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Predefinito Quando ero piccolo.... - 10-06-2007, 04:06 AM

Quando ero piccolo....


L’ultimo articolo di Ado mi ha fatto riflettere. Scrivo queste righe perchè molte volte sono stato "accusato" di essere uno che propone schede corpose, allenamenti lunghissimi, massacranti. O di essere uno che fa il powerlifting e perciò propone cose da powerlifting. Credo che molto di tutto questo sia un misunderstunding come dicono gli anglosassoni. Una incomprensione di fondo. Perciò, vi devo un po’ raccontare chi sono sperando, al termine di tutto questo, di essermi riuscito a spiegare.

Ho iniziato a frequentare le piste di Atletica abbastanza tardi: avevo 15 anni quando i miei genitori mi portarono a forza al Campo Scuola di Arezzo. Se non ci fossero stati loro sarei diventato un nerd appiccicato al computer, un malato di internet, un fissato dei videogiochi. Già allora con il mio Apple II scambiavo e copiavo i primi giochini, e già ero un fissato. Posso dire con orgoglio di aver giocato al primo Flight Simulator, di aver usato il primo Excel della Storia (si chiamava VisiCalc), di aver scritto uno dei primi virus in Italia (mai diffuso, ovviamente)… ah, ma che stavamo dicendo?

Bene, i miei genitori hanno creato un nerd con 140Kg di panca…

Devo dire che correre mi piacque subito. L’idea di potersi confrontare con se stessi è stata una mia fissa fin da piccolo. Ok l’ambiente, le persone, gli amici, ma era l’allenamento inteso come sfida che mi piaceva.

Devo anche dire che ero veramente un "secco": un ragazzino bianco e secco, con gli occhiali. Peccato che non ho le foto… Ero però "veloce", da 9"1 sugli 80 metri. Cioè… niente di chè, però decente. Dico tutto questo perchè non voglio che pensiate che ero chissà quale talento genetico. A vedermi ero uno secco e basta. Incapace di giocare al pallone, incapace di qualunque forma di coordinazione motoria con la palla. Tutto meno che un talento genetico.

Comunque, alla fine 10"4 l’ho fatto, perciò delle doti sepolte da quanche parte c’erano di sicuro. Dai 16 ai 22 anni mi sono allenato dalle 4 alle 5 volte a settimana, dalle 2 ore alle 4 ore: i miei tornavano alle 2 di pomeriggio, ingurgitavo in fretta la roba da mangiare, alle 14.30 ero fuori, alle 14.45 ero al campo. Poi allenamento fino alle 18.30-19, poi doccia, poi a casa alle 20. Devo dire che i miei mi hanno visto proprio poco in quegli anni…

La cosa incredibile è che andavo anche bene a scuola. Anzi, gli altri non capivano come facessi. Perchè quando loro uscivano per il Corso io ero al Campo Scuola, quando andavano al cinema ero al Campo Scuola… ma quando studiavano per il compito del Sabato io ero al Campo Scuola, quando pagavano le ripetizioni io ero al Campo Scuola. Ero anche uno che faceva casino eh… non pensiate che ero un secchione. Con i mezzi multimediali dell’epoca registravamo i professori su musicassetta (si chiamava così…), il casino che c’era in classe, poi in gita si sparava la cassetta nel pullman a tutto volume, con ovvio sequestro e provvedimenti disciplinari. Devo dire che alcune clip che ho visto su youtube di ragazzi che devastano la classe mi hanno ricordato certe cosette che facevamo noi…

Un allenamento tipo era questo:

Lunedì: prove fino ai 100 metri. D’inverno ci schiantavamo cose come 3×10x60 metri, con recuperi che crescevano da girarsi e ripartire fino a 1′, d’estate questa roba diventava velocità pura, 2×3x60, 2×2x80, 2×100 o simili.

