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Predefinito Somatotipo da professionisti - 10-07-2009, 01:03 PM

Somatotipo da professionisti


Ragazzi, questo è un bell’articolo cervellotico, con un sacco di conti e grafici. Perciò… saltate a piè pari se non siete dei veri amanti delle seghe mentali. Il problema è che per capire le cose ho bisogno di “quantificarle”, di farci due conti sopra, di vedere come variano i numeri.

In un altro psicotico articolo ho parlato del somatotipo, una rappresentazione numerica della nostra corporeità. Ho affermato che, per una serie di motivi, non è per il palestrato uno strumento utile per dedurre considerazioni interessanti su metodi di allenamento o prestazioni conseguibili. In treno, luogo delle mie profonde meditazioni più che al cesso, mi sono chiesto “ma numericamente, quanto vale il somatotipo? E come varia in funzione delle misurazioni corporee?”

In questo pezzo potrete “toccare con mano” i numeri della terna di Sheldon, e vedereun bel po’ di puntini piazzati sugli strani diagrammi: per quanto sia un argomento astruso, vi prego di credere che difficilmente troverete nelle classiche dispensine da palestra una trattazione dettagliata (e pallosa) come questa. Se mai vi interesserà in futuro capire come “funziona” il somatotipo, beh… questo è sicuramente un articolo che potrete rispolverare.

Uno dei problemi per cui questa roba è ostica è l’uso di parametri che non sono patrimonio della nostra “cultura”: per definire “grosso”, “secco”, “asciutto muscoloso” non credo vi siate mai misurati il diametro del femore o lo spessore della plica sottoscapolare, ma piuttosto la circonferenza del polso e della caviglia. Altri parametri usati in palestra sono la percentuale di grasso, %BF, e l’HP, il peso corporeo a cui viene sottratta l’altezza in centimetri meno 100.


Il grafico è una classificazione per HP degli atleti partecipanti al MOGAP, Montreal Olympic Games Anthropometric Project: il palestrato si trova subito a suo agio con questi numerelli (non fate gli ottusi, guardate prima di dire che è complicato…), dato che l’HP è un metro di confronto proprio della cultura del bodybuilding.

Se risulta “ovvio” che i weightlifters siano quelli ad HP più elevato dato che sono grandi e grossi, i centometristi sono sorprendentemente in fondo alla classifica, dopo ciclisti, nuotatori e ginnasti. Se anche voi siete rimasti sorpresi… è perché riuscite ad associare all’HP un particolare tipo di fisico. Forse questa associazione è sbagliata, ma comunque riuscite a farla perché l’HP è di uso quotidiano, a differenza del somatotipo.

Cercherò, con dei passaggi matematici arditi e delle ipotesi sportive, di legare il somatotipo alle “nostre” grandezze. Ho piazzato tutti i calcoli in fondo, in modo da isolare la parte schizoide da quella dei risultati, perciò dopo una introduzione vado subito al sodo.

Nel 1940 Sheldon, uno psichiatra americano, introdusse una classificazione degli esseri umani basata sull’assunzione che ogni persona possiede 3 componenti, derivanti direttamente dallo sviluppo dell’embrione. Le cellule embrionali, infatti, quando iniziano a differenziarsi si suddividono in 3 “strati”:
  • L’endoderma, da cui derivano tutti gli organi interni, le viscere, il grasso viscerale. L’endoderma caratterizza la componente endomorfica (endomorfismo) dell’individuo, la sua attitudine ad acquisire o perdere grasso)
  • Il mesoderma, da cui deriva l’apparato scheletrico e muscolare. Questo caratterizza la componente mesomorfica (mesomorfismo) dell’individuo, la sua attitudine ad acquisire o perdere muscolo).
  • L’ectoderma da cui derivano la pelle, il sistema nervoso, i vasi. Questa caratterizza la componente ectomorfica (ectomorfismo) dell’individuo, cioè la sua “snellezza”.
Sheldon introdusse per ogni componente una scala da 1 a 7 a multipli di 0,5, anche se oggi con i computer queste limitazioni non sono più necessarie. Ogni individuo viene caratterizzato da 3 numeri nell’ordine endo-meso-ecto., che definiscono quello che si chiama somatotipo, una quantificazione della forma e composizione del corpo.La classificazione dei risultati è pertanto:

L’idea era basata su ipotesi non dimostrate e metodi di misurazione non standardizzati, però il somatotipo è sopravvissuto fino ai giorni nostri, studiato, modificato, discusso ma, comunque, accettato e misurato in ambito scientifico.

