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Nutrizione Dalla fisiologia alle linee guida, fino alla dieta del momento. Tutto sulla nutrizione.
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All the Truth Member
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Binge Eating Disorder? -
27-03-2011, 02:36 PM
Binge Eating Disorder?Dunque, mi sono accorta che ultimamente il mio rapporto col cibo è molto peggiorato e ha preso connotazioni ossessive, sia nei comportamenti sia nella quantità di tempo spesa a pensare a quello che dovrei o non dovrei mangiare. E' diventato in pratica una causa di depressione, non certo l'unica (sarebbe troppo bello se ne avessi una sola ), ma comunque una delle più frequenti, se non altro perchè il "problema cibo" si pone più volte al giorno. Il mio "problema cibo" consiste nel fatto che non riesco a seguire una dieta, o comunque un'alimentazione controllata senza eccessi: faccio mille propositi, poi cedo alle tentazioni, e il senso di colpa mi rovina l'umore dell'intera giornata. Ho cercato nel web info per capire se il mio problema sia riconducibile a una forma di Binge Eating Disorder, e posto alcune definizioni trovate. Binge Eating Disorder E’ un comportamento patologico caratterizzato da due componenti: desiderio di dimagrire e da contemporanei, ricorrenti episodi di perdite di controllo sul cibo, dovuti a nervosismo, emotività, noia, malinconia, le così dette abbuffate compulsive, senza metodi di compenso (vomito o uso di lassativi). Questo mi rappresenta perfettamente. Non sono sicura solo delle cause emotive alla base delle abbuffate: a me sembra di mangiare fondamentalmente per il piacere sensoriale, per il gusto dei cibi, e non riesco a legare il cibo a uno stato d'animo piuttosto che a un altro. Ho notato che quando sono giù non riesco assolutamente a stare a dieta, ma se devo essere sincera fino in fondo spesso mangio troppo anche quando sono di ottimo umore, o di qualsiasi umoreNon è più necessaria un’abnorme quantità di alimenti (come succedeva alle ragazze bulimiche dei primi anni ‘90) L’aspetto più caratteristico è la perdita del controllo sul cibo, qualsiasi esso sia La quantità di cibo introdotta può variare da soggetto a soggetto: l’aspetto caratteristico è non voler ingrassare ma non riuscire ad evitare di mangiare fuori dai pasti alimenti calorici, pur detestando le proprie forme ed il proprio peso abbondante. E anche qui ci siamo. Io infatti non necessariamente mangio moltissimo in termini di quantità (anche se certo l'appetito non mi manca, e infatti ogni tanto qualche commensale si stupisce della capienza del mio stomaco ), ma mangio cibi ipercalorici, con cui è facilissimo sforare alla grande il fabbisogno giornaliero. La binge eater, quando perde il controllo su cosa e quanto mangia, ha deciso che la sua giornata è oramai “compromessa”, per cui si concede altri strappi alla regola. Tale quadro è caratterizzato dalla regolare presenza di due o più giorni alla settimana di introduzione incontrollata di cibo. Il soggetto vorrebbe limitarsi ad un piccolo assaggio o limitare il numero di pezzi di cibo, ma non riesce ed eccede pur non volendo arrivare a tanto. Questo è esattamente il mio caso, e purtroppo capita appunto almeno due volte alla settimana, ma spesso di più. Io in realtà non vorrei escludere del tutto i cibi che mi piacciono di più, e l'idea di privarmene completamente mi sembra una condanna inaccettabile. Forse riuscirei a farlo solo in caso di seri problemi di salute inequivocabilmente legati all'alimentazione, e non sono nemmeno sicura di quello. Vorrei invece riuscire a limitarmi nelle quantità, e a bilanciare queste scelte con altre meno caloriche per non ingrassare. Quindi ogni volta penso che ne mangerò solo un po, ma poi esagero finchè non sono del tutto sazia. Le pazienti, al di sopra dei 20 anni, generalmente intorno ai 35-40, pur detestando il loro peso e le loro rotondità, sono assalite da desiderio incontrollabile di cibo senza essere particolarmente affamate e mangiano in maniera illogica, nonostante desiderino dimagrire. I soggetti affetti da Binge Eating Disorder sono raramente riconosciuti come tali: vengono erroneamente confusi con le altre persone sovrappeso o obese. Colpisce spesso le obese ma anche le normopeso (il peso non è un criterio diagnostico). Forse, più che il peso, un criterio diagnostico dovrebbe essere infatti il livello di disagio provocato da questo rapporto malsano col cibo. Da un altro sito indicatomi da Acid Angel e forse più oggettivo, se non altro perchè non deve venderti niente, incollo i criteri diagnostici ufficiali. Criteri diagnostici per il Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder (BED) (DSM IV) 1. Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive. Un’abbuffata compulsiva è definita dai due caratteri seguenti (entrambi necessari). a. Mangiare,in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore), una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili. b. Senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio (per esempio sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando). Il requisito a) nel mio caso è senz'altro soddisfatto. Sul b) non saprei, perchè il mio cedimento non è esattamente un raptus incontrollabile verso qualsiasi cibo. Io so che dovrei smettere di mangiare e non ho nemmeno più fame, e forse in fondo potrei ancora impormelo, ma cedo alla golosità. Mangio solo cose che mi piacciono molto, e il fatto di mangiare troppo deriva proprio dal fatto che non riesco a sceglierne solo una ma appagato il desiderio di un sapore ne cerco subito un altro. 2. Gli episodi di abbuffate compulsive sono associati ad almeno tre dei seguenti caratteri: - Mangiare molto più rapidamente del normale; Nel mio caso no: non riesco a mangiare in fretta neanche volendo, e la mia lentezza è diventata famosa fra tutti i miei conoscenti, con spreco di battute sull'argomento. Le amiche mi dicono "Ci troviamo in pizzeria alle 9, ma tu meglio che vai alle 8.30...", e un tizio una volta mi ha detto "Certo che a portare a cena fuori una come te sai già che passi tutta la sera al ristorante.." - Mangiare fino ad avere una sensazione dolorosa di troppo pieno; - Mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame; Questi purtroppo assolutamente sì. Per qualcosa di dolce non sono mai abbastanza sazia. - Mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo per le quantità di cibo ingerite; A volte, soprattutto dopo cena, oppure in ufficio, quando comincio a vergognarmi di non far altro che mangiare di fronte ai miei due colleghi, di cui uno è sempre a dieta e la rispetta rigorosamente, e l'altro pur essendo magrissmo non mangia mai fuori pasto perchè proprio non ha fame - Provare disgusto di sé, depressione o intensa colpa dopo aver mangiato troppo. Assolutamente sì. A volte vorrei avere la forza di volontà di procurarmi il vomito, ma rifuggo tutto ciò che è fisicamente spiacevole, quindi non l'ho mai fatto. 3. Le abbuffate compulsive suscitano sofferenza e disagio. v. sopra 4. Le abbuffate compulsive avvengono, in media, almeno due giorni la settimana per almeno sei mesi. Anche più di 2 volte a settimana, e credo da più di 6 mesi, ma forse non 6 mesi continuativi. Per rispondere a una domanda che mi aveva fatto Acid su come tendo a mangiare, se in piedi ecc... No, assolutamente. Odio mangiare in piedi e in fretta, devo essere comoda per gustare quello che mangio: quindi seduta, senza niente che mi dia noia, confortevolmente vestita, mani appena lavate, posate, tovagliolo, relax...è un rito di piacere che una parte di me vorrebbe controllare nelle quantità, ma non eliminare del tutto . |
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All the Truth Member
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27-03-2011, 05:49 PM
[quote=DesperateGymwife;268764] Per rispondere a una domanda che mi aveva fatto Acid su come tendo a mangiare, se in piedi ecc... No, assolutamente. Odio mangiare in piedi e in fretta, devo essere comoda per gustare quello che mangio: quindi seduta, senza niente che mi dia noia, confortevolmente vestita, mani appena lavate, posate, tovagliolo, relax...è un rito di piacere che una parte di me vorrebbe controllare nelle quantità, ma non eliminare del tutto . Allora Desp in quello sei più simile a un'anoressica Io oggi mangio a volte tralasciando parte dei miei rituali o talvolta la verdura la mangio in piedi mentre cucino se ho fame, insomma sono un po' più spontanea. Però tralascio tutte le mie ritualizzazioni per apparecchiare la tavola e anche le info su tutti i tipi di tazze ciotoline, piatti, ciascuno dedicato a un tipo di cibo specifico. Ti rispondo qui sulla problematica "medico di famiglia". Il fatto che minimizzi non sarebbe bello ma ci sta, l'hai riconosciuto pure tu. Tu comunque puoi andare da lui preparata, chiedendogli