D’inverno l’allenamento era da cardiopalmo, massacrante, devastante. Direi una specie di Guerrilla Cardio, quella che di cui tutti parlano ma nessuno poi fa… bene: per noi era un appuntamento normale

Martedì: prove sui 200 o 300 metri. D’inverno cose tipo 6×300 o 8×250, d’estate questo allenamento si trasformava in 300-250-250-200 a tutta paletta, con 30′ di recupero. Qui l’acido lattico sgorgava a fiumi e inondava la pista. Dopo l’arrivo, storditi e semiparalizzati, andavamo al punto di partenza, magari c’era la nebbia e ci portavamo le pile per far capire che eravamo partiti.

Venerdì: prove sui 150 metri. 6-8×150 metri, d’estate i recuperi erano più ampi. Tosti, un bell’allenamento, sempre piaciuto. Un po’ come un 8×2 di panca.

Sabato: salite, d’estate un’altra seduta di velocità. L’allenatore ci portava a 10Km da arezzo, dove c’era una salita "giusta". Poi cose tipo 100-150-100-150-100-150-100. Allenamento pericoloso, a rischio vomito. Tante volte mi sono messo sul ciglio della strada a rigettare con le macchine che sfrecciavano, regolarmente mandate affanculo perchè in quei momenti non ragioni proprio. Poi venivamo scaricati a 5Km dal campo e tornavamo di corsa

Prima di ogni seduta, balzi, andature, esercizi con gli ostacoli, pesi (di cui parlerò dopo), partenze dai blocchi.

Dopo ogni seduta, pesi per divertirsi. Regolarmente, gare, garette, sfide. Più trazioni, più ripetizioni, più peso, più qualcosa. Quando ci pigliava la fissa di qualcosa, quel qualcosa veniva ossessivamente ripetuto alla morte, prese di culo a chi non riusciva, classifiche e graduatorie. Mentre esisteva il concetto di scarico per la pista, i pesi erano considerati un divertimento, un di più, perciò… che scarico d’egitto… se uno era stanco, la piantava lì.

Quando avevo 19 anni si allenavano con noi Lorenzo e Leonardo, 14 e 15 anni, due 400 metristi da 55 secondi. Buonino ma niente di chè. Lorenzo quell’anno fece 70Kg di panca, Leonardo 85Kg. Entrambi riuscivano a fare più di 20 trazioni alla sbarra. Quando smettemmo di fare atletica ma continuammo a fare i pesi, io feci 240Kg di stacco, ci misi 8 mesi. Leonardo (aveva 18 anni) semplicemente non ripetendo i miei errori, schiodò 215Kg.

Ah… quando smettemmo di fare atletica, i nostri pesi decollarono. Lorenzo ad un peso corporeo di 55Kg fece 115Kg di panca (lo so, non ci crede nessuno, ma non esistevano le telecamere… e comunque dopo a 57Kg fece 120Kg), Leonardo a 75Kg fece 120Kg, io gli davo solo 5Kg.

Con noi si allenava Gianni, un 800 metrista da 1′52". Un’estate iniziò a fare i pesi. Non riusciva a fare una flessione… dopo 4 mesi (cioè a fine estate) riuscì a fare 3×100Kg.

C’erano altri ragazzi che si allenavano con noi. Tutti riuscivano a fare 80Kg di panca e 7-8 trazioni alla sbarra, anche il più paralitico.

Quando andammo nella nostra prima palestra commerciale, rimanemmo sbalorditi: sembravamo degli alieni. Il livello era infimo. Ok, c’era gente forte, ma la massa delle persone era tutta presa a fare cumuli di cazzate. Spinte, spintine ai cavi, panca con movimenti parziali, manubri lanciati. Tutti attenti a non fare casino, a non eccedere per paura di non farcela, a chiedere sussurrando aiuto nel caso non ce la facessero… quando ci allenavamo noi c’era una confusione assurda: incazzature quando si rimaneva sotto il bilanciere, carichi sempre al limite, occhi fuori dalle orbite al rack dello squat, prese di culo allucinanti.

Già allora c’erano le proteine e gli integratori di carboidrati (i mega-mass) e c’era chi non faceva altro che chiacchierare di questa roba. Regolarmente, gente a cui davamo pappa e cena su tutto ah ah ah

Mediamente, eravamo tutti meglio del livello alto della palestra e la nostra forma di esecuzione degli esercizi era sicuramente migliore.

