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Moggi, Juventus, arbitri: spiati già dal 2002

Tavaroli: «Tronchetti mi ha messo in contatto con Moratti»
TORINO, 6 giugno - Spiati dal 2002. La Juventus, Luciano Moggi e una serie di arbitri (fra cui De Santis) ve*nivano tenuto sotto controllo dalla security della Telecom. Lo ha rivelato Giuliano Tavaroli, ex responsabile della security Telecom, in un’intervista a la Repubblica pubblicata ieri. La famigerata “Operazione Ladroni”, com’era stata battezzata in codice l’indagine privata condotta dagli 007 di Tavaroli sul mondo del calcio, era insomma iniziata anche prima di quanto si sapesse finora. «La pratica ladroni riguarda le indagini sui rapporti fra la Juventus e gli arbitri. Risale al 2002, quando un arbitro bergamasco ( Nucini, ndr) e amico di Giacinto Facchetti un giorno scoppia e racconta i retroscena di quella che diventerà Calciopoli. All’Inter vanno in fibrillazione e così Tronchetti Provera consiglia a Moratti di chiamarmi». Così Tavaroli parla a la Repubblica, stabilendo una data d’inizio all’indagine, per altro già nota. Nella lunga intervista, Tavaroli usa toni molto duri nei confronti del suo ex datore di lavoro, che ha sempre negato di avergli ordinato indagini sulla Juventus e sul mondo arbitrale, lasciando capire che quelle furono iniziative degli uomini della security. Uomini che Tronchetti ammette solo di aver messo in contatto con Massimo Moratti e Giacinto Facchetti (dopo che Nucini aveva allertato l’amico Facchetti sui rapporti fra Moggi e un nutrito gruppo di arbitri di serie A).

IL PUZZLE - Un altro tassello sulla genesi di calciopoli trova, insomma, una collocazione nel complesso mosaico del quale mancano ancora molte tessere. Quelle che potrebbe mettere lo stesso Tavaroli, insieme con Emanuele Cipriani, titolare dell’agenzia investigativa Polis d’Istinto alla quale Tavaroli si appoggiava: entrambi, infatti, saranno sentiti come testimoni a Napoli (probabilmente dopo la pausa estiva), chiamati dalla difesa di Moggi a spiegare frangenti e particolari delle loro indagini su Juventus e sull’ex dg. Non bisognerà, quindi, aspettare molto per conoscere le verità di Tavaroli sul calcio, quelle mai pienamente esplorate dagli inquirenti del processo Telecom. «Sul calcio mi è stato chiesto pochissimo», ha spiegato lo stesso Tavaroli intervenendo a TeleLombardia venerdì sera. Del calcio gli chiederanno il 18 o il 22 giugno, quando comparirà davanti al giudice Casoria nell’aula 216 del tribunale di Napoli.

LE DOMANDE - Facile che gli venga chiesto chi e perché aveva ordinato quelle indagini. Facile che lui risponda che Tronchetti Provera lo aveva messo in contatto con Moratti e Facchetti (circostanza, per altro, confermata da tutti i protagonisti della vicenda). Ma, per esempio, sarà interessante capire quali informazioni emersero dalle indagini partite, stando a quanto dice il Tavaroli, dal 2002. Per esempio: la Juventus e Moggi venivano spiati anche per quello che potremmo definire spionaggio industriale? In questo senso è interessante rileggere quanto detto in aula (processo Telecom) da Fabio Ghioni, responsabile tecnico della sicurezza Telecom e, quindi, stretto collaboratore di Tavaroli. Ghioni parla di «competizione industriale» riferendosi alle acquisizioni di tabulati inerenti al mondo del calcio: «Una squadra di calcio era un’azienda e faceva parte del Gruppo. Quindi, qualunque informazione la security poteva trarre su persone esterne all’azienda aveva quella valenza ». Un ragionamento che in qualche modo riecheggia in certe spiegazioni Moggi. L’ex dg bianconero ha sempre sostenuto di essere vittima di una sorta di “spionaggio industriale” da parte delle dirette concorrenti, le quali - sempre secondo Moggi - riuscivano ad avere informazioni sulle sue operazioni di mercato, rendendole più difficili o soffiandogli i giocatori all’ultimo momento. In questo senso vale la pena ricordare che fra le utenze telefoniche di cui la security Telecom acquisisce i tabulati ci sono quelle della Gea World e della Football Management, due grandi società di procuratori di cui faceva parte il figlio di Luciano Moggi, Alessandro. LA TESI D’altra parte, Moggi ha sempre sostenuto che l’utilizzo delle “inintercettabili” schede svizzere, secondo l’accusa la prova più concreta dell’esistenza di una cupola sotto controllo dello stesso Moggi, era dovuto proprio al timore di essere “spiato” e dall’esigenza di poter condurre le sue trattative di mercato al sicuro da orecchie indiscrete e non per tenere contatti con gli arbitri e i designatori, come sostiene invece l’accusa. A questo punto avere dei particolari in più su quelle indagini condotte dalla security Telecom a partire dal 2002 potrebbe essere importante per chiarire questo aspetto cruciale sia per la difesa sia per l’accusa di Moggi.

