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Integrazione L'azione fisiologica, i protocolli d'assunzione, le materie prime ed i prodotti in commercio. Discutiamone senza censure e veti commerciali

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manakei manakei Non in Linea
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Predefinito Antiossidanti - 20-02-2009, 01:02 PM

Antiossidanti


Apro questo tread per postare uno studio sugli antiossidanti, piuttosto semplice ma ben fatto e serio. Non è vangelo come gli stessi autori affermano in quanto i risultati delle ricerche sugli antiossidanti non hanno standard di valutazione definitivi però ci sono nozioni interessanti.


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Predefinito 20-02-2009, 03:55 PM


leggere questi studi (in italiano) è veramente piacevole.

La prima volta mi è piaciuto, me lo son stampato e riletto l'ho apprezzato anche di più

togo manakei, quando ti capita questa roba fra le mani posta posta
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manakei manakei Non in Linea
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Predefinito 20-02-2009, 04:24 PM


E' raro questo modo semplice e chiaro ma cmq esauriente di divulgare in ambito scientifico...quando mi ricapiteranno articoli così non mancherò!
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manakei manakei Non in Linea
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Gli organismi aerobi hanno sviluppato difese antiossidanti per proteggersi dagli effetti tossici dei livelli correnti di ossigeno atmosferico (circa 21%), pertanto subiscono effetti dannosi se esposti a concentrazioni superiori. Nel tentativo di proteggersi contro il danno ossidativo tali organismi, compresi gli esseri umani, utilizzano una serie di sistemi di difesa antiossidanti, dislocati in modo strategico, nei vari distretti cellulari. All'interno della cellula sono localizzati gli specifici enzimi, che interagiscono con le specie reattive dell'ossigeno: la superossido dismutasi, presente nel citosol e nei mitocondri, la catalasi localizzata nei perossisomi e la glutatione perossidasi. La maggior parte della stabilità e protezione delle membrane deriva dall'azione degli antiossidanti di membrana rappresentati prevalentemente dall'a-tocoferolo, dal b-carotene e dal coenzima Q.


La protezione antiossidante extracellulare si è evoluta principalmente per mantenere il ferro e il rame in forme non reattive o scarsamente reattive; esempi ne sono la transferrina e la lattoferrina. Nel plasma sono inoltre presenti proteine, quali le aptoglobine e l'emopessina, che legano rispettivamente l'emoglobina e il ferro dell'eme e diminuiscono la loro abilità ad accelerare la perossidazione lipidica. Altri importanti antiossidanti plasmatici sono: vitamina E (miscela di a-tocoferolo racemico), acido urico, bilirubina, acido ascorbico e l’acido lipoico in virtù dei suoi gruppi tiolici .

I meccanismi di difesa operano a diversi livelli, prevenendo la formazione di radicali, intercettandoli una volta formati, riparando il danno ossidativo una volta prodotto, aumentando l'eliminazione di molecole danneggiate, non riparando molecole eccessivamente danneggiate per minimizzare le mutazioni. La prima linea di difesa contro le ROS è ovviamente la protezione contro la loro formazione, cioè la prevenzione. In questo ambito, la chelazione degli ioni metallici, in particolare ferro e rame, è un importante meccanismo di difesa per prevenire o comunque rallentare l'iniziazione delle reazioni radicaliche a catena. Le proteine leganti metalli presenti nel plasma, quali ferritina, transferrina ed altre, sono quindi di importanza fondamentale in questa strategia, che rappresenta il mezzo principale per controllare la perossidazione lipidica e la frammentazione del DNA. Tra i meccanismi di prevenzione bisogna inoltre ricordare la presenza, in alcune cellule, di sistemi di protezione contro le radiazioni incidenti (es. melanina per le radiazioni UV) e la struttura di alcuni enzimi che pur generando specie radicaliche sono costruiti in modo da evitarne il rilascio. La seconda linea di difesa è l'intercettazione, questo è il campo di azione degli antiossidanti in senso stretto. Il meccanismo di base consiste nell'intercettare, una volta formate, le specie in grado di provocare danni, bloccando la loro attività. Per i composti radicalici, la disattivazione consiste nella formazione di prodotti finali non radicalici. Un secondo obiettivo è trasferire la funzione radicalica lontano dai siti bersaglio più sensibili, verso compartimenti nei quali un’alterazione ossidativa potrebbe essere meno dannosa. In generale ciò significa trasferire le sostanze ossidanti dalle fasi idrofobiche alle fasi acquose (ad es. dalla membrana al citosol o dalle lipoproteine alla fase acquosa del plasma). Gli antiossidanti più efficienti combinano entrambe le proprietà: dapprima reagiscono con i radicali liberi e poi sono capaci di interagire con composti solubili in acqua per rigenerarsi. Un prerequisito, per un’efficiente intercettazione, risiede nel tempo di vita dei radicali, ad es. il radicale idrossile, a vita estremamente breve, non può essere intercettato con efficienza ragionevole. Alcuni antiossidanti vengono sintetizzati direttamente dal nostro organismo, si tratta di sostanze di natura enzimatica e di specie a basso peso molecolare, esempi sono: superossido dismutasi, catalasi, glutatione perossidasi, antiossidanti tiolici specifici, urati, glutatione e ubichinolo (coenzima Q ridotto). Altri vengono assunti con la dieta, come ad esempio tocoferoli, carotenoidi e ascorbato. Infine alcuni composti, anziché presentare un'azione antiossidante diretta, agiscono regolando le difese antiossidanti endogene e/o inibendo la generazione di ROS e RNS. Dato che i processi di prevenzione e di intercettazione non sono completamente efficaci, la protezione dagli effetti degli ossidanti si ha anche mediante riparazione del danno, una volta che si è verificato. I sistemi di riparazione possono essere sia diretti che indiretti. La riparazione diretta è stata dimostrata per poche classi di molecole ossidate, come nel caso della rottura di ponti disolfuro ad opera della disolfuro reduttasi o della rigenerazione della metionina ad opera della metionina solfossido reduttasi. Nel caso della riparazione indiretta, si ha dapprima il riconoscimento e la rimozione o degradazione della molecola danneggiata e successivamente la sua sostituzione. Ci sono sistemi di enzimi multipli coinvolti nella riparazione del DNA, lipidi e proteine. La riparazione del danno sul DNA, causato da ROS e RNS, è particolarmente importante, poiché l'attacco costante da parte di queste specie al genoma nel corso dell'intera vita umana, può contribuire allo sviluppo di tumori spontanei correlati all'età e anche ai processi di invecchiamento.

Antiossidanti della dieta
Come detto in precedenza, una parte dei sistemi di difesa nei confronti dei processi ossidativi proviene dalla dieta. Il ruolo fisiologico di alcuni di questi è sufficientemente stabilito (es. vit. E, ascorbato), mentre il ruolo di altri è ancora incerto. Oltre alle sostanze antiossidanti, che sono anche nutrienti essenziali (es. vitamine), con la dieta vengono assunti numerosi altri composti ad azione antiossidante, spesso in concentrazioni superiori ai precedenti, ma prive di funzioni nutritive riconosciute.

Vitamine
Le principali vitamine antiossidanti sono: la vitamina C, la vitamina E e, pur non essendo una vitamina in senso stretto, il b-carotene. Queste sostanze intervengono in reazioni a catena e in processi correlati. Ciò fa supporre che ciascun singolo antiossidante possa essere meno efficace da solo che in combinazione con agenti complementari. La vitamina C è un composto idrosolubile, che presenta un gran numero di attività biologiche ben definite, ad esempio funge da cosubstrato nella biosintesi di procollagene, catecolamine e carnitina, come cofattore per alcune idrossilasi, interviene nell'attività dei sistemi microsomiali epatici ecc.. La maggior parte della vitamina C nelle diete occidentali proviene da alimenti di origine vegetale, principalmente agrumi, vegetali a foglia verde, pomodori, peperoni e patate. L'acido ascorbico è considerato il più importante antiossidante nei fluidi cellulari. E’ in grado di funzionare da scavenger di numerose ROS in fase acquosa, quali superossido, perossido di idrogeno, radicali idrossilici e perossidici, ossigeno singoletto e rappresenta la prima linea di difesa antiossidante nel plasma umano nei confronti dello stress ossidativo. Studi in vitro hanno evidenziato che l'ascorbato, bloccando i radicali liberi in fase acquosa, prima che inizino la perossidazione lipidica, può proteggere le biomembrane dal danno; tale azione protettiva sembra esercitarsi anche nei confronti delle LDL. L’ascorbato protegge le membrane e le LDL dalle modificazioni ossidative probabilmente anche rigenerando la forma ridotta dell'a-tocoferolo, sebbene tale attività sinergica non sia stata completamente dimostrata nei sistemi biologici. Come effettivamente riscontrato nell'uomo in diverse condizioni di stress ossidativo, l’azione antiossidante dell’acido ascorbico si esaurisce con la sua trasformazione in acido deidroascorbico. L'ossidazione avviene attraverso la formazione di un radicale ascorbile intermedio a bassa reattività; la forma ossidata, a sua volta, è rapidamente riconvertita in quella ridotta dal glutatione ridotto, dal NADPH o da entrambi. In presenza di ioni di metalli di transizione (ferro e rame) l'ascorbato può divenire proossidante, agendo come agente riducente, generando così radicali superossido e idrossile e perossido di idrogeno. Normalmente, nei soggetti sani, gli ioni metallici sono ampiamente sequestrati in forme incapaci di catalizzare reazioni radicaliche, perciò è probabile che in vivo prevalgano le proprietà antiossidanti dell'ascorbato. Nelle patologie e nel danno tessutale, gli ioni dei metalli di transizione possono divenire più disponibili e quindi l'attività proossidante dell'ascorbato potrebbe divenire rilevante. La vitamina E consiste di 4 tocoferoli e di 4 tocotrienoli e la forma biologicamente e chimicamente più attiva è l'a-tocoferolo. Gli oli vegetali sono la sorgente primaria di vitamina E nelle diete di tipo occidentale. L’a-tocoferolo predomina nell'olio di oliva, di cartamo e di girasole. L’olio di mais e di soia contengono proporzionalmente grandi quantità di g-tocoferolo. Altre fonti alimentari di vitamina E sono la frutta, i vegetali, i cereali e le uova. In termini di attività antiossidante, i risultati di recenti studi condotti in vitro hanno mostrato che il g-tocoferolo ha meno del 30% dell'attività antiossidante dell'a-tocoferolo. L'a-tocoferolo è l'antiossidante liposolubile predominante in tessuti, plasma e LDL, anche nel caso di grave deficienza di vitamina E, ed è un importante scavenger di radicali liberi entro le membrane e le lipoproteine. Nelle cellule la maggior parte della vitamina E è situata nelle membrane in zone adiacenti agli acidi grassi insaturi che sono vulnerabili all'attacco dei radicali liberi. Essendo una molecola anfipatica è orientato con il gruppo del cromano, che è responsabile dell'attività antiossidante, verso la superficie del doppio strato lipidico mentre la catena laterale ha la funzione di mantenere la molecola immersa nella membrana. Probabilmente anche nelle LDL il gruppo dei cromano si dispone vicino alla superficie e la catena laterale al centro della particella. Si ritiene che l'a-tocoferolo agisca donando atomi di idrogeno e trasformandosi in radicale tocoferile, interrompendo in questo modo le reazioni a catena. E’ quindi particolarmente efficace nell'inibire la perossidazione lipidica nelle membrane, ma anche nel plasma, potendo perciò giocare un ruolo importante nel prevenire le modificazioni aterogeniche delle LDL. E’ stato suggerito che l'a-tocoferolo possa essere rigenerato, a partire dalla sua forma ossidata, in seguito alla sua reazione con l'acido ascorbico all'interfaccia acqua-lipide sulla superficie delle membrane e delle lipoproteine, ma rimane controverso se questo meccanismo sia operativo in vivo. Si ritiene che anche l'ubichinolo, situato entro le membrane o le lipoproteine, sia in grado di interagire con l'a-tocoferolo per rigenerare la sua forma antiossidante. Questo tipo di meccanismo può spiegare come piccole quantità di vitamina E siano in grado di bloccare l'ossidazione dei lipidi di membrana, poiché è presente solo una molecola di tocoferolo ogni 1000 molecole di acidi grassi polinsaturi. Oltre a questa azione è stata dimostrata anche un’azione antiossidante strutturale, mediata dalla catena idrocarburica, che determinerebbe una maggiore protezione delle membrane contro la perossidazione lipidica in seguito a diminuzione della fluidità di membrana. Questo effetto di irrigidimento della membrana è stato proposto anche per la vitamina D, per i flavonoidi ed in particolare gli isoflavonoidi. Tale meccanismo d'azione può apparire contraddittorio, in ogni modo questa sottile modulazione della fluidità di membrana sembra avere effetti benefici sui recettori di membrana e sull'attività enzimatica in forme patologiche quali il cancro.

Carotenoidi
I carotenoidi sono un gruppo di pigmenti chimicamente correlati, distribuiti ampiamente e abbondantemente in natura. Possono essere suddivisi in caroteni, costituiti solo da carbonio e idrogeno, e ossicarotenoidi che contengono anche ossigeno. Sono considerati micronutrienti giacché potenziali precursori della vitamina A; tra le altre attività biologiche, vanno ricordati i loro effetti come immunomodulatori e la loro influenza sul citocromo P-450 e sulla regolazione di proteine interessate alla trasmissione cellulare. La principale fonte di carotenoidi nella dieta di tipo occidentale è rappresentata da frutta e vegetali. Molti caroteni, in particolare il b-carotene e il licopene, come anche gli ossicarotenoidi, quali zeaxantina e luteina, esercitano funzioni antiossidanti nelle fasi lipidiche funzionando da scavenger di radicali liberi e come “quencher” di ossigeno singoletto .

La vitamina A, in loro confronto, è relativamente povera di attività antiossidante e, tra i vari carotenoidi, il licopene ha una capacità antiossidante superiore rispetto al b-carotene e alla luteina. L’azione di quencher dell'ossigeno singoletto dei carotenoidi avviene prevalentemente per via fisica. L’efficacia della via fisica è di gran lunga superiore a quella chimica e implica il trasferimento di energia di eccitazione dall'ossigeno singoletto al carotenoide; l'energia di eccitazione viene poi dissipata come energia termica per cui alla fine del processo il carotenoide rimane intatto e può agire di nuovo, in modo analogo ad un catalizzatore. La reazione del b-carotene con i radicali perossidici avviene in modo non convenzionale, mediante una reazione di addizione e non per donazione di atomi di idrogeno ed è stato suggerito che tale reazione avvenga in modo efficiente soltanto a basse tensioni (fisiologiche) di ossigeno. L'attività antiossidante del b-carotene può contribuire alla protezione delle membrane dalla perossidazione lipidica, mentre studi condotti in vitro per studiarne il ruolo protettivo nei riguardi dell'ossidazione delle LDL hanno dato risultati controversi. Allo stato attuale sembra che il b-carotene, e probabilmente altri carotenoidi, abbia un effetto inibitorio inferiore all'a-tocoferolo nei confronti dell'ossidazione delle LDL e funzionerebbe da antiossidante di riserva.

Metoxatina
La pirrolochinolina chinone (PQQ), anche conosciuta come metoxatina (FIGURA 5), è un composto fenolico idrosolubile contenuto in prodotti lattiero-caseari, agrumi, tuorlo d'uovo e bevande fermentate, in forma sia libera sia legata alle proteine.
La PQQ è risultata importante nella nutrizione animale, anche se il suo ruolo fisiologico non è ben chiaro. Diversi autori hanno suggerito che tale sostanza agisca sia come cofattore di enzimi o protegga i tessuti dallo stress ossidativo. Il suo meccanismo antiossidante non è noto, ma le caratteristiche chimiche e strutturali della molecola rendono possibile ipotizzare che sia in grado di chelare i metalli o di funzionare da scavenger di radicali liberi.

Acido linoleico coniugato
Acido linoleico coniugato (CLA) è un termine dato ad un gruppo di isomeri dell'acido linoleico (FIGURA 6), con doppi legami coniugati, che sono presenti come componenti minori di una varietà di prodotti alimentari, in particolare livelli elevati di CLA sono presenti nei lipidi alimentari derivati da ruminanti.

Il CLA è risultato un efficace antiossidante in vitro, anche se ulteriori ricerche sono necessarie per chiarire il meccanismo di azione e per determinare se questa attività gioca un ruolo nella sua capacità di inibire il cancro e l'arteriosclerosi.
Carnosina ed anserina
La carnosina (o-alanil-L-istidina) e l'anserina (o-alanil-L-1-metilistidina) (FIGURA 7) sono dipeptidi presenti nel muscolo scheletrico.

Questi composti sembrerebbero poter ridurre i tassi di ossidazione dei lipidi di membrana e la loro attività antiossidante è stata dimostrata in diverse strutture isolate quali liposomi, microsomi e reticolo sarco-plasmatico. E’ stato postulato che, il meccanismo antiossidante di tali molecole, sia legato alla capacità di chelare i metalli e/o di funzionare da scavenger di radicali liberi. La carnosina inoltre, sebbene non sia in grado di rigenerare il radicale tocoferile, sembra presentare in vivo una relazione inversa con l'a-tocoferolo. Essa è in grado di inibire l'ossidazione delle LDL rame-catalizzata, suggerendo un suo possibile ruolo nell'inibizione dell'arteriosclerosi, e presenta proprietà anticancerogene, anche se non è ancora chiaro il ruolo giocato dalle proprietà antiossidanti in questo effetto.

Curcumina ed eugenolo
Ancora la curcumina e l'eugenolo (FIGURA 8), riscontrati nelle spezie, riducono i livelli di lipoperossidi nel ratto, il carnosolo e l'acido carnosoico, costituenti di uno degli ingredienti attivi nell'estratto di rosmarino, sono antiossidanti di membrana a livello di microsomi e liposomi.


S-allilcisteina
Estratti di aglio vecchio inibiscono la perossidazione lipidica nelle membrane microsomiali del fegato di ratto e studi sui principali composti organosolforati dell'estratto dimostrano che la S-allilcisteina (FIGURA 9) è in grado di funzionare da scavenger di radicali liberi.


Polifenoli
I composti fenolici negli alimenti includono fenoli e acidi fenolici, derivati dell'acido idrossicinnamico come ad esempio l’acido caffeico, clorogenico e ferulico (FIGURA 10) e flavonoidi.


I flavonoidi sono una classe di sostanze naturali che hanno recentemente, in virtù delle scoperte inerenti il coinvolgimento delle specie radicaliche, destato particolare e rinnovato interesse. I bioflavonoidi (i flavonoidi dotati di azione biologica) sono ampiamente distribuiti nelle piante vascolari ed in modo particolare anche in un gran numero di piante edibili (frutta e verdura), tanto che la quantità giornaliera di queste sostanze introdotte con la normale dieta si stima possa essere compresa tra 200 mg e 1 grammo. Più di 4000 diversi tipi di flavonoidi (fenilcromoni) sono stati identificati nelle piante edibili finora analizzate per la composizione quali e quantitativa in bioflavonoidi. D’altra parte è stata esaminata solo una piccola parte dei vegetali che compongono la nostra dieta o che comunque sono presenti in natura. I bioflavonoidi più comuni sono dei polifenoli a basso peso molecolare con 15 atomi di carbonio; è facile trovarli in natura sotto forma esterificata come glicosidi, o acetili, oppure come eteri metilici. I principali gruppi strutturali dei flavonoidi naturali sono rappresentati in FIGURA 11; come si può osservare queste molecole sono costituite da un anello benzenico condensato con un ciclo piranico, a vari livelli di ossidazione e di sostituzione. Generalmente in posizione 2 è presente un gruppo fenilico, che può anche essere in posizione 3, in tal caso si parla di isoflavonoidi.




Ultima Modifica di manakei : 20-02-2009 05:14 PM.
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manakei manakei Non in Linea
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Principali gruppi strutturali dei flavonoidi naturali in ordine crescente per livello ossidativo dei tre atomi di carbonio centrali (flavani flavonoli).
Frequentemente in natura sono presenti dei gruppi idrossilici in posizione 3, 5, 7, 3', 4', 5'. La glicosilazione è invece prodotta da madre natura generalmente nelle posizioni 3 o 7; le unità zuccherine più diffuse sono l'L-ramnosio, il D-glucosio, il glucoramnosio, il galattosio e l'arabinosio. Spesso si trovano anche delle forme chimicamente condensate di flavonoidi, come ad esempio dimeri, oligomeri (da 3 a 7 unità flavonoidiche chimicamente legate) o polimeri veri e propri. I composti fenolici sono ubiquitari nelle piante e sono presenti virtualmente in ogni alimento di origine vegetale, compresi anche vino, birra, spezie e tè, spesso in notevoli concentrazioni. I flavonoidi ed altri composti fenolici possiedono attività biologiche multiple, compresi effetti vasodilatatori, antitumorali, antiinfiammatori, antibatterici, antiallergici, antivirali, estrogenici e di stimolazione del sistema immunitario. Diversi studi in vitro hanno dimostrato che i flavonoidi possono inibire e talvolta indurre una grande varietà di sistemi enzimatici nei mammiferi, molti dei quali sono coinvolti in importanti vie metaboliche. In particolare sono in grado di inibire l'attività degli enzimi proossidanti lipossigenasi e ciclossigenasi, la fosfolipasi A2 la glutatione reduttasi e la xantina ossidasi, le proteinchinasi, la succinossidasi e la NADH-ossidasi mitocondriali. Recentemente una maggiore attenzione è stata rivolta alle proprietà antiossidanti dei composti fenolici ed al loro possibile ruolo nella prevenzione dei tumori e delle malattie coronariche. La presenza di strutture ad anello coniugate e di gruppi ossidrilici consente ai composti fenolici di funzionare attivamente da scavenger e di stabilizzare i radicali liberi, in particolare i radicali perossidici e probabilmente il radicale superossido. Le proprietà redox dei polifenoli permettono loro di agire come agenti riducenti, donatori di idrogeno e quencher di ossigeno singoletto. Un'altra proprietà dei polifenoli è la loro capacità di chelare i metalli, che gioca un ruolo importante nella protezione contro il danno ossidativo. Si è visto inoltre che i flavonoidi sono in grado di conservare l’a-tocoferolo endogeno nelle LDL, è stato infatti ipotizzato che i polifenoli siano in grado di rigenerare l'a-tocoferolo attraverso la riduzione del radicale a-tocoferile .



E’ stato anche proposto che i flavonoidi ed in particolare le catechine (FIGURA 13), possano essere localizzate vicino alla superficie delle strutture fosfolipidiche di membrana, funzionando da scavenger dei radicali dell'ossigeno generati in fase acquosa, prevenendo il consumo di a-tocoferolo.


In contrasto con gli effetti benefici, alcuni flavonoidi sono risultati mutageni in vitro, probabilmente a causa di un’attività proossidante. Studi di laboratorio hanno evidenziato infatti, che i flavonoidi possono comportarsi sia da antiossidanti sia da proossidanti a seconda della concentrazione e della sorgente di radicali liberi e della disponibilità di metalli di transizione. Quest'ultimo dato è sorprendente alla luce del fatto che una delle proprietà dei polifenoli è quella di chelare i metalli. Accanto a questi composti, per i quali esiste una notevole quantità di informazioni, sempre nuove sostanze vengono annoverate nel gruppo degli antiossidanti naturali. Possiamo ricordare gli isoflavonoidi fitoestrogeni, isoflavonoidi che presentano alcune somiglianze strutturali con gli estrogeni e si riscontrano in prodotti a base di soia; tali composti proteggono le membrane microsomiali dalla perossidazione lipidica e probabilmente sono in grado di modulare le funzioni di membrana in modo similare ad alcuni farmaci noti e di influenzare il profilo delle lipoproteine. In letteratura sono riportati effetti inibitori sulla perossidazione lipidica e sulla ossidazione delle LDL. Studi in vitro hanno evidenziato che la capacità dei flavonoidi di accentuare la resistenza delle LDL all'ossidazione dipende, non solo dai potenziali di donazione dell'idrogeno, ma anche dai loro coefficienti di ripartizione e dall'accessibilità alla fase lipofila delle LDL. In FIGURA 14 sono riassunti i principali sistemi di difesa antiossidanti conosciuti e loro localizzazione biologica.



Dalla letteratura emerge che ogni antiossidante agisce sui sistemi in maniera diversa e con diversa efficacia; inoltre le caratteristiche idrofile o lipofile della molecola influenzano il loro distretto di azione. In altre parole la loro solubilità determina dove potranno lavorare e cosa saranno capaci di "proteggere". Tra le sottofamiglie dei bioflavonoidi quella che stà suscitando maggiore interesse è quella delle proantocianidine oligomeriche (OPC=Oligomeric ProanthoCyanidins). Le OPC costituiscono una famiglia di polifenoli naturali presenti in diversi frutti e piante, riscontrati in concentrazioni particolarmente elevate nei semi di uva rossa, nel tè verde e nella corteccia di pino marittimo. Le proantocianidine oligomeriche sono notevolmente solubili in acqua, al contrario di molti altri bioflavonoidi.
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Bibliografia dei due post precedenti

Giammarioli S., Filesi C., Sanzini E., “Danno ossidativo e antiossidanti della dieta”-La Rivista di Scienza dell’Alimentazione, anno 27 n°1, 1998

Rohdewald P., Catherine A. Rice-Evans and Lester Packer Review article: “Pycnogenol® is a potent antioxidant. It provides cytoprotection, produces immuno-modulation and strengthens blood vessels. In addition, Pycnogenol® improves circulation by inhibiting platelets aggregation and induces vaso-dilatation.”

In Flavonoids in Health and Disease, ed, Marcel Dekker Inc. NY 1998, Chapter 17, pages 405-419
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Slides didattiche per chi vuole approfondire:
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Bella roba!
Però stampo tutto, se no mi instupidisco a leggere al cpu!!!
Grazie mana
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direi che è un post da sticcare! grazie manekei
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.....ottimo grazie mille manakei....
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Evil Popy Evil Popy Non in Linea
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riuppo questo 3d perchè volevo prendere una busta di vinacciolo per integrare opc e flavonoidi, è un buon antiossidante ?
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Evil Popy Evil Popy Non in Linea
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Predefinito 12-10-2013, 02:17 PM


Polvere di acai (100% liofilizzato), estratto di mela (80% polifenoli, 10% acido clorogenico, 5% florizina), estratto di vino rosso francese (35% polifenoli, 5% resveratrolo, 75% OPC), estratto di ribes nero (25-30% antociani), mirtillo in polvere (100% liofilizzato), broccoletti (4000 ppm sulforafano), estratto di broccoli (6% glucosinolati), mirtillo rosso in polvere (100% liofilizzato), estratto di mangostana (30% polifenoli e 10% mangostina), estratto di melograno (40% punicalagini), estratto di Macqui Berry, lampone in polvere (100% liofilizzato), estratto di rosa canina (30% polifenoli).
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vi segnalo un frutto dalle forti proprietà antiossidanti grazie ai polifenoli: si chiama maqui, arriva dal Cile e aiuta a prevenire le malattie croniche, migliora la circolazione e l’aspetto della pelle. sto leggendo un po' di info in giro e mi sembra molto interessante, tra l'altro me lo hanno anche consigliato in farmacia
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Conosciuto come Aristotelia chilensis.
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ah ecco, non conoscevo il nome scientifico
comunque intendo procurarmelo, in farmacia vendono l'estratto, ho letto vari articoli interessanti a riguardo, tipo questo XXXXXXXXXXXXXXX

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