Quando facevamo lo stacco da terra eravamo guardati come degli alieni. Pronostici di schiene demolite, ossa triturate. Poi c’erano quelli che dicevamo che eravamo dopati. Poi c’erano quelli che erano invidiosi perchè facevamo casino e quando sbagliavamo e toppavamo un’alzata ce ne strasbattevamo e andavamo avanti. Poi c’erano quelli che volevano provare ma che non riuscivamo a starci dietro…

Ho constatato questo in qualunque palestra sono andato, sia con i miei amici, sia da solo.

In pratica, siamo sempre stati migliori degli altri. Presunzione? Sicuro.

Quando iniziai a lavorare, per anni mi sono allenato da solo, addirittura non abitavo nemmeno più ad Arezzo, ma in un paesino di 500 persone, coprifuoco alle 8 di sera, tagliato fuori dal mondo. Nel mio casottino ero considerato una specie di pazzo dalle persone della strada (età media 75 anni…).

Nel 2004 ho conosciuto i forum di bodybuilding. E’ stato allora che ho capito quanto poco conoscessi del mondo che mi piace, ma al contempo ho capito che i miei risultati erano buoni e superiori alla media. Devo dire che anche come aspetto, confrontato con le foto che vengono postate, sembro uno "che fa i pesi". Chiaro, sono una segaccia qualunque e ci sono fisici spaziali. Ma… non sono l’ultimo. Anche qui, presuntuoso, vero?

Attraverso i forum ho capito quanti errori abbia fatto in tutti questi anni ma anche ho capito che certe intuizioni, certe idee abbozzate, embrionali, certe follie che non avrei mai osato razionalizzare sono state invece studiate e analizzate. La mia conoscenza si è ampliata, gli errori compresi e inquadrati in una teoria generale.

Notate che non ho nominato il powerlifting, amore a prima vista, che però non c’entra una mazza.

La conoscenza permette di razionalizzare l’istinto, di focalizzare le intuizioni, di stabilire legami causali fra elementi apparentemente sconnessi, di non perdere idee che andrebbero perdute. In questo sono sicuramente migliore del Paolino di qualche anno fa. E non posso che ringraziare ancora una volta tutti quelli con cui ho avuto il piacere di dialogare e che mi hanno permesso di aprire la mia mente.

A questo punto: perchè il nostro barbaro allenamento funzionava più di quello degli altri palestrari incontrati negli anni? Perchè c’erano dentro, in maniera abbozzata, embrionale, empirica e assolutamente istintiva, delle idee potenti.

Venendo dall’atletica, per noi era normale avere un diario di allenamento. Io usavo un diario di Dylan Dog, Leonardo dei fogliacci, Lorenzo e Gianni nulla perchè non avevano voglia ma scrivevo io quello che facevano e loro bastardi però lo leggevano… Un diario è indispensabile per capire quello che accade. Poche seghe: inutile fare gli scienziati a pianificare il futuro se non ci si ricorda il passato.

Venendo dall’atletica, per noi era normale il concetto di "ciclo di allenamento". Non sapevamo una mazza di microcicli, mesocicli, macrocicli, di periodizzazione, di cose del genere, ma sapevamo che per arrivare ad un risultato c’era una fase di accumulo e una di trasformazione. Non sapevamo perchè, ma ci sembrava ovvio e basta.

In questo modo le nostre schede prevedevano X settimane per arrivare ad un test massimale, passando da 8, poi 8, poi 6, poi 3 ripetizioni o simili. Una progressione che si esauriva in qualche settimana.

L’allenamento era brutale e lo schema sempre uguale: che so… 4 serie di 10 ripetizioni con un certo peso, poi 2 serie da 10 con peso a scalare, tutto tirato alla morte. Tutte quelle pippe di adesso su cedimento si, no, buffer, fatica cumulativa, erano assolutamente sconosciute. Un 4×10 di squat con 3′ di recupero per gente che veniva dai 100-400 metri prevedeva che ogni serie fosse molto tirata, per arrivare alla 4° del tutto alla morte, con un rest-pause in piedi anche se non sapevamo cosa fosse il rest-pause. Poi 2 serie a scalare devastanti.