Questo articolo si basa sul manuale di istruzione per il calcolo del somatotipo che potete trovare a questo indirizzo. E’ necessario misurare correttamente le seguenti grandezze :


Quanto vale il somatotipo?

Senza avere un’idea dei numeri in gioco è molto facile parlare di aria fritta: tipicamente i secchi penseranno di essere molto ectomorfi, i grassi molto endomorfi ed entrambi si valuteranno con un bel “ sei e mezzo” o “sette meno meno”, nevvero? Invece guardando un tipo muscoloso ma asciutto, un HP-5 diremmo tutti che la sua mesomorfia sia “bassa”, intorno a 3. Ma… è così?

Per poter effettuare delle prove ho scaricato il programma Somatotype 1.1 che scade dopo 5 fottute ore, ma contiene la base dati MOGAP, Montreal Olympic Games Anthropometric Project, una rilevazione dei dati antropometrici densa di dati su oltre 400 atleti delle Olimpiadi del 1976. In aggiunta a questo ho trovato un altro dataset composto da misure antropometriche su un campione di poco più di 508 soggetti eterogenei (è incredibile come, a fronte di migliaia di misure, le basi dati da scaricare latitino…)

Ectomorfismo

L’ectomorfismo è legato al rapporto fra altezza e peso del soggetto in esame (vedere l’appendice al termine), ed è per questo che rappresenta la “snellezza” dell’individuo. Calcolo il coefficiente di ectomorfia Ec in funzione dell’altezza e dell’HP, i parametri ben conosciuti in palestra.


Si possono notare alcune cosette interessanti:
  • Un ectomorfo purissimo, Ec=7 è rarissimo, nemmeno dopo sei mesi di vacanza sulla tundra siberiana a mangiare solo licheni: per ottenere più di 5 è necessario essere HP-20. Ragazzi… HP-20, cioè essere 60Kg su 180 cm di altezza!
  • Chi arriva ad HP-5 è sul confine fra essere moderatamente e poco ectomorfo, ad HP+0 si è veramente poco ectomorfi, da HP+10 in su l’ectomorfia è veramente a valori minimi.
Ma chi è HP-5? O un sedentario secco con un po’ di pancetta, oppure una persona con un fisico asciutto ma “atletico”: entrambi questi due soggetti pensano di essere sicuramente mooooolto ectomorfi, in realtà lo sono ben poco. Per essere molto ectomorfi si deve scendere ad HP-10 e oltre!


Questa è la distribuzione dell’ectomorfia per gli atleti del MOGAP: per gli uomini il picco è dato dai valori 2 e 3, per le donne 3 e 4, dato che le donne sono meno “secche” degli uomini. Pochi soggetti sono ad un valore di 5, nessun uomo a 6, nessun soggetto a 7. Ripetendo con l’altro dataset il risultato è sempre lo stesso: nessuno è ectomorfo da 5 in su.

Il messaggio è: essere molto ectomorfi è difficile, perciò evitate l’associazione “ectomorfo=sfgt”!

Endomorfismo

L’endomorfismo dipende dallo spessore delle pliche sottoscapolare, sopraspinale e del tricipite, e rappresenta il grado di “grassezza” di un individuo.

Non fate affidamento sulla seguente tabella! E’ calcolata tramite una serie di passaggi così spericolati che nemmeno il comandante delle Frecce Tricolori oserebbe ripetere… però, a pedate, la sua base di plausibilità dovrebbe averla. Ma, ripeto, be careful!


Anche in questo caso si possono notare alcune cosette interessanti:
  • Il 10% di %BW è in palestra considerata un risultato buono ma necessario da raggiungere: al 10% si vedono gli addominali: è necessario essere poco endomorfi.
  • Al 12-13% di grasso l’endomorfia è medio-bassa, il palestrato non dovrebbe mai superare questo livello, pena il dover sudare per definirsi.
  • L’endomorfia elevata inizia oltre il 22%: soggetti di questo tipo sono molto grassi o anche molto grossi, e il parametro da solo non qualifica il tipo di fisico.

Questa è la distribuzione dell’ectomorfia per gli atleti del MOGAP: più della metà degli uomini si attestano su valori compresi fra 2 e 3, una percentuale rilevante fra 3 e 4, pochissimi atleti sopra 4.Le donne sono più “grasse” degli uomini e i valori di riferimento sono spostati di una unità in avanti.

L’intervallo dell’endomorfia per i maschi è perciò compreso fra 2 e 4, a cui corrisponde nel modello da me inventato una percentuale di grasso compresa fra 11% e 18%, secondo me plausibile. Non voglio difendere il mio modello, se non altro non fornisce dati del tutto scazzati…
Messaggio: il bravo palestrato che si mantiene sempre intorno all’11% di grasso ha una endomorfia di circa 2.

Mesomorfia

Il mesomorfismo dipende dalle misure ossee e muscolari, pertanto rappresenta il grado di “muscolarità”. Quello che dovrebbe essere il parametro più pregiato per il palestrato, la variabile della grossezza, il numero difficilissimo da far crescere… mi ha lasciato molto perplesso.


Tramite il metodo psichedelico descritto nell’appendice all’articolo ho calcolato la mesomorfia in funzione dei parametri che normalmente utilizziamo per definire la “grossezza”: il risultato è stato per me sconcertante, dato che, di fatto, è facile essere mesomorfi. Cazzo (ops…), con un braccio di 29 centimetri si è già ad un valore di 3,6…

“Ma hai sbagliato, coglione… ti sei annodato in tutte quelle stime senza controllo!”. Però, guardate questo:


Questa è la distribuzione dell’ectomorfia per gli atleti del MOGAP: NESSUNO ha valori di mesomorfia fra 1 e 2, nemmeno le donne! Va bene che si tratta di atleti ma nel campione ci sono i ciclisti, i maratoneti, i saltatori in alto, gente esile!

Pertanto, ragazzi, è facile essere mesomorfi, perché, come sempre, è solo UNA caratteristica del corpo umano e siamo noi che le attribuiamo una spropositata importanza.


Sopra la distribuzione delle tre caratteristiche somatiche per il campione di atleti di Montreal. Cosa dicono questi grafici?
  • Il grafico in alto è la distribuzione della mesomorfia rispetto all’ectomorfia, ogni pallino rappresenta l’incrocio fra il valore dell’ectomorfia, sull’asse X, e della mesomorfia, sull’asse Y: il fatto che i pallini si addensino su una specie di retta implica che esista una buona correlazione fra mesomorfia e ectomorfia. E’ molto probabile che un ectomorfo sia poco mesomorfo e viceversa. Del resto più si è alti e più si è ectomorfi, meno si è mesomorfi.
  • Il grafico centrale è la distribuzione fra endomorfia ed ectomorfia: la correlazione è più scarsa perché la nuvola dei punti non si addensa in una retta, ma su una specie di rettangolo. Ciò significa che la correlazione fra queste due grandezze sia molto più scarsa del caso precedente: per ogni valore di ectomorfia esiste un intervallo ampio in cui l’endomorfia può variare. E’ cioè possibile essere ectomorfi e endomorfi contemporaneamente, ad esempio una persona alta, non secca, non grossa ma “liscia”, cioè con un bel po’ di grasso corporeo.
  • Il grafico in basso è la distribuzione fra mesomorfia e endomorfia: la palla di punti indica che la correlazione sia praticamente nulla, il che significa che è possibile essere muscolarmente grossi indipendentemente dal grasso corporeo presente.
Mettiamo tutto insieme - il mistico grafico

Avendo a disposizione i tre numerelli del somatotipo è possibile una rappresentazione su un diagramma. Tre numeri identificano una coordinata in uno spazio tridimensionale, come rappresentarli su un piano bidimensionale?


