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Nutrizione Dalla fisiologia alle linee guida, fino alla dieta del momento. Tutto sulla nutrizione.

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  (#16)
LiborioAsahi LiborioAsahi Non in Linea
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Predefinito 11-07-2012, 02:07 PM


il meglio è variare.
Io ritengo i "migliori" i pinoli, ma non ho mai valutato di consumare solamente quelli. Anche perchè "il migliore" tutto sommato è un termine inapplicabile.
Teniamo conto che i trattamenti termici peggiorano la qualità degli alimenti in linea di massima. Quindi meglio frutta oleosa non tostata:
-mandorle-noci-nocciole-pinoli-girasole-lino etc.


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  (#17)
IcedTears IcedTears Non in Linea
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Predefinito 11-07-2012, 04:23 PM


Quote:
Originariamente inviato da GundamRX91 Visualizza Messaggio
Piuttosto, quali evidenze scientifiche ci sono sul latte scremato (io uso solo questo) ?
Io ho letto in giro che poichè viene sottratto il grasso del latte, non avviene l'assorbimento della vitamina D (ma non so quanto certe siano queste fonti).

Quote:
Originariamente inviato da LiborioAsahi Visualizza Messaggio
il meglio è variare.
Hai ragione, questa è la base di tutte le diete.
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  (#18)
newfit newfit Non in Linea
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Predefinito 15-07-2012, 07:31 PM


dico la mia ...la butto li...
nel complesso,se assumi latte almeno 2 volte al die(ad esempio colazione e pre-bed) andrei direttamente sul parzialmente scremato...oltre al profilo nutrizionale,anche il suo indice glicemico è equilibrato...
se poi si vuol fare un discorso di lattasi e lattosio,allora li il discorso cambia...personalmente preferirei un latte a basso contenuto di lattosio,ed integrare dei grassi da frutta secca e oleosa...chiaramente non è consigliabile 200g/die di quest'ultima
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  (#19)
Gwoka Gwoka Non in Linea
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Predefinito 07-08-2012, 12:56 AM


Interessantissimo topic!!

Ho fatto alcune ricerche in rete a proposito della maggiore salubrità e del miglior valore nutritivo del latte intero, alcuni documenti sono davvero inetressanti.

Vi segnalo questo:

Latte scremato: perché farsi del male ? Scritto da Dr Francesco Perugini Billi Giovedì 24 Maggio 2007 01:00 I prodotti “scremati” o “magri” che ormai imperversano nei nostri negozi non sono sani. State pagando denaro per alimenti scippati di una delle loro componenti più preziose, il grasso. Capisco, siete stati condizionati da 50 anni di menzogne alimentari e imboniti dall’industria del “light” e del “dietetico”, ma rendetevi conto che quelli che consumate non sono cibi, almeno non quelli originali che hanno nutrito i nostri avi per migliaia di anni.

Latte scremato e tumori
Il latte scremato è stato presentato per anni con entusiasmo come la bevanda perfetta, che fornisce minerali e vitamine, ma non i pericolosi grassi che fanno venire l’infarto, presenti invece nel latte intero. Diversi studi hanno anche attribuito ai grassi la colpa dell’aumento di tumore riscontrato nelle persone che fanno abituale consumo di latte e derivati. Tuttavia, recenti studi dimostrano che la verità potrebbe essere l’esatto contrario: è l’eliminazione del grasso dal latte che aumenta l’effetto cancerogeno. Uno studio americano (National Health and Nutrition Examination Epidemiologic Followup Study), che ha coinvolto 3.600 uomini ed è durato 10 anni, ha messo in evidenza che il maggiore consumo di latticini era associato alla più alta incidenza di tumore alla prostata e viceversa. Tuttavia, quando i ricercatori hanno analizzato attentamente il tipo di latticino si sono accorti che il rischio di tumore era alto solo con i latticini “magri” o “scremati”, latte compreso, e non con quelli “interi”. Addirittura, il consumo di latte intero conferiva una certa protezione verso il cancro.

Lo Harvard’s Physicians’ Health Study, che ha coinvolto 20.000 uomini ed è durato 11 anni, è giunto alla stessa conclusione: il rischio di tumore alla prostata era maggiore in chi beveva latte scremato. Stesso risultato, lo hanno dato altri studi, come quello prospettico norvegese, che ha coinvolto 25.000 uomini, e uno condotto da un ricercatore della NASA (Dr W.B. Grant, NASA Langley Research Center Virginia), che ha valutato la relazione tra tumore della prostata e consumo di latte in 41 nazioni.

Il calcio - Il grasso del latte, che ormai rifiutiamo con orrore, contiene le vitamine D e A, entrambe necessarie per l’assorbimento e l’utilizzo del calcio e delle proteine a livello intestinale. Senza queste vitamine, non solo il calcio e le proteine hanno difficoltà ad entrare nel corpo, ma, se non utilizzate e in eccesso, possono addirittura fare dei seri danni. Inoltre, se al latte scremato l’industria alimentare ci aggiunge intenzionalmente altro calcio (perché il calcio fa tanto bene alle ossa…ma anche alle vendite), allora le cose si possono complicare.

Il calcio, soprattutto in quantità eccessive, ha alcuni effetti indesiderati: sopprime la produzione di calcitriolo, che è la forma ormonale della vitamina D. Siccome il calcitriolo ha proprietà anticancerogene a livello delle cellule prostatiche, gli scienziati credono che la riduzione dei livelli di questa vitamina nel sangue aumenti il rischio di tumore alla prostata. In effetti, un recente studio dell’Università di Harvard ha mostrato che l’assunzione di quantità eccessive di calcio – sia con integratori, sia con la dieta – è associato ad una riduzione dei livelli calcitriolo e ad un aumento del tumore della prostata. Anche lo studio norvegese, che ho già citato, ha mostrato un’associazione tra calcio e questo tipo di tumore.

Mentre gli effetti soppressivi del calcio presente nel latte intero sono probabilmente contrastati dalla contemporanea presenza di vitamina D, che si trova nel grasso, questo non succede nel latte magro, che tende ad essere povero della preziosa vitamina. La conferma ci viene da alcuni studi che hanno messo a confronto vari tipi di latte: il consumo di quello scremato o parzialmente scremato è associato ad una maggiore incidenza di tumore alla prostata. Per inciso, la vitamina D che molte aziende oggi aggiungono al latte scremato non conta, considerato che in mancanza di grasso viene poco assorbita. Quindi, si può ragionevolmente concludere che quando il calcio è separato dal grasso del latte diventa potenzialmente tossico.

L’acido linoleico coniugato - Con il grasso al latte scremato non vengono tolte solo preziose vitamine, ma anche un importante fattore protettivo per la salute, l’acido linoleico coniugato (CLA = conjugated linoleic acid). Il CLA è stato scoperto circa 20 anni fa ed è considerato un potente anticancerogeno. In laboratorio il CLA del latte di mucche allevate brade è stato in grado di ridurre le dimensioni del tumore del seno e del colon rispettivamente del 58 e del 90%.

Nonostante il fatto che i moderni metodi di allevamento abbiano ridotto notevolmente la presenza di questa sostanza nel latte e nei suoi derivati, uno studio ha messo in evidenza che le donne che consumavano quattro o più porzioni di latticini grassi avevano la metà del rischio di cancro al colon rispetto a donne che ne consumavano meno di una…i latticini scremati e magri non hanno mostrato lo stesso risultato. I ricercatori credono che l’effetto protettivo sia dovuto al CLA, ma non escludono altri fattori che si trovano sempre nel grasso, come la sfingomielina e i lipidi eterici.

Il CLA potrebbe essere in grado di proteggere dal cancro della prostata cancellando gli effetti di alcuni fattori di crescita potenzialmente cancerogeni, come l’Insulin Growth Factor-1 (IGF-1). Per altro questo fattore è presente sia nel latte vaccino, sia in quello umano. Siccome le mucche sono munte durante dopo la gravidanza - quando i fattori di crescita sono al massimo della loro concentrazione – gli scienziati sono preoccupati del fatto che consumare formaggi e latte possa aumentare i livelli di IGF-1 nel corpo umano e stimolare reazioni tumorali. In effetti, alti livelli di IGF-1 nel sangue sono stati recentemente associati ad una maggiore incidenza dei tumori dello stomaco, del seno, dei polmoni, della pelle, del pancreas, della prostata e dei tumori infantili. L’associazione con quello della prostata appare piuttosto forte: in uno studio, gli uomini con i più alti livelli di IGF-1 il rischio era quattro volte maggiore.

Che l’IGF-1 nel latte sia così pericoloso non è ancora del tutto confermato. Tuttavia, per quanto riguarda il rischio di tumore una cosa è certa, il latte scremato è decisamente più pericoloso di quello intero.


