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Predefinito 03-07-2010, 11:41 AM


Ma una squadra come l'Inter che non ha quasi Italiani (e non lo ha nella formazione titolare?). Cioè mi pare un regolamento sterile se si vuole incentivare i giocatori italiani e poi ci sono squadre che hanno solo argentini e brasiliani
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Forse la trasferiranno in un altro campionato estero
o forse in serie B non ci sarà la norma sul tesseramento dei calciatori extracomunitari
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Il fatto che non si possa tessarare più di un extra-comunitario non vuol dire che quelli che ci sono già vanno venduti.
Poi sai che cambia, mi compro 5 olandesi, 3 francesi, 2 spagnoli ecc.... e gli italiani stanno lo stesso in panca.

Come al solito la figc fa regole inutili che oltre a non risolvere il problema lo peggiorano. Con questa regola gli italiani non hanno alcun vantaggio mentre i "Messi del futuro" finiranno più facilmente all'estero dove non ci sono limiti o se ci sono sono più tolleranti.
In Spagna ne prendi quanti ne vuoi basta che alla fine in rosa ne iscrivi tre. In Inghilterra ne puoi prendere 3 oppure quanti ne vuoi basta che abbiano un tot di presenze con la loro nazionale e se vuoi sforare puoi fare richiesta alla federazione che esaminerà se il giocatore è valido e merita di giocare anche se hai già preso più giocatori.
In Germania che a mio parere è il più all'avanguardia (non ha club in rosso, valorizza molti giovani, ha il sistema stadi migliore di Europa) addirittura non pone limiti alle sue squadre.

Il problema non è l'inter, che fa quello che le regole permettono. E' la dirigenza da Abete in poi che fa pena, è debole, incapace di prendere decisioni, quelle che prende sono peggiorative e non capisce niente non di calcio ma di sport in generale.
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Bosman '95, memoria corta?
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Di cartone anche le pene

In Commissione Disciplinare è stato dibattuto il deferimento di Moratti e Preziosi che, secondo l'accusa della Procura Federale, hanno violato l'art.10 del Codice di Giustizia Sportiva, quello che vieta di avere rapporti con tesserati inibiti, pena la non validità degli atti conseguenti.
Come si può leggere nel comunicato ufficiale della Figc le difese hanno negato tale violazione, potevano proporre il patteggiamento ed avere uno sconto sulla pena, hanno invece sostenuto che la colazione di lavoro non aveva ad oggetto i trasferimenti di Milito e Motta all'Inter e si sono appellate ad altri dettagli tecnici per negare quello che, per tutti i giornali, era di assoluta evidenza. La Disciplinare, però, ha ritenuto provate le accuse e conseguentemente ha sanzionato i due deferiti (per Moratti l'inibizione minima prevista in tre mesi, per Preziosi sei mesi di inibizione verosimilmente perché recidivo).
In attesa di vedere se ci sarà il ricorso in appello alla Caf, c'è un interrogativo molto più importante da esaminare: i trasferimenti di Milito e Motta sono validi? E se non lo sono cosa potrebbe succedere?
Ce lo chiedevamo in un precedente articolo e vale la pena tornarci sopra, anche perché sulla validità dei trasferimenti l'organo deputato a pronunciarsi è la Commissione Tesseramenti, secondo le modalità previste dall'art 47, commi 3-4, del Codice. L'interrogativo quindi diventa: se la Lega, direttamente o su richiesta, tanto per fare un nome, della Roma seconda classificata nel campionato, chiedesse alla Commissione Tesseramenti di pronunciarsi sulla validità dei trasferimenti di Milito e Motta cosa succederebbe?
L'art.10 non lascia dubbi al riguardo, quei trasferimenti vanno revocati; nei casi di contatti con inibiti, recita l'art.10, "gli atti, anche se conclusi, sono privi di effetto".
Torniamo sull'argomento non perché convinti che succederanno fatti sconvolgenti, ma per rimarcare una volta di più che la Giustizia Sportiva necessiterebbe di essere rivoltata come un calzino, il suo malfunzionamento è ormai palesemente inaccettabile. Nel 2006 s'è dovuto inventare un reato che non era previsto dal Codice, quello associativo, oggi siamo davanti ad un reato che il nuovo Codice prevede ma che, a quanto pare, nessuno si sente di sanzionare.
Sicuramente adesso arriverà qualche pifferaio che, guardando dentro la sua palla di vetro, dirà che va tutto bene, ma non può essere così: questo sistema ha ormai credibilità pari a zero, non si tratta più di essere tifosi di una o dell'altra squadra, il problema è che non ci sono più regole, ognuno fa come gli pare, siamo al Far West. Nell'esposto della Juve sullo scudetto assegnato all'Inter si richiamava l'esigenza di una giustizia sportiva "uguale per tutti", sembrava un richiamo di buon senso, ma qui il buon senso viene offeso e deriso quotidianamente: un'indagine, importante, viene ultimata a dicembre 2009 e il deferimento resta chiuso in un cassetto per cinque mesi; un presidente, Preziosi, passa da un'inibizione all'altra (e intanto viene insignito del premio Beppe Viola), mentre al suo amministratore delegato la Figc concede la grazia revocando gli ultimi mesi di inibizione; un altro presidente, Moratti, dichiara tranquillamente il falso davanti agli ispettori federali e potrebbe non essere la prima volta.
Non solo trasferimenti da invalidare, c'è una norma del Codice di Giustizia Sportiva (quella riportata all'art. 17.8) che sanziona con dei punti di penalità irregolarità come quella accertata a carico dell'Inter di Moratti: per questo nel precedente articolo si diceva che, regolamenti alla mano, nell'ultimo campionato ha fatto più punti la Roma di Ranieri e Rosella Sensi che l'Inter di Mourinho e Massimo Moratti.
Solo che, a quanto pare, i regolamenti non contano; nel Far West del nostro campionato anche nell'ultimo anno, come nei tre precedenti, l'Inter di Massimo Moratti l'ha fatta da padrona.

Ju29ro

-

Lo schifo più totale, buffoni e vergognosi, tutti quanti.

Ultima Modifica di effect : 10-07-2010 11:11 AM.
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Si scrive federcalcio, si legge inter.
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1 Ottobre

Stiamo tornando

UUAAhAHHAhAHHhAHAHhahaHAH
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Se avete interesse...

Il processo - Cronaca dell'udienza dell'1 ottobre 2010 - Ju29ro.com
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Intanto, il perito che ha trascritto le intercettazioni precedenti ha tolto un dubbio: “Metti Collina” nella famosa telefonata tra Bergamo e Facchetti lo dice lo scomparso presidentte dell’Inter!
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La nuova rubrica (online, non più sulla rai, chissà perché, vergogna...)
di Oliviero Beha
Si riapre il processo a Calciopoli, più o meno come il vaso di Pandora | tiscali.notizie
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La registrazione del processo di oggi:
Processo a Luciano Moggi + 23 per l’inchiesta di Calciopoli. | RadioRadicale.it
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Avv.Prioreschi (Legale Moggi): "Demolita Calciopoli! Difesa batte accusa 5 a 0, processo basato sul nulla....."

Terminata la pausa estiva, l’aula 216 del tribunale penale di Napoli ha accolto nuovamente le udienze del processo di “Calciopoli”. Venerdì 1 Ottobre è stata una giornata densa di colpi di scena nella quale si è sciolto come neve al sole il castello accusatorio dei PM di fronte alle testimonianze estremamente chiare ed esaustive dei testi chiamati dalla difesa di Luciano Moggi nella persona dell’Avv. Maurilio Prioreschi. Il legale di Luciano Moggi è intervenuto poi telefonicamente, nel corso della popolarissima trasmissione radiofonica “Tutti pazzi per la Juve”in onda su RADIO POWER STATION e vero punto di riferimento per i tifosi juventini.

Avvocato bentornato ai microfoni di Radio Power Station. Dopo la sosta del processo, si aspettava una un’udienza così intensa e particolarmente ricca di punti a favore della difesa?

“Con estrema franchezza non mi meraviglio dell’esito dell’udienza: se vogliamo usare un titolo calcistico la difesa batte l’accusa 5-0.
Non mi meraviglio perché chi conosce le carte di questo processo, e mi riferisco anche all’Avv. Trofino, sa che è un processo basato sul nulla e per cui gli esiti del dibattimento sono questi”.

Era molto atteso l’interrogatorio di Franco Baldini, come valuta il suo comportamento in aula e le sue dichiarazioni? Sarà riascoltato anche il 12 ottobre?

“Baldini ha concluso, ma dovrà essere sentito Stefano Antonelli.
Baldini al processo GEA aveva negato tutto: aveva negato di conoscere Auricchio; aveva negato di averlo mai visto al di fuori del verbale. Oggi ha corretto, ma ancora non è stato del tutto sincero. Nell’intercettazione con Mazzini ha detto che scherzava, ma se scherzava lui allora scherzavano tutti! Se il principio è questo…
Oggi l’ho visto molto dimesso e molto preoccupato e meno spavaldo rispetto a quando l’ho interrogato nel processo GEA”.

Alla luce di quanto è emerso in aula fino ad oggi, è corretto affermare che siamo davanti ad un processo basato sul nulla, su voci di corridoio, sul sentito dire?

“Il dato oggettivo è che è finita la fase delle indagini preliminari dove il PM la faceva da padrone non avendo confronto con la difesa e quindi i vari Auricchio e quant’altro facevano le verbalizzazioni di opinioni, ipotesi, idee assolutamente vietati dal codice. Quando si viene al dibattimento e ci sono gli avvocati bisogna riferire su fatti concreti, precisi e qui di fatti c’è il nulla, il deserto.”

Secondo lei, Franco Baldini è stato sincero o ha tentato di limitare i danni perché consapevole di quanto aveva dichiarato nel processo GEA?

“Baldini è furbo: sapendo che al processo GEA aveva detto cose non vere, diciamo che si è informato su quello che era stato l’esito delle dichiarazioni di Auricchio nel nostro processo.
Come prima domanda gli ho chiesto come erano i suoi rapporti con Luciano Moggi e mi ha risposto “formali” quando nei verbali al PM aveva sempre detto “pessimi” e poi oggi ha subito ammesso di aver conosciuto Auricchio”.

In aula sono stati interrogati anche Abete, Collina, Tombolini, Fulvio Bianchi, Valentini, Nozzoli e tutti hanno chiarito in modo esauriente diverse situazioni cavalcate dai PM.
E’ caduto definitivamente qualsiasi teorema accusatorio?

“Si sta facendo un processo sul niente. E’ sul niente che è stata rovinata la vita di alcune persone.
Questo lo dobbiamo dire con estrema franchezza.
Oggi sono morti definitivamente i sorteggi truccati; è morto definitivamente il fatto che Luciano Moggi sapesse prima le designazioni perché Valentini, al tempo capo ufficio stampa della Federazione, ci ha detto che l’esito dei sorteggi era in tempo reale sul sito della federazione; poi c’erano i giornalisti, come affermato da Bianchi e Nozzoli, che comunicavano con le loro redazioni in diretta!
L’accusa ha condotto una battaglia su due telefonate di Luciano Moggi con la segretaria che erano una delle 12.53 e l’altra di mezzogiorno meno qualche minuto dicendo: “ecco la prova!” quando la segretaria chiama Luciano e dice: “ Le devo comunicare…” e Luciano diceva: “Eh, lo so, questo qui, questo lì…”, erano le 13.00! E quindi a quell’ora c’erano state le agenzie, i giornali e tutto il resto. C’era Manfredi Martino che mandava gli sms a Meani…”.

Altra testimonianza chiave è stata quella del Presidente Abete che ha spiegato con estrema chiarezza, regolamento alla mano, come è avvenuta la propria elezione ed in precedenza quella di Franco Carraro: una staffetta preventivata in accordo con tutte le componenti della FIGC per evitare il commissariamento.

“Esatto. Abete ha detto chiaramente che c’è stato un accordo.
Queste cose si sapevano anche in fase di indagine perché lo aveva detto Carraro, risultava anche da tante altre cose”.

Ha avuto la sensazione che l’ufficio del Pubblico Ministero abbia continuato le proprie indagini anche a processo in corso nella speranza di trovare finalmente la “prova regina”, qualche “gola profonda” o qualche “pentito” che rendesse fondato il teorema accusatorio?

“Si. Credo che l’obiettivo forse era di avere qualche pentito.
Siamo a Napoli, si fanno le indagini di camorra, ci sono molti pentiti, forse pensavano che ci potesse essere qualche pentito anche qua: siamo seri, non è che uno si può pentire di fatti che non esistono!”.

Il Presidente Agnelli ha detto che la condotta processuale della Juventus a Napoli cambierà e sono circolate voci che l’Avv. Chiappero potrebbe collaborare con lei e con l’Avv. Trofino. Cosa ne pensa?

“Posso rispondere con un proverbio: chi fa da sè fa per tre. Io conto sulle mie spalle, che poi la Juve ci affianchi non può che farci piacere però io vado avanti per la mia strada.
Ad oggi non ho incontrato nessuno e non collaboro con alcun avvocato della Juventus”.

Per quanto riguarda l’interrogatorio di Collina, perché non ha formulato domande riguardo i suoi rapporti con Meani?

“Su Meani sono circostanze che risultano dalle intercettazioni telefoniche. Quando si discuterà questo processo si leggeranno alcuni brani. Non c’è bisogno di chiederlo a Collina”.

Il popolo juventino attende l’interrogatorio del presidente dell’Inter Massimo Moratti, come mai non si è presentato in aula? La considera una testimonianza fondamentale?

“Si sposava la figlia e bisogna avere rispetto. Comunque, la sua testimonianza non è fondamentale”.

Il perito di Pairetto ha chiesto una dilazione di due mesi per trascrivere altre telefonate intercettate perché ha riscontrato dei problemi nell’aprire i files dei bogliacci: questo inciderà sulla durata del processo?

“No perché noi andiamo avanti con i testi mentre trascrivono e quindi non c’è alcun problema.
Per accedere ai files dei brogliacci esiste una chiave informatica ed un sistema particolare per aprirli di cui siamo venuti a conoscenza solo qualche giorno fa e adesso cercheremo di risolvere.
Posso anticipare che in tutte le telefonate di Pairetto con Facchetti i carabinieri hanno scritto “non rilevante”, “non rilevante”, “non rilevante” sui brogliacci.
Il processo è finito. Il testimoniale dell’accusa è stato meno di zero ed io potrei discuterlo anche domani mattina senza problemi”.

Per quanto riguarda le famigerate schede svizzere, cosa può dire?

“Le schede svizzere: parliamo sempre di ipotesi, infatti pure su questo argomento non c’è nulla”.

Tantissimi tifosi bianconeri le esprimono gratitudine ed ammirazione per la tenacia e la grinta con le quali conduce l’eccellente lavoro in difesa di Luciano Moggi e di conseguenza anche del loro onore. Cosa si sente di dire?

“Come difensori sentiamo tutta la responsabilità di difendere una persona che sappiamo essere assolutamente innocente e quindi ci fa piacere sapere che tanta gente ci sta vicino”.

Avvocato grazie per la disponibilità, contiamo di riaverla nuovamente ospite nella speranza che nel frattempo anche gli organi di stampa ed i media possano riaddrizzare il tiro.

