforzo di raddrizzare coscientemente le gambe alla fine delle tirata, per sua natura, deve avere un effetto negativo sulla capacità del pesista di riutilizzare i quadricipiti nella fase di discesa sotto il bilanciere. Lo scopo di questo riutilizzo dei muscoli più forti è duplice: 1) per generare più forza verticale sul bilanciere "saltando contro la pedana" mentre le braccia e le spalle tirano attivamente il bilanciere e 2) per iniziare a "frenare" la caduta del bilanciere il più presto possibile durante la discesa. Il "finire la tirata" limita l'abilità dell'atleta di muoversi sotto il bilanciere, di "alzarlo" e "frenarlo" in quello che è essenzialmente lo stesso istante. Il Mito del Trapezio "I muscoli delle gambe e del torso sono i primi ad essere usati per alzare carichi massimali" (20). E' necessario considerare le azioni precise che sono richieste per sollevare con successo un carico pesante nello strappo e nello slancio, al fine di decretare il valore delle tirate alte in allenamento. Di rilevanza particolare è lo sforzo cosciente del pesista di estendere completamente le gambe e il tronco e nello specifico "scrollare" le spalle, in questo caso parliamo del ruolo del muscolo trapezio durante l'alzata. Il trapezio dovrebbe entrare in gioco mediante una scrollata solo quando il tronco è in posizione verticale. Questo per assicurare un effetto prettamente verticale. Se, per esempio, il pesista scrolla le spalle anche solo un attimo prima che il tronco sia verticale, l'effetto che questo gesto avrà sul bilanciere sarà il risultato tra i vettori orizzontali e verticali derivati dall'elevazione della spalla, ad esempio quando il tronco è sbilanciato in avanti (guarda la figura). "Negli sforzi dinamici, la prematura inclusione dei muscoli più deboli crea il cosiddetto anello debole della catena biomeccanica e porta ad una significativa diminuzione della forza generata dai muscoli chiave e ad una minore funzionalità dell'intero movimento" (2). Questo, chiaramente, si riferisce al flettere le braccia e scrollare le spalle mentre le gambe e il tronco stanno ancora lavorando per generare forza verticale sul bilanciere nella fase di tirata. Al fine di utilizzare al meglio il trapezio nello strappo e nello slancio, il tronco deve essere molto vicino alla posizione verticale o leggermente inclinato indietro. Sappiamo bene che la parte più importante del lavoro è già stata fatta prima che il tronco abbia raggiunto la posizione verticale. E ancora, al contrario delle gambe poiché "durante il processo di formazione della tecnica, il pesista troverà modi di aumentare la velocità del bilanciere facendo ripetutamente uso dei 'già reclutati' estensori della coscia" (20), i muscoli del trapezio possono essere chiamati in causa solo una volta durante l'esecuzione dello strappo e dello slancio. Si può utilizzare il trapezio solo una volta, e per farlo il tronco deve essere in posizione verticale prima della scrollata di spalle. Quindi cosa accade? Si scrollano le spalle per alzare il bilanciere o si scrollano le spalle per aiutarci a scendere sotto il bilanciere? C'è solo una risposta logica. Il pesista non dovrebbe attendere che le gambe e il tronco siano quasi verticali per "scrollare" al fine di aggiungere ulteriore impeto e altezza al bilanciere. Invece, il trapezio, insieme alle braccia, deve essere reclutato per "tirarsi attivamente sotto" al bilanciere. Nonostante questo, allenando le tirate alte, l'atleta impara ad alzare il bilanciere mediante i muscoli del trapezio. Enfatizzare l'importanza del trapezio nella pesista olimpica ha senso se l'atleta non utilizza questo muscolo per alzare il bilanciere ma piuttosto per spostare il suo corpo sotto di esso. "Finire la tirata" e l'effetto "ribaltamento" Nella posizione di partenza, la proiezione verticale della sbarra è direttamente sopra le articolazioni metatarso-falangee (o poco distante da esse). Questo pone il bilanciere distante e di fronte alle caviglie, così che le tibie del pesista possano flettersi in avanti oltre la verticale. Questa posizione del bilanciere rispetto alle caviglie è una strategia biomeccanicamente vantaggiosa perché permette all'atleta di sollevare con più efficienza il carico utilizzando i muscoli delle gambe e del tronco. Se la barra è posizionata sopra il piede e troppo vicino alle caviglie, eccessiva enfasi è posta sui muscoli del tronco o delle gambe a seconda dell'inclinazione del tronco alla partenza. Quindi la cosiddetta posizione di partenza "normale" è associata alla migliore distribuzione del carico tra i muscoli di gambe e schiena. Tuttavia la disposizione del bilanciere meccanicamente corretta rispetto alle caviglie aumenta l'effetto "ribaltamento". Nell'istante in cui il pesista solleva il bilanciere dalla piattaforma, la forza di gravità del carico cerca di tirare il pesista in avanti. Questa forza che tira in avanti l'atleta aumenta quando il carico diventa più pesante, rispetto al peso corporeo dell'atleta (1,2,16). Una volta che il bilanciere si è alzato da terra, il pesista crea il "sistema atleta/bilanciere". Prima della separazione del carico dal suolo, il pesista deve preoccuparsi di bilanciare solo il suo centro di massa. Dopo la separazione del carico dalla piattaforma il pesista deve bilanciare il centro di massa comune del suo corpo e della sbarra. E' stato stabilito che "le migliori condizioni di equilibrio si raggiungono quando il comune centro di gravità del sistema atleta-bilanciere si trova a metà del piede" (2). [guarda figura] Quindi, l'atleta deve iniziare spostare il bilanciere verso le sue caviglie dal momento in cui il carico si stacca da terra. Il movimento del bilanciere verso le tibie sin dal momento dello stacco da terra: 1) "migliora la biomeccanica dei muscoli reclutati, poiché la linea di gravità del bilanciere è più vicina alle articolazioni che lavorano" (2); 2) crea le migliori condizioni per bilanciare il sistema atleta-bilanciere riducendo l'effetto "ribaltamento" del carico che cerca di spingere il pesista in avanti (2). Quindi, quando il pesista sposta il bilanciere indietro verso le tibie, i muscoli della gamba e gli erettori del dorso possono lavorare in modo più efficiente e l'atleta sarà in grado di stabilire l'equilibrio del sistema atleta-bilanciere. Secondo Roman, quando le ginocchia e le anche si muovono in avanti e in basso all'inizio della fase di esplosione, "l'infilata delle ginocchia sotto la sbarra riduce l'effetto "ribaltamento" del momento della forza di gravità e aumenta la funzione dei muscoli che estendono l'anca" (16). Lo spostamento del carico verso il corpo sin dalla partenza e l'infilata delle ginocchia sotto la sbarra durante l'esplosione diminuiscono l'effetto "ribaltamento". Ad ogni modo si crea una certa confusione se pensiamo a quanti allenatori e atleti pensano che si debba coscientemente tentare di raddrizzare le gambe e il tronco, salire sulle punte per finire la tirata. Poiché "il bilanciere si sposta lontano dall'atleta nella fase di esplosione a causa del salire sulle punte, questo sposta il centro d'appoggio del sistema atleta-bilanciere e quindi costringe l'intero sistema a spostarsi in quella direzione per mantenere l'equilibrio" (2). Quindi, se per finire la tirata è necessario estendere le gambe e salire sulle punte, questo significa che dopo aver spostato il carico verso il suo corpo (per aumentare l'efficienza meccanica dell'alzata fino al momento dell'estensione completa) il pesista deve, praticamente, tralasciare questo aspetto vantaggioso raddrizzando le gambe e il tronco, scrollando le spalle e salendo sulle punte dei piedi; apparentemente per conferire altezza al bilanciere. Il "finire la tirata" esaspera l'effetto "ribaltamento" spostando il carico in