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Medicina e Farmacologia Medicina generale e farmacologia.

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homer homer Non in Linea
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Predefinito 29-01-2008, 08:21 PM


yeah senti...senza scherzarci piu su.
vai da un medico, questi ti aiuterà, e in 2-5 mesi il tuo problema sara 1 brutto ricordo e starai qui a scrivere diete x mettere massa magra


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spot86 spot86 Non in Linea
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Predefinito 29-01-2008, 08:26 PM


il binge eating disorder (BED da ora) nn è qualcosa da curare prevalentemente in senso alimentare...
Il BED nn è proprio una malattia, ma direi + un "modo di pensare, fare, essere"...
Chi soffre di BED ha diversi "strani" comportamenti. Il non sentirsi a suo agio in molte situazioni (in specie con altre persone), il ritenere che gli altri ci si aspettino sempre qualcosa e sempre qualcosa di positivo da lui, il sentirsi sempre osservato e criticato nelle sue scelte, il ritenere gli altri la causa del suo male, la paura di essere criticato solo per il suo aspetto esteriore lo portano ad assumere un comportamento di grande insicurezza, sfiducia, mancanza di aspettative, soltitudine...La depressione, tristezza e frustrazione che ne scaturiscono lo inducono ad abbuffarsi, proprio per "riempire" il vuoto che ha, causato dalla scarsità di momenti spensierati, felici, dalla mancanza di persone con cui confidarsi/confrontarsi e divertirsi, la mancanza di ambizione ed obbiettivi. Detto con le solite parole, si crea un circolo vizioso: abbuffata -> paura di essere ancora meno accettato -> isolamento -> depressione -> abbuffata. Ma sostengo che il punto di partenza sia "paura di nn essere accettato" (o qualcosa di simile tra le cose dette su...)...ecco xké credo che il punto da cui partire per correggere il problema sia proprio questo: bisogna modificare il comportamento, il modo di pensare, di agire, di essere. E, attenzione, non solo in campo alimentare, xké magari lui potrà essere il + grande esperto in "dietistica/dietoliogia/medicina", ma in tutti e dico TUTTI gli aspetti della vita comune, anche le cose + banali...mi spiego, faccio due esempi paralleli, uno riguardante proprio l'alimentazione, l'altro riguardante aspetti diversi e "banali" (per VOI, ma non per il soggetto BED in questione). In questi cercherò anche di far capire dove, secondo me, sono i problemi connessi al tipo di "patologia" (anche se ho detto che secondo me nn deve esser considerata così)

1)
a) soggetto normale. Siete a dieta (penso che la maggior parte di chi stia leggendo, essendo un forum di BB, lo sia )...un amico vi invita a prendere un caffè al bar e nel piattino vi mettono un cioccolatino. Bene, lo mangiate xké ne avete voglia...finisce là
b) soggetto BED. Stessa situazione (dieta, caffè con un amico ecc...)...il soggetto mangia il cioccolatino...partono pensieri del tipo "mannaggia, potevo evitarlo" "caxxo ho sgarrato" "la dieta ormai è andata, a questo punto me la godo del tutto...appena liquido 'sto cretino che mi sta di fronte, vado al super e mi carico di pacchi di biscotti/merendine/brioscine/cioccolate..." e qui c'è uno "switch" tra l'essere ligio alla dieta, ligio cioè seguirla alla perfezione, e l'essere una bestia assatanata incontrollabile trangugia tutto...che ha deciso di farsi male, vuole farsi male e state certi che si farà del male: anche se il super è chiuso, se a casa sembra nn esserci traccia di cibo, state sicuri che il soggetto si abbufferà...zucchero a cucchiaiate se necessario, intrugli di tutti i tipi...