“Benissimo. Sarà per me un piacere intervenire nella vostra prestigiosa trasmissione per dimostrare che il processo è basato sul niente”

http://www.tuttipazziperlajuve.com/2...-demolita.html

-

Martedì prossimo, alla prossima udienza, ci sarà un documento importante dove sputtanerà la malafede del colonnello Auricchio.
la farsa è agli sgoccioli.
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Altre intercettazioni inedite a discolpa. Troppe quelle scartate
Redazione Lunedì 11 Ottobre 2010 09:57


"m****ia signor tenente", cantava Giorgio Faletti. Non ne sono "sfuggite" poche, sono davvero troppe le telefonate a discolpa che sono state giudicate irrilevanti. Ogni giorno il lavoro di immersione di Penta e dell'ingegner Porta nel mare delle telefonate "scartate" porta a galla nuove telefonate giudicate "non rilevanti" che, invece, danno una luce diversa alla storia, e sono a discolpa degli imputati. Oggi parliamo di ben tre telefonate inedite ritrovate e, secondo noi, "rilevanti" per le difese.
Durante l'ultima udienza del 1° ottobre, c'è stato un momento nel quale l'avvocato Gallinelli ha dovuto chiedere a Collina: "Quali sono le modalità per qualificare un campo come impraticabile?", perché al suo cliente Massimo De Santis imputano, a proposito di Lecce-Juventus del 2004, anche di aver fatto disputare la partita su un campo impraticabile per favorire la Juventus. Collina, un vero super esperto di calcio in piscina dopo quella famosa Perugia-Juventus, ha chiarito che "In concreto dipende dal tipo di condizione, se c'è acqua, che ci siano le condizioni per disputare la gara", aggiungendo che il pallone bisogna farlo rimbalzare "ma anche farlo correre". Ricordiamo Perugia e preferiamo tacere.
Auricchio nell'informativa del novembre 2005 riempie la pagina 36 incollando una lunga serie di articoli e lamentele prese dal sito del Lecce. In uno dei tanti articoli, però, c'è anche Cassetti che, onestamente, dice: "Il campo pesante non ci ha certo agevolato, ma è corretto dire che non ha favorito neanche loro che pure sono tecnicamente al di sopra".
Zeman anche in aula ha dovuto ammettere che si era giocato su campi peggiori di quello.
Era giusto imputare a De Santis responsabilità sul campo impraticabile? Auricchio e i suoi uomini avevano potuto ascoltare almeno due telefonate dalle quali emergeva chiaramente che De Santis, almeno sulla questione dell'impraticabilità, non aveva nessuna intenzione di favorire qualcuno: "faccio decidere a loro", dice De Santis; e Paolo Bergamo, "sodale del boss Moggi", non gli suggerisce di favorire la Juventus nella decisione, ma gli dice "Trova l'accordo, il consenso, in maniera che non ci siano...". Proteste. Ma quelle ci sono sempre state e sempre ci saranno dopo le sconfitte, e contro la Juve sono una costante anche dopo partite da 4-0.
Identico il tono ed il contenuto della telefonata che l'arbitro fa a Pairetto appena arriva allo stadio e verifica il campo di gioco. L'avvocato Gallinelli non aveva queste telefonate il 1° ottobre.



Bergamo-De Santis, 14 novembre 2004, ore 13.00, prima di Lecce-Juventus.
De Santis: Paolooo...
Bergamo: Massimooo.
De Santis: Ti stavo per chiamare io, pensa.
Bergamo: Eh ma io gioco sempre in anticipo.
De Santis: Eh lo so.
Bergamo: Come è il tempo giù?
De Santis: Ma guarda, piove a tratti. Stamattina mi hanno chiamato i dirigenti del Lecce, alle 10 e mezza e mi hanno detto: "Guarda Massimo, ti devo avvertire che per quanto riguarda gli spogliatoi sono stati sistemati, aspirata l'acqua durante tutta la notte. Alle 10 e mezza il campo stava bene, meglio del solito". Adesso a tratti piove, però, fa caldo, farà 18, 19 gradi.
Bergamo: Porca miseria... cosa... lì, il vento che arriva qui dal nord, lì è diventato scirocco, allora...
De Santis: Qui è diventato scirocco in effetti, e qui adesso bisognerà vedere... tanto noi stiamo partendo adesso dall'albergo così all'una ed un quarto sto lì, poi Paolo, tanto alla fine, più che decido io faccio decidere loro, eh...
Bergamo: Beh certo, certo... trova l'accordo, il consenso, in maniera che non ci siano...
De Santis: No, no, tanto da quello che ho capito, che ho percepito, siccome tanto non hanno volontà di giocarla domani, poi non ci sono nemmeno i tempi per recuperarla in tempi brevi, non so se loro vogliono provare a cominciare e poi si vede. Comunque tanto io faccio che mi metto lì, prendo tutti quanti, faccio decidere loro.
Bergamo: Uhmm... tieni attaccato, io tanto seguo la televisione se c'è qualcosa a volte.
De Santis: Paolo, io come sto allo stadio, come arrivo, ti chiamo.
Bergamo: Oppure, se ti torna più comodo, fai stare attaccato Alessandro, vedi te... se sei te libero è meglio.
De Santis: No, no, tanto come arrivo allo stadio io ti chiamo io, così ti do la prima immagine, l'impressione che ho come sono arrivato, tanto io all'una e venti sto allo stadio. Ti chiamo a casa o sul telefonino?
Bergamo: No, io sono in casa, quindi, fa come vuoi. In casa è meglio, prendo meglio.
De Santis: Sì. sì, ti chiamo a casa allora. Ok, a tra poco.
Bergamo: Comunque in bocca al lupo.
De Santis: Crepi Paolo, ciao.