Latte scremato e infertilità
I pericoli del latte scremato non riguardano solo gli uomini e non è limitato al tumore. Gli scienziati di Harvard hanno recentemente confermato un legame tra il consumo di latticini magri e l’aumento del rischio di infertilità nelle donne, dovuto all’incapacità di ovulare (infertilità anovulatoria). Nelle donne, di età compresa tra i 24 e i 42 anni, che consumavano due o più porzioni di latticini magri al giorno, come latte e yogurt, l’infertilità aumentava dell’85% rispetto alle donne che consumavano quantità inferiori. Al contrario, l’aggiunta di una porzione giornaliera di latte intero riduceva il rischio di infertilità di oltre il 50%. Anche altri prodotti “grassi” derivati dal latte, come il gelato, sono stati associati ad un minore rischio di infertilità.
In alcuni precedenti studi si era pensato che il lattosio potesse essere la vera causa dell’infertilità anovulatoria, ma più recenti valutazioni hanno scartato questa ipotesi. I ricercatori sono invece convinti che nel latte scremato venga meno la presenza di un fattore liposolubile che stimola la funzione ovarica.


Latte scremato e tumori ovarici
Anche per quanto riguarda il rischio di tumore all’ovaio i ricercatori hanno mostrato come questo sia associato al consumo di latte scremato o parzialmente scremato. Nello studio Brigham and Women’s Hospital Nurses’ Health Study, che ha preso in considerazione oltre 80.000 donne, si è visto che quelle che consumavano una o più porzioni di latte scremato o parzialmente scremato al giorno avevano un rischio di tumore ovarico di qualsiasi tipo superiore del 32% e un rischio del 69% per i tumori più aggressivi, rispetto alle donne che ne consumavano meno di tre porzioni al mese. Similmente, il Iowa Women’s Health Study ha dimostrato che il consumo di latte scremato e non di quello intero è associato in modo significativo al rischio di cancro.


Conclusione
A onor del vero, non tutti gli studi dimostrano che il consumo del latte scremato è associato al rischio di tumore. In uno di questi, per esempio, si è visto che era il consumo del latte intero ad aumentare di tre volte del rischio di tumore ovarico e che il latte scremato invece aveva un effetto protettivo. Tuttavia, questo studio si è basato sulla raccolta di casi clinici, cioè si tratta di uno studio retrospettivo, metodologia meno affidabile di quella che prende in considerazione lo studio di persone in cui la malattia non si è ancora manifestata (studio prospettico). Questo fatto è stato recentemente confermato da alcuni studiosi che hanno raccolto e analizzato tutti gli studi che mettevano in relazione il consumo di latticini con il tumore dell’ovaio: gli studi prospettici mostravano che il consumo di latte scremato e non quello di latte intero è associato ad un aumento del rischio di tumore.

Per quanto riguarda la relazione tra consumo di latte e altri tipi di tumori (prostata, polmoni, colon, stomaco e pancreas), dagli studi complessivamente emerge, ancora una volta, che è il pericolo si nasconde soprattutto nel latte e nei latticini privati del loro grasso.


Il vero latte
Se non avete particolari intolleranze al latte, bevetelo tranquillamente. Si tratta solo di scegliere il migliore. Quale? Innanzitutto, quello munto da una mucca che si nutre principalmente di erba, che ha la possibilità di muoversi all’aperto, che non viene imbottita di farmaci, che non viene spremuta come un limone da chi la alleva…scartiamo subito la gran parte del latte commerciale, proveniente da allevamenti intensivi in cui le mucche sono macchine più che esseri viventi. Poi, il latte deve essere intero, assolutamente intero! Per poterlo commercializzare, la pastorizzazione è obbligatoria, sebbene la tecnologia moderna può rendere superflua la pastorizzazione e restituirci il latte di una volta. Recentemente, infatti, piccoli produttori si sono attrezzati con distributori automatici di latte intero, fresco, non pastorizzato e non omogeneizzato. I consumatori si recano direttamente in cascina e riempiono le loro bottiglie. È un latte sicuro e, se le mucche sono allevate anche ad erba, allora diventa una fonte garantita di benessere. In questo modo, per altro, i piccoli allevatori evitano di scomparire schiacciati dalle grandi aziende che producono tanto e a poco prezzo, condizionando il mercato. Da evitare, seppur interi e biologici, sono anche quelli omogeneizzati.

“Interi” devono essere anche lo yogurt e i latticini (ad esclusione di alcuni prodotti tradizionalmente fatti con latte scremato).