Con questa magica trasformazione è possibile trasformare una terna di numeri in una coppia di coordinate, da piazzare sul famoso grafico chiamato somatoplot.


I valori della terna (En,Me,Ec) vengono catalogati in 13 diversi somatotipi a seconda del posizionamento sul diagramma, come indicato nel grafico seguente:


Fichissimo, no? Prima o poi devo riciclare il diagramma per qualche mia idea, voglio passare alla Storia come l’inventore di qualcosa per cui serve il cazzo di grafico con il triangolo ciccione.

Risultati pratici


Per dare un’idea quantitativa di questi concetti nuovi, ho creato un piccolo tool che genera tutti i somatoplot che voglio a partire da una selezione dei dati MOGAP, senza usare il software scaduto, tiè. E’ chiara l’utilità della rappresentazione grafica:
  • I sollevatori olimpici erano tutti, meno uno, dei mesomorfi endomorfici, cioè persone massicce, grande ossatura, grandi misure muscolari e molto grasso addosso. Un soggetto del campione è invece un mesomorfo ectomorfico dato che si trova a destra dell’asse verticale.
  • I centometristi erano tutti mesomorfi ectomorfici, cioè persone muscolose con poco grasso addosso e un certo grado di “snellezza”.
  • I ginnasti erano più mesomorfi dei velocisti, a causa della statura inferiore e di un HP maggiore, perciò una “snellezza” minore e una muscolarità maggiore.
  • I nuotatori erano sempre mesomorfi ma sia endomorfici che ectomorfici, pertanto con più o meno grasso addosso, più o meno snelli come fisico.
La tabella seguente riporta i valori medi delle grandezze di interesse.


Il risultato “torna ma non troppo”, nel senso che ognuno di noi ha nella testa un prototipo di alteta per ogni specialità, e solitamente associamo il centometrista ad un atleta “grosso”, più di un nuotatore mentre non è così. Forse i dati del 1976 rappresentano profili di atleti superati, o forse no.


In questo altro, caso i pugili hanno lo stesso somatotipo dei centometristi e dei giocatori di pallavolo, così come molti ciclisti: il legame fra somatotipo e sport è ancora meno evidente. L’unica informazione che posso trarre da questi dati è: il mesomorfo ectomorfico è portato per molti sport, cioè uno muscoloso e asciutto può eccellere in attività diverse. Ma guarda, non lo sapevo…

Interessante sarebbe stato invece scoprire che il somatotipo dei ciclisti fosse prettamente ectomorfico, allora avrei potuto selezionare dei soggetti per avviarli al ciclismo.

Se il mesomorfo ectomorfico è così portato per tanti sport, perché c’è chi sceglie la boxe invece del ciclismo o dei cento metri? Conoscere il proprio somatotipo non è perciò sufficiente per identificare le attitudini sportive, se non per effettuare una scrematura degli estremi: un secchissimo non eccellerà in nessuno sport, come un superlardoso senza muscoli, ma non ho bisogno del somatotipo per sapere queste cose…

Somatotipi in palestra

Per avere un’idea dei somatotipi che possiamo trovare intorno a noi, ecco una bella rappresentazione:


La tabella successiva contiene i dati numerici, ricavati con la metodologia descritta nella seconda parte dell’articolo.
  • Il Grasso, alto nella media, al 25% di grasso, polpaccio e bicipite molto scarsi in misure: quasi 22Kg di grasso lo pongono nella zona degli endomorfi. E’ HP+12 ma nessuno lo nota…
  • Il Secco, 185cm su 68Kg di peso, HP-17!! Polso e caviglia sottili, braccino e polpaccino piccolini: è catalogato come ectomorfo mesomorfico ma il puntino è vicino all’asse dell’ectomorfia, perciò questo qua è bello secco. Notate però come non arrivi in fondo alla scala e non oso pensare chi potrebbe essere un purissimo ectomorfo!
  • Il Grosso, HP+20, stesse altezza e percentuale di grasso corporeo del primo soggetto, ma con 6Kg in più di muscoli che fanno la differenza, polso, caviglia e misure muscolari notevoli, un mesomorfo endomorfico, ma non come i sollevatori olimpici precedenti dato che è troppo grasso rispetto a loro
  • Il Culturista che fa le gare HP, lontano dalle gare perciò non tiratissimo, è all’8% di grasso corporeo per un HP+7, ossatura sottile, bel braccio, un bel mesomorfo quasi perfetto a 1-7-1
  • Io, 175 centimetri di altezza, ossatura sottile, HP+5, 11% di grasso (mi voglio bene ah ah ah), braccio e polpaccio ai limiti della sufficienza per essere uno che fa palestra da una vita. Notate però dove mi piazzo: l’avreste mai detto?
  • PRO, HP+23, cioè 98Kg di muscoli su 175 centimetri di altezza, scuoiato al 4% di grasso corporeo, 48 centimetri di braccio e un polpaccio non proprio all’altezza. Arrotondando i valori, è un 1-9-0, fuori scala alla grandissima!
Sicuramente il modello di calcolo è affetto da errori e correggendo gli errori i pallini si sposterebbero, però in blocco dato che gli errori sono identici su tutti!

Il messaggio che tento di dare è che, a fronte dei vari somatotipi nessuno di noi ha la sensibilità per capire quali “forme” siano associabili ai numeri: molti frequentatori delle palestre sono più mesomorfi di quanto pensino, molti altri meno ectomorfi di quanto si disperino. Essere dei buoni mesomorfi sul somatoplot significa essere… come me, un po’ più grossi della media e con meno grasso della media. Tutto qua, non c’è niente di magico e dalla distanza fra il pallino mio e del culturista non si capisce che invece c’è un bell’abisso in termini di estetica culturistica.

Una storiella

L’altro motivo per cui il somatotipo non fornisce indicazioni interessanti per capire le nostre attitudini è dovuto al fatto che può variare.

Il somatoplot rappresenta la storia di una trasformazione impressionante ma più comune di quanto si pensi:
  • Tizio è alto 175 centimetri al 25% di lardo, struttura ossea esile e muscoli molto scarsi, magari da piccolo era uno secco che poi ha iniziato ad ingozzarsi di merendine, bella pancia budinosa.
  • Ad un certo punto della sua esistenza, improvvisamente vede il Signore che gli dice di dare una svolta alla sua vita e… si mette a “dieta”: smette di mangiare, nutrendosi di insalata ed aria compressa, la mattina un bel cappuccino. Passa a 73Kg, sciogliendo ben 11Kg di strutto, un risultato notevole, ma è sempre al 15% di grasso e addirittura le sue misure muscolari sono calate perché oltre che alla ciccia ha disgregato anche 3Kg di muscoli.
  • Capisce, nel modo peggiore, che non mangiare sia una strategia troppo stupida e che deve invece mangiare di più ma correre per alzare il metabolismo, drenare liquidi bla bla bla. Poiché è uno con le palle, fa scendere il grasso al 9%, calando a 68Kg di peso, HP-7 cioè bello secco e con gli addominali in evidenza, il suo sogno segreto di quando era sferico.
  • Come nelle barzellette con l’italiano, il francese e il tedesco, inizia a comportarsi da italiano furbo (la prima strategia era quella del tedesco, la seconda del francese e sappiamo che nelle barzellette non è che facciano bella figura) e va in palestra. Si porta ad HP-2, la ciccia passa a 8Kg invece che 6Kg ma crea anche 3Kg di tessuto muscolare aggiuntivo. E’ sì cresciuto “molto”, ma sempre in relazione alla sua condizione precedente: avendo il braccio di 35 centimetri non è che per la strada lo scambiano per Arnold!

Il punto rappresentativo sul somatoplot si sposta, e di parecchio. Il nostro amico passa da essere un bell’endomorfo ad essere un mesomorfo leggermente endomorfico: un’altra persona!