di farti la prescrizione per una visita psicologica/psichiatrica. Guarda a questo link Centri disturbi comportamento alimentari - Emilia Romagna | Le Scienze Web News C'è l'indirizzo del centro (ospedaliero, perciò si paga solo il ticket e sicuramente come in tutte le Asl c'è un team competente) di tutte le province della tua regione, così se decidessi di farti fare la ricetta dal medico (e lui non dovesse essere a conoscenza dell'esistenza di un centro DCA, come è capitato a me che sono rimbalzata da una psico generica all'altra prima che capissero il mio problema), fai una telefonata e prendi un appuntamento. La cosa fondamentale che hai scritto è il fatto che il disturbo o comunque il comportamento disfunzionale non dipende dal peso ma da quanto inficia la tua qualità della vita. Un po' come ho sempre detto io... anoressica ero anche a 65 kg, la mentalità era la stessa ma non la situazione fisica. Cambia ben poco in termini di serenità però. In bocca al lupo. Tienici aggiornati. |
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All the Truth Member
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28-03-2011, 01:47 AM
Grazie mille del link, sei un tesoro.... Sì, fra l'altro io, che sono maestra nel crearmi motivi per stare psicologicamente male e paranoie di ogni tipo, mi rendo conto che l'obiettivo estetico c'è (ovviamente) ma è quasi un pretesto...quello che mi rode di più è non esser capace di mantenere i propositi che faccio. Ecco perchè il disagio esiste indipendentemente dal peso... |
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All the Truth Member
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31-03-2011, 10:29 PM
Da due giorni mi sono rimessa a dieta. Per cercare di compensare le abbuffate della settimana scorsa, ma anche per dimostrare a me stessa che se proprio mi impegno anche io riesco a controllarmi. Ieri c'è stato un pranzo coi colleghi a cui non volevo rinunciare, e sono stata brava: ho saltato primo e dolce, mangiando solo un po' di bresaola come antipasto e carne alla griglia con poco pane. In questo modo sono riuscita a conciliare l'esigenza conviviale con quella di non sforare con le calorie, e devo ammettere che alla sera ero molto più soddisfatta che se avessi mangiato tutto. Tuttavia, ci sono due "ma": 1 ) quel che mi permette di resistere in queste occasioni è l'idea che il sacrificio è per un tempo limitato, e poi tornerò a mangiare quel che mi nego. Questo non va bene, perchè poi, appena decido che ho rinunciato a sufficienza, mangio il doppio di prima di quel che mi piace, soprattutto dolci. 2) okay, sono più soddisfatta di me che se ieri al ristorante avessi fatto come al solito rimpinzandomi di tutto, ma sinceramente il mio obiettivo non è stare a guardare gli altri che si gustano tutte le portate mentre io aspetto le uniche consentite... Il mio obiettivo sarebbe mangiare in maniera equilibrata, o almeno moderata dal punto di vista delle quantità e delle calorie, nella vita di tutti i giorni, e poi godermi il cibo senza rimorsi nelle occasioni speciali. Finora non ci sono riuscita, ma non perdo le speranze... |
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All the Truth Member
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31-03-2011, 10:31 PM
La speranza è l'ultima a morire , ma anche , chi di speranza campa..... |
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All the Truth Member
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31-03-2011, 10:37 PM
Nooo dai, stasera sono anche abbastanza ottimista in merito! Devo solo trovare qualche trucco psicologico per farmi credere che non sto rinunciando a nulla... |
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All the Truth Member
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31-03-2011, 10:47 PM
Il trucco è semplicissimo , non comprare junk food . Se non si compra , non si trova in dispensa , se la dispensa è vuota ...... Anche lo zucchero è junk food ;-) |
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All the Truth Member
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31-03-2011, 11:26 PM
Quote:
Pensa ad avere la dispensa vuota ma non declinare nessuno di tre quattro inviti a cena a settimana, mangiando molto e cose molto caloriche. Vanificheresti comunque lo sforzo di non acquistare certi cibi. Ora però che lo zucchero sia junk mi sembra un'esagerazione Certo non è l'alimento del bb per molte motivazioni, ma per me junk è la margarina, i wurstel, i merendini confezionati, i dadi Star, la Simmenthal e roba del genere. Poi sono per un uso limitato se non nullo del saccarosio... come te, però definirlo junk mi suona strano |
