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All the Truth Member
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Data registrazione: Jan 2007
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Rissa In Sala Parto, Donna E Bambino Gravissimi -
29-08-2010, 10:13 AM
Rissa In Sala Parto, Donna E Bambino GravissimiMESSINA - Una lite scoppiata tra due medici in sala parto, nel Policlinico di Messina, avrebbe ritardato l'intervento sanitario con la conseguenza che la puerpera, di 30 anni, adesso e' in gravi condizioni, insieme al proprio bambino che avrebbe subito due arresti cardiaci e danni cerebrali. Il marito della paziente ha presentato una denuncia ai carabinieri, la Procura ha gia' aperto un'inchiesta. Secondo la denuncia, la donna doveva partorire in modo naturale, ma durante la lite tra i due medici, secondo quanto sostenuto dal marito, avrebbe avuto delle complicazioni; i sanitari a quel punto avrebbero deciso di operare con taglio cesareo, ma il bambino, durante, l'intervento ha subito arresti cardiaci. Dopo il parto la paziente ha avuto una emorragia ed e' stata nuovamente operata: i medici le hanno asportato l'utero. IL DIRETTORE REPARTO: MEDICI SOSPESI - ''Siamo molto rammaricati, ho sospeso i due medici dall'attivita' ambulatoriale''. Lo dice il prof. Domenico Granese, direttore dell'unita'operativa di ostetricia e ginecologia del Policlinico di Messina, riguardo la lite tra due ginecologi in sala parto mentre una donna stava partorendo, anche se esclude un nesso tra quanto accaduto e le condizioni della paziente e del neonato. ''Ho inviato - prosegue Granese - una lettera alla direzione sanitaria per comunicare la sospensione dei medici che torneranno al lavoro solo quando la direzione lo riterra' opportuno''. Per Granese ''quello che hanno fatto e' grave, ma ci tengo a precisare che la donna e' stata male non per la lite o per un eventuale ritardo negli interventi da parte dei medici''. ''Tutto si e' svolto regolarmente - assicura il direttore del reparto di ginecologia - L'intervento dei sanitari visto le complicazioni della donna e' stato tempestivo. Non c'e' alcun rapporto tra la lite e le complicazioni della donna che sono sorte a prescindere da quello che e' accaduto''. IL MARITO: E' INCREDIBILE, ORA GIUSTIZIA - ''E' incredibile, quanto e' accaduto a mia moglie e a mio figlio e' gravissimo. Pensare a quei due medici che litigano in sala parto mentre mia moglie aspetta di mettere alla luce il mio bimbo, mi lascia senza parole. Adesso voglio giustizia, la magistratura faccia chiarezza, io mi impegnero' con tutte le mie forze per la verita''. Parla Matteo Molonia, 37 anni originario di Genova ma trasferitosi a Messina, marito della donna, Laura Salpietro di 30 anni, in prognosi riservata assieme al figlio neonato, Antonio, nell'ospedale Policlinico di Messina. L'uomo, che di professione fa l'investigatore privato e lavora anche come consulente delle forze dell'ordine, da' la sua versione all'ANSA: ''Erano le 7.40 di giovedi' - ricorda - Mia moglie era gia' in sala parto quando il suo ginecologo che l'ha seguita durante la gravidanza e un altro medico hanno cominciato a litigare. La lite e' scoppiata quando il ginecologo di fiducia ha proposto il taglio cesareo e l'altro ha avuto da ridire. Qualcuno ha chiamato i carabinieri, che dopo un sopralluogo hanno lasciato il reparto''. Secondo Matteo Molonia ''c'e' un buco che va dalle 7.40, quando e' scoppiata la lite , fino alle 9 quando hanno operato mia moglie; perche' e' trascorso tutto questo tempo?''. ''Dopo il parto cesareo - continua l'uomo - mi hanno detto che tutto era a posto, poco dopo pero' mi hanno chiesto l'autorizzazione per l'asportazione dell'utero di mia moglie e poi ho visto mio figlio cianotico e ho capito che era successo qualcosa di molto grave. Ho dunque telefonato ai carabinieri chiedendogli subito di intervenire, altrimenti avrei commesso un duplice omicidio''. ''E' tutta colpa dei medici - denuncia l'uomo - Assumero' un mio perito, voglio la verita''. (ansa.it) - Non ci sono parole. |
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All the Truth Member
Messaggi: 2,602
Data registrazione: Feb 2008
Età: 41
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29-08-2010, 10:43 AM
mamma mia, è possibile che in un paese come l italia accadano cose del genere? è veramente una vergogna |
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All the Truth Member
Messaggi: 6,442
Data registrazione: Jun 2007
Località: Non omologata
Età: 51
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29-08-2010, 10:45 AM
