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Giovedi' 22 Novembre 2018

peso x reps x sets

Press
<warm-up>
55.5 x3 x3
60.5 x1
55.5 x3
60.5 x2
55.5 x3
60.5 x1


Chins (+10Kg)

1 x12 una ogni 1'00''

1 x2 a seguire, con ampio riposo, ma ormai ero cotto.


Notare che ho preferito una seconda sessione settmianale di trazioni al psoto di un qualsiasi lift veloce; per farlo cosi', estemporaneo, tanto vale non farlo.
Sono due settimane che non faccio alcun OL, per il Jerk quasi un mese. Ogni tanto il dubbio di fare una belinata mi viene...


Buona notte.


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Notare che ho preferito una seconda sessione settmianale di trazioni al psoto di un qualsiasi lift veloce; per farlo cosi', estemporaneo, tanto vale non farlo.
Anche se hai poco tempo è inutile che provi a battere nuovi record di velocità in scrittura. Non hai i ditoni di bubux, ma nemmeno dita da pianista. La dattilografia non fa per te.
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Sono due settimane che non faccio alcun OL, per il Jerk quasi un mese. Ogni tanto il dubbio di fare una belinata mi viene...
Resisti.

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Non hai i ditoni di bubux, ma nemmeno dita da pianista.
E tu come fai a saperlo?

:-)


Venerdi' 23 Novembre 2018

E con oggi chiudiamo anche la penultima settimana di questo ciclo. Ne resta una, che mi portera' a fine mese, e poi avro' fino a Natale a disposizione per scatenare le mie fantasie piu' o meno olimpiche...o svegliarmi sudato, come si dice in questi casi.

peso x reps x sets

Deadlift (serale)

50 x5
80 x3
110 x2
130 x1
134 x3 x3 (cintura)
145 x1
134 x3
145 x2
134 x3
145 x1

Per la cintura dopo le prime due serie molto problematiche ho trovato una posizione accettabile. Quando uso la cintura, devo anche cambiare il modo di riportare i pesi a terra, altrimenti me la ritrovo piantata nell'inguine; questo crea qualche complicazione aggiuntiva nelle serie di N alzate, con N>1.
Da notare che stasera i pollici hanno patito molto. In un caso e' stata probabilmente colpa mia, ho afferrato male la sbarra, che mi si e' girata dentro la presa, portandosi con se' un bel pezzo di dito. PEr le altre serie, penso fosse semplicemente desuetudine a carichi di questa entita'.

Buona notte.
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Lunedi' 26 Novembre 2018

Peso x reps x sets

Chins (+10 Kg)

1 x14 una ogni 1'00''



Press (serale)

20 x5 x2
30 x4
40 x3
50 x2
55 x1
60 x1 (ultima di warm-up)
61 x2 x3
61 x4

Con questi carichi mi servono recuperi molto lunghi, sette/otto minuti, e questo vale anche, pur se in misura minore, per le ultime singole di riscaldamento.
Il risultato e' un allenamento molto lungo, quasi un'ora e mezza.
Con questi carichi serve anche una grande precisione nel movimento; se la sbarra parte molto all'indietro, la transizione nella spinta e' piu' veloce, ma corro il rischio di sbilanciarmi all'indietro (la sensazione e' quella di avere le punte che dei piedi che si alleggeriscono). Se la sbarra resta piu' in avanti di pochissimo, la stabilita' e' assicurata, ma quando arrivo sopra la testa si spegne tutto.

In ogni caso, un allenamento molto intenso; tanto che stamattina non mi alleno. Stasera ho degli impegni,quindi lo squat e' rimandato a domani.

Buona giornata.
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Press

61 x4
Notevole, complimenti.
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Quote:
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Notevole, complimenti.
Di notevole c'e' solo l'errore. E la tua gentilezza nel pensare che io possa fare una serie del genere.

Avrei dovuto scrivere:

61 x1 x4
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Mercoledi' 28 Novembre 2018

Giornata limpida, e quindi piuttosto freddina. Avendo in programma una impegnativa sessione di squat, ho preferito indossare i pantaloni lunghi, per la prima volta in questa stagione.

peso x reps x sets

Squat

20 x5 x2
50 x4 x2
80 x3
105 x1 (cintura)
120 x1

(Nota: ho tirato fuori sia i dischi da 20 che i dischi da 25 prima di cominciare l'allenamento. A fine sessione, mentre stavo smontando tutto, mi sono reso conto che avevo usato per primi proprio i dischi da 20. Quindi, quelli che credevo fossero 80 e 105 chili erano invece 70 e 95. Si spiega anche perche' il salto dai presunti 105 ai 'veri' 120Kg, che richiedono sia i dischi da 20 che i dischi da 25, mi e' sembrato cosi' difficile. Insomma, una pirlata niente male).

127 x2 x3
127 x1 x4

Stavolta ho scritto bene, sono quattro singole.
L'ultima doppia e' stata molto dura, in particolare la seconda alzata. Ad un certo punto devo aver cacciato una specie di urlo strozzato; e' un fatto tanto inusuale (di solito non faccio molto rumore) che il pubblico presente in salotto e' venuto a bussare sulla porta a vetri del terrazzo per chiedermi se era tutto a posto.

Ancora una volta un allenamento molto lungo, con otto minuti di riposo tra un set e l'altro, anche per le singole. Da considerare che ho finito comunque prima di fare tutte le singol epreviste (cinque) perche' mi e' toccata una imprevista corvee' di trasporto.

Pur soddisfatto di quanto fatto, non dimentico che questo mi riporta al livello di fine 2016. Vediamo se possiamo fare un passetto in avanti con il prossimo ciclo.
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Giovedi' 29 Novembre 2018


Qualche tempo fa, parliamo di parecchi anni, ero uso passare le vacanze estive in un paese dell'entroterra genovese, dove affittavamo un appartamento presso amici di famiglia. Dall'eta' pre-adolescenziale fino all'ultimo anno di universita', il rituale rimase lo stesso; si partiva prima della meta' di giugno, e si rientrava a settembre, prima che ricominciassero le scuole (posso immaginare lo stupore dei lettori piu' giovani nel pensare ad un'epoca in cui era possibile per una famiglia monoreddito permettersi due mesi di vacanza).
La bicicletta era il mio principale mezzo di trasporto; non l'unico, perche' si andava anche a piedi e, da un certo punto in poi, anche da passeggero sul motorino dei piu' grandi. Si andava in bicicletta ovunque, per piccoli e grandi spostamenti, a tutte le ore del giorno e della notte; a fine estate, con tutto quell'allenamento, ero in grado di spingere un rapporto molto lungo anche su per la salita che portava ad uno dei paesi vicini, salita giu' per la quale ogni tanto si organizzavano gare di carretti.
Chiaramente, un adolescente che spende un sacco di tempo in bici non si accontenta di muoversi da A a B; esaurita la funzione di trasporto, la bici diventava un mezzo di confronto e di sfida. Era normale chiedersi chi andasse piu' forte, chi facesse la penna piu' lunga, chi curvasse con maggiore audacia. O chi magari usasse meno il freno.

Questa era una sfida particolarmente interessante. Dalla frazione dove avevamo l'appartamento al municipio del comune, posto piu' a valle, c'erano quasi due chilometri. La prima meta' del percorso era in piano, e non presentava grandi attrattive. La seconda parte era in discesa, ed il percorso ben piu' impegnativo; in particolