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Bodybuilding Puro bodybuilding, pochi fronzoli e molta ghisa.
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Psycho Lifter
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Cosa ci facciamo in palestra? -
14-06-2007, 12:23 AM
Cosa ci facciamo in palestra?l titolo è di una banalità sconvolgente. Ma… provate a rispondere. Bene, vi aiuto io. In palestra muovete del ferro. O no? Ok, guardate le donne, gli uomini, socializzate, risolvete i vostri complessi di persecuzione, scaricate le vostre frustrazioni ma però spostate prima o poi dei pesi (quelle rotelline con sopra dei numeri… di solito la rotella dove c’è scritto 20 è stranamente più pesante di quella con la scritta 5). Perciò, checchè se ne dica, il parametro di riferimento relativo alla bravura in palestra è quanto ferro spostate. In palestra si sposta il ferro. Pesi, manubri, bilancieri, ghisa, acciaio, plastica, gomma… cioè “ferro”. Per molti spostare questo ferro è il fine ultimo dell’attività (e magari della loro triste esistenza), per molti è un mezzo per raggiungere altri obbiettivi. Però spostare il ferro contraddistingue le persone che vanno in palestra. La palestra è un luogo arcaicamente barbaro, la quintessenza della barbarie. Quello forte occupa la panca per più tempo di quello debole, e quello debole cede volentieri la panca a quello forte, anzi, è amico di quello forte o lo odia sperando di diventare prima o poi forte quanto lui. Sulla base della barbarie imperante, due sono i valori che imperversano in palestra: essere forti - il ferro spostato, essere grossi - le dimensioni corporee vi faranno salire salire o scendere nella barbara classifica di chi è in o out in palestra. Non ditemi che non è così… quale è la storiella che fà più ridere in palestra? Tipicamente, quella della mezza sega che fà il culo nella panca a quello grosso e prepotente. Un remake di Davide contro Golia. Bene, è possibile stabilire con ragionevolezza quanto si deve essere forti in palestra? O meglio: io vado in palestra da un po’ di anni. Quanto ferro devo spostare perchè il fatto di andare in palestra mi renda differente da un perfetto sedentario? Perchè se vado in palestra a spostare ferro, questo ferro spostato deve essere più di quello che sposterei se non ci andassi. Contorto nella sintassi ma lineare nel concetto, no? In altre parole, se un qualunque ragionier Fantozzi entra in palestra e sposta più ferro di me… qualcosa non torna. In palestra ci sono poi “movimenti privilegiati”, esercizi privilegiati. Il ferro spostato in questi movimenti/esercizi ha più valore rispetto ad altri. Questi esercizi sono la panca piana, lo squat, lo stacco da terra, il lento dietro o avanti, i bicipiti con bilanciere… E’ interessante chiedersi perchè questi (e non li ho elencati tutti) rispetto ad altri esercizi. Perchè non il sollevamento di un manubrio con una mano, l’accosciata su una gamba, il palleggiare un disco di ghisa da 50Kg con un piede? Trovate una risposta, che so… perchè la panca rappresenta al meglio lo sviluppo dei pettorali che sono esteticamente gradevoli. Sì, ma perchè non la panca inclinata, o declinata, o il pek dek o la chest press… Non c’è un motivo preciso, oggettivo, specifico, logico. Semplicemente… ci sono esercizi che fanno culturalmente parte del bagaglio della percezione che noi abbiamo dell’essere forti in palestra. Cambiando periodo e contesto, cambiano gli esercizi di riferimento per essere considerati forti. Ad esempio, nei primi del ‘900 quando non avevano inventato gli appoggi per i bilancieri un esercizio di forza era il lento dietro con bilanciere con una mano, eseguito a partire da terra. Oppure il lento avanti in piedi che oramai non fà più nessuno. Semplicemente, allora quelli erano i parametri. “Essere forti” ha poi la connotazione di “riuscire a sollevare quanto più peso possibile in una sola ripetizione”. Perchè non 2 o 3? O 10 o 20? Una sola ripetizione è lo sforzo estremo in un gesto fatto una unica volta. E’ il massimale. Oltre quello non c’è altro. Perchè intuitivamente se una cosa la devo fare una volta riuscirò meglio rispetto a doverla fare 2 volte. E allo stesso tempo non posso caricare ancora di più ed eseguire per zero ripetizioni. Perciò la forza si misura attraverso il massimale in un certo esercizio. Se si raccogliessero tutti i trattati su “quanto si deve essere forti” avremmo uno spessore pari a quello della Treccani. C’è di tutto: rapporto fra front squat e back squat, fra forza del romboide e bicipite, fra panca stretta e panca piana, fra acqua gassata ingurgitata e rutti emessi. Alla fine, saccheggiando Internet, si trova sempre un rimando alle tabelle di Stuart McRobert. Andate su Google e digitate Stuart Hardgainer e leggetevi chi è il tizio. Per quello che ora ci riguarda, nei suoi libri lui teorizza dei parametri che indicano dei livelli di eccellenza. Sembra incredibile, ma alla fine questo è il miglior risultato che c’è… intanto, vediamo di cosa si tratta, poi commentiamo il tutto. Il ragionamento di Stuart è del tipo: “dopo “un po’” di anni di allenamento, quale può essere un traguardo veramente sfidante?” E enuncia i 3 numeri “magici”: 300, 400, 500. 300 Libbre nella panca, 400 libbre nello squat, 500 libbre nello stacco da terra, questo per una persona di 90Kg Tradotto in Kg equivale a dire 135Kg di panca, 180Kg di squat, 225Kg di stacco. O meglio:
Vediamo la contestazione sui numeri, sugli esercizi. Non è la scelta ottimale, non sono parametri corretti, non si considerano le individualità, bla bla bla… tipicamente o non c’è una proposta alternativa anche a fronte di osservazioni corrette, perciò si ricade nel punto precedente, oppure l’alternativa è qualcosa di improponibile nella pratica. Gli esercizi in oggetto sono quelli più comunemente praticabili in palestra. La panca la fanno tutti sul pianeta Terra, perciò c’è una base di confronto quasi universale. Lo stacco consiste nel sollevare da terra un bilanciere, perciò fattibile in qualunque ambiente che abbia un pavimento. Lo squat è il più problematico, ma con un po’ di buona volontà è sicuramente perseguibile. Alternative? Front Squat? Ben più pericoloso. Lento Avanti o parallele? Spaccano le spalle molto di più della panca. Perciò gli esercizi sono appropriati. Facendo due conti sui numeri di riferimento: E’ “ragionevole” pensare che una persona di 75Kg dopo “un po’” che si allena con i pesi (notate le virgolette che verranno discusse in seguito) riesca a fare 112Kg di panca, no? Basta frequentare un po’ le palestre per vedere che è così. I numeri rappresentano cioè una formalizzazione delle evidenze che si hanno in palestra. Rifletteteci, create una vostra scala, poi confrontatela con questa. “Torna”, cioè questi numeri bene o male riflettono evidenze empiriche. Analizziamo il fatto che non si tiene conto dell’evoluzione temporale dei miglioramenti. Maliziosamente, questa contestazione viene da chi non ha raggiunto i livelli di eccellenza racchiusi delle formule. L’obbiezione suona così: “Ma vale di più uno che nel tempo migliora pur non arrivando a quei livelli o uno che arriva e li fà subito questi numeri?” Ovvio, moralmente vale di più uno che si impegna, una mezza sega che nel tempo riesce con l’impegno, il sudore della fronte, la dedizione, il cuore oltre l’ostacolo, che attraversa campi minati per raggiungere il suo obbiettivo di uno che è nato in un certo modo e che i Kg li fà dopo un mese… Ma ciò non toglie che il primo è MENO forte del secondo. Qui stiamo discutendo di un livello di forza assoluto, non della bravura nel riuscire ad ottenerlo. Possiamo dire che chi è già forte così dopo 3 ore che è entrato in palestra deve comunque impegnarsi a sviluppare il suo potenziale, e se non lo fà commette uno spreco irrispettoso di chi anelerebbe ad essere dopo 10 anni come lui, ma esula dal valore dei parametri. Alternative? Dovremmo inventarci una scala che tenga conto del tempo. Che so… dopo 1 anno di palestra si deve raggiungere il livello di panca di 1.23 il proprio peso corporeo, dopo 2 anni di 1.34, dopo 3 anni di 1.43 periodico ma scalando di 0.0003 se l’anno è bisestile… E’ evidente che le cose si vanno a complicare ulteriormente senza aggiungere nulla di fruibile. Infine, le contestazioni sulla mancanza di scientificità del tutto. Vero, lo schema è quanto di meno documentato scientificamente possa esserci. In pratica, si parte dall’assunzione di considerare i numeri 300, 400, 500 come rappresentativi. Notate che invece sono semplicemente “carini”. Già in Kg sono 135, 180, 225. Arbitrariamente, io avrei scelto 140, 180, 230 (o 130, 180, 220, lasciando sempre il 180 perchè mi piace…). Però, anche stavolta, qualcuno trovi una alternativa confrontabile e che porti dei valori di riferimento interessanti, fruibili, pratici e di valore. Trovateli e buttiamo via il tutto. Ma non portatemi le solite assurdità di “studi scientifici” fatti su studenti obesi o con esercizi che si possono fare in 3 posti dell’emisfero australe. Poichè non voglio dare ai bravini che conoscono tutte le teorie (ma che poi non praticano) l’impressione di essere troppo empirico, propongo un metodo statistico che permetterebbe di ottenere dei valori basati su dati scientifici. Si dovrebbero prendere i risultati delle gare nazionali di PL,determinare un parametro per ogni alzata che tenga conto dei corpetti, fasce e maglie, normalizzare a 75Kg di peso corporeo le alzate delle 3 specialità con i coefficienti Wilks in modo da ottenere la percentuale media di peso corporeo che si solleva. Poichè poi si tratta di atleti professionisti, si scala tutto di un 20% (da decidere, ovviamente) e si ottengono valori per l’uomo della strada. Criptico? Certo, ma quelli che contestano il modello dovrebbero aver capito. Magari prima o poi mi ci metto a fare una prova… Sono convinto che si ottengono proprio percentuali simili. Perciò, tutti criticano questi numeri, ma nessuno riesce a trovare dei sostituti. Facciamo delle precisazioni per comprendere meglio la valenza dei parametri in oggetto:
Cercare di essere forti in questi 3 esercizi equivale a portare il vostro corpo nella sua interezza a livelli superiori rispetto al punto iniziale. Non ci sono dubbi. Chi è già forte, aggiunga un 20% a questi valori, troverà pane per i suoi denti. Chi arriva alla fine del film, aggiunga un 5% e vada avanti. Il perseguimento di nuovi obbiettivi deve servire da stimolo per determinare nuove strategie efficaci nell’allenamento. Chi, anno dopo anno, migliora verso questi livelli ha sicuramente nel suo bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche molti strumenti in più rispetto a chi si accontenta di molto meno. Sembra incredibile, ma alternative interessanti a questi 3 numeri magici di fatto non si trovano. |
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Tags: palestra |
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