__________________________________________________ ___________________________
Ora, ho esagerato...c'é un 10% delle volte che il soggetto in questione nn si abbufferà, ma è molto variabile e soprattutto è soggetto a calo man mano che le abbuffate diventano + frequenti...impegni saltati, palestra saltata, scuola, università, esami, colloqui...
Parliamo di questo 10% con degli esempi:
-il soggetto mangia il cioccolatino, poi parte sparato per andare a casa o al super, ma incontra la ragazza/donna dei suoi sogni con cui sta intrazzallando ultimamente...se andrà tutto bene e rimarrà con lei, può darsi (e dico può darsi, perché prima o poi, andata via la raga, sarà di nuovo lui e la sua mente malata) che l'abbuffata nn ci sarà...ma può accadere qualcosa di peggiore, o meglio possno crearsi le condizioni per cui accadRA' (futuro) qualcosa di peggiore: una abbuffata di entità maggiore qualche tempo dopo. Supponiamo che nn si verifichi quest'ultimo caso e ricordiamoci il fattore CONOSCENZE/AMICI/RELAZIONI
-il soggetto mangia il cioccolatino, arriva a casa e trova la mamma che sta cucinando e il papà che guarda la TV in cucina (unico ambiente dove è presente cibo)...l'abbuffata nn ci sarà (o cm detto prima, verrà posticipata, ma ancora, escludiamo questa ipotesi); xò, se il soggetto BED nn abita coi genitori, ma è ad es. uno studente e/o lavoratore fuori sede, l'abbuffata sarà molto + probabile (escludendo che potrebbe trovare i coinqulini e bla bla bla)...Quindi teniamo a mente il fattore AMBIENTE (familiare e non...)
-il soggetto mangia il cioccolatino, va al super o arriva a casa e, davanti al pacco di merendine, comincia a dirsi "non comprarlo/mangiarlo, a cosa ti serve?" e cose del genere. Pensa al fisico, agli obbiettivi che deve raggiungere in palestra, al fatto che molto probabilmente se si abbufferà, nei giorni seguenti non farà quel che aveva programmato, alla salute...N.B.: questo punto è MOLTO "raro", specie se il soggetto in questione è ben lontano dagli obbiettivi che si è preposto. Quindi, da tenere in mente AMBIZIONI/PROGETTI/OBIETTIVI
-il soggetto mangia il cioccolatino e NON decide di abbuffarsi...poi lo chiama una ragazza (quella di prima, a cui xò stavolta aveva dato appunatamento per il giorno dopo) che lo accusa di averlo visto con un'altra e quindi nn doveva provarci con lei...Lui cerca di inventarsi mille scuse, ma non funziona...lei si incaxxa, lui pure, litigano e bla bla bla...allora decide di passare al super o svuotare la dispensa a casa. I fattori che influiscono, qui, sono STRESS (per il litigio e l'aver dovuto inventare scuse) e MANCANZA DI UN OBBIETTIVO SPERATO/SENSO DI NON REALIZZAZIONE/SENSO DI NN ESSERE ACCETTATO.
__________________________________________________ ___________________________

2) (ricordate? stiamo ancora agli esempi...)
a) soggetto normale. Siete tendenzialmente molto ordinati, cassetti sempre in ordine, libri nella libreria messi perfettamente ed ordinati dalla A alla Z, letto sempre rifatto e con la piega agli angoletti...insomma, molto ordinati. Un giorno, vi chiamano per un affare urgente e dovete andare via di fretta. Nn fate il letto...Beh, tornate, un momento di relax, poi fate il letto e tutto alla normalità.
b) soggetto BED. Stessa situazione (ordine, impegno, corsa urgente). Il soggetto torna, il letto è sfatto...un momento di relax e NON rifà il letto...ma c'è di +: la giacca che si è sfilato nn è appesa cm al solito all'appendipanni, ma lasciata sgulacita su una sedia; si prova delle vecchie maglie per vedere cm gli stanno, e le lascia tutte spiegazzate sulla scrivania; prende un libro per rileggere una cosa e lo mette di traverso sugli altri...insomma, un gran casino rispetto a prima...
State ridendo? Nn fatelo...Nn credete a quel che ho scritto? Beh, so che è normale nn crederci...ovviamente è un esempio, ma il concetto del "funzionamento" del BED (in molti ambiti della vita) può applicarsi a tutto:
-allo studio: deve studiare tutto il pome, viene accidentalmente interrotto e smette per tutto il pome
-a qualsiasi progetto: deve pulire tutta casa, lo chiamano per uscire un attimo e pulisce in parte
-alle relazioni/rapporti interpersonali: frequenta una persona, questa per un po'è impossibilitata da altri impegni, il rapporto finisce lì
-...altro ancora...

Questo è lo scenario...per quanto concerne la "cura", secondo me, da quanto detto su, bisogna agire su:
-CONOSCENZE/AMICI/RELAZIONI: cercare di nn stare isolati, nè di fossilizzarsi su un'unico rapporto, scegliere compagnie adatte e amici che possano essere considerati tali
-AMBIENTE: fare in modo che l'ambiente sia nn stressante, con persone disposte ad aiutare e capire i proprio problemi, senza che ci siano fraintendimenti...
-OBBIETTIVI: porsi sempre degli obbiettivi che siano concretamente realizzabili, facendosi guidare e consigliare magari da amici/parenti/familiari ecc. in modo da nn porsi obiettivi "astratti", irreali...
-STRESS: capire che nella vita le cose nn vanno sempre come ci si aspetta, ma a volte si incontrano deli ostacoli, che possono essere superati è vero...ma a volte bisogna capire di aver intrapreso un'impresa troppo ardua per le proprie capacità, tornare indietro e "correggere il tiro"...ma nn per questo pentirsi della precedente scelta, servirà sempre come esperienza. Neppure bisogna vergognarsi di ammettere l'errore: sono delle scelte che aiuteranno a raggiungere al + presto e meglio i propri obbiettivi...nessuno può giudicare una persona in base alle scelte che fa (se reputa giuste tali scelte) per ottenere i PROPRI obbiettivi...(quante volte ho detto "obbiettivi"?)

A mio parere, per tutti e quattro i punti, requisito fondamentale è PARLARE con le persone che ci stanno accanto...infatti parlando
-si socializza
-si crea l'ambiente adatto ad esser aiutati (non bisogna uscirsene con la solita frase "nn sono capito", quando neppure si dà la possibilità agli altri di esser capiti...
-si stabiliscono obiettivi "obiettivi"...cioè ritenuti realizzabili anche dagli altri
-si può dire: "ho fatto una caxxata, ho scelto male...voglio cambiare"


Penso di aver detto + o - il necessario...
se vi ho ammorbato scusate...
se vi sono servito sono contento...
ciaoooo
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  (#18)
Trokji Trokji Non in Linea
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Predefinito 29-01-2008, 09:32 PM


spot86 non ho capito però.
Perchè il bidge eating desorder mi pare (se non erro ) rientra nei disturbi alimentari NAS secondo il DSM (diagnostic statistical manual of mental desorders), assieme al night eating desorder.
Ma qui mi pare che si parlasse di bidge eating come sinonimo di "abbuffata" compulsiva o no?
In questo caso certo esistono i livelli "a limite" tra patologia e non, appunto ci si abbuffa per colmare un vuoto "quando ci si sente giù di corda" che può essere comune a molte persone e secondo me non essere propriamente patologico (non ce io lo faccia non lo faccio mai, quando mangio male di solito è perché in casa scarseggiano gli integratori perché ho dimenticato di ordinarli o scarseggiano i cibi superdietetici con cui mi nutro allora mangio quello che trovo, ovvero anche grassi animali e schifezze varie, le calorie ci vogliono sempre, che tristezza! ) però l'abbuffata compulsiva rientra principalmente nella bulimia ed in alcuni casi nell'anoressia no?
Nell'anoressia c'è un'immagine corporea distorta, lo sporco è"è nel VOLUME del proprio corpo" (l'opposto del culturista ), solo in alcuni casi di anoressia mi pare non si riesce a controllare la fame ed allora si giunge allabbuffata compulsiva; anche nella bulimia si ha immagine corporea distorta (ma meno che l'anoressia ed i digiuni e "diete" no nraggiungono quel livello "estremo") ma in questo caso l'abbuffata con condotte di eliminazione assume un carattere predominante (pazienti di bell'aspetto apparentemente normali ma magari con la tipica facies a gatto).
Quindi cosa si intendeva la prima o la seconda cosa?