avanti e lontano dalle articolazioni chiamate in causa durante l'alzata. Questo, in aggiunta al fatto che il tempo e lo sforzo profusi per "finire la tirata" sono un movimento biomeccanicamente inefficiente. Il pesista che tenta di estendere completamente le gambe e il tronco rischia di creare una situazione in cui deve "rincorrere" il bilanciere e allo stesso tempo cercare di mantenere su di esso una forza verticale, mentre che il carico si sposta lontano da lui. Di conseguenza, il pesista solitamente deve saltare in avanti per spostare il suo centro di massa sotto il bilanciere al fine di stabilire equilibrio dell'intero sistema nella posizione di squat, alcune autorità addirittura promuovono questo metodo (1,2). La tirata slancio Le stesse osservazioni mosse alla tirata strappo si presentano quando parliamo della tirata slancio, specialmente riguardo all'uso di carichi al 100% e oltre. Per esempio, "Gli atleti non riescono a di sviluppare la stessa forza, nell'esplosione della tirata slancio, che riescono a generare nello slancio completo; la velocità del bilanciere nella tirata slancio è decisamente inferiore, sembra esserci un ritmo diverso con il 100 - 110 % delle tirate slancio a causa della diversa forza e velocità generate" (19). Secondo Roman, "c'è una debole correlazione tra i carichi di allenamento delle tirate strappo e i risultati nello strappo completo e nel totale dei due eventi; la correlazione è maggiore con i risultati delle tirate slancio; maggiori sono le alzate con il 100% e più, maggiori sono i miglioramenti nello slancio e nel totale dei due eventi" (16). Ad ogni modo, secondo Frolov e altri, "Un numero significativo di alzate con carichi limite nelle tirate non promuove l'allenamento della forza esplosiva, e allo stesso tempo porta a significative deviazioni dalla tecnica ottimale" (19). Frolov continua suggerendo che non si dovrebbe escludere tutte le tirate slancio pesanti. Il pesista può eseguirle parzialmente: da terra al ginocchio, dalla sospensione alta o da metà coscia (19). Ma come si rafforzano le corrette abitudini motorie per eseguire uno squat clean praticando queste "parti" della fase di tirata? Non è chiaro anche come il pesista debba fare per integrare la pratica di queste alzate parziali in uno schema motorio completo, al fine di sollevare con successo un peso massimale nello slancio al momento della gara. La frase successiva sembra confondere ancora di più le idee sul come il pesista si debba allenare: "Allenarsi con il 100% del carico nelle tirate slancio è solo consigliato per atleti di elite che non hanno pecche tecniche" (30). Apparentemente, gli atleti di elite sono capaci di creare degli schemi motori nelle tirate slancio e nelle tirate alte (pesanti) tali da non risentirne quando eseguono l'alzata completa in gara. Secondo la mia opinione, ciò che è più importante riguardo all'allenamento delle tirate slancio è la differenza tra le fasi di squat under dello strappo e dello slancio. Ricerche dimostrano che "la distanza che il bilanciere percorre in discesa dal punto più alto dell'alzata fino all'incastro è decisamente più lunga nello slancio che nello strappo" (20,21). La ragione di questo è perché "il carico pesante nello slancio obbliga l'atleta ad aumentare l'ammortizzamento nella fase di squat under poiché è impossibile bloccare istantaneamente un carico così pesante" (21). Quindi l'importanza di cambiare tempestivamente le direzioni (dalla tirata allo squat under) per essere in grado di "frenare" in modo consono la discesa di carichi pesanti ha maggiore significato nello slancio. Il ritardo (causato dal "finire la tirata") nello smettere di alzare il carico e iniziare la discesa e ammortizzare il bilanciere che cade è ancora più dannoso nello slancio che nello strappo. Primo, c'è un evidente vantaggio meccanico di cui possiamo godere nel "frenare" correttamente