De Santis-Pairetto, 14 novembre 2004, ore 13.42, prima di Lecce-Juventus.
Pairetto: Pronto?
De Santis: Gigiii, Massimo. Senti, sto sul campo eh, sì, comunque, meglio di come dicevano...
Pairetto: Si gioca, sì?
De Santis: Sì, sì, sì, giochiamo, sì sì, giochiamo, non ti preoccupare.
Pairetto: Bene, bene.
De Santis: No, no, poi non sta piovendo, fa pure caldo, quindi manca un'ora ed un quarto.
Pairetto: Sta piovendo ancora?
De Santis: No, ancora no, sto sul campo e non piove.
Pairetto: Bene, bene, bene, meno male.
De Santis: C'è una fascia lì che è un po' un problema, vorrà dire che come me li trovo che vanno uno contro uno, come si toccano fischio e li faccio ripartire... del resto il campo è praticabilissimo.
Pairetto: Sì? Bene, bene, bene, questo è l'importante, perfetto.
De Santis: Poi l'hanno detto pure Antonio e Luciano, quindi, se lo dicono loro che so' pratici (l'arbitro ride riferendosi alla partita disputata nella piscina di Perugia, arbitro Collina, ndr).
Pairetto: (anche lui ride alla battuta) No, no, comunque tutto a posto.
De Santis: Stai tranquillo, Ok
Pairetto: Molto bene, son contento che sia tutto Ok.
De Santis: Sì, sì, ci sentiamo dopo allora.
Pairetto: D'accordo Massimo, in bocca al lupo.
De Santis: Crepi, ciao.

Ed ora veniamo alle griglie. Quante sciocchezze son state scritte sulla difficoltà di intuire le griglie. Le intuiva quasi sempre Pesciaroli sul Corriere dello Sport, ma questo non lo ha mai evidenziato nessuno. Per dimostrare come, invece, le griglie fossero a volte quasi a scelta obbligata e facili da intuire per chi aveva un minimo di cognizione sulla materia arbitrale e sulle griglie, ora le difese avranno una nuova prova da esibire, anche questa considerata "non rilevante" dagli investigatori. Perché? Se l'avessero evidenziata qualcosa sarebbe cambiato. E' una telefonata nella quale una giornalista dell'ANSA si confronta con Pairetto ed indovina la griglia di quattro arbitri della 16a giornata di andata del campionato. Il sorteggio si effettuerà il giorno seguente, 17 dicembre 2004 a Coverciano, e la griglia A sarà composta da: Collina (Inter-Brescia), Bertini (Juve-Milan), Paparesta (Siena-Livorno), Rosetti (Bologna-Reggina).

La giornalista ANSA, il giorno prima, aveva previsto: Collina, Bertini, Rosetti, ed uno tra Paparesta e Trefoloni.
Gianni Bondini, sulla Gazzetta del 17 dicembre 2004, ipotizzava Collina, Bertini, Paparesta e Trefoloni.



Giornalista ANSA-Pairetto, 16 dicembre 2004, ore 19.23, il giorno prima del sorteggio.
Pairetto: Pronto?
Giornalista: Gigi sono Alessandra R. dell'Ansa.
Pairetto: Ciao.
Giornalista: Scusami se ti disturbo, solo una cosa al volo, sto scrivendo un pezzo, senza ovviamente citare niente, siccome sto scrivendo di domani, delle griglie, se mi dai una mano. So che sarà una griglia ristretta, però per non scrivere proprio ... (incomprensibile) mi uccide (ride).
Pairetto: Non l'abbiamo ancora preparata, stavamo proprio adesso mettendoci al tavolo.
Giornalista: Ma che posso mettere io, che Collina ci sarà sicuramente?
Pairetto: Sì, sì.
Giornalista: Ma potrebbe essere, io guarda te lo dico così e mi dici se può essere, se più o meno può andare, magari Rosetti che è precluso per... e l'altro una scelta tra Trefoloni e...
Pairetto: No, adesso non sappiamo ancora...
Giornalista: Ma sarà a tre o a quattro?
Pairetto: Probabilmente a quattro, credo...
Giornalista: Uhm... a quattro eh...
Pairetto: Però adesso stiamo appunto valutando i nomi.
Giornalista: Trefoloni e Paparesta ci possono essere entrambi?
Pairetto: No.
Giornalista: No, eh...
Pairetto: O l'uno o l'altro.
Giornalista: O uno o l'altro, e l'altro dovrebbe essere Bertini?
Pairetto: Ecco.
Giornalista: Va bene, ti ringrazio Gigi, ciao.
Pairetto: Ciao. E non è ancora finita, perché la sensazione è che, continuando a scandagliare bene i fondali, altre telefonate interessanti, e rilevanti per esercitare il diritto di difesa, possano "emergere".




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Paparesta discolpa Moggi e Giraudo? "Irrilevante", anche questa
Redazione Domenica 10 Ottobre 2010 23:27
INTERCETTAZIONE INEDITA.