Ovviamente nel caso delle abbuffate "benigne" che no nrientrano nella vera e propria patologia magari un approccio alimentare /psicologico o semplicemente un cambiamento di vita sarà sufficiente, nel caso della bulimia ci vorrà un aproccio integrato (alimentare, psichiatrico, psicoterapeutico e possibilmente anche sociale) e spesso si ha buona riuscita, anche nell'anoressia si ha un approccio integrato ma è molto più difficile uscirne

Ultima Modifica di Trokji : 29-01-2008 09:35 PM.
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  (#19)
IronPaolo IronPaolo Non in Linea
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Predefinito 29-01-2008, 09:42 PM


Il tuo intervento è molto interessante e dà un'idea della potenza del media forum: io manco sapevo dell'esistenza di questa cosa, perciò nemmeno con Google avrei trovato nulla.

Premesso che credo al quadro che hai dipinto, vorrei fare una serie di considerazioni da condividere, sperando in un tuo contributo.

Quello che hai descritto è un comportamento estremo o ci sono delle gradazioni? Nel senso: chi non si è mai sbracato un po' di volte e ha detto "ma sì... questo cioccolatino e poi queste pastine, dài, cazzo mi frega".

Dove, cioè, si possono iniziare a osservare comportamenti potenzialmente patologici? Chiaro che uno che fa sempre così è sicuramente patologico, ma a quel punto la cura sarà più violenta. Come ci si accorge del soggetto a rischio, intendendo con "soggetto" anche se stessi?

Quale è la causa scatenante? Oggi gli attacchi di panico sono ben compresi, e si curano con delle medicine. 12 anni fa, quando mia moglie ebbe il primo episodio, ci volle un anno di calvario per capire che cosa aveva.

E poi, che tipo di cura c'è? Per la mia esperienza, un approccio per guarire deve essere sia psicoterapico che anche farmacologico. Non credo, cioè, che basti solo parlarne, nè credo che se ne esca con la volontà e basta. Quella serve per accettare il problema, poi ci vuole la fortuna che questo problema sia accettato dai propri cari che preferiscono uno "senza palle che non sa controllarsi" che uno "matto da manicomio". Anche questa, secondo me, è una triste realtà.

Ciao e grazie!
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  (#20)
Trokji Trokji Non in Linea
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Predefinito 29-01-2008, 09:51 PM


Paolo ma parli con me o con l'altro utente? ipotizzo la seconda comunque
Comunque le malattie mentali credo lo saprai: si considera malattia quando interferisce con il funzionamento sociale o lavorativo.
Questo in linea generale, oltre a questo poi c'è da vedere di preciso quali sono i criteri sintomatologici propri del DSM (IV TR ).
Ammesso che la malattia considerata, se del BED si parla, sia inserita, ma mi pare di sì.
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  (#21)
homer homer Non in Linea
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Predefinito 29-01-2008, 09:58 PM


Iron il punto è che la maggior parte di malattie mentali "ce l'abbiamo" se non fosse per il cavillo:
"disturba il normale funzionamento sociale, lavorativo" e provoca una sensazione di malessere.
tra l'altro c'è chi ha 1 tratto (carattere) che praticamente somiglia a una malatia mentale (ma è 1 tratto di carattere, es. lo stravagante).
questo che significa? che la mangiata da pranzo di natale che finisce la notte di santostefano è una cosa normale, perche lo fanno tutti, perche non ti provoca tristezza, perche magari anche se il giorno dopo metti in atto meccanismi di compenso(dieta,ginnastica etc.) questo lo fai senza esserne ossessionato, senza che vada a ledere la tua famiglia,i tuoi altri interessi (esempio devo per forza correre 4 h, allora alla mia famiglia la appendo e arrivo tardi al lavoro). o se nn riesco a correre 2 h per brucia le kcal mi sento male.
chiaro la frequenza è 1 modo x darsi 1 idea, se lo faccio tutti i giorni è 1 cosa, 1 volta al mese è 1 altra.
ma è sopratutto la questione:
1. lo faccio consapevolmente o mi provoca tristezza/senso d'ansia etc?
2. i meccanismi di compenso che attuo come/quali sono e che situazioni mi portano?