tuttosport
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non ho letto ma ciò che dice tuttosport son sempre e solo castronerie di bassa categoria
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shevuzzo
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non ho letto ma ciò che dice tuttosport son sempre e solo castronerie di bassa categoria
Dossier illegali, parla Tavaroli "Io e Tronchetti, ecco la verità" - Repubblica.it

comunque tutti i giornalai sparano caxxate!
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si ma tutto sport è una spanna sopra gli altri come as il giornale spagnolo inutile
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«Calciopoli2, Palazzi datti una mossa»

L’associazione “GiùlemanidallaJuve” sollecita Figc, Coni e organi di giustizia

ROMA, 8 giugno - Un atto di diffida ad agire a Palazzi su Calciopoli2, come dire muovetevi e fateci sapere in modo trasparente come e perché. Muovetevi e fateci capire se e perché si dovrà arrivare a una declaratoria di prescrizione per le telefonate imbarazzanti che emergono in queste settimane su Calciopoli 2, perché si possa individuare a chi chiedere una montagna di soldi di danni in caso di “nulla di fatto”, dopo il tanto fatto contro la Juve nel 2006. C’è questo e di più nell’atto fatto recapitare proprio ieri alla Figc ( Abete), al presidente della commissione di Garanzia Figc, De Lise, al presidente della Corte di giustizia, Coraggio, a Stefano Palazzi, al presidente Coni, Petrucci, a Fifa, Uefa e anche ad Andrea Agnelli dall’associazione Giulemanidallajuve sotto forma di vera e propria class action.

TROPPO FERMI - I soci della combattiva associazione di tifosi e azionisti bianconeri ha scritto per sollecitare Stefano Palazzi ad agire, appunto: l’indagine per Calciopoli2 è aperta da troppe settimane a nessun atto concreto è stato fatto. Raccolti gli articoli di stampa, in un primo momento, scelti gli investigatori del pool, inviate le lettere per acquisire le quasi 300 telefonate inserite nel fascicolo processuale, predisposta la stanza delle audizioni a via Po 42, con tanto di guardia giurata a tutela dei faldoni, la Procura si sta così come le foglie d’autunno?

AUTONOMI O NO? - Sorprende, non solo Glmdj (come chiameremo d’ora in avanti Giulemanidallajuve), che proprio la Figc che ha sempre proclamato la “differenza” di piste che la giustizia sportiva doveva battere rispetto a quella penale, non abbia ancora provveduto a investigare in proprio sulle 171 mila telefonate: si acquistino (35 mila euro) i diritti per gli audio, si ascoltino e ci si formi un’idea completa e autonoma dell’istituzione sportiva. Visto che nel 2006 le sentenze sono arrivate su parziali ricostruzioni, brogliacci e relazioni dell’accusa. Insomma: agire subito per dimostrarsi davvero indipendenti. Perché, in fondo, la selezione delle telefonate fatta da Moggi e dai pm rischia di essere parzialissima. «Dal marzo 2008 la Figc era nella facoltà di autonoma acquisizione di tutto il materiale probatorio necessario a determinare penalità per altri club o minori sanzioni per la Juventus», scrivono. Glmdj prende cappello, carta e penna per molti motivi: la diffida arriva sotto forma di esposto che - probabilmente - non potrà produrre grandi effetti dal punto di vista della giustizia sportiva (caran*za di legittimazione all’azione) ma da questo punto di vista il fascicolo Calciopli2 è aperto e c’è anche l’esposto della Juventus, voluto da Andrea Agnelli, perché si faccia giustizia alla stessa velocità del 2006. Evidenziate a sufficienza le conseguenze sul titolo Juventus delle vicende del processo del 2006, ma anche tutto quanto è stato lo scoperchiamento degli ultimi mesi: le parole di Sandulli (allegato 1) («evidenziammo cattive abitudini, mica illeciti»), ma anche le incertezze e le verità sconvolgenti sulle modalità dell’inchiesta del colonnello Auricchio al processo di Napoli (allegato 2), poi le inesattezze e gli errori materiali della sentenza Giraudo. Ma c’è anche («sfugge alla comprensione») il motivo per cui siano stati ignorati l’interrogatorio all’Ufficio Indagini di Bergamo (qui anticipato ad aprile) in cui chiamava in causa « Sacchi, Facchetti, Meani, Capello e altri diri*genti ». «Esisteva un diffuso sistema di contatti», scrive Giuseppe Belviso, firmatario dell’esposto- class action che fa capire come non fosse «esclusiva dei dirigenti della Juve» e quindi «decade il presupposto dell’unicità di rapporti» vantato dall’accusa di Calciopoli. Un accenno alla vicenda MilitoMotta di cui parliamo a lato. Poi ancora «perché tanto attendismo per le ormai palesi violazioni del codice di taluni club, uno dei quali (l’Inter, ndr) veniva premiato per principi di etica».

COSTA CARA - «L’eventuale prescrizione - scrive Glmdj produrrà l’automatica costituzione in giudizio da parte della nostra associazione per il sofferente danno. Allo stesso modo si riterrà la Figc responsabile dei danni». Belviso e la sua associazione chiede la revocazione del titolo 2006, la rassegnazione alla Juve dei titoli 2005 e 2006, chiedendo in modo perentorio a Palazzi di verificare le posizioni degli altri club e dare notizia dello stato del procedimento. Concludendo con la citazione dell’articolo 328 del codice penale, quello relativo agli atti d’omissione degli incaricati di pubblico servizio. Allegando audio delle intercettazioni, articoli di stampa urlano a Palazzi di muoversi. Potranno respingere questo esposto per difetto di legittimazione ( Glmdj non è associato Figc), non potranno non tenerne conto.

tuttosport
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NEWS STRAORDINARIA - Cipriani ammette in aula di aver fatto seguire Moggi da investigatori privati

Da Cipriani deposizione bomba - Cipriani: "Ho fatto seguire Moggi per circa un anno da sei investigatori privati". Questo quanto dichiarato da Emanuele Cipriani, capo della Polis D'Istinto, l'agenzia investigativa che collaborava con Tavaroli e la security Telecom, nel corso dell'udienza presso il Tribunale di Milano relativa al procedimento avviato dalla denuncia di Christian Vieri per il dossieraggio subito, con richieta danni a Telecom e Inter. Tronchetti Provera, atteso a testimoniare, non si è presentato.


Interrogazione Parlamentare su Calciopoli - Ju29ro.com è in grado di anticipare che prestissimo dovrebbe essere presentata una interrogazione parlamentare su Calciopoli. La richiesta, che sarà firmata dagli onorevoli Paniz e Berselli, punterà a fare chiarezza sulle modalità con le quali è stata condotta l'indagine e soprattutto dovrebbe concludersi con la richiesta di revisione dei processi sportivi del 2006. L'interrogazione parlamentare in oggetto sarebbe il secondo atto ufficiale dopo l'esposto inoltrato in FIGC dalla Juventus e in cui si chiedeva la revoca dello scudetto di "cartone", quello 2005/2006 assegnato a tavolino da Guido Rossi all'Inter, nonchè il deferimento della società nerazzurra in relazione alle nuove intercettazioni emerse nel corso del dibattimento a Napoli.

Le telefonate di Abete - Pare ormai certo che anche il Presidente della FIGC Giancarlo Abete sia stato pizzicato al telefono nel mare magnum delle intercettazioni di Calciopoli. A quanto si apprende da fonti molto attendibili sarebbero state selezionate alcune telefonate in cui Abete si intrattiene al telefono con alcuni degli intercettati e si lascia andare a considerazioni su altre squadre, e su altri dirigenti, degne dell'attenzione dell'opinione pubblica sportiva, ma non solo. Ju29ro.com cercherà nei prossimi giorni di saperne di più e, come sempre, di mettere a disposizione dei lettori gli audio originali.

Ju29ro
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Processo Calciopoli, saltano le prossime udienze. Cipriani non ha nominato Moggi.

News, 11 giugno 2010.

Processo Calciopoli sospeso fino ad ottobre. Cipriani non ha parlato di Moggi. Moratti sul deferimento. Narducci e Capuano si appellano contro la sentenza Giraudo. L'ultimo regalo di Mourinho all'Inter. Krasic piace sempre ma è più lontano. Trovato accordo sui diritti Tv: Agnelli soddisfatto. Benitez firma e Oriali si sposta. Momenti di tensione firmati Fabio Capello. Accordo Roma-Wind. Rosella Sensi ermetica sul deferimento di Moratti.