"Ma non c'è nulla di offensivo, più che altro uno sfogo", lo disse Paparesta, loro lo ascoltarono.
Alla vicenda del dopo Reggina-Juventus Auricchio, nell'informativa dell'aprile 2005 dedica tante pagine, tanti aggettivi roboanti, e riporta la telefonata tra Lanese e l'osservatore Ingargiola in più punti.
Come ha fatto rilevare l'avvocato Prioreschi in aula, in base a quello che scrive Auricchio sull'informativa, relativamente a questo caso, e dopo il clamore dei media che parlarono per giorni del "Paparesta sequestrato", la Procura di Reggio Calabria aprì un'indagine per sequestro di persona, poi archiviata perché "il fatto non sussiste".
Ma Auricchio ed i suoi uomini ascoltarono al telefono solo la telefonata tra Lanese ed Ingargiola? Poterono basare la ricostruzione dell'accaduto, sul quale poi avrebbero dovuto fare accertamenti, solo sulla versione di Ingargiola?
Fino a ieri pensavamo che fosse andata così, mentre ora scopriamo che chi indagava, quella stessa sera alle 23.45, ascoltò anche una telefonata tra Paparesta e Pairetto, nella quale la versione dei fatti è diversa. Paparesta conferma al designatore che Moggi e Giraudo "Si son messi a gridare nello spogliatoio un po'...", ma dice che ad Ingargiola, che lo lo invitava a riportare l'accaduto nel rapporto, ha risposto: "Ma vabbè, ma non è che è nulla di... Ma guarda che succede... la tensione". E Paparesta dice ancora: "Diceva 'Ma come, scrivete!', gli ho detto 'Ma non c'è nulla di offensivo, più che altro uno sfogo'...".
Per Paparesta non era accaduto niente di sconvolgente, niente che non accada molto spesso e che molto spesso non viene refertato. I giornalisti sportivi lo sanno bene cosa accade e cosa si sente negli spogliatoi, sotto la tensione della partita appena finita. Chi si scandalizzava nel 2006 è mai entrato in uno spogliatoio per fare le interviste? Non ha mai visto o sentito dei dirigenti danneggiati lamentarsi? Hanno controllato se dopo ogni arbitro ha refertato?

Ma quello che sconcerta davvero è perché Auricchio scelga di dare grandissima evidenza alle parole di Ingargiola e nessuna a quelle del protagonista del fatto, Paparesta. "NON RILEVANTE". Ma come si fa a considerare tale questa telefonata? E l'art. 358 del codice di procedura penale? Articolo che recita: "Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell'articolo 326 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini". Qui non c'era neanche da spremersi troppo per cercare le prove a discolpa, erano ascoltate quasi in contemporanea a quelle che, invece, sono state evidenziate per provare l'accusa. Auricchio informò i pm di questa telefonata?
I nostri dubbi sul metodo investigativo adottato da Auricchio, che stiamo esaminando in un dossier, sono confortati dal parere del carabiniere Francesco Zampa, che ha scritto un libro e, intervistato da Tuttosport, ha detto a proposito del lavoro investigativo dei suoi colleghi di Via In Selci: "Quel rapporto parte in modo anomalo, ovvero inizia con le conclusioni che dovrebbero stare alla fine. [...] In un’indagine, dice pure Conan Doyle, bisogna prima elencare i fatti, poi trarre le conclusioni. Qui la prima cosa è stata quella di trarre le conclusioni senza tante prove".
Immaginate sempre se Moggi non avesse avuto la disponibilità economica per acquisire tutte le 170 mila telefonate e pagare un pool per trovare quelle utili alla difesa.
Passiamo subito a farvi ascoltare la telefonata ritrovata da Nicola Penta e dall'ingegner Porta, consulenti del collegio di difesa di Luciano Moggi. Anche in questa telefonata, come era accaduto in quelle di Racalbuto dopo Roma-Juventus, ascoltiamo un arbitro dispiaciuto per gli errori.



Paparesta-Pairetto, 6 novembre 2004, ore 23.45, dopo Reggina-Juventus.

Pairetto: Pronto?
Paparesta: Gigi?
Pairetto: Ciao, Gianluca.
Paparesta: Ciao. Eh... è successo...
Pairetto: E' successo un po' di tutto.
Paparesta: Tutto, tutto, tutto.
Pairetto: Porca tr**a...
Paparesta: Io sto proprio...
Pairetto: Porca P*****A, guarda...
Paparesta: Questi c**** non hanno mai vinto... e proprio oggi vanno a vincere.
Pairetto: No, ma sai, adesso, a parte che quello, combinazione, quello ci sta: sai, nella vita tutto ci sta, ma, combinazione... il mani.. il mani... si è visto...
Paparesta: No, no, non ho visto.
Pairetto: E' netto eh.
Paparesta: Non ho capito nemmeno dov'è successo perché...
Pairetto: Sai quando Emerson ha tirato in porta col tiro che ha respinto Soviero, no?
Paparesta: A inizio? A metà? Quando è stato?
Pairetto: Nel primo tempo, nel primo tempo ancora, già sul 2 a 1, quindi, non so, poteva essere il 30'... il 35'... 40'... adesso non... non mi ricordo... Proprio verso... un cross diciamo dalla parte dei distinti verso la parte tribuna, e questa palla che scende e il giocatore della Reggina allarga nettamente il braccio davanti a Camoranesi, e praticamente ferma la palla, gliela blocca, la palla comunque viene giocata, va Emerson che tira... e Soviero respinge.
Paparesta: Ma era volontario, sì?
Pairetto: Sì, sì, sì. Guarda... rigore... non ci sono...
Paparesta: Ripeto, si veda che io non potevo vedere... perché non avevo...
Pairetto: Perché tu sei spostato dall'altra parte.
Paparesta: Io sono al vertice dall'altra parte..
Pairetto: Rigore.. rigore..
Paparesta: (non si capisce bene, ma dovrebbe riferirsi a Copelli) dice che per lui non c'era volontarietà. Io alla fine del primo tempo, quando son rientrato, son venuto quelli della Juve, Tacchinardi, mi dice: 'Tu non lo potevi vedere ma era un rigore netto'. 'Ma a chi?' Io pensavo che... siccome non c'erano state proteste... 'Ma quando?', 'C'era stato un fallo di mano, l'assistente l'ha visto ma tu non lo potevi vedere'. E' finita lì. Poi, poi è successo quell'altro episodio del goal, alla fine...
Pairetto: Il goal di Ibrahimovic, che, secondo me, ci poteva stare perché... no, ma non tanto sul primo, sul secondo direi, perché tu credo fischi il secondo.
Paparesta: Sì, ma io ho fischiato prima, ho fischiato pure prima che quello tira e fa goal.
Pairetto: Sì, sul secondo.
Paparesta: Quando cade Diana.
Pairetto: No, non Diana... lì... De Rosa.
Paparesta: De Rosa, De Rosa.
Pairetto: Sull'ultimo Pisacr.... Di Mauro...
Paparesta: Di Mauro.
Pairetto: Di Mauro annulla per mani o per fuorigioco?
Paparesta: No, lui mi ha detto: 'Guarda, mani e fuorigioco, ma è fallo di mano ma ci sta pure il fuorigioco'. Io ho preso tempo, ho detto: 'Oh, sei sicuro?'... perché lì stava succedendo un casino... 'Nello, fammi...', 'Mi sembra che sta pure il mani, fuorigioco e sta pure il mani, mi sembra...'. Ho detto: 'Guarda, devi essere certo...'.
Pairetto: Però è andato su in ritardo da matti, eh, c****.... c****...
Paparesta: Ho detto: 'Devi essere certo, devi essere certo'. Allora io poi cercavo di allontanare gli altri, sempre per fargli prendere tempo, lui mi ha chiamato, mi ha detto: 'Gianluca, annullalo perché è fallo, non possiamo dare questo goal, fallo ed è fuorigioco'.
Pairetto: c****, ha detto anche fuorigioco, lui...
Paparesta: Fallo e c'è fuorigioco.
Pairetto: Perché io avevo avuto l'impressione che lui... è andato su talmente tardi...
Paparesta: Non so se hai visto, io sono sembrato molto restio ad annullarlo...
Pairetto: Infatti...
Paparesta: Gli ho dato il tempo...
Pairetto: Io ero convinto che lui avesse segnalato il fallo di mano..
Paparesta: No, no.
Pairetto: Infatti.
Paparesta: Lui ha detto... ha detto.. ha detto... 'Fuorigioco ma fallo di mano... fuorigioco ma anche fallo di mano', ha detto, 'stai tranquillo, fuorigioco e fallo di mano'. Tanto è vero che poi c'era chi diceva 'Fallo di mano', chi diceva che l'aveva preso con la mano, chi diceva 'No, è fuorigioco'; a quel punto non ci capivo più niente, un ambaradan, io ho temporeggiato perché ho detto: 'Pensaci, sii certo'. Poi mi ha richiamato: 'Gianluca, io sono certo, devi annullare'. A quel punto...
Pairetto: Sì, sì. Perché tu ... è chiaro... se non c'è fuorigioco, tu lo dai...
Paparesta: No, non lo do. Perché ce l'ho più di fronte io, ce l'ho più di fronte io, questo l'ha presa con l'omero, il braccio attaccato alla spalla, il braccio attaccato alla spalla...
Pairetto: Ma mi sembra, lo prende...
Paparesta: Per questo io ho detto: 'Ma sei sicuro?'. E lui mi ha detto: 'Guarda, è fuorigioco ed è fallo di mano'. A quel punto... Fuorigioco... Fuorigioco: io ho avuto la sensazione perché c'è stata la spizzata lì...
Pairetto: Di Olivera.
Paparesta: Dell'altro di colore lì. Perché io ho visto la testa di uno di colore che saltava e poi la palla andava là. Però io avevo dato il goal.
Pairetto: Sì, sì, sì, lo so, ho visto che tu avevi fatto 'centrocampo',
Paparesta: Ma guarda, una situazione...
Pairetto: Ma perché sai, se lui l'ha annullato per il fuorigioco, eh, ci sta...
Paparesta: Poi si son messi a gridare, alla fine, nello spogliatoio con i commissari... poi alla fine si son messi a gridare nello spogliatoio un po'... e stava il commissario...
Pairetto: Ah sì?!
Paparesta: E questo dice: 'Ma voi perché non scrivete?'. Ho detto 'Ma vabbè, ma non è che è nulla di...', dice 'Ma come...', e ho detto 'Ma guarda che succede... la tensione'.
Pairetto: Sì, sì, sì, sì.
Paparesta: Poi ci parliamo... Comunque... tutto... la tensione... però voglio dire... sono tutte comprensibili, non c'è nulla da scrivere, quindi non ho proprio scritto nulla.
Pairetto: Sì, poi se non si superano...
Paparesta: No, si superano così, ecco...
Pairetto: ... un insulto ...
Paparesta: Diceva 'Ma come, scrivete!', gli ho detto 'Ma non c'è nulla di offensivo, più che altro uno sfogo'.
Pairetto: Sì, uno sfogo, sì sì sì, certo, certo.
Paparesta: Niente di particolare, vabbè comunque... Per questo non ci son problemi, il problema è solo che domani... una sfiga incredibile... orca... questa non ci voleva proprio, questa serie di episodi...
Pairetto: Sì sì, lo so, lo so. Vabbè, oh, adesso dai lasciam passare... Pronto?! Pronto?