purtroppo e`difficile..per esempio su questo forum abbiamo la maggior parte quella che è il contrario dell'anoressia (che vuoi essere muscoloso etc.) pero la differenza tra 1 malato e 1 "sano" è che praticamente chiaramente chi soffre la patologia psichiatra si vede piccolo e insicuro (Anche se è 100 kili) etc.etc. e magari nn fa sesso con la moglie pensando che lo fa scendere di prestazioni...etc.etc.

x le cure?
psicoterapia, aiuto familiare (devi insegna alla famiglia), psicofarmaci (utili gli inibitori reuptake della serotonina...il prozac x intenderci).
ps ho appena preso 27 a psichiatria :
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  (#22)
NoMoreTrouble NoMoreTrouble Non in Linea
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Predefinito 29-01-2008, 09:59 PM


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yeah senti...senza scherzarci piu su.
vai da un medico, questi ti aiuterà, e in 2-5 mesi il tuo problema sara 1 brutto ricordo e starai qui a scrivere diete x mettere massa magra
basta andare dal medico di base, ti manderà lui dallo specialista piu competente?
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  (#23)
Trokji Trokji Non in Linea
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Predefinito 29-01-2008, 10:03 PM


Certo che sì dovrebbe essere così!
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  (#24)
spot86 spot86 Non in Linea
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Predefinito 30-01-2008, 12:19 AM


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Originariamente inviato da Trokji Visualizza Messaggio
spot86 non ho capito però.
Perchè il bidge eating desorder mi pare (se non erro ) rientra nei disturbi alimentari NAS secondo il DSM (diagnostic statistical manual of mental desorders), assieme al night eating desorder.
Ma qui mi pare che si parlasse di bidge eating come sinonimo di "abbuffata" compulsiva o no?
In questo caso certo esistono i livelli "a limite" tra patologia e non, appunto ci si abbuffa per colmare un vuoto "quando ci si sente giù di corda" che può essere comune a molte persone e secondo me non essere propriamente patologico (non ce io lo faccia non lo faccio mai, quando mangio male di solito è perché in casa scarseggiano gli integratori perché ho dimenticato di ordinarli o scarseggiano i cibi superdietetici con cui mi nutro allora mangio quello che trovo, ovvero anche grassi animali e schifezze varie, le calorie ci vogliono sempre, che tristezza! ) però l'abbuffata compulsiva rientra principalmente nella bulimia ed in alcuni casi nell'anoressia no?
Nell'anoressia c'è un'immagine corporea distorta, lo sporco è"è nel VOLUME del proprio corpo" (l'opposto del culturista ), solo in alcuni casi di anoressia mi pare non si riesce a controllare la fame ed allora si giunge allabbuffata compulsiva; anche nella bulimia si ha immagine corporea distorta (ma meno che l'anoressia ed i digiuni e "diete" no nraggiungono quel livello "estremo") ma in questo caso l'abbuffata con condotte di eliminazione assume un carattere predominante (pazienti di bell'aspetto apparentemente normali ma magari con la tipica facies a gatto).
Quindi cosa si intendeva la prima o la seconda cosa?

Ovviamente nel caso delle abbuffate "benigne" che no nrientrano nella vera e propria patologia magari un approccio alimentare /psicologico o semplicemente un cambiamento di vita sarà sufficiente, nel caso della bulimia ci vorrà un aproccio integrato (alimentare, psichiatrico, psicoterapeutico e possibilmente anche sociale) e spesso si ha buona riuscita, anche nell'anoressia si ha un approccio integrato ma è molto più difficile uscirne
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Originariamente inviato da IronPaolo Visualizza Messaggio
Il tuo intervento è molto interessante e dà un'idea della potenza del media forum: io manco sapevo dell'esistenza di questa cosa, perciò nemmeno con Google avrei trovato nulla.