Cipriani non ha parlato di Moggi - Riceviamo dai legali di Cipriani la seguente richiesta di rettifica:
Diversi siti internet hanno pubblicato più o meno per esteso la seguente notizia:
Da Cipriani deposizione bomba - Cipriani: "Ho fatto seguire Moggi per circa un anno da sei investigatori privati". Questo quanto dichiarato da Emanuele Cipriani, capo della Polis D'Istinto, l'agenzia investigativa che collaborava con Tavaroli e la security Telecom, nel corso dell'udienza presso il Tribunale di Milano relativa al procedimento avviato dalla denuncia di Christian Vieri per il dossieraggio subito, con richiesta danni a Telecom e Inter. Tronchetti Provera, atteso a testimoniare, non si è presentato.
Si rende noto che nell’odierno esame testimoniale, tenuto nella causa civile intentata dal calciatore Vieri, non si è parlato del Sig. Moggi e tantomeno il Sig. Cipriani ha dichiarato di averlo fatto “seguire per un anno”.
Avv. Francesco Caroleo Grimaldi
Avv. Vinicio Nardo
La redazione di ju29ro.com si riserva di tornare sull'argomento dopo tutte le verifiche del caso.

Processo Calciopoli, saltano le prossime udienze - Il processo Calciopoli, che si sta svolgendo presso il Tribunale di Napoli, è stato sospeso e le tre udienze previste prima della pausa estiva (15, 18 e 22 giugno) non saranno svolte. Il processo riprenderà secondo il calendario stabilito ad ottobre. Al momento non sono note le cause di questa sospensione.

Moratti sul deferimento - Come è possibile ascoltare anche su Tuttosport, ad una domanda sul deferimento che è arrivato per l'affare con Preziosi, Moratti ha risposto: "Eh, sì, va bene... mi sembra di aver capito... è qualche cosa che non ho ancora letto, discuto una cosa che non so, poi quando lo vedrò vi darò delle risposte". Una implicita conferma che il deferimento dovrebbe essere stato già ricevuto nelle sedi degli interessati Moratti e Preziosi. Sul deferimento il sito romacalcionews.it riporta quanto avrebbero dichiarato fonti interne alla FIGC: "Confermiamo il deferimento, ma come Figc non faremo comunicati stampa. Quando sono state informate le parti? Questo non ve lo sappiamo dire, dovreste chiedere alla Procura Federale. Ora ci sarà tutto l’iter processuale. La procura federale è un organo della giustizia sportiva che agisce autonomamente dalla Federazione. La procura informa direttamente le parti interessate, quindi Moratti e Preziosi. Viene convocata la commissione disciplinare per andare in giudizio e dopo di che segue tutto un iter processuale che è lungo. E’ un discorso molto lungo e ampio".

Ju29ro
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Predefinito 14-06-2010, 08:44 PM


Dai piano piano si stanno facendo piccoli passi...



Dossier Telecom: «Vertici consapevoli»
Lo scrive il gup nella motivazione dei patteggiamenti di 16 imputati, tra cui Giuliano Tavaroli e Fabio Ghioni
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chiamato in causa l'allora presidente Marco Tronchetti Provera

Dossier Telecom: «Vertici consapevoli»

Lo scrive il gup nella motivazione dei patteggiamenti di 16 imputati, tra cui Giuliano Tavaroli e Fabio Ghioni


Marco Tronchetti Provera (Fotogramma)
MILANO - «Una gravissima intromissione nella vita privata delle persone mossa da logiche partigiane nella contrapposizione tra blocchi di potere economici e finanziari, logiche che tendono a beneficiare non già l'azienda come tale ma chi in un dato momento storico ne è il proprietario di controllo».

PATTEGGIAMENTO - Parliamo della vicenda dei dossier illegali Telecom: così il gup milanese Mariolina Panasiti scrive nella motivazione dei atteggiamenti di 16 imputati, tra cui Giuliano Tavaroli (4 anni e 2 mesi) e Fabio Ghioni (3 anni e 4 mesi) e delle due società Telecom e Pirelli (sanzioni pecuniarie per 7 milioni di euro) e chiama in causa Marco Tronchetti Provera, all'epoca dei fatti presidente dei due consigli di amministrazione. «Che Ghioni (il capo del Tiger Team, la struttura di informatici illegale interna a Telecom, ndr) avesse agito di sua iniziativa è palesemente inverosimile - scrive il gup -, che Tavaroli (all'epoca responsabile della security, ndr) gestisse pratiche di quel genere nel suo interesse è parimenti altamente improbabile. La ricostruzione degli avvenimenti fornita dai pm e da Telecom e Pirelli è risultata nettamente smentita dall'incartamento processuale. Le due aziende sono pervenute a una sostanziale accettazione delle contestazioni accedendo all'applicazione delle sanzioni pecuniarie».