Conoscere il somatotipo iniziale del nostro amico non vi avrebbe fornito nessuna previsione sul risultato finale: l’avreste mai detto che il tizio si sarebbe trasformato in questo modo, sapendo che era un endomorfo mesomorfico?

In più, due soggetti con lo stesso somatotipo finale, quanto sono simili “esteticamente” o come livelli di forza? Non lo potete sapere, a meno di non avere altre informazioni: chi ha seguito un percorso del genere magari si ritrova con la pelle cadente, le smagliature, una tendenza ad ingrassare, mentre chi nasce direttamente mesomorfo ectomorfico non avrà questi problemi.

Conclusioni

E’ sempre pericoloso usare una catalogazione degli esseri umani, che sia il somatotipo od altro, per dedurre indicazioni sull’allenamento: difficilmente otterrete informazioni utili rispetto a ciò che già conoscete.

I criteri di catalogazione necessitano di molta esperienza, sensibilità ai numeri e capacità di dominarli: poiché nessuno di noi ha mai effettuato, nemmeno su se stesso, misurazioni e considerazioni sul somatotipo, difficilmente avremo la possibilità di usare i termini “ectomorfo”, “mesomorfo”, “endomorfo” correttamente se non come sinonimi di “secco”, “grosso”, “grasso”.


La catena di implicazioni non è a priori falsa, ma deve essere dimostrato che sia vera! L’uso fuori controllo di concetti complessi vi induce invece a pensare che sia proprio vera a priori, creando schemi mentali che sono solo autolimitanti.

Perciò… attenti!
——– O ——–
Per i più temerari… formule e spiegazioni!

Ectomorfismo

L’ectomorfismo dipende dall’altezza e dal peso di un soggetto, pertanto rappresenta il suo grado di “snellezza” o, se volete, di “secchezza”.


HWR sta per Height to Weight Ratio, rapporto fra altezza e peso: l’altezza H, height misurata in centimetriviene divisa per la radice cubica del peso corporeo W, weight misurato in Kg. Questo rapporto rappresenta la vostra “snellezza”, dato che più siete alti, meno siete pesanti e più il numerello cresce. Perché la radice cubica? Boh… da bravo ingegnere, “perché qualcuno che ci capisce ha detto che va bene così”Ok ok ok, c’è una bella spiegazione dietro, ma ve la risparmio.

La formula fa molta scena, ma non è complicata: a seconda del valore di HWR vengono utilizzate tre funzioni (lineari) diverse.

Endomorfismo

L’endomorfismo dipende dallo spessore delle pliche sottoscapolare, sopraspinale e del tricipite, e rappresenta il grado di “grassezza” di un individuo.


La somma delle tre pliche misurate in millimetri viene rapportata all’altezza e il risultato è sbattuto dentro la formuletta cubica, perciò all’aumentare delle pliche cresce l’endomorfia.

Il problema è: quanti di voi conoscono la misura delle pliche in questione? Meglio sarebbe calcolare En conoscendo la percentuale di grasso corporeo, parametro con cui ci destreggiamo sicuramente meglio.

Sarebbe bello avere una formuletta che calcola le pliche a partire dalla percentuale di grasso, ma… non c’è… Allora mi sono arrangiato un po’ a pedate.


Questa è la formula stima la percentuale di grasso corporeo a partire dalla plica iliaca P misurata in millimetri e dall’età E. Risolvendo l’equazione per P in funzione della percentuale di grasso e dell’età si ottiene


Ovviamente, la bontà di questa formula andrebbe tutta dimostrata ma da buon ingegnere ottuso, vado avanti.


Le misure degli atleti del progetto MOGAP permettono di analizzare la relazione fra plica del tricipite e somma totale delle tre pliche necessarie per il calcolo dell’endomorfismo: ogni pallino del grafico rappresenta l’incrocio fra le misure della plica del tricipite con la somma delle tre misure delle pliche per tutti i soggetti. Se la plica del tricipite fosse zero, cioè zero grasso corporeo, dovrei avere zero anche come somma delle tre pliche: per questo ho usato una retta di regressione che parte da (0,0).

A questo punto ho una relazione fra percentuale di grasso e plica iliaca e fra plica del tricipite e somma delle pliche: devo trovare una terza relazione fra plica iliaca e plica del tricipite.