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All the Truth Member
Messaggi: 3,204
Data registrazione: Jul 2008
Località: napoli
Età: 36
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29-08-2010, 01:24 PM
dau uccidere questi 2 co......... |
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(#5)
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All the Truth Member
Messaggi: 3,856
Data registrazione: Oct 2009
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29-08-2010, 08:31 PM
ma si può essere cosi imbecilli?? rischiare la vita di un bambino( la cosa piu sacra di questo mondo).... ho sentito che probabilmente il bambino avrà danni cerebrali |
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inattivo
Messaggi: 6,156
Data registrazione: Jan 2010
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31-08-2010, 02:05 PM
Purtroppo sì, perché come ho sentito dire ancora, ormai "il medico non è più una missione, ma un lavoro". Una volta essere medico significava sentire la vocazione ed il dovere morale di prodigarsi per aiutare le persone sofferenti, era una missione di vita. Infatti il medico (di famiglia ad esempio) era come un guru, veniva anche a tarda notte, lo potevi contattare anche a casa sua, c'era sempre. Ora ha orari ambulatoriali, giorni di riposo, se è in ferie è come inghiottito da un buco nero, ed in qualche caso anche quando c'è è uno scalzacane (non me ne vogliano i dottori del forum, sono convinto che la maggior parte è brava gente e che le mele marce ci siano in tutte le categorie). E' diventato un lavoro, una fonte di reddito ed una via di sostentamento come potrebbe esserne un'altra. La vita e la salute umana passano non dico in secondo piano, ma a pari con la propria soddisfazione lavorativa (o remunerativa). Questi due hanno dimenticato che il loro obbiettivo fondamentale dovrebbe essere la tutela della salute della partoriente, e l'hanno retrocessa in favore delle loro scaramucce per dimostrare la superiorità in ambito lavorativo uno sull'altro. |
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All the Truth Member
Messaggi: 10,462
Data registrazione: Jun 2006
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31-08-2010, 02:19 PM
Non mi pronuncio sul caso che non conosco, purtroppo al di là del caso specifico c'è sempre gente che perde la testa o che non è in grado di fare correttamente nel proprio lavoro. Sicuramente il medico (non in tutti i casi, ma sicuramente in molti ruoli che può ricorpire all'interno di un ospedale) è un ruolo di grande responsabilità, dato che in molti casi dall'operato del medico può almeno in parte dipendere l'esito di un intervento sulla salute ed in qualche caso anche la vita o la morte di una persona. Però detto questo, il lavoro del medico è sempre stata una fonte di reddito, anche se ovviamente c'è chi guadagna bene e chi meno come in tutte le professioni, perché ci sono ruoli molto diversi. Come "figura" però, come prestiglio, quello del medico negli ultimi tempi è diminuito, ma secondo me non tanto per la mala sanità o altre cose che comunque sono molto rare in Italia (quando c'è un caso è normale scoppi lo scalpore, ma statisticamente si tratta di episodi molto rari, molto più frequente casomai sono i problemi organizzativi e la possibilità di garantire ambienti e strumentazioni all'avanguardia per motivi economici..) quanto piuttosto perché la gente non è più ingenua come un tempo, quando quello che diceva il medico andava tutto bene o quasi, ma ormai sono tutti molto critici, sia laddove possono esserlo a ragione sia laddove magari dovrebbero più affidarsi. Ma questo è una normale evoluzione della società, probabilmente in futuro sarà sempre di più così, cioè anche se un medico che ricopre un ruolo di responsabilità per la vita dei pazienti segue tutte le linee guida e fa tutto da manuale ma avviene la morte del paziente o qualche problema si vedrà magari comunque far causa dai parenti (in america è già così, si giunge all'esagerazione che ogni cosa è buona per far causa nella speranza di farsi pagare dei soldi), allora ci sarà molto lavoro per gli avvocati e l'aspetto legale prenderà il sopravvento. Questo al di là di questa cosa particolare, era per chiarire questa cosa della professione medica da vari punti di vista |
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All the Truth Member
Messaggi: 1,352
Data registrazione: May 2009
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20-09-2010, 05:13 PM
Errare è umano, perseverare è diabolico. Diverbio tra medici, neonato in coma Ancora un caso a Messina Diversità di vedute sulla scelta tra parto naturale e taglio cesareo. Il padre del piccolo ha aggredito il ginecologo
All'ospedale «Papardo» Diverbio tra medici, neonato in coma Ancora un caso a Messina Diversità di vedute sulla scelta tra parto naturale e taglio cesareo. Il padre del piccolo ha aggredito il ginecologo Una immagine dell'ospedale (dal web) MESSINA - Un neonato è ricoverato in coma farmacalogico nel reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina, dove è nato, la settimana scorsa, dopo un diverbio tra due medici nella Ginecologia dell'ospedale «Papardo». La discussione - come la rissa avvenuta lo scorso 28 agosto per il caso del piccolo Antonio Molonia al Policlinico - è legata a diversità di vedute sulla scelta tra parto naturale e taglio cesareo per la puerpera 24enne, Ivana Rigano, già in avanzata fase di travaglio. Due giorni fa la donna e il marito 34 anni, Nicola Mangraviti, hanno deciso di presentare una denuncia-querela ai carabinieri e il sostituto della procura, Anna Maria Arena, ha aperto un'inchiesta, al momento, contro ignoti. Già acquisite dai carabinieri le cartelle cliniche. IL PARTO - Il neonato - nato di oltre 4 chili - è ora intubato e tenuto in coma farmacologico, nella Terapia intensiva neonatale del Policlinico dov'è stato trasferito d'urgenza subito dopo il parto naturale al Papardo. Proprio per le sue dimensioni il piccolo sarebbe rimasto incastrato, al momento di venire al mondo, e quei secondi di mancanza di ossigenazione avrebbe creato lesioni cerebrali, ma anche agli arti. Il parto è avvenuto dopo molte ore di travaglio della 24enne. La puerpera, alla sua prima gravidanza, era in attesa del taglio cesareo deciso dal ginecolgo Rosario Pino quando sarebbe intervenuto il primario Francesco Abate ed il suo aiuto Saverio Eposito che avrebbero addirittura strappato i moduli del consenso già firmato dai genitori ordinando che si procedesse invece col parto naturale. La donna ha poi potuto partorire soltanto 4 ore dopo. LE CONDIZIONI DEL BIMBO - Il bambino intanto ha avuto una sofferenza post ischemica. «Abbiamo proceduto con la ventilazione e l'abbiamo sedato e intubato ed è in coma farmacologico», ha detto il professor Ignazio Barberi, direttore dell'unità operativa di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina. «Il bambino - spiega Barberi - ha sofferto perché gli è mancato l'ossigeno ed è andato in asfissia. Al momento le condizioni sono serie ma in netto miglioramento, qualcosa di più preciso si potra dire tra una settimana». IL PADRE DI ANTONIO - Sull'argomento è stato interpellato anche Matteo Molonia, padre del bambino nato in sala parto al Policlinico di Messina mentre due medici litigavano. «È un dolore che si rinnova, un'esperienza che si ripete e sulla quale occorre che l'informazione resti con i riflettori accesi. È come vivere nuovamente quella drammatica esperienza - aggiunte Molonia - e come se quello che è accaduto fosse stato già dimenticato. Per questo continuo la mia battaglia per ottenere giustizia e affinchè il mondo dell'informazione continui a fare luce su quello che accade: non è per me o mia moglie, ma per le madri e i bambini di Messina». MARINO - Sul fronte politico non mancano le reazioni al nuovo caso di malasanità: «In un mese due liti tra medici, due vite compromesse e due madri traumatizzate e sofferenti nella stessa città. Le notizie che arrivano dall'ospedale «Papardo»di Messina mi lasciano allibito e scioccato: ho avviato un'ulteriore istruttoria attraverso i carabinieri appartenenti al nucleo Nas della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale», dice in una nota, Ignazio Marino senatore del Pd e Presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale. Poi aggiunge: «I documenti che ne deriveranno andranno ad aggiungersi agli atti acquisiti dopo le tragiche vicende del Policlinico di Messina e di Policoro, Piove di Sacco e Reggio Emilia. Chi parla di errori umani e minimizza dovrebbe - aggiunge - cambiare idea definitivamente. È una emergenza, una falla del sistema che sta diventando letale per il nostro Paese. C'è bisogno di azioni concrete: la regolazione dell'intramoenia (già disciplinata con la legge 120 del 2007, di cui questo Governo ha ritardato l'applicazione fino all'inizio del 2013) e il mancato rispetto dei protocolli hanno fatto già abbastanza vittime, attendere ancora potrebbe soltanto lasciare spazio a nuove tragedie». Redazione online 20 settembre 2010 |
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