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Medicina e Farmacologia Medicina generale e farmacologia.
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All the Truth Member
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10-12-2012, 12:31 PM
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Però se tu parli con uno psichiatra serio, che dovrebbe conoscerlo, ti dovrebbe rispondere o in senso positivo circa il suo utilizzo, o argomentando sul perchè non potrebbe andare bene. Non "prendere sul serio" il paziente è sempre sbagliato; ci deve essere una alleanza terapeutica medico-paziente. |
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All the Truth Member
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Data registrazione: Aug 2009
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10-12-2012, 01:04 PM
Già, però per la mia esperienza non è quasi mai stato possibile instaurare questa alleanza , ma questo è un altro problema. Come dicevo credo che a gennaio tornerò anche dallo psichiatra e gli chiederò un parere anche su quello. |
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All the Truth Member
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Località: Taurano (av)
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10-12-2012, 02:29 PM
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Sono sempre stato un po’ emotivo ma non avevo mai avuto grossi problemi fino al 2001 quando iniziai a soffrire di anoressia per problemi sentimentali(avevo lasciato una persona che amavo ma visto che gli creavo problemi in famiglia feci finta di non amarla più e la lasciai, ma dentro soffrivo troppo e stavo accettando l’idea di morire perché per me la vita non aveva senso più,ma pur continuando a fare le mie normali attività mi stavo consumando fuori e gli sguardi delle persone(quella pietà che gli leggevo negli occhi mi dava molto fastidio)mi fece reagire ed in una notte di preghiera mi svegliai al mattino e riniziai a mangiare senza più problemi,ma un po’ d’ansia dopo i pasti c’è l’ho ancora,ero rinato e quindi in debito con il mondo,mi buttai nel sociale(riunioni,convegni oltre ad altre 15ore settimanali a fare d’autista ad una mia familiare per il figlio malato di nefrite,lasciata dal marito al momento del bisogno,senza mai chiedere niente in cambio),oltre ad allenamenti durissimi,usavo la notte per pensare a come risolvere i problemi del giorno dopo,ed ovviamente sono andato in tilt. Dormivo poche ore a notte ed avevo avuto dei momenti in cui ero stato preso da malesseri improvvisi,dolore al petto,soffocamento,calo delle forze fino a quasi svenire oltre a disturbi gastrointestinali,per circa un anno mi recavo dal medico per i singoli sintomi,quindi controllo del cuore, analisi del sangue,urine e feci, ecoaddome completo,quindi questa complessa sintomatologia non mi aiutò a capire cosa avessi non conoscevo cosa fossero gli attacchi di panico e quindi iniziai a non uscire più di casa perché avevo paura di stare male (cosa accadutami in aeroporto,centrocommerciale,autostrada,ascensore,R egioneCampania e in ultimo dal medico che capì che era stess,attacchi di panico ed agorafobia). Circa 2 Mesi-ELOPRAM +ALPRAZOLAM prima di andare a letto,l’umore era migliorato moltissimo avevo una smania e tanta voglia di fare(ero così irrequieto che imparai a fare il muratore il fabbro ed l’elettricista in quel periodo, facendo lavori in casa,aggiustai la cantina dove ora mi alleno,ma gli attacchi di panico erano accompagnati da disturbi gastrointestinali forti ed insonnia anche dopo aver preso l’alprazolam,cioè mi stendevo sul letto e restavo ad aspettare la mattina per mettermi a fare qualcosa,su consiglio del medico aspettai un mese,aggiungendo triazolam prima di andare a letto ma non cambiò niente,quindi umore ed energie al massimo ma insonnia e attacchi di panico non sparivano. Circa 16 mesi-ESCILATOPRAM+alprazolam prima di andare a letto,iniziai a dormire,ma gli effetti collaterali cambiavano con il tempo,nella prima fase disturbi gastrointestinali,attacchi di panico a raffica,punture di spillo su tutto il corpo e anche durante la notte,sognavo di essere punto da animali o infilzato da persone con oggetti appuntiti ed al risveglio questa sensazione non andava via,poi dopo qualche mese mi ero abituato a dormire 4 ore a notte e mi accontentavo,i disturbi gastrointestinali non erano andati via,gli attacchi di panico si erano focalizzati solo in presenza di eventi fobici(agorafobia,che ormai si era potenziata al massimo).mi sono accontentato di vivere così per qualche anno ormai ero convinto che per me non si potesse fare più niente. Circa 3 mesi-Decisi di smettere e provare altre strade ma dopo qualche mese ebbi nel cuore della notte un attacco di panico così forte che lo scambiai per un infarto non riuscivo più a respirare ed il dolore al petto era fortissimo,credevo che fosse finita per me ero contento perché ero convinto che quella sarebbe stata la mia ultima sofferenza non provai nemmeno a chiamare aiuto strinsi i denti ed aspettai,poi iniziarono degli spasmi allo stomaco corsa in bagno e tutto finì. Riandai dal medico che escluse infarti o malattie organiche mi convinsi che dovevo riprendere il tutto da capo . 10Giorni-escilatopram,questa volta la cose furono disastrose,non riuscivi più a dormire ,le punture di spillo erano più frequenti e forti gli attacchi di panico andavano e vanivano uno dietro l’altro accompagnate da disturbi gastrointestinali,non riuscivo più a mangiare,da ex anoressico avevo paura di ricascarci, così mi sforzavo di mangiare,dai cibi solidi passai ai liquidi(succhi di frutta e proteine in polvere),ma iniziai a vomitare tutto quello che mangiavo,provai un giorno a bere solo acqua ma vomitai pure quella. Smisi di prendere farmaci scalando gradualmente ormai avevo deciso”sono inguaribile non mi resta che farla finita,ma visto che non avevo soldi e non volevo pesare sui miei genitori,scaricai da internet un paio di manuali sul suicidio e iniziai a cercare tra le montagne del mio paese un cunicolo dove buttarmi dopo essermi imbottito di psicofarmaci in modo da poter coprire anche l’odore del mio corpo(sapevo che c’erano ,ma quelli che conoscevo erano larghi non più di 30cm ma profondi molte centinaia di metri,vivevo questo con serenità.Ma un giorno vennero a casa due persone mi dissero che nostro cugino aveva scelto di andarsene,arrivato a casa sua lungo il corridoio della sua camera c’erano le foto di una vita che raccoglievano immagini di momenti felici in cui c’ero anche io sorridente al suo fianco,la sofferenza dei genitori e degli amici e la mia per la sua perdita mi fecero riflettere sull’importanza della vita anche con le sue sofferenze e che non c’era vita che non fosse degna di essere vissuta,incredibilmente pensavo”perché l’hai fatto”. Ho scelto il training autogeno,la meditazione e l’autoterapia analitica grazie al buddismo.oggi non ho più attacchi di panico dormo abbastanza bene,la mia vita socio economica è peggiorata,ma se non fosse per l’agorafobia che mi limita ancora un po’,non mi lamenterei. Magari è come dici tu forse con una molecola diversa avrei avuto esperienze diverse e migliori,ma io di fare la cavia non me la sento più. |
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All the Truth Member
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10-12-2012, 02:46 PM
Scusa Indio...cosa intendi esattamente per autoterapìa analitica? e la pratica buddhista, continua tutt'ora? segui una tradizione in particolare? Grazie. |
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All the Truth Member
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Data registrazione: Jan 2011
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10-12-2012, 02:47 PM
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All the Truth Member
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Data registrazione: Jan 2011
Località: Taurano (av)
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10-12-2012, 03:13 PM
Quote:
come tradizione di base seguo quella theravada,ma c'è anche l'aspetto dell'addestramento della mente di tradizione Tibetana che seguo.ovviamente tutto materiale scaricato da internet. Avevo programmato qualche settimana a santacittarama,ma tra varie problematiche è saltato tutto. |
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All the Truth Member
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10-12-2012, 04:18 PM
Bè io anni fa, prima di approdare su questo forum ho vissuto quello che Indio ha avuto in un tempo molto più lungo. Era un estate, nei giorni precedenti notavo una tachicardia inconsulta (ma non avendo neppure mai provato "l'ansia" non riuscii a riconoscere i sintomi, anzi ricordo che ci scherzavo con delle mie amiche dicendo che era colpa della loro bellezza o bruttezza, non ricordo ), cmq ero da solo in casa in pomeriggio afoso mentre stavo accendendo uno zampirone sentii una fitta intensissima al cuore e caddi per terra in sala da pranzo come un salame. Mentre ero perterra mi ricordo che pensai solo ai miei che sarebbero corsi a casa dalle vacanze perchè da li in poi non risposto alle loro chiamate e mi avrebbero trovato freddo in quella posizione. Perfortuna era qualcosaltro . Chiamai un mio amico in preda all'agitazione e gli dissi di portarmi al prontosoccorso al volo che avevo avuto un "infarto". I medici si allarmarono davanti all ecg, non trovarono nulla ma dissero che non era normale, dissero di ripassare se mi fosse tornato. Nel dubbio mi prescrissero un bradicardizzante e dell'alprazolam. Da li un lungo periodo-terribile-dove non dormii, mangiavo poco, evacuavo quello che avevo mangiato (digestione azzerata), il peso sullo stomaco del cibo mi angosciava, tachicardia, tremori, vertigini, crisi di freddo, punte di spilli diffuse, incapacità a contenersi etc. Appena stavo male correvo al prontosoccorso. Lì, sentendomi più "protetto" l'attacco di panico svaniva. Non si arrivava a un dunque, il tmepo passava e io non vivevo. Uscire di casa era follia.Uscivo solo di fronte a uno-2 miei amici alla volta, assolutamente non in presenza di altri, rumori, situazioni non conosciute. Nel mentre fui pure ricoverato perchè a uno che a riposo ha il battito sui 50bpm, un bradicardizzante può creare qualche problemino. Non so quanto rischiai ma arrivai la con un battito inferiore ai 30bpm e mi sembrava di avere un landini monocilindrico nel petto. Iniziai ad aver sfiducia dei camici, era già una decina di volte che andavo al prontosoccorso, avevano guardato di tutto, meningiti, tac, problemi tiroidei, holter, etc. Poi una volta arrivai alla conclusione che, se qualcosa mi "prendeva" totalmente l'attenzione...io non sentivo più per quel periodo i miei problemi. Ci misi un po a capire che erano problemi d'ansia anche perchè era una branca che non mi aveva mai interessato e non ne sapevo granchè. Trovai conferma da un medico del ps, che cadde dal pero (speriamo anche in un burrone dopo ) e dopo qualche mese iniziai a valutare il da farsi. I medici ora che gli avevo detto cosa avevo erano tutti certi che dovevo farmi un annetto o due sotto ssri (paroxetina o sertralina) abbinata llo xanax. Logicamente pisciai tutto e iniziai a togliere una goccia al giorno tutti i giorni di xanax dal mio menu. Erano ormai 2o3 mesi che lo assumevo a dosaggi sempre più alti su consiglio dei vari eminenti del caso (non ho certezze in merito, la percezione del tempo-assieme a tante altre cose normali per una persona-grazie alla suddetta droga era pessima, mi è parso di fare un "badtrip" infinito) verso la fine feci un po fatica e iniziai a toglierne una ogni 2o3gg. Poi continuai per un periodo abbastanza prolungato a tenerlo in tasca, come se fosse la mia salvezza. Nello stesso periodo iniziai a frequentare degli psicologi, uno lo bruciai su due visite 1 perchè era un idiota, 2 perchè da buon imprenditore ma un po troppo cristallino, mi aveva fatto intuire che la sua fortuna era la mia non totale guarigione. Presi una psicologa dell'ospedale. 3 o 4 visite e ciao, poi fu tutto impegno personale, impegno a ributtarsi nella vita, controllo della respirazione, affrontare tutti gli evitamenti, non mollare mai e "pensiero positivo". Sono tornato come prima. Percorso lungo, ma non è nemmeno da dire che ne vale la pena. |
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10-12-2012, 06:30 PM
Le testimonianze di Liborio e di Indio alle quali unisco la mia, sono la conferma lampante della fondamentale inutilità degli psicofarmaci. Sebbene non abbia mai sofferto di problemi di ansia così gravi, diciamo che ho attraversato anche io le mie bufere, durante le quali sono stato iniziato su consiglio del medico di base, all'uso di queste porcherie, che ho preso senza naturalmente riscontrarne benefici apprezzabili, ancorchè per brevissimi periodi. Poichè la sola idea di dipendere da quella roba mi ripugnava, ho deciso di prendere in mano la situazione facendo un serio lavoro su me stesso, ed è ciò che alla fine mi ha portato risultati concreti. |
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10-12-2012, 06:44 PM
Ma probabilmente la loro utilità l'hanno anche, semplicemente sono più i casi in cui non andrebbero usati rispetto a quelli in cui andrebbero usati (cosa anche abbastanza ovvia) mentre mediamente pare che vengano dati (e aggiungerei anche richiesti) con un po' troppa facilità. Liborio e Indio hanno dimostrato nei loro racconti di essere in gamba perchè hanno scelto la via più faticosa ma che poi è anche l'unica che ti permette di uscire dai problemi. Troppo spesso invece il farmaco viene visto come la scorciatoia facile che però non porta da nessuna parte. |
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10-12-2012, 06:52 PM
Bè no, gran merito va a chi ti ha sostenuto quando davvero ne necessitavo. Poi io ero davanti al bivio: -continuiamo così(vita finita) -pedalare Non è che avessi una gran scelta (non concependo il suicidio come scelta di comodo, fino a che ci sarà qualcuno che ne rimarrebbe ferito) |
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All the Truth Member
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10-12-2012, 07:01 PM
Credo che davanti al quel bivio ci si trovino tutti quelli che hanno questo tipo di problemi, anche se poi magari non è letteralmente un suicidio è comunque una non vita. E poi non fare il modesto, su Rimango comunque dell'idea che i farmaci possano essere davvero utili per chi ha subito dei traumi pesanti (che ne so, ti muore un figlio) ma in tutti gli altri casi per venirne fuori bisogna fare come avete fatto te e Indio. |
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(#27)
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All the Truth Member
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10-12-2012, 08:43 PM
Ma come palliativo iniziale le bz io le vedo utili. Gli ssri sicuramente hanno un utilità anche loro. Il problema è il loro uso smodato e ingiustificabile. Il vero problema è che dovrebbero essere la spalla di una psicoterapia ben congegnata e di base. Nei casi in cui la psicot. non bastasse si potrebbe pensare d'affiancare uno psicofarmaco. Qua si fa peggio che il contrario secondo me. In italia siamo pieni di medici che screditano gli psicologi, psichiatri che scrivono solo delle ricette etc. Ho avuto diversi amici/conoscenti con attacchi di panico (da quando li ho avuti io, neanche fossi contagioso) e quelli che hanno deciso di affidarsi ai farmaci...ora, dopo svariati anni, si affidano ai farmaci. Quasi tutti hanno migliorato la situazione, fatto sta che fanno una vita che io non ho accettato a priori. Ora quando hanno un problema ( che logicamente e scontatamente si manifesta con ansia/panico) provate a dire quando lo risolvono? Subito dopo l'assunzione di bz, se ci riescono. Loro ne escono così, per insegnamento. Io ho imparato a uscirne veicolando i miei pensieri, controllando il respiro, rilassandomi. Loro con le gocce e li capisco bene, erano diventati la mia unica speranza di salvezza quando conoscevo solo quella possibilità. Peccato che ero un vegetale di merda. Fra le esperienze che mi hanno più segnato: uno dei miei migliori amici, per problemi di deprex si è affidato agli ssri, ormai saranno 6-7 anni che li assume. 160€ per 20 minuti dati "allo" psichiatra della mia città. Lui entra, gli viene chiesto come va, lui dice male e gli viene proposta una nuova cura o un farmaco da aggiungere. Io non ho mai conosciuto una persona con questi problemi psichiatrici di "lieve" (termine scorretto ma per distinguerli da quelli che si sentono napoleone) entità che sia stata curata con gli psicofarmaci. Hanno solo guadagnato una dipendenza fisica o mentale, o entrambe. In famiglia abbiamo avuto anche 2 e dico 2 effetti paradosso con la paroxetina, che se succedevano a me non c'era nessuno a fermarmi chissà cosa succedeva (perfortuna in casa sono il più grosso ) Anche a mia madre davanti all'incapacità di affrontare il lutto per sua madre le è stato messo in mano una bz. Dopo 2 gg che non si alzava dal letto se non per andare sul divano l'ho lanciata al vicino. A me hanno provato a darmi del lexotan a 16anni perchè non mi piaceva andare a scuola ed era il periodo "delle rivolte". Prima lo facevi e basta, andavi contro perchè è normale passare determinate tappe di accettazione o meno, ora tentano di lessarti le cervella (cmq, per la cronaca, finimmo il boccettino in un paio di giorni in un parchetto, se mi devo fare male almeno che sia divertente ). Per i lutti, per le bocciature, per i divorzi, per la non accettazione di se stessi, per tutti i momenti difficili...ma quello che mi chiedo io è: ma prima come si faceva? Era tanto peggio? A voi l'ardua sentenza. Adesso mi sono un po perso a esprimere il mio rancore verso l'odierno abuso di queste forme medicinali. Non sono contro gli psico (come non sono contro ai fucili o all'energia nucleare) è come si usano che mi può far girare le palle. |
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(#28)
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All the Truth Member
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Età: 51
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11-12-2012, 07:09 PM
Quoterei riga per riga se non fossi convinto che in realtà il problema sia più esteso e non riguardi soltanto la superficialità di certa classe medica ma l'intera cultura in seno alla società occidentale basata sull'idea del rimedio pronto, del tutto subito e senza impegno. Molti problemi si potrebbero risolvere semplicemente dedicando loro la giusta attenzione, ma questo richiede impegno, tempo, fatica, valori che ormai tutti abbiamo più o meno dimenticato. Più comodo impasticcarsi e illudersi che sia come curare il mal di pancia e aspettare soltanto che le pillole facciano effetto. Meglio impegnare il proprio prezioso tempo in cose più edificanti della conoscenza di se stessi, che so, in una sala scommesse, al bar, in discoteca, in un centro commerciale, in mezzo alla strada a tirar mattina... |
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(#29)
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All the Truth Member
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12-12-2012, 10:44 AM
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Secondo me i problemi che si possono risolvere "con la giusta attenzione" o la conoscenza di se stessi non sono gli stessi che si curano con gli psicofarmaci. Forse, con "la giusta attenzione" non si sarebbero mai instaurati, ma questo rientra nell'imponderabile, un po' come dire "se mi fossi coperto di più forse non avrei preso l'influenza". Anzi, la mia impressione è che più ci si conosce peggio si sta, e ammetto di avere una certa invidia per chi sta bene gironzolando per centri commerciali e tirando mattina in mezzo alla strada senza farsi troppe domande (non per chi sputtana soldi nelle sale scommesse, ma infatti anche questo comportamento spesso arriva al patologico). Ribadisco che io non mi considero una miracolata dagli psicofarmaci (e non lavoro per nessuna casa farmaceutica ), però noto una pesante diffidenza e discriminazione verso questi farmaci, che è poi discriminazione verso i disturbi mentali (non che sia una novità, esiste da sempre, ma mi stupisce che sia ancora così radicata). In sostanza: chi ha un male fisico, meglio se dovuto a una causa organica documentabili, ha il diritto di curarsi per soffrire di meno, ma se si ha un disagio mentale, qualunque esso sia, non si ha lo stesso diritto. Perchè tanto il male non si vede, e non risulta dalle analisi quindi "è tutto nella tua testa". Perchè "è solo questione di impegno e volontà", e chi sta male in realtà preferisce soffrire, e sfruttare il suo stato per tutta una serie di invidiabili vantaggi nella vita relazionale . Perchè per qualche motivo a me incomprensibile si pensa ancora che la sofferenza serva a qualcosa, forse a scontare dei peccati, o forse a renderci più saggi, più tolleranti, più altruisti (secondo me invece è più probabile il contrario). Non è il mio modo di pensare, e questo a prescindere dal fatto che io stessa abbia problemi di umore. Secondo me si dovrebbe cercare di stare il meglio possibile con ogni mezzo, e il compito della medicina è ridurre la sofferenza. Capisco molto di più la diffidenza dovuta a esperienze decisamente negative, come quella di Indio, che il preconcetto a priori. Ovviamente, se uno è risucito a ritrovare la serenità senza farmaci, fa benissimo a non usarli, ci mancherebbe. Ma non concordo sulla demonizzazione, e sul considerarli in qualche maniera peggiori di tutti gli altri farmaci. |
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(#30)
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All the Truth Member
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Data registrazione: Feb 2011
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12-12-2012, 11:21 AM
Beh il discorso è paragonabile a chi, al minimo dolorino, si imbottisce di antidolorifici. Comunque quello che mi colpisce di te è questa ricerca spasmodica di farmaci che, dal tuo punto di vista, potrebbero risolvere tutti i tuoi problemi. Una frase emblematica è questa Quote:
In ogni 3d in cui si parla di queste cose spunti come un funghetto anzi, quasi solo in questi. Scusa ma tu che competenze hai per decidere cosa provare e cosa no? Neanche Doc si sbilancia in consigli, vuoi perchè non è il suo campo specifico o vuoi perchè prima di prescrivere un farmaco va seguito un preciso protocollo. E poi c'è una certa dissonanza tra questo interesse verso i farmaci e la convinzione che gli psichiatri, cioè la figura che dovrebbe avere le competenze per prescriverteli, siano bene o male tutti incompetenti. Dici che bisognerebbe cercare ogni mezzo per stare bene, beh, anche chi si attacca alla bottiglia probabilmente la pensa come te ma se uno è insoddisfatto della sua vita non è certo l'alcool o altre sostanze a migliorare la situazione. Al massimo non ti ci fanno pensare. |
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