Da evitare tutto il resto: quelli non biologici (spesso zeppi di residui di pesticidi e di farmaci), quelli scremati, parzialmente scremati, quelli “ad alta digeribilità”, quelli senza lattosio, quelli addizionati con vitamine (chiedetevi dove sono finite quelle che aveva in origine), quelli con omega-3, quelli a lunga conservazione, anche se interi e di origine biologica, insomma, tutti quelli manipolati, trasformati, cui qualcosa è stato tolto o aggiunto. Non lasciate che un alimento completo come il latte venga manomesso per assurde mode e puri interessi economici.


Bibliografia
- Evans J. Low-down on low-fat milk. WDDTY, Vol. 18, N°1, April 2007.

- Masterjohn C. Does milk cause cancer ? Evaluating the betacellulin hypothesis. Wise Traditions. Vol.8, N°1, spring 2007.

- Perugini Billi F. Mangia grasso e vivi bene. Ed Junior, 2006.


Latte scremato: perché farsi del male ? Scritto da Dr Francesco Perugini Billi Giovedì 24 Maggio 2007 01:00 I prodotti “scremati” o “magri” che ormai imperversano nei nostri negozi non sono sani. State pagando denaro per alimenti scippati di una delle loro componenti più preziose, il grasso. Capisco, siete stati condizionati da 50 anni di menzogne alimentari e imboniti dall’industria del “light” e del “dietetico”, ma rendetevi conto che quelli che consumate non sono cibi, almeno non quelli originali che hanno nutrito i nostri avi per migliaia di anni.

Latte scremato e tumori
Il latte scremato è stato presentato per anni con entusiasmo come la bevanda perfetta, che fornisce minerali e vitamine, ma non i pericolosi grassi che fanno venire l’infarto, presenti invece nel latte intero. Diversi studi hanno anche attribuito ai grassi la colpa dell’aumento di tumore riscontrato nelle persone che fanno abituale consumo di latte e derivati. Tuttavia, recenti studi dimostrano che la verità potrebbe essere l’esatto contrario: è l’eliminazione del grasso dal latte che aumenta l’effetto cancerogeno. Uno studio americano (National Health and Nutrition Examination Epidemiologic Followup Study), che ha coinvolto 3.600 uomini ed è durato 10 anni, ha messo in evidenza che il maggiore consumo di latticini era associato alla più alta incidenza di tumore alla prostata e viceversa. Tuttavia, quando i ricercatori hanno analizzato attentamente il tipo di latticino si sono accorti che il rischio di tumore era alto solo con i latticini “magri” o “scremati”, latte compreso, e non con quelli “interi”. Addirittura, il consumo di latte intero conferiva una certa protezione verso il cancro.

Lo Harvard’s Physicians’ Health Study, che ha coinvolto 20.000 uomini ed è durato 11 anni, è giunto alla stessa conclusione: il rischio di tumore alla prostata era maggiore in chi beveva latte scremato. Stesso risultato, lo hanno dato altri studi, come quello prospettico norvegese, che ha coinvolto 25.000 uomini, e uno condotto da un ricercatore della NASA (Dr W.B. Grant, NASA Langley Research Center Virginia), che ha valutato la relazione tra tumore della prostata e consumo di latte in 41 nazioni.

Il calcio - Il grasso del latte, che ormai rifiutiamo con orrore, contiene le vitamine D e A, entrambe necessarie per l’assorbimento e l’utilizzo del calcio e delle proteine a livello intestinale. Senza queste vitamine, non solo il calcio e le proteine hanno difficoltà ad entrare nel corpo, ma, se non utilizzate e in eccesso, possono addirittura fare dei seri danni. Inoltre, se al latte scremato l’industria alimentare ci aggiunge intenzionalmente altro calcio (perché il calcio fa tanto bene alle ossa…ma anche alle vendite), allora le cose si possono complicare.

Il calcio, soprattutto in quantità eccessive, ha alcuni effetti indesiderati: sopprime la produzione di calcitriolo, che è la forma ormonale della vitamina D. Siccome il calcitriolo ha proprietà anticancerogene a livello delle cellule prostatiche, gli scienziati credono che la riduzione dei livelli di questa vitamina nel sangue aumenti il rischio di tumore alla prostata. In effetti, un recente studio dell’Università di Harvard ha mostrato che l’assunzione di quantità eccessive di calcio – sia con integratori, sia con la dieta – è associato ad una riduzione dei livelli calcitriolo e ad un aumento del tumore della prostata. Anche lo studio norvegese, che ho già citato, ha mostrato un’associazione tra calcio e questo tipo di tumore.

Mentre gli effetti soppressivi del calcio presente nel latte intero sono probabilmente contrastati dalla contemporanea presenza di vitamina D, che si trova nel grasso, questo non succede nel latte magro, che tende ad essere povero della preziosa vitamina. La conferma ci viene da alcuni studi che hanno messo a confronto vari tipi di latte: il consumo di quello scremato o parzialmente scremato è associato ad una maggiore incidenza di tumore alla prostata. Per inciso, la vitamina D che molte aziende oggi aggiungono al latte scremato non conta, considerato che in mancanza di grasso viene poco assorbita. Quindi, si può ragionevolmente concludere che quando il calcio è separato dal grasso del latte diventa potenzialmente tossico.

L’acido linoleico coniugato - Con il grasso al latte scremato non vengono tolte solo preziose vitamine, ma anche un importante fattore protettivo per la salute, l’acido linoleico coniugato (CLA = conjugated linoleic acid). Il CLA è stato scoperto circa 20 anni fa ed è considerato un potente anticancerogeno. In laboratorio il CLA del latte di mucche allevate brade è stato in grado di ridurre le dimensioni del tumore del seno e del colon rispettivamente del 58 e del 90%.

Nonostante il fatto che i moderni metodi di allevamento abbiano ridotto notevolmente la presenza di questa sostanza nel latte e nei suoi derivati, uno studio ha messo in evidenza che le donne che consumavano quattro o più porzioni di latticini grassi avevano la metà del rischio di cancro al colon rispetto a donne che ne consumavano meno di una…i latticini scremati e magri non hanno mostrato lo stesso risultato. I ricercatori credono che l’effetto protettivo sia dovuto al CLA, ma non escludono altri fattori che si trovano sempre nel grasso, come la sfingomielina e i lipidi eterici.

Il CLA potrebbe essere in grado di proteggere dal cancro della prostata cancellando gli effetti di alcuni fattori di crescita potenzialmente cancerogeni, come l’Insulin Growth Factor-1 (IGF-1). Per altro questo fattore è presente sia nel latte vaccino, sia in quello umano. Siccome le mucche sono munte durante dopo la gravidanza - quando i fattori di crescita sono al massimo della loro concentrazione – gli scienziati sono preoccupati del fatto che consumare formaggi e latte possa aumentare i livelli di IGF-1 nel corpo umano e stimolare reazioni tumorali. In effetti, alti livelli di IGF-1 nel sangue sono stati recentemente associati ad una maggiore incidenza dei tumori dello stomaco, del seno, dei polmoni, della pelle, del pancreas, della prostata e dei tumori infantili. L’associazione con quello della prostata appare piuttosto forte: in uno studio, gli uomini con i più alti livelli di IGF-1 il rischio era quattro volte maggiore.

Che l’IGF-1 nel latte sia così pericoloso non è ancora del tutto confermato. Tuttavia, per quanto riguarda il rischio di tumore una cosa è certa, il latte scremato è decisamente più pericoloso di quello intero.


Latte scremato e infertilità
I pericoli del latte scremato non riguardano solo gli uomini e non è limitato al tumore. Gli scienziati di Harvard hanno recentemente confermato un legame tra il consumo di latticini magri e l’aumento del rischio di infertilità nelle donne, dovuto all’incapacità di ovulare (infertilità anovulatoria). Nelle donne, di età compresa tra i 24 e i 42 anni, che consumavano due o più porzioni di latticini magri al giorno, come latte e yogurt, l’infertilità aumentava dell’85% rispetto alle donne che consumavano quantità inferiori. Al contrario, l’aggiunta di una porzione giornaliera di latte intero riduceva il rischio di infertilità di oltre il 50%. Anche altri prodotti “grassi” derivati dal latte, come il gelato, sono stati associati ad un minore rischio di infertilità.
In alcuni precedenti studi si era pensato che il lattosio potesse essere la vera causa dell’infertilità anovulatoria, ma più recenti valutazioni hanno scartato questa ipotesi. I ricercatori sono invece convinti che nel latte scremato venga meno la presenza di un fattore liposolubile che stimola la funzione ovarica.


