Veleno

[Acid Angel]

Ciao Yashi,
scusa se busso alla tua discussione vecchia ormai 7 mesi, ma mi ero messa a leggere i post di Mi Sfogo di quando non ero iscritta e questo thread mi ha attirato... per il titolo e per il contenuto.

E, non lo nascondo, per una coincidenza strana... l'hai scritto in quello che è stato l'ultimo giorno della mia vecchia vita, in quanto io il 23 maggio ho concluso la mia storia durata 11 anni e 3 mesi.

Io ho provato la sensazione che descrivevi tu per circa tre anni (con il manifestarsi del disturbo), fase che chiamo dello stand-by.
Concludendo la relazione, dopo un'iniziale euforia, mi trovo in uno stand by se possibile peggiore oggi.

Perciò posso dire che capisco appieno quello che descrivi, senso di responsabilità verso gli attori della tua vita incluso.
Prima di commentare in maniera più approfondita mi permetto di farti una domanda, visto che l'argomento era toccante e serio e che poi la discussione si è esaurita in 2 giorni...

Come ti senti oggi?
Sei riuscito a cambiare qualcosa? O vedi sempre la lucina rossa dello stand by senza trovare il tasto play?
Se ti fa voglia, rispondi...

Un'ultima cosa, un piccolo spunto... io nel mio percorso ho imparato che spesso si è più sicuri in catene che liberi, e che la maggior parte dei nostri invischiamenti abbiamo creato noi le condizioni per costruirli.

Hai presente Mama said dei Metallica? Let my heart go dice lui alla madre, ma forse siamo noi a non essere pronti a spiccare il volo dal nido, timorosi di deludere, di non essere più visti come infallibili rocce, non accettiamo di poter far star male chi amiamo, pena... pena forse il terrore di non essere più amati?

Se deludi non ti amano più? Se fai star male, se ti liberi da qualche piccola responsabilità, non sei più lo stesso per loro? E soprattutto... le aspettative che pensiamo gli altri abbiano su di noi... siamo così sicuri che ce le abbiano o sono solo proiezioni mentali nostre? A me è capitato così con mio padre... dai suoi comportamenti credevo mi volesse perfetta, o comunque uguale a lui (che si ritiene perfetto) ma in realtà... mi voleva soltanto felice...

So che ci sarebbe da scrivere fiumi di parole.
Tu Yashi hai scritto solo un piccolo affluente, ma se ne hai voglia, c'è chi ti legge.
Con attenzione, perché vive o ha vissuto lo stesso e ti può offrire se non altro empatia.

Se le cose sono cambiate, sarai allora felice di comunicarcelo immagino