Premesso che credo al quadro che hai dipinto, vorrei fare una serie di considerazioni da condividere, sperando in un tuo contributo.

Quello che hai descritto è un comportamento estremo o ci sono delle gradazioni? Nel senso: chi non si è mai sbracato un po' di volte e ha detto "ma sì... questo cioccolatino e poi queste pastine, dài, cazzo mi frega".

Dove, cioè, si possono iniziare a osservare comportamenti potenzialmente patologici? Chiaro che uno che fa sempre così è sicuramente patologico, ma a quel punto la cura sarà più violenta. Come ci si accorge del soggetto a rischio, intendendo con "soggetto" anche se stessi?

Quale è la causa scatenante? Oggi gli attacchi di panico sono ben compresi, e si curano con delle medicine. 12 anni fa, quando mia moglie ebbe il primo episodio, ci volle un anno di calvario per capire che cosa aveva.

E poi, che tipo di cura c'è? Per la mia esperienza, un approccio per guarire deve essere sia psicoterapico che anche farmacologico. Non credo, cioè, che basti solo parlarne, nè credo che se ne esca con la volontà e basta. Quella serve per accettare il problema, poi ci vuole la fortuna che questo problema sia accettato dai propri cari che preferiscono uno "senza palle che non sa controllarsi" che uno "matto da manicomio". Anche questa, secondo me, è una triste realtà.

Ciao e grazie!
metto tutto in un unico post se no si fa un bordello...
Ragazzi premetto che parlo non da medico, non da psicologo, non da nutrizionista, ma da un normale ragazzo che ha vissuto in passato certe esperienze...e quello che dico lo dico guardando il "me passato" tramite gli occhi del "me attuale" e capisco che il "me passato" è un malato (mentre prima, da "me passato" non lo pensavo...non me ne rendevo mica conto...)

Allora, Trokji, io non parlo di abbuffata compulsiva...come vedi ho sottolineato come la "patologia" non sia "visibile" solo in campo alimentare, ma nei + svariati ambiti sociali e di vita...
Per il resto, sono IO che credo non debba essere vista come "patologia alimentare", ma cm qualcosa di diverso che non saprei definire, ma che cmq ripeto, coinvolge TUTTA la persona nei suoi aspetti + disparati.
Per quanto riguarda alle differenze tra anoressia, bulimia e BED, credo che se cerchi in giro troverai diverse cose, ma nn si capirà un granché (in fin dei conti sembrano tutte uguali)...

Per rispondere a Paolo...ecco, dalla tua risposta ancora una volta posso trovare conferma alla mia "tesi" di come una persona "normale" non riesca a capacitarsi di QUANTO malata possa essere la mente di uno di questi soggetti...(non che le persone non capiscano, siamo chiari: ma sono convinto che se non si tocca davvero con mano il problema, non lo si può comprendere appieno...non so se mi spiego). Voglio dire...tu stesso hai detto che è comune e normale ogni tanto bivaccare e mangiare in quantità...magari anche se non si ha fame, ma si vede qualcosa che veramente piace. Ok normale...
Ma in questi soggetti lo "switch" avviene anche per altri motivi, come detto su...un evento negativo, tristezza ecc...E l'abbuffata non è qualcosa concepito come concedersi un giorno di sgarro con gli alimenti che + piacciono o insieme ad altre persone ed amici (anzi, spessissimo l'abbuffata avviene di nascosto), ma proprio come qualcosa che deve riempire e fare male...Mangiare fino a stare male, ma stare male davvero...con qualsiasi cosa ed OLTRE il totale riempimento, cosa che a volte capita anche alle persone "normali", che so in occasioni tipo feste, lauree, matrimoni, ma la differenza è proprio in questo.
Mio Dio sto dicendo un mucchio di parole non so ancora se mi sono spiegato!!
In breve nel soggetto sano lo sgarro o è programmato o CAPITA...nel soggetto BED (dopo quello che io chiamo "switch") l'abbuffata è un BISOGNO irrefrenabile...se (dopo lo switch) il soggetto ha a disposizione farina e zucchero, tranquillo che al 90% dei casi lo troverai a mischiare farina zucchero ed acqua e mangiarli al cucchiaio. E' questa la malattia, capisci?? Ma lo è anche che so, evitare di fare certe cose perché si deve mangiare...(ad es, parte lo switch, chiama un amico per uscire e si spara una scusa per rimanere a mangiare).