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All the Truth Member
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01-04-2011, 12:06 AM
Quote:
E' troppo difficile perchè io già quando faccio spesa non riesco a resistere, e troppo facile perchè secondo me bisogna imparare a controllarsi comunque, anche con un profiterol sotto il naso. E poi c'è un fatto...io il junk food lo vorrei ridurre, ma non eliminare . Farlo rientrare in quantità moderate in un'alimentazione normocalorica, ma senza proibirmi niente in assoluto. Come dice Acid, per me il cibo è un piacere fisico come il sesso, e...non vorrei mai un palato frigido . A proposito, non posso linkarlo, ma mi viene in mente un raccontino erotico carino carino, scritto da un compaesano di Novellino, su come una golosa cicciona riuscì a dimagrire scoprendo altri piaceri... |
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All the Truth Member
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01-04-2011, 12:32 AM
Secondo me devi andare per gradi, in modo da cpntrollarti meglio nel tempo e non tornare alle abbuffate. :-) |
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All the Truth Member
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01-04-2011, 01:15 AM
Io non sono magro , ho la mia bella pancia e non mi creo nessun problema (non sono mai stato magro, anche se sono arrivato a pesare 73 kg per 186 cm , ma anche 108 ) . Da quando ho ripreso l'attività fisica , compro soltanto gli alimenti contemplati nel mio regime alimentare , in maniera tale da non avere tentazioni . Mi piace moltissimo il vino( non l'alcool , ma il gusto del vino o per essere preciso di certi vini ) , ma non lo compro e lo stesso potrei dire per tantissimi altri alimenti . Una cosa gioca a mio favore, che a Roma ( non me vogliano i laziali ed i romani ) le tentazioni alimentari sono poche rispetto alla mia Sicilia Per gustarmi un arancino , una pasta di mandorla o un cannolo con la ricotta dovrei farmi un'ora di traffico ,ed il traffico non lo tollero |
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All the Truth Member
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Data registrazione: Aug 2009
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01-04-2011, 01:56 AM
Eh, allora mi sono sbagliata, l'autore del racconto è romano doc, quindi non proprio tuo compaesano. Ma tornando in tema, non ti pesa rinunciare a quello che preferisci? Cioè, ovvio che un po' ti pesi, intendo dire se sei sicuro che ne valga la pena... Secondo me, salvo precisi problemi di salute e relative prescrizioni del medico, non c'è motivo per rinunciare completamente a nulla. Io sarei per la moderazione, ma non per la completa eliminazione. Perchè per la verità in me è proprio l'idea che un cibo sia "proibito" che scatena ancora di più la voglia di mangiarlo. Io sono sempre stata molto golosa, ma finchè non mi imponevo restrizioni seguivo l'appetito naturale: mangiavo dolci e quant'altro senza molti rimorsi, e mi fermavo quando ero sazia. Ero circa tre chili in più di adesso, ma il mio rapporto col cibo non era problematico. Paradossalmente è stato solo dopo aver seguito una dieta che ho cominciato a fare abbuffate, mangiando oltre il senso di sazietà per pura golosità. E pare che sia un caso frequente (incollo dal sito di un dietologo): Spesso la storia di queste pazienti è caratterizzata da un elevato numero di diete. Nonostante ogni volta si impegnino con “fermezza e grandi propositi”, NON riescono a seguire nessuna dieta oltre pochi giorni perché si arrendono regolarmente, ricadendo nelle perdite di controllo alimentare. Più la dieta è ferrea e ipocalorica, più facilmente eccedono in crisi compulsive con un circolo vizioso inarrestabile. Ci sono valide ragioni per supporre che proprio seguire delle diete drastiche (che promettono dimagramenti eclatanti) giochi un ruolo chiave
Comunque anche oggi dieta ok, si resiste. |
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All the Truth Member
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01-04-2011, 11:25 AM
Quote:
E ultimo ma non ultimo, spesso le cose "semplici" sono le più efficaci |
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