Ho scartabellato Internet alla ricerca di dati che mi permettessero di legare la plica iliaca con quella del tricipite, ho fatto un po’ di esperimenti con il plicometro, ho analizzato come variavano le formule plicometriche, ho provato a capire come cambiavano i risultati in base alle sicure approssimazioni introdotte: il legame è molto lasco, poco affidabile ma… lo uso lo stesso. Stabilisco attraverso questi mistici calcoli che la plica del tricipite sia stimabile come l’88% di quella iliaca.

A questo punto mescolo tutto insieme e posso calcolare l’endomorfismo a partire dall’età, altezza e percentuale di grasso corporeo, parametri che sono più vicini al nostro vissuto in palestra.

Mesomorfismo

Il mesomorfismo dipende dalle misure ossee e muscolari, pertanto rappresenta il grado di “muscolarità”.


Nella formula tutte le misure sono in centimetri:
  • Do - Diametro dell’omero destro fra i condili omerali
  • Df - Diametro del femore destro fra i condili femorali
  • Cb – Circonferenza corretta del braccio destro: gomito a 90°, braccio contratto, misurare e sottrarre il valore in centimetri della plica del tricipite.
  • Cp – Circonferenza corretta del polpaccio destro: soggetto a sedere, ginocchio a 90°, misurare e sottrarre il valore in centimetri della plica del polpaccio.
  • H – Altezza
Il mesomorfismo tiene conto perciò della struttura ossea, fissa per soggetti a termine sviluppo puberale, e di quella muscolare, variabile. Più si è alti e meno si è mesomorfi dato che l’altezza viene sottratta.

In questo caso la scomodità è l’uso dei diametri di ginocchio e femore, perché siamo abituati ad usare la circonferenza del polso e della caviglia: grazie ad un altro dataset di misure antropometriche di 247 soggetti maschi, ho avuto la possibilità di determinare una stima del diametro dell’omero dalla circonferenza del polso e del diametro del femore dalla circonferenza della caviglia.


I grafici descrivono le varie nuvole con le rette approssimanti tramite regressione lineare. A questo punto ho la possibilità di calcolare la mesomorfia con delle grandezze che mi piacciono.


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Sai che inizi a farmi paura?
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mamma questo sembra davvero tosto! mi spaventa un pò!

ora lo leggo!!
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Bene paolo ho dato un'occhiata e mi pare un articolo interessante.. dopo farò una lettura approfondita. ho molti impegni in questo periodo ma leggere un tuo articolo in ritardo non potrei
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sti cazz, bellissimo!!! ma ho fatto ieri l'ultimo esame e adesso sono in vacanza: i calcoli li faccio alla sessione di settembre
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Predefinito 11-07-2009, 11:51 PM


Grazie ragazzi, anche io mi faccio paura... Ah ah ah
Comunque, ribadisci che sono tutte supposizioni i conti da me inventati!
C'è un sacco di materiale sul somatotipo, ma... molti studi non mi convincono, per certe correlazioni, per la possibilità che nelle mani sbagliate portino a conclusioni errate.
X Trokji: non mi sono scordato della tua segnalazione nell'altro articolo, solo che ho pochissimo tempo! Grazie del tempo che ci perdi, io "segno" tutto!
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Paolo mi fai un sunto o devo chiamare mio fratello che studia ingegneria?
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Vecchio
  (#8)
Trokji Trokji Non in Linea
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Predefinito 12-07-2009, 02:14 PM


No va bene l'ho letto e l'articolo è interessante e ben fatto.
Esistono programmi, usati da professionisti, che calcolano automaticamente il somatotipo, facendo questo tipo di misurazioni.
però magari grazie alle formule che hai messo può essere possibile per ciascuno calcolarlo anche a casa
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Vecchio
  (#9)
aaspada aaspada Non in Linea
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Predefinito 25-09-2011, 09:59 AM


mi sai indicare qualche testo"in italiano" per il calcolo del somatotipo:
Endo - Ecto - Meso

grazie
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