la discesa del bilanciere mentre iniziamo la fase di incastro. Secondo, "frenare" il bilanciere in questa fase potrebbe avere altre implicazioni in termini di prevenzione degli infortuni alle ginocchia e alla schiena. Con la tecnica "tira e cadi" il bilanciere infligge al corpo dei ripetuti stress ai tessuti molli. Conclusioni Vi sono distinte differenza tra le fasi della tirata nello strappo e nello slancio completi e le fasi della tirata strappo e tirata slancio. Queste differenze includono la forza scaricata a terra, le forze applicate al bilanciere, la velocità del bilanciere, il ritmo generale dei movimenti e la disposizione di tibie e tronco. La struttura/coordinazione dello squat snatch e dello squat clean include un pattern motorio somigliante alle tirate strappo e tirate slancio ma con una grossa differenza. Lo strappo e lo slancio sono a tutti gli effetti movimenti di "lancia" e "incastra" il bilanciere, mentre la tirata alta è solamente un "lancia" il bilanciere. Non c'è preparazione al cambio di direzione esplosivo. Un pesista olimpico può formare abitudini motorie tecnicamente inefficienti attraverso il prolungato uso delle tirate alte. E, secondo Roman, il pesista rischia di creare una situazione dove "Quest'abitudine compare durante le gare con carichi al 95 e 100%" (17). Alla fine, dopo aver letto tutta la letteratura riguardo agli esercizi di allenamento, le ripetizioni, le serie e i numerosi aspetti dietro alla preparazione del pesista, è necessaria un'idea di base che guidi alla selezione degli elementi migliori. Il grande pesista sovietico e allenatore A.I. Bozhko era solito dire: "Non sono interessato a quali esercizi hai fatto o quanto hai alzato in allenamento, poiché i soli numeri che contano sono quelli che realizzi in pedana durante la gara". Il concetto che il pesista deve tenere a mente è che si sta allenando per educare il corpo a sollevare carichi massimali durante la competizione. Vorobeyev (1,2,3,4), Zhekov (20) e altri hanno scritto che l'introduzione di nuove idee e concetti ricevono al massimo una buona critica, anche se queste nuove "idee" e concetti sono basati su ricerche scientifiche. Molto del materiale presentato in questo articolo in ogni caso non è "nuovo" ma resta comunque ignorato. 1. Vorobeyev, A.N., Tyazhelaya Atletika, Fizkultura I Sport, P ublishers, Moscow 1972, pp: 63; 93 - 111. 2. Vorobeyev, A.N., Tyazhelaya Atletika, Fizkultura I Sport, Publishers,Moscow 1981 3. Vorobeyev, A.N., Tyazheloatletichskii Sport, Fizkultura I Sport, Publishers, Moscow 1971 PP 8- 23 4. Vorobeyev, A.N., Tyazheloatletichskii Sport, Fizkultura I Sport, Publishers, Moscow 1977 PP 34 - 35 5. Matveyev, L.P., Fundamentals of Sport Trainng, Progress Publishers , 1981 pp - 25 - 26 6. Medvedyev, A.A., Lukashov, A.A., " The Technique of World Holders V. Alexeev and G. Bonk", Tyazhelaya Atletika, , Fizkultura I Sport, Publishers, Moscow, 1977:60 7. Medvedyev,A.A., Tyazhelaya Atletika I Metodika Prepodavania, Fizkultura I Sport, publishers, Moscow,1986:PP - 16 - 17 8. Medvdyev, A.A., A System of Multi - Year Training in Weightlifting, Sportivny Press, Translated by Andrew Charniga, Jr. 9. Charniga, A., "Key Muscles for Weightlifting", Sportivny Press,2002 10. From Sovietsky Sport Publishers, Publication #239:1988 11. Ermakov, A.D., "The Training Load of Weightlifters in Pulls and Squats", 1980 Weightlifting Yearbook, p 34 - 38 Sportivny Press, Translated by Andrew Charniga, Jr. 12. Frolov, V. I., Efimov, N.M., Vanagas, M.P., "The Training Weights in the Snatch Pull", Tyazhelaya Atletika, Fizkultura I Sport publishers, Moscow, 1977:65 - 67 13. Frolov, V.I., "Analysis of Kinematic and Dynamic Parameters of the Movement of the Athlete and the Barbell", Published by the Lenin State Central Institute of Physical Culture, 1980. P. 6 14. Barton, J., "Are There General Rules in Snatch