FATTURE E BILANCI - Il gup ricorda anche che le imputazioni a carico delle due società sono in una situazione di alternatività rispetto all'accusa di appropriazione indebita. Accusa che per decisione dello stesso giudice è venuta meno in udienza preliminare. Secondo il gup «Telecom e Pirelli erano perfettamente consapevoli delle fatture emesse da società estere per un'attività che era formalmente devoluta all'esecuzione di ben individuati, immutevoli e ben conosciuti personaggi come Cipriani e Bernardini». E le fatture, rammenta il gup, gravano sul budget della security nei bilanci dell due società: «I bilanci sono stati approvati regolarmente secondo i meccanismi gerarchici fino ad arrivare ai consigli di amministrazione. In questi sedevano il presidente Marco Tronchetti Provera e l'amministratore delegato Carlo Buora. Bilanci approvati senza alcun rilievo di sorta» aggiunge il gup.



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Onesti?
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Predefinito 18-06-2010, 08:50 AM


Che Tavaroli spiasse diversi personaggi di spicco si sapeva, ma queste intercettazioni sono altra cosa rispetto a quelle dei carabinieri. La juve è stata condannata SOLO PER INTERCETTAZIONI DELLE FORZE DELL'ORDINE.

Questo va sempre detto perchè per 4 anni molti juventini hanno mischiato le due cose costruendo castelli in aria, che sono crollati tutti proprio sotto i colpi degli avvocati di Moggi.

Secondo: G. Rossi all'epoca dei fatti, non era più dirigente, dipendente o in alcun modo stipendiato da nessuna società di Moratti o di Tronchetti.


Terzo: il deferimento di Moratti-Preziosi esiste, ma quello riportato da Tuttosporc e da fonti romaniste è un falso, costruito da arte per gettare m....molto prima che la procura federale possa ancora esaminare gli atti.


Quarto: dando anche per buona l'accusa che gira sui media, Moratti è accusato degli stessi capi di imputazione di Bettega e Secco nell'affare Criscito-Genoa, stessi commi considerando anche la modifiche del regolamento intercorse successivamente.

Ultima Modifica di Dimitry : 18-06-2010 09:02 AM.
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L'audio che mancava...

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Dimitry quest'altro audio com'è? irrilevante?
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Bergamo a Palombo: "Ma perché ci volete far fare degli imbrogli?"

La panacea di tutti i mali arbitrali? Collina. Quel Collina che quell'anno, il 2004-05, non visse certo uno dei suoi campionati migliori, come abbiamo sentito proprio in una telefonata tra l'arbitro di Viareggio e la Fazi, o in qualche telefonata con Bergamo. Però tutti volevano Collina. Lo voleva Facchetti che abbiamo sentito prima dire a Mazzei: "Ma lì non devono fare sorteggi", per poi suggerire un escamotage basato sui "preclusi" in modo da ottenere Collina per Inter-Juve. Dalle parole di Facchetti si ricava l'impressione che sulla sponda nerazzurra fossero convinti che erano possibili dei magheggi con i sorteggi, e Mazzei fatica a convincere Facchetti che quello che chiede non è fattibile.
Cose più o meno simili doveva pensare Ruggiero Palombo, vicedirettore della Gazzetta dello Sport e grande accusatore del sistema Moggi e dei suoi presunti sorteggi truccati. Grazie alle intercettazioni "sfugggite" ora scopriamo che anche lui, come Facchetti, voleva Collina e, in una telefonata del 7 marzo 2005, rimprovera a Bergamo di non averlo inserito nella griglia di Roma-Juventus. Le spiegazioni logiche di Bergamo sono accolte con scetticismo da Palombo che dice: "Ma perché, non hai mai avuto tre arbitri con l'incompatibilità su una cosa che quello può arbitrare solo il sabato? Dai su...", portando Bergamo a rispondere: "No, no, no, noi non abbiamo mai fatto tre partite... scusami, ma perché ci volete far fare degli imbrogli? Io non posso fare una griglia con Collina che va ad arbitrare il sabato automaticamente perché ho due partite sole".
Mentre Pesciaroli, del Corriere dello Sport, aveva capito bene il sistema di composizione delle griglie, avendolo studiato bene e avendone compreso la base statistica, a Milano il metodo con cui venivano composte le griglie non era ben chiaro a tutti, oppure vi era un radicato pregiudizio verso i designatori e gli arbitri che non si chiamassero Collina.
Ci occupiamo di questa telefonata non perché abbia rilevanza nel processo di Napoli, ma perché la Gazzetta, per ammissione di Auricchio, è stata ampiamente utilizzata come riscontro e formazione delle prove ed è interessante, quindi, valutarne l'equidistanza, la competenza e conoscenza delle regole, come in questo caso sulle griglie, che nel processo prima avevano un ruolo solo per la famosa griglia Bergamo-Moggi ed ora si sono arricchite di altre grigliate fatte da tutti, da Facchetti in giù. La Gazzetta è quasi un testimone dell'accusa nel processo di Napoli, un testimone anomalo, ma presente sin dai riferimenti contenuti nelle informative degli investigatori.
La telefonata tra Bergamo e Ruggiero Palombo è interessante ascoltarla dopo aver letto cosa è riportato nell'informativa dell'aprile 2005, da pagina 310 in poi. Nella telefonata/lite, con parole di fuoco, avvenuta il 6 marzo tra Carraro e Bergamo, la Gazzetta è citata da Bergamo quando rimprovera Carraro di averli delegittimati e preparato già la sostituzione con Collina "perché l’ha scritto la Gazzetta, perché Lei ha incontrato Collina". Inoltre Bergamo dice a Carraro che lui con Racalbuto ci aveva parlato, dopo una prima telefonata con Carraro, ma Racalbuto "è arrivato in campo in condizioni proibitive... perché l’hanno delegittimato già dal giorno avanti!". Il 5 marzo, per esempio, Galdi sulla Gazzetta aveva scritto l'articolo "Fischia il portafortuna della Juve", nel quale si analizzava lo score dell'arbitro con la Juve e con la Roma (più o meno simili), ma si ricordava anche il precedente di Racalbuto fermato un turno dopo Cagliari-Juventus 1-1 nel quale l'arbitro era stato accusato dai cagliaritani «Ai giocatori della Juve consentiva di dire qualunque cosa, mentre noi venivamo respinti a male parole». Nell'articolo di Galdi è anche gettato lì, senza spiegazioni, un "sorteggio che si è avvalso delle «palline» della serie C perché le altre erano da tempo già state inviate a Firenze".