Ora rivediamo cosa aveva scritto Auricchio da pagina 21 dell'informativa:

<<La vicenda in esame, rileva ancora la portata criminale dei metodi utilizzati che oltre a essere di induzione all’omissione e all’omertà come nel caso dell’osservatore INGARGIOLA, sono altresì fortemente intimidatori come lo stesso osservatore riferisce a LANESE "…Cumpa', quello che ho visto io in vita mia non l’ho mai vista una cosa del genere, cioè entrano MOGGI e GIRAUDO... MOGGI lo minaccia col dito, col dito agli occhi…". Azione intimidatoria quella in argomento, che sortisce efficacia, intimorisce i destinatari come riferisce l’osservatore stesso a LANESE nella successiva conversazione "…cumpa', quello che fice...che fice cosa qua MOGGI comunque nun... è venuto negli spogliatoi, con il dito puntato a gridare, lui e GIRAUDO, e a dirgli al guardalinee: Tu sei scandaloso come è scandaloso il rigore che non hai dato. A PAPARESTA gli ha detto: con te non abbiamo fortuna, almeno tu sei quello di sempre... cioè a minacciarli là dentro... io gli ho detto a lui (ndr PAPARESTA): ma tu di queste cose... dice: acqua in bocca, mi fa, acqua in bocca per tutti... ripeto a me nun me ne frega niente, io non ho visto e non ho sentito, sono cose vostre…" [...].
Le minacce che MOGGI pone in essere in tale circostanza, sono accompagnate da atti concreti di violenza fisica, denotanti ancora maggiormente la notevole capacità dello stesso di ricorrere disinvoltamente alle più caratteristiche condotte dell’intimidazione di tipo delinquenziale.
Infatti, MOGGI infierisce innanzitutto attraverso azioni dirette nei confronti della terna arbitrale negli spogliatoi subito dopo la partita, con minacce verbali che culminano in vera e propria violenza fisica consistente nell’aver rinchiuso l’arbitro all’interno di tali locali... [...].
La forma prevaricatrice dei comportamenti emerge altresì dalla tracotanza che dimostra Luciano MOGGI nelle conversazioni di seguito riportate, le quali hanno per oggetto azioni nei confronti di arbitri e assistenti, a dimostrazione del grado di controllo raggiunto nell’ambito dell’intero sistema calcistico.>>


E subito sotto cosa aveva riportato Auricchio? Questo:

<<Le stesse dichiarazioni rese a quest’Ufficio da BALDINI Franco, dimissionario direttore sportivo dell’A.S. Roma, evidenziano in tutta la sua completezza ed incisività l’atteggiamento tracotante del MOGGI...>>


Ed in aula il 9 febbraio cosa ha detto Auricchio? Questo:

Auricchio:<< Sì. Quindi, dicevamo, la vicenda legata a Reggina-Juventus consente a noi, diciamo, in questi primissimi tempi di intercettazione di cogliere una serie di risultanze investigative ritenute di interesse. In particolare, la Juventus perde la partita e perde la partita anche, diciamo, malamente con, oggettivamente ritenuti dagli addetti ai lavori, una serie di errori da parte dell’arbitro Paparesta. [...] dal punto di vista investigativo quello che emerge è, diciamo, il contesto, in particolare quanto affermato telefonicamente in un colloquio tra Pietro Ingargiola, che nello specifico è l’osservatore della commissione arbitri per la partita, con il Presidente dell’A.I.A., Tullio Lanese, proprio in relazione a questo episodio.>>


Per Auricchio emergeva solo il colloquio Ingargiola-Lanese. La telefonata di Paparesta a Pairetto è stata lasciata lì, in fondo al mare. A farla "emergere" hanno dovuto pensarci i palombari del "mostro di Monticiano", al secolo Luciano Moggi.



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Predefinito 11-10-2010, 05:52 PM


Ma scusate questa non si chiama omissione di prove?

Ma vi ricordate narducci cosa disse? "Piaccia o non piaccia non ci sono mai telefonate fra Bergamo o Pairetto con Moratti o Sensi" ...

E allora tutte ste nuove intercettazioni cosa sono? Frutto della fantasia della difesa di Moggi?

PERCHé SONO STATE NASCOSTE?

Se a quel tempo venivano messe in luce oggi l'inter avrebbe mai potuto vincere la tripletta?

Mi piacerebbe discuterne con qualche tifoso dell'inter, tipo orange e MOLLOTUTTO (che ritengo uno che di calcio ne capisca qualcosa).

Se volete partecipate.

Ultima Modifica di effect : 11-10-2010 05:54 PM.
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