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Medicina e Farmacologia Medicina generale e farmacologia.

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Vecchio
  (#46)
Doc Doc Non in Linea
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Predefinito 06-02-2013, 04:06 PM


Non conosco le statistiche (se esistono), però nella mia esperienza lavorativa vedo capitare spesso che, quando il maschietto si sposa e/o diventa papà, sviluppa una qualche forma ansioso depressiva. Io, empiricamente, lo attribuisco al fatto che il "ragazzo" a quel punto deve prendere coscienza di essere diventato uomo, con le responsabilità che questo comporta; lo sviluppo di questa consapevolezza può essere destabilizzante.

La depressione post partum delle donne è un fatto prettamente ormonale endogeno, mentre questa forma del maschio è un fatto reattivo ad una situazione ambientale.


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  (#47)
INDIO79 INDIO79 Non in Linea
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Predefinito 06-02-2013, 06:40 PM


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Originariamente inviato da Riccardo74 Visualizza Messaggio
Salve a tutti sono nuovo di questo forum in cui mi sono imbattuto per caso ed ho trovato molto interessante.Ho letto di tutte le vostre testimonianze sui vari ssri,benzo,ecc....purtroppo da agosto 2011 anche io ho conosciuto questi farmaci(prima ero a malapena a conoscenza che esistessero).Ho iniziato con attacchi di panico per poi cadere in una forte forma di depressione,la cosa buffa che il tutto avveniva nel momento più bello della mia vita,mi ero appena sposato,ecc.La domanda che vi pongo,e credo anche diversa dalle altre perché non mi sembra abbiate ancora affrontato il tema,è la seguente: Voi che incidenza date alla genetica in una malattia come la depressione?Spiego: io ho avuto un nonno che dopo una splendida vita anche condita da grandi successi lavorativi all'età di 77 anni si ammalò di depressione e dopo circa 1 anno si suicidò.Io ero molto piccolo,vi parlo del 1985,ricordo vagamente la cosa ho sicuramente sofferto ma insomma dal 1985 al 2011 non ho mai pensato al suo gesto come una cosa collegata a me.Poi quando la depressione ha iniziato a colpirmi ho iniziato a pormi delle domande,ho cercato qualcosa riguardante la possibile ereditarietà di questa malattia ed in effetti ,nonostante ci siano pareri discordanti sembra che se si hanno casi in famiglia la cosa sia più complicata insomma.Ecco io oggi ho na vera e propria ossessione da questo,nel senso che ovviamente mi sento quasi impossibilitato nel guarire definitivamente come se il mio DNA,i miei geni non me lo permettessero.Oltretutto la cosa"buffa" è che assomiglio molto anche fisicamente al mio nonno materno suicida....cosa ne pensate??Ringrazio anticipatamente tutti quelli che spenderanno 1 minuto del loro tempo per rispondermi
Nonostante questo sia il "post"più brutto dove conoscere nuovi utenti,mi dispiace per la tua situazione,ma come già hanno detto altri contano tutti i fattori.
Genetici(o meglio Psicogenetici)cioè la tendenza a vivere la vita in modo malinconico rivolta molto al passato ricordandone solo i momenti difficili ed aspettarsi dal futuro solo cose spiacevoli.
Ambientali perchè un pò si tende ad avere empatia con le persone che ci circondano ed assorbirne i loro umore oltre alla situazione ambientale e socioeconomico di cui noi siamo protagonisti e da come ci facciamo condizionare la vita da essa(es. un evento negativo ha una durata breve mai ci sono persone che la rimuginano per mesi con pensieri negativi come"paura,rabbia").
Hai fatto bene a scrivere ciò che pensi perchè la tua situazione ha una doppia lettura,perchè potrei dirti e non prenderla come un'accusa che sei proprio l'opposto di tuo nonno visto che lui per il 99% dellla sua vita è stata una persona felice.
Anche nella mia famiglia ci sono sia da parte materna che paterna casi di suicidio,mio padre non può bere caffè altrimenti ha crisi di panico,ma già in questo piccolo microcosmo che è la mia famiglia la maggior parte ha un approccio alla vita totalmente diverso dal mio(li vedo e vorrei avere il loro modo di pensare,a volte per me troppo superficiale ma sicuramente più utile ad affrontare le avversità).
La mia situazione socio economica è disastrosa,ma cerco di trovare sempre la serenità anche quando non avrei motivo di averla,gli eventi esterni della vita non possiamo prevenirli ma le reazioni interiori sì,non ti invito ad essere ottimista ad ogni costo so che non ci riuscirai, ma solo di vedere la vita in modo oggettivo"sto male quando sto male,la giornata è negativa quando è negativa"evita di proiettarti nel futuro, ogni giorno ha il 50% di essere positiva ed il 50% di essere negativa,alla fine si fanno i conti,ricordati che niente è positivo e niente è negativo tutto è neutro, siamo noi che gli diamo un valore(se piove per un cercatore di lumache è un buon giorno,ma per un venditore di sale è una giornata di m.)

Ultima Modifica di INDIO79 : 06-02-2013 06:44 PM.
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  (#48)
PO-OL PO-OL Non in Linea
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Non conosco le statistiche (se esistono), però nella mia esperienza lavorativa vedo capitare spesso che, quando il maschietto si sposa e/o diventa papà, sviluppa una qualche forma ansioso depressiva. Io, empiricamente, lo attribuisco al fatto che il "ragazzo" a quel punto deve prendere coscienza di essere diventato uomo, con le responsabilità che questo comporta; lo sviluppo di questa consapevolezza può essere destabilizzante.

Quindi immagino che questa spiegazione sia quanto meno ben più probabile della genetica ereditata dal nonno.
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  (#49)
Veleno Veleno Non in Linea
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Più che altro la genetica offre un alibi...
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  (#50)
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Quindi immagino che questa spiegazione sia quanto meno ben più probabile della genetica ereditata dal nonno.
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Più che altro la genetica offre un alibi...
In realtà quello che ho scritto non indica questo, perchè la genetica ha un ruolo, se no non si spiegherebbe perchè, a parità di condizioni ambientali, qualcuno sviluppa una forma ansioso depressiva e altri no.

E' come dire che il freddo causa il mal di gola; non è così, sono invece i batteri o i virus che causano il mal di gola, il freddo è solo un fattore favorente.

Allo stesso modo il matrimonio e/o i figli sono un fattore ambientale che agisce su una predisposizione genetica.
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  (#51)
Veleno Veleno Non in Linea
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Veramente io intendevo dire che la genetica offre un alibi psicologico al depresso, che può in questo modo attribuire il suo status ad una causa fisica (esattamente come le teorie "organiche" da deficit di serotonina) anzichè mentale.

Per il resto, invece, quanto il modo di vivere un determinato evento sia frutto di una predisposizione genetica anzichè di un apprendimento deleterio in età infantile, è argomento oggetto di perenne dibattito.
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  (#52)
Doc Doc Non in Linea
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Veramente io intendevo dire che la genetica offre un alibi psicologico al depresso, che può in questo modo attribuire il suo status ad una causa fisica (esattamente come le teorie "organiche" da deficit di serotonina) anzichè mentale.
Ma vedi, la mente è il cervello (non esite una mente senza un cervello) e il cervello è organico quanto il pancreas di un diabetico, e come succede nel pancreas di un diabetico dove non funziona la produzione di insulina, nel cervello di un depresso c'è una carenza di serotonina (e di altro).

Perchè la carenza di insulina di un diabetico non è un alibi e la carenza di serotonina di un depresso è un alibi?

Se la carenza di serotonina sia poi endogena (ovvero causata da una predisposizione) o sia indotta da un fatto esterno (un evento luttuoso ad esempio) se ne può discutere.

Però se io ho un paziente con il mal di gola non mi interessa più di tanto se l' infezione l'ha contratta perchè ha preso freddo o perchè ha baciato qualcuno che era già malato, mi interessa come curare l' infezione.
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  (#53)
DesperateGymwife DesperateGymwife Non in Linea
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Che diamine Doc, ma su che pianeta vivi?
I depressi non vedono l'ora di sentirsi dire che hanno una predisposizione genetica a fare una vita di m***@, perchè star male (possibilmente per delle sciocchezze) è la loro aspirazione suprema, e così possono sentirsi autorizzati a pensare "Che pacchia, non devo fare nulla se non frignare un po' di tanto in tanto". Non te n'eri mai accorto nella tua lunga pratica clinica?
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  (#54)
PO-OL PO-OL Non in Linea
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Predefinito 07-02-2013, 11:27 AM


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Originariamente inviato da Doc Visualizza Messaggio
In realtà quello che ho scritto non indica questo, perchè la genetica ha un ruolo, se no non si spiegherebbe perchè, a parità di condizioni ambientali, qualcuno sviluppa una forma ansioso depressiva e altri no.
Certo, anche se bisogna vedere se c'è un gene che predispone alla depressione oppure se si tratta di una scarsa capacità di resistere agli stress ambientali. Può sembrare la stessa cosa ma non lo è... e forse la differenza di punti di vista con veleno può derivare da qui.

Per continuare con l'esempio del corpo, se si fosse predisposti alla depressione l'unica cosa che si può fare è evitare lo stress ambientale, se invece la genetica riguarda la capacità di resistere allo stress bisogna lavorare su se stessi (tesi che propone veleno, se non ho capito male).
Nel secondo caso non è molto diverso dai muscoli, se io geneticamente non sono molto muscoloso e magro... mi farò il mazzo in palestra.