Dopo, che so… 2 settimane di 4×10 si passava al 4×8 + 2×8, poi 4×6, 4×3. Chiaramente, funzionava. Ma altrettanto chiaramente, arrivati al 4×3 con 5′ di recupero (e questo sì che era a cedimento totale) si faceva un bel botto perchè il volume diminuiva così drasticamente ed era tutto così tirato che in poco tempo ci si bruciava, si stallava, ci si rompeva i coglioni. Non abbiamo mai capito perchè si faceva il botto, ad esempio. L’ho capito oltre 15 anni dopo…

La panca diventava stressante, dai coglioni la panca, giù di lento dietro. Lo squat diventava insopportabile, fuori dalle palle lo squat, giù di stacco. Effettuavamo istintivamente la rotazione degli esercizi, uno dei cardini per evitare lo stallo. Poi ci rompevamo nello stacco, di nuovo squat.

Lo scarico era assente, ma del resto avevamo 20 anni, studiavamo, quando eravamo stanchi facevamo un allenamento di scazzo, dormivamo di più, che scarico e scarico…

Chiaro che c’erano un sacco di errori che ci frenavano, non curavamo l’alimentazione, non sapevamo nulla. Semplicemente, entravamo in palestra con un programma, un’idea, e ci massacravamo. Il causa-effetto era presto fatto: dico di fare una cosa, la faccio, il programma funziona. Non la faccio, il programma non funziona. Questa semplicità implica una notevole complessità nel pensare-registrare-confrontare.

Questa semplicità derivata da un’impostazione "sportiva" senza basi di conoscenza era assente nelle palestre che frequentavamo, e noi ci stupivamo di come la gente entrasse in palestra e andasse a caso o facesse sempre le stesse cose. Posso dire che questi barbari metodi antidiluviani sono ancora assenti nelle nostre palestre.

Nella sua semplicità estrema, con tutti gli errori del mondo e le incomprensioni così grossolane da fare tenerezza, questo sistema era coerente: a fronte di una dichiarazione c’era modo di decidere se si stava facendo bene oppure male. Questa coerenza assicurava robustezza.

Come risultati, la forza cresceva, la massa era "sporca" ma c’era. Chiaro, nessuno era svenato, ma gli addominali si vedevano bene, le forme c’erano seppure non enormi.

Il limite era dato dal fatto che eravamo arrivati all’estremizzazione di tutte le nostre conoscenze limitate, perciò alla fine non ci muovevamo di lì. Senza fasi pianificate, senza tapering, senza scarico programmato, senza una conoscenza del concetto di buffer, di dinamismo, di esercizi complementari, di sticking points o cose simili, alla fine non comprendevamo perchè certe volte si toppava di brutto. Però così facendo i risultati erano enormemente superiori allo standard. Poi ognuno di noi ha iniziato a lavorare, perciò altre variabili sono entrate nel gioco.

Bene. Questo è il mio background. Uno che ha sempre pestato parecchio in quella che è la sua passione da sempre. Uno che nel dubbio fra "fare" e "non fare" ha sempre scelto di "fare". Ma un "fare" di derivazione sportiva, agonistica. Uno che ha anche ottenuto.

Comprendete che per me mi risulta perciò ben difficile comprendere certe scelte, certe motivazioni…

[politically correct mode off]

Io mi sono allenato con profitto 2 volte a settimana per qualche annetto, ma semplicemente perchè ero costretto a fare così. Se posso, mi alleno 3 volte, se posso, 4 volte, se posso, 5 volte. Perchè mi piace, perchè è il mio tempo libero. Poi mi trovo intorno persone che dicono che 2 volte è meglio di 3, che così si ha più tempo fuori dalla palestra, non si è fissati, che si possono fare altre cose… sembra che qui tutti abbiano 3000 interessi al mondo. Ma fare i pesi è il mio tempo libero! Non capisco proprio.