Nella telefonata in questione Palombo non dà del Lei a Bergamo, come farà un anno dopo nella puntata di Matrix su Calciopoli, mentre ritroviamo il solito Bergamo ascoltato in tutte le telefonate pubblicate. Pur davanti ad un interlocutore polemico e saccente, Bergamo è paziente e diplomatico, non perde la calma, fornisce tutte le spiegazioni, non viene creduto, e allora rispiega perché Collina in quella griglia non lo poteva inserire. Bergamo fa presente al suo interlocutore, che gli rimprovera di non aver fatto in modo che ci fosse Collina e non Racalbuto, che, se hanno voluto quelle regole per la composizione delle griglie e per il sorteggio (che non hanno voluto i designatori), loro devono rispettarle sempre "Non posso io a tre metterne due perché è un imbroglio. Se no le regole cosa facciamo, le aggiriamo proprio noi che siamo designatori? E come facciamo?".

E' una telefonata importante. Sancisce la fine della rubrica che Bergamo e Pairetto avevano deciso di tenere sulla Gazzetta per commentare gli episodi della giornata. Palombo esordisce comunicando a Bergamo che hanno deciso di non far loro scrivere più nulla, per evitar loro la gogna. Poi nel corso della telefonata continua a pontificare che il sorteggio non si deve fare, che il doppio designatore è morto, chiarisce di aver parlato con Carraro, che la linea sino a fine stagione è di dare fiducia ai designatori, ma che poi a fine stagione si cambia registro. Un Palombo a tutto campo, che sembra non conoscere benissimo i criteri di composizione delle griglie, ma che vuole ugualmente insegnare il mestiere a Bergamo. Un Palombo che stride un po' rispetto a quello del "Palazzo di vetro", o dell'editoriale "Pallina al centro" dopo la deposizione di Manfredi Martino.