Kinematics", Procedings of the Weightlifting Symposium 1997, Olympia, Greece, Published by the International Weightlifting Federation 15. Trufanov, I.N., "Some Peculiarities of the Training Load of Heavyweights in the Competition Period", Tyazhelaya Atletika, 26 - 28:1977, Fizkultura I Sport, Publishers, Moscow 16. Roman, R.A., The Training of the Weightlifter, Sportivny Press, Livonia, Michigan, Publishers, 1988; pp: 39 - 40 17. Roman, R.A., Personal Communication 18. M.I.A. 19. Medvedyev, A.S. Frolov, V.I. Lukashev, A.A., Krasov, E.A., "A Comparative Analysis of Clean Technique and Clean Pulls with Various Weights, 1981 Weightlifting Yearbook PP 61 - 64, Sportivny press, Translated by Andrew Charniga, Jr. 20. Zhekov, I. P.: Biomechanics of the Weightlifting Exercises, Sportivny Press. Translated by Andrew Charniga, Jr. 21. Livanov, O. I., Falameyev, A. I., "Some Biomechanical Characteristics of the Movement of the Barbell in the Snatch and the Clean", Tyazhelaya Atletika Ezhegodnik, 1979, pp 22 - 25 22. Abajiev, I., "The Preparation of International Class Weightlifters", Proceedings of the IWF Coaching - Medical Seminar, Varna, 1983:57 - 63. 23. Martyanov, S.S., Popov, G.I., Roman, R.A., "Peculiarities of Modern Clean Technique", Weightlifting Training & Technique, Sportivny Press. Translated by Andrew Charniga, Jr. 24. Medvedyev,A.S., Lukashev, A.A., Sivokin, I.P., "A Biomechanical Analysis of the Special Assistance Exercises for Snatch Technique", Weightlifting Training & Technique, Sportivny Press. Translated by Andrew Charniga, Jr. 25. Ivanov, A.T., Roman, R.A., "The Components of the Jerk from the Chest", Russian Weightlifting Yearbook, English Translation by Bernd W. Scheithauer, 1975:24 - 29. 26. Frolov, V.I., "The Optimal Phasic Structure of the Snatch of Highly Qualified Weightlifters", Tyazhelaya Atletika, 1977:52 - 55, Fizkultura I Sport, Publishers. Translated by Andrew Charniga, Jr. 27. Frolov, V.I., Lukashev, A.A., "Comparative Analysis of the Technique of the Snatch and the Clean", Tyazhelaya Atletika, 1978:26 - 28, Fizkultura I Sport, Publishers. Translated by Andrew Charniga, Jr. 28. Frolov, V.I., Levshunov, N.P., "The Phasic Structure of the Jerk", Tyazhelaya Atletika, 1979:25 - 28, Fizkultura I Sport, Publishers. Translated by Andrew Charniga, Jr. 29. Frolov, V.I.: "Interdependence of Results in the Snatch, Technical Mastery and Some Physical Qualities of Weightlifters", 1981 Weightlifting Yearbook, pp 83-87 Sportivny Press, Translated by Andrew Charniga, Jr. 30. Medvedyev, A.S., Marchenko, V.V., "Programming the Training Loads of Qualified Weightlifters", 1985 Weightlifting Yearbook, pp 77 - 84, Sportivny Press, Translated by Andrew Charniga, Jr. |
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02-03-2013, 12:11 AM
Mi scuso per la macchinosità di alcuni passaggi ma nella traduzione di frasi lunghe dall'inglese è difficile tenere la costruzione del periodo italiano avrei dovuto riscriverlo rischiando di perdere dei passaggi... Ne approfitto alla luce dello studio sopra presentato per porvi un mio interrogativo riguardo al lavoro dalla sospensione: Nelle tirate dalla sospensione alta, partendo da sopra il ginocchio, la tibia dovrebbe essere quasi verticale? E a questo punto la prima cosa a muoversi è il torso che si raddrizza oppure è possibile inserire una piccola continuazione dell'infilata avanzando un poco con le ginocchia e flettendo le gambe per aiutare la spinta verso l'alto? In pratica la sospensione alta è solo gioco di anca+schiena? |
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All the Truth Member
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02-03-2013, 09:30 AM
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Mi leggo la traduzione |
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02-03-2013, 03:21 PM