Non concepisco quelli che sono terrorizzati dal superallenamento. Questi signori non sanno di cosa parlano. Io l’ho provato, il superallenamento, quello vero, quello con tutti i sintomi, quello con le analisi sballate. Ci vollero 4 mesi per arrivare a quel livello, 6 mesi per uscirne. Posso assicurare che nemmeno nel più totale dei miei massacri sotto i pesi sono riuscito lontanamente a ridurmi come quella volta. E se non ci sono riuscito io, ben difficilmente ci è riuscito un altro con i pesi. Viceversa, chi fa ciclismo ha buona possibilità di raggiungermi e di passarmi…

Mi mandano letteralmente in bestia i fissati della forma di esecuzione, i pavidi che hanno paura di infortunarsi… Chiaro, nessun pazzo si allena con tecnica scarsa, però, perDio… e osate un pochinino! Una buona tecnica, funzionale e sicura, poi picchiare duro! Ci sono quelli che non si infortunano mai, non si fanno mai male, ma… cosa è un "infortunio"? Semplice. un infortunio è un impedimento all’allenamento. Viene perchè quando si tira la macchina al limite qualcosa può andare storto. Viene… e basta. Io mi sono infortunato decine di volte. Strappi, stiramenti, contratture, tendiniti. Fanno parte del gioco. Non ho mai avuto però niente di invalidante per la vita di tutti i giorni. Perchè questi "infortuni" sono banalità rispetto a, che so, un’ernia inguinale o vertebrale. E quelle vengono a chi è sedentario, guarda un po’… mentre i menischi fratturati, i crociati devastati vengono ai giocatori di calcetto. L’"infortunio" dei pesi è qualcosa che limita l’allenamento, ma si guarisce, semplicemente non ci si può allenare. E’ una disgrazia, ma in una ottica allargata, non è niente. Eppure c’è chi è terrorizzato dagli infortuni, li pronostica agli altri. Mah…

Non sopporto quelli-che-non-recuperano, quelli che se fanno 2 serie in più muoiono sul posto, quelli che teorizzano quale capo del deltoide è più stimolato da quale esercizio… per me sono cose inconcepibili. E’ meglio questo o quello per il capo mediano? E fateli tutti e due, no? Siete lì, avete perso del tempo, fateli!

Non sopporto quelli che trovano delle scuse, quelli del limite genetico, quelli del "sono un BB il peso è un mezzo non un fine", quelli del "quello è un fissato" o "quello è un dopato". Tutta questa gente è composta da coloro che non osano, non spingono, non premono, da quelli che non hanno rabbia, non bruciano per ottenere risultati, non entrano in palestra per sparare i pesi dentro il soffitto. No, sono la massa di coloro che trovano delle giustificazioni. Deve esserci un motivo per cui "quello lì" riesce a fare quello che fa, un trucco. Non li sopporto perchè regolarmente quelli che parlano sono peggio di me. Però io regolarmente sbaglio, devo sbagliare.

Infine, mi fanno veramente rabbia, ma tanta rabbia, quelli che potrebbero avvantaggiarsi di tutti i mezzi che noi non avevamo, di internet, delle telecamere digitali, di youtube… e non lo fanno. Mi fanno rabbia i pigri, quelli che non vogliono usare il cervello. Mi fanno rabbia perchè non sanno quanto sono fortunati a vivere adesso, quante possibilità in più di me e dei miei amici hanno.

Vi posso assicurare che se invece di nascere nel 1968 fossi nato nel 1985, a 24 anni avrei fatto ben più di 240Kg di stacco con allenamento casuale, ben di più!

[politically correct mode on]

Ci siete? Fiuuuuuuuuuuu . Bene, sapete con chi avete a che fare ah ah ah ah
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Vecchio
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Rico Rico Non in Linea
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Paolo sei un grosso! I tuoi discorsi aizzano le folle, risvegli la rabbia e la determinazione!! ... ho voglia di uscire per strada e ribaltare una macchina a mani nude...
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FineCUT FineCUT Non in Linea
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Ma dov'è finito Ironpaolo?!?!?!?!?
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ventoblu ventoblu Non in Linea
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Rico
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Paolo sei un grosso! I tuoi discorsi aizzano le folle, risvegli la rabbia e la determinazione!! ... ho voglia di uscire per strada e ribaltare una macchina a mani nude...

fortuna che la mia è in garage
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