Al di là di questo, quello che volevo dire è che il caso del nonno non mi sembra sufficiente per assicurare di per sè un fenomeno ereditario.
Non sarà ne la prima ne l'ultima persona che dopo aver vissuto tutta la vita al massimo si trova a 80 anni con un corpo che non riesce più a star dietro alla sua mente e decide di chiudere la questione alla sua maniera.

Ultima Modifica di PO-OL : 07-02-2013 11:29 AM.
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  (#55)
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Originariamente inviato da DesperateGymwife Visualizza Messaggio
Che diamine Doc, ma su che pianeta vivi?
I depressi non vedono l'ora di sentirsi dire che hanno una predisposizione genetica a fare una vita di m***@, perchè star male (possibilmente per delle sciocchezze) è la loro aspirazione suprema, e così possono sentirsi autorizzati a pensare "Che pacchia, non devo fare nulla se non frignare un po' di tanto in tanto". Non te n'eri mai accorto nella tua lunga pratica clinica?
Basta curarli bene e riprendono ad essere più che attivi e non "frignano" più.
(poi se uno non ha voglia lo stesso di fare nulla allora è pigrizia e non patologia)


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Originariamente inviato da PO-OL Visualizza Messaggio
Certo, anche se bisogna vedere se c'è un gene che predispone alla depressione oppure se si tratta di una scarsa capacità di resistere agli stress ambientali. Può sembrare la stessa cosa ma non lo è... e forse la differenza di punti di vista con veleno può derivare da qui.

Per continuare con l'esempio del corpo, se si fosse predisposti alla depressione l'unica cosa che si può fare è evitare lo stress ambientale, se invece la genetica riguarda la capacità di resistere allo stress bisogna lavorare su se stessi (tesi che propone veleno, se non ho capito male).
Nel secondo caso non è molto diverso dai muscoli, se io geneticamente non sono molto muscoloso e magro... mi farò il mazzo in palestra.
Vedi POOL, anche un diabetico beneficia di dieta e attività fisica che vanno consigliate, però lo devi curare lo stesso farmacologicamente (che segua i tuoi consigli o no).

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Al di là di questo, quello che volevo dire è che il caso del nonno non mi sembra sufficiente per assicurare di per sè un fenomeno ereditario.
Certo, il singolo caso non è molto significativo.
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Veleno Veleno Non in Linea
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Se la carenza di serotonina sia poi endogena (ovvero causata da una predisposizione) o sia indotta da un fatto esterno (un evento luttuoso ad esempio) se ne può discutere.
E hai detto poco...
il nocciolo della questione è tutto lì: è nato prima l' uovo o la gallina?

Quello che è certo, indipendentemente dalla tesi che si decide di sposare, è che alla base delle sindromi ansioso-depressive vi è sempre una percezione in qualche modo alterata della realtà, che porta il soggetto a rispondere agli stimoli ambientali in maniera insufficiente, inappropriata e/o inadeguata.
La differenza è, che per la Medicina questo avviene a causa della carenza del famoso neurotrasmettitore, per cui ripristinato il livello tutto torna ok, mentre per la Psicologia, questo avviene soprattutto a causa di schemi mentali maturati in anni di apprendimento comportamentale in seno ad una situazione disfunzionale, per cui limitarsi alla sola terapìa farmacologia sarebbe l'equivalente di tentare di riempire un serbatoio che perde, se alla base non si correggono gli schemi suddetti attraverso la psicoterapìa.

Personalmente non ho dubbi che l'equazione cervello=pancreas=curo il disturbo allo stesso modo rappresenti quantomeno una semplificazione eccessiva, non foss'altro che per il fatto che quando parliamo del cervello ci addentriamo nel campo della Consapevolezza e del processo del Pensare, che sono attività la cui origine e il cui funzionamento ci sono ancora del tutto sconosciute, e che seppure abbiano un substrato biologico, di fatto producono un risultato che è quanto di più empirico ci è dato di conoscere...

Nondimeno, le percentuali non eclatanti di successo terapeutico attribuibile ai farmaci fanno pensare, così come, di converso, il fatto che ci sono persone che escono da questi problemi senza farne neppure minimamente uso...
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PO-OL PO-OL Non in Linea
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Vedi POOL, anche un diabetico beneficia di dieta e attività fisica che vanno consigliate, però lo devi curare lo stesso farmacologicamente (che segua i tuoi consigli o no).
Certo, però ancora non sappiamo se la depressione sia più come una broncopolmonite (che passa totalmente grazie al mix di farmaci e "buona condotta") o come il diabete (perdonami se dico una castroneria ... che una volta che ti viene puoi solo gestirlo).

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Certo, il singolo caso non è molto significativo.
Ok, ti volevo giusto chiedere quanti casi di una specifica malattia debbano esserci in famiglia per poter dire che c'è una qualche rilevanza genetica trasmessa in via ereditaria.
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Originariamente inviato da PO-OL Visualizza Messaggio
Certo, però ancora non sappiamo se la depressione sia più come una broncopolmonite (che passa totalmente grazie al mix di farmaci e "buona condotta") o come il diabete (perdonami se dico una castroneria ... che una volta che ti viene puoi solo gestirlo).
Non scrivi assolutamente una castroneria, anzi...

Allora premesso che chi ha avuto una polmonite ed è stato guarito completamente ha comunque un pochino di rischio in più di contrarre un altro episodio di polmonite, la Depressione può avere entrambi i comportamenti (ovvero sia quello della polmonite che quello del diabete) a seconda che l' episodio ansioso depressivo sia prevalentemente endogeno o esogeno.

Mi spiego: come forse ho già scritto, mia madre, mia sorella, mio zio sono in terapia antidepressiva; se e quando a mia volta contrarrò questa patologia, presumibilmente la componente endogena (genetica) sarà prevalente, quindi io sono persuaso che dovrò gestirla come si gestisce il diabete, magari con periodi di remissione ma me la porterò finchè campo.

Viceversa una depessione sviluppata dopo un grave evento luttuoso (reattiva), per esempio nell' unico sopravvissuto di una famiglia di 4 persone morte in un incidente stradale, è plausibile che dopo un anno di terapia questa si possa (con i dovuti modi) sospendere e è possibile che la cosa sia finita li.


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Ok, ti volevo giusto chiedere quanti casi di una specifica malattia debbano esserci in famiglia per poter dire che c'è una qualche rilevanza genetica trasmessa in via ereditaria.
Non esiste un dato certo, anche perchè resta una patologia multifattorale come eventi causali.

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Originariamente inviato da Veleno
Nondimeno, le percentuali non eclatanti di successo terapeutico attribuibile ai farmaci fanno pensare, così come, di converso, il fatto che ci sono persone che escono da questi problemi senza farne neppure minimamente uso...
Non so le tue statistiche su cosa si basano.

Però per poter commercializzare un farmaco bisogna ottenere l' autorizzazione dell EMEA e della FDA.
Per ottenere l' autorizzazione bisogna presentare studi di efficacia clinica del farmaco versus placebo su migliaia di persone.
Anche gli SSRI e gli SNRI hanno presentato i suddetti studi e ottenuto l'autorizzazione, però si tratterà dell ennesimo complotto...
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Veleno Veleno Non in Linea
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Originariamente inviato da Doc Visualizza Messaggio
Non so le tue statistiche su cosa si basano.
Le mie "statistiche" si basano sulle informazioni generali normalmente reperibili in argomento, dalle quali si evince che le percentuali medie di efficacia sarebbero intorno al 60-70% se non ricordo male, il che non solo NON rappresenta un dato eclatante di per sè, ma per di più è un dato che va anche interpretato, perchè bisogna detrarre ad esempio l'incidenza degli effetti collaterali, spesso ben al di sopra della soglia di accettabilità, che finiscono comunque per condizionare la vita del paziente, e le ricadute sul medio-lungo termine...
Ma soprattutto, è in discussione il concetto stesso di "successo terapeutico", che per la Medicina e la Psicologia ha significati completamente diversi.
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Predefinito 08-02-2013, 04:16 PM


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Ma soprattutto, è in discussione il concetto stesso di "successo terapeutico", che per la Medicina e la Psicologia ha significati completamente diversi.
Il successo terapeutico per la medicina è quando un padre che non aveva più voglia di giocare con i suoi figli ritrova la voglia di farlo; il successo è quando un marito che non riusciva più a comunicare con la moglie riprende a farlo; il successo è quando lo stesso padre di famiglia riesce nuovamente ad andare a lavorare.

Se aspetti che la psicologia (?) ottenga gli stessi risultati, se li ottiene, i tempi sono talmente lunghi che nel frattempo i figli sono diventati grandi e non lo riconoscono neanche più, si è separato dalla moglie e ha perso il lavoro (poi non so se è facile uscire da una depressione).

E' bello essere sofistici dicendo che gli effetti della terapia farmacologica sono fasulli, che si deve andare alle cause con la psicologia; anche ammesso che sia vero e fondamentalmente non lo è, prima bisogna salvare la vita del paziente (vita intesa anche come qualità di vita), poi ci si può permettere il lusso di fare tutte le altre cose più o meno inutili.
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