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Ok, scusa se sono ridondante ma quindi è corretto flettere subito un po' le ginocchia e poi estenderle esplodendo con anca e busto? Io pensavo che da quella posizione fosse solo più un 'aprire' tutti gli angoli e andare su. |
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02-03-2013, 10:06 PM
Gli angoli vengono aperti quando è finita l'infilata (anche se mentre infili le ginocchia sotto il busto continua a salire), penso grosso modo a metà coscia quindi se parti da una sospensione molto alta effettivamente ti estendi e basta ma non partendo da appena sopra la rotula. |
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02-03-2013, 10:28 PM
Ho letto con grande interesse questa seconda parte dove vengono date spiegazioni più approfondite di teorie delle quali avevo appena sentito parlare. Secondo me un principiante ha bisogno di imparare a gestire diversi schemi motori per diventare più efficiente mentre un atleta avanzato è in grado di ottenere transfert da quasi ogni cosa e chi sta nel mezzo? Io non sono un allenatore di pesistica e tutte le informazioni che mi arrivano cerco di trasformarle per migliorare me stesso, a questo punto mi chiedo se allenando le tirate non stia invece rallentando i potenziali progressi. Se mi interessa abituarmi a sentire normale un carico superiore, a quello che riuscirei ad incastrare, forse mi conviene fare solo lo stacco fino al ginocchio che, mi pare di capire, non presenta diversità dall'esercizio completo (una atleta ex-nazionale mi ha detto che li faceva fino al 140% dei massimali di strappo e slancio). Un principiante potrebbe fare delle serie composte di tirate seguite immediatamente dall'incastro o viceversa in modo da trasformare subito il pattern, ma a questo punto non sono convinto che sia corretto. E le tirate cinesi? Possono essere un espediente efficace? |
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03-03-2013, 12:26 AM
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Se ben comprendo quello che dici, posso portare un esempio concreto infatti venerdì sera mi hanno fatto fare esattamente questo: 3 tirate slancio da terra e alla quarta incastro. E devo dire che mi è servito per 'preparare' e capire cosa avrei dovuto fare immediatamente prima della girata, mi ha levato il timore e l'impaccio. La trovo una cosa intelligente per il principiante. Per quanto riguarda le tirate cinesi mi viene da pensare che i mandarini ci abbiano di nuovo preso in quanto mimando la cadenzata e fulminea inversione delle direzioni, si avvicinano di più allo schema motorio dell'esercizio da gara. Diminuendo il presunto effetto negativo delle mere tirate che l'articolo mette in risalto. |
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03-03-2013, 12:30 AM
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Grazie |
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All the Truth Member
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03-03-2013, 01:44 AM
Soprattutto perché se la tirata cinese comprenda anche l'inizio dello squat under vuole dire che tutto il movimento prima non risente della 'pochezza' della tirata da sola. Penso ci sia più forza velocità esplosività e via dicendo...quindi decisamente più effetto allenante specifico, più transfer. |
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All the Truth Member
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03-03-2013, 10:54 AM
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(#11)
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All the Truth Member
Messaggi: 1,857
Data registrazione: Feb 2013
Località: Torino
Età: 38
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03-03-2013, 02:13 PM
Si mi da l'idea di un movimento estremamente avanzato che se eseguito scorrettamente produce contraccolpi sul gomito e sulla schiena notevoli. |
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