Riguardo alla cura, si in effetti si fanno terapie (pare che quella che funzioni di + sia di gruppo)...
Xò ho detto che PARLARE è fondamentale x svariati motivi...
allora, questi soggetti sanno di essere malati, ma sono fortemente restii a dire di esserlo...sai xké (mio parere) ? Xkè credono che la "malattia" sia legata ad un motivo apparentemente stupido e banale: la dieta/alimentazione...e si vergognano di questo. Credo che parlarne sia molto importante (e molto importante per questo è una persona che sia vicina e che mostri massima fiducia) per spronare, anche in altri ambiti (xké la vergogna e l'imbarazzo si estende anche in altri ambiti della vita...e quindi parte tutto a catena: vergogna -> insicurezza -> errori -> frustrazione...)

Riportando la mia esperienza, che non so ora quanto possa essere "completa"...ma cmq, credo di aver sofferto del problema dai 16-17 ai 20anni. Ci son stati periodi in cui il problema sembrava essere "svanito", in realtà "svaniva" solo in campo alimentare (cioè nn c'erano abbuffate in questi periodi), mentre era vivo in alti ambiti...ora invece capisco realmente la differenza, xké nn sono diverso solo "alimentarmente" ma anche in altre cose, anche se queste non sono ancora cambiate radicalmente...voglio dire, magari faccio scelte con + sicurezza, ma a volte su scelte importanti c'è sempre il timore di poter sbagliare x il solo motivo che magari, se nn avroò fatto la scelta giusta, poi mi vergognerò di tornare indietro "subendo" il giudizio degli altri...e ogni volta cerco di sforzarmi proprio in questo: di scegliere in base a ciò che penso sia + giusto al momento e se dovessi sbagliare, boom sticazzi...torno indietro e cambio, che gli altri nn stanno certo a pensare a me. Dico questo perché per arrivare a pensare in questo modo (e sono consapevole che nè il "me passato" nè un soggetto BED pensa in questo modo, ovvero per lui una scelta presa è quella, immutabile per sempre, pena il pensare di aver miseramente fallito tutto->back nel circolo vizioso) ho parlato con chi mi era vicino (ragazza, genitori...)
Per questo dire PARLARE PARLARE PARLARE, chiudere gli occhi cacciare le palle e parlare...perché in fin dei conti, pure in terapia se non parli che caxxo fai??


Ragazzi spero di esser stato esaustivo...non so se si capisca tutto, ma spero almeno qualcosa
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Trokji Trokji Non in Linea
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Predefinito 30-01-2008, 12:57 AM


No non sono uguali.. mi risulta che BED sia la meno grave, poi la bulimia e molto molto grave è l'anoressia
Si potrebbe parlare appunto del concetto di "spettro" di malattia, ovvero il collegamento tra il fisiologico /parafisiologico e patologico: si va da tratti del temperamento, a condizione premorbosa, sottosoglia, sintomi attenuati dino alla patologia conclamata
Cmq homer bravo, io ho saputo che ho preso 28 ad una parte di psichiatria (organizzazioni della conoscenza) ma psichiatria vera e propria ancora il voto non me l'hanno detto spero di saperlo in settimana
Homer, comunque gli SSRI si usano quasi per tutte le malattie mentali

Ultima Modifica di Trokji : 30-01-2008 01:00 AM.
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Vecchio
  (#26)
homer homer Non in Linea
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Predefinito 30-01-2008, 01:00 AM


la skizofrenia no!
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Vecchio
  (#27)
Trokji Trokji Non in Linea
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Predefinito 30-01-2008, 01:02 AM


Ho detto "quasi tutte" non tutte, invece le benzodiazepine il ocntrario, son sconsigliate quasi sempre
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