Anche Galdi, sulla Gazzetta, insiste sui concetti espressi da Palombo a Bergamo, scrivendo, il 7 marzo: "Certo è facile trincerarsi dietro il fatto che il fischietto di Viareggio era «impegnato», in realtà l'Uefa «consiglia» di non utilizzare un direttore di gara impegnato in Champions, ma non lo vieta, tanto che il tedesco Herbert Fandel - chiamato a dirigere domani sera a San Siro Milan-Manchester United - sabato ha diretto Hamburger SV-Bayer 04 Leverkusen di Bundesliga e lo stesso Pisacreta - che era a Roma - sarà assistente di Collina".
Poi ribadisce l'8 marzo: "Resta, però, sempre il quesito: perché non c'era Collina nell'urna? Domenica Pairetto ha affidato alle agenzie il suo pensiero. Bergamo è sulla stessa lunghezza d'onda: per la «raccomandazione» dell'Uefa a non impegnare arbitri designati in Champions nelle due giornate precedenti alla partita europea. Un consiglio che i designatori prendono per legge, ma che spesso è disattesa: lo stesso Collina lo scorso anno - domenica 4 aprile 2004 - ha diretto Inter-Juventus per la 28a giornata di campionato e il martedì successivo (6 aprile) ha diretto Monaco-Real Madrid di Champions League. C'è poi Pisacreta chiamato a far da assistente proprio a Collina dopo Roma-Juventus di sabato. [...] Quello dell'Uefa è un consiglio che la Federazione tedesca, quella che ospiterà i prossimi Mondiali, disattende con una certa puntualità. Ultimi, in ordine di tempo, Merk e Fandel, che sabato hanno diretto Bayern Monaco-Werder Brema e Amburgo-Bayer Leverkusen e ora arbitreranno rispettivamente Juve-Real e Milan-Manchester United".
Vengono citati casi di arbitri stranieri che hanno diretto il sabato, mentre Collina avrebbe potuto essere estratto per la partita della domenica, se inserito nella griglia. Viene citato Pisacreta, ma gli assistenti non venivano estratti bensì designati e, quindi, era possibile designarli per il sabato. Viene ricordato il precedente di Collina del 2004, ma è la dimostrazione che, se inserito nella griglia, poteva accadere, come l'anno prima, che non venisse estratto per una partita del sabato ma per quella della domenica, contravvenendo alla "raccomandazione" dell'Uefa.



In quel Roma-Juventus si verificarono diversi episodi ma, come al solito vennero evidenziati solo quelli a favore della Juve. Riviviamoli: il primo gol della Juve è irregolare, Cannavaro segna di testa ma è in fuorigioco (lo rileva solo la moviola, la dinamica dell'azione non lo evidenzia e nessuno della Roma protesta); "L'errore è soprattutto del guardalinee Pisacreta", scrive Olivero Giovanni Battista sulla Gazzetta. "Al 25' Racalbuto non vede due falli da rigore nella stessa azione: nell'area giallorossa Dellas abbraccia Ibrahimovic e De Rossi cintura Cannavaro. Al 30' Dacourt duro su Blasi: rischia il rosso e se la cava col giallo", lo scrive la Gazzetta, che aggiunge "Al 41' episodio-chiave: Ibrahimovic riceve palla in fuorigioco (Pisacreta non se ne accorge), passa a Zalayeta che subisce il netto fallo di Dellas. Racalbuto fischia il rigore tra le proteste della Roma. In discussione non è il fallo, ma la posizione di Zalayeta: l'impressione è che il contatto avvenga qualche centimetro fuori area. [...] Nella ripresa al 20' sbaglia l'altro guardalinee Ivaldi: assist di Camoranesi e facile gol di Ibrahimovic che è in linea con il pallone e quindi in posizione regolare". Errore sul primo gol della Juve, "impressione" sul rigore, ma anche errori a favore della Roma, come un rigore non fischiato contro e le mancate espulsioni di Cufrè, per un pugno sul viso di Del Piero a gioco fermo, e di Dacourt. Errori attribuiti agli assistenti, i migliori, ma sulla graticola ci finiscono soprattutto Racalbuto, che paga con otto turni di stop, e i designatori.
Queste considerazioni, pure scritte dalla Gazzetta, sull'informativa non ci sono. C'è, invece: "Il favoritismo degli arbitri nei confronti della Juventus è notorio nell’ambiente e soprattutto, fatto questo ancora più grave, è risaputo anche dal presidente federale Carraro", ed ancora Carraro che dice: "Le dico mi raccomando..se c’è un dubbio per carità che che che che il dubbio non sia a co... a favore della Juventus dopo di che succede... gli dà quel rigore lì!?". Ancora una volta Carraro che chiede, nel dubbio, di pendere dalla parte dell'avversaria della Juve. Carraro che vede solo quel rigore e non gli errori a favore della Roma.

Il giorno dopo la telefonata tra Palombo e Bergamo, Maurizio Galdi scrive sulla Gazzetta che i designatori sono stati convocati dalla FIGC: "Collina è la persona invocata da tutti come deus ex machina per risolvere i problemi di una categoria... [...] I designatori, che fin qui lo hanno impiegato 19 volte, riservandogli un solo big match del campionato (Juventus-Roma dell'andata), non avrebbero potuto puntare su di lui per disinnescare Roma-Juventus, la partita che da luglio 2004 si sapeva per i noti motivi essere la più a rischio del campionato: Collina aveva diretto Juventus-Siena la settimana precedente e dunque non poteva arbitrare la Juve (questa bislacca regola effettivamente esiste) due volte di seguito. «In quella griglia doveva starci e fu sorteggiato perché era la stessa griglia del derby Inter-Milan» confessa candidamente Pairetto. Senza aggiungere, ma lo facciamo noi al suo posto, che si trattò, quella sì, di una vera sciocchezza".
E noi chiediamo: perché mai, visto che tutti volevano Collina, fu una sciocchezza inserirlo in una griglia nella quale c'era il derby di Milano?