Latte scremato e tumori ovarici
Anche per quanto riguarda il rischio di tumore all’ovaio i ricercatori hanno mostrato come questo sia associato al consumo di latte scremato o parzialmente scremato. Nello studio Brigham and Women’s Hospital Nurses’ Health Study, che ha preso in considerazione oltre 80.000 donne, si è visto che quelle che consumavano una o più porzioni di latte scremato o parzialmente scremato al giorno avevano un rischio di tumore ovarico di qualsiasi tipo superiore del 32% e un rischio del 69% per i tumori più aggressivi, rispetto alle donne che ne consumavano meno di tre porzioni al mese. Similmente, il Iowa Women’s Health Study ha dimostrato che il consumo di latte scremato e non di quello intero è associato in modo significativo al rischio di cancro.


Conclusione
A onor del vero, non tutti gli studi dimostrano che il consumo del latte scremato è associato al rischio di tumore. In uno di questi, per esempio, si è visto che era il consumo del latte intero ad aumentare di tre volte del rischio di tumore ovarico e che il latte scremato invece aveva un effetto protettivo. Tuttavia, questo studio si è basato sulla raccolta di casi clinici, cioè si tratta di uno studio retrospettivo, metodologia meno affidabile di quella che prende in considerazione lo studio di persone in cui la malattia non si è ancora manifestata (studio prospettico). Questo fatto è stato recentemente confermato da alcuni studiosi che hanno raccolto e analizzato tutti gli studi che mettevano in relazione il consumo di latticini con il tumore dell’ovaio: gli studi prospettici mostravano che il consumo di latte scremato e non quello di latte intero è associato ad un aumento del rischio di tumore.

Per quanto riguarda la relazione tra consumo di latte e altri tipi di tumori (prostata, polmoni, colon, stomaco e pancreas), dagli studi complessivamente emerge, ancora una volta, che è il pericolo si nasconde soprattutto nel latte e nei latticini privati del loro grasso.


Il vero latte
Se non avete particolari intolleranze al latte, bevetelo tranquillamente. Si tratta solo di scegliere il migliore. Quale? Innanzitutto, quello munto da una mucca che si nutre principalmente di erba, che ha la possibilità di muoversi all’aperto, che non viene imbottita di farmaci, che non viene spremuta come un limone da chi la alleva…scartiamo subito la gran parte del latte commerciale, proveniente da allevamenti intensivi in cui le mucche sono macchine più che esseri viventi. Poi, il latte deve essere intero, assolutamente intero! Per poterlo commercializzare, la pastorizzazione è obbligatoria, sebbene la tecnologia moderna può rendere superflua la pastorizzazione e restituirci il latte di una volta. Recentemente, infatti, piccoli produttori si sono attrezzati con distributori automatici di latte intero, fresco, non pastorizzato e non omogeneizzato. I consumatori si recano direttamente in cascina e riempiono le loro bottiglie. È un latte sicuro e, se le mucche sono allevate anche ad erba, allora diventa una fonte garantita di benessere. In questo modo, per altro, i piccoli allevatori evitano di scomparire schiacciati dalle grandi aziende che producono tanto e a poco prezzo, condizionando il mercato. Da evitare, seppur interi e biologici, sono anche quelli omogeneizzati.

“Interi” devono essere anche lo yogurt e i latticini (ad esclusione di alcuni prodotti tradizionalmente fatti con latte scremato).

Da evitare tutto il resto: quelli non biologici (spesso zeppi di residui di pesticidi e di farmaci), quelli scremati, parzialmente scremati, quelli “ad alta digeribilità”, quelli senza lattosio, quelli addizionati con vitamine (chiedetevi dove sono finite quelle che aveva in origine), quelli con omega-3, quelli a lunga conservazione, anche se interi e di origine biologica, insomma, tutti quelli manipolati, trasformati, cui qualcosa è stato tolto o aggiunto. Non lasciate che un alimento completo come il latte venga manomesso per assurde mode e puri interessi economici.


Bibliografia
- Evans J. Low-down on low-fat milk. WDDTY, Vol. 18, N°1, April 2007.

- Masterjohn C. Does milk cause cancer ? Evaluating the betacellulin hypothesis. Wise Traditions. Vol.8, N°1, spring 2007.

- Perugini Billi F. Mangia grasso e vivi bene. Ed Junior, 2006.


Latte scremato: perché farsi del male ?

Davvero esaustivo! Ciao.
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Vecchio
  (#20)
Gwoka Gwoka Non in Linea
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Data registrazione: Aug 2010
Età: 42
Predefinito 07-08-2012, 01:03 AM


Scusate, il testo del documento non è apparso al momento di scrivere il post, e ho cliccato 2 volte credendo che alla fine non venisse copiato...!
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