A proposito della rubrica che Bergamo e Pairetto tenevano sulla Gazzetta dello Sport, per chi non lo sapesse veniva concordata con l'allora capo ufficio stampa della FIGC, Antonello Valentini, il quale sentiva Bergamo, con cui decideva gli argomenti, e infine preparava i pezzi. E anche lui amava discutere di griglie e designazioni. Qui di seguito lo potete ascoltare mentre catechizza Bergamo sulla necessità di designare Collina per Juve-Milan. Insomma come per la Nazionale siamo tutti commissari tecnici, così dietro le quinte del calcio erano tutti designatori e pretendevano di suggerire la loro ricetta.

Ju29ro
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L’inversione di Ruggiero Palombo

Come un fulmine a ciel sereno, il vicedirettore de ‘La Gazzetta dello Sport’ – al secolo Ruggiero Palombo – ha operato un brusco ed intatteso cambio di rotta. Non par vero, ma le parole che seguono sono tutta farina del suo sacco, sono inchiostro della sua penna: in un’editoriale dell’ultimo week-end Palombo ha criticato aspramente la Giustizia Sportiva italiana e ha riservato pungenti stoccate verso il malcostume di illustri figure del calibro di Massimo Moratti. Ancora increduli? Ecco a voi…

“É malata quella giustizia sportiva in cui Maurizio Zamparini deve pagare oggi con sei mesi di squalifica una storia di plusvalenze fittizie (che tra l’altro lo coinvolge solo indirettemente) datata 2002, addirittura otto anni fa. Una storia di reciprocità sull’asse Palermo-Roma dove la Roma non risulta più coinvolta solo perché il restyling dei suoi bilanci è nel frattempo passato attraverso lo spalmadebiti. Se c’erano plusvalenze fittizie, un presunto reato sul quale la giustizia ordinaria ha speso fior di indagini (e di risorse) salvo poi finire con l’assolvere tutti, e sul quale anche il Procuratore federale Palazzi farebbe bene a smettere di impiegare (e perdere) il suo tempo, il buonsenso dice che non doveva pagare nessuno o avrebbero dovuto pagare qualcosa tutti, e non chi sì e chi no. È malata quella giustizia sportiva che manda a processo Moratti e Preziosi un anno dopo il consumarsi di un reato (lo squalificato Preziosi che tratta la cessione di Milito e Thiago Motta) che, tempo d’una verifica presso giornali e televisioni del 21 maggio 2009 quando diedero risalto alle ingenue dichiarazioni del patron del Genoa, non poteva richiedere più di giorni sette di indagini. E non deve essere tanto sana quella Federazione che mercoledì 9 giugno deve fare i conti con la «fuga di notizia» di questo deferimento che in realtà è stato disposto nove giorni prima, il 31 maggio: generando così il sospetto, più che giustificato ripensando a certe intercettazioni rimaste chiuse nei cassetti per almeno tre anni, che quanto a deferimenti da rendere più o meno pubblici esistano figli e figliastri. E sempre per restare sul tema non è nemmeno bello scoprire che Zamparini prima (2003) e Preziosi poi (2010) hanno conciliato con la Federazione vedendosi ridotte le loro rispettive squalifiche extralarge senza che alla cosa fosse data la dovuta pubblicità. Non è malato, ma non fa bene alla salute di tutti, un certo modo che taluni hanno di porsi di fronte all’opinione pubblica: Narducci, il pubblico ministero di Calciopoli, Auricchio, il tenente colonnello che ne guidò le indagini, e Moratti, il presidente dell’Inter, potevano risparmiarsi la comparsata a braccetto dell’altra settimana presso la Provincia di Roma, sia pure con la nobile finalità della presentazione d’un libro che ruota intorno ai misfatti politici dell’Argentina mondiale del ’78. Non è malato ma farebbe bene a guardarsi dai colpi di calore il presidente del Coni Petrucci che, tutto preso da una difesa d’ufficio di Abete un po’ sospetta, dice la sua sul Mondiale: «Non credo che Brasile, Inghilterra e Spagna siano più forti di noi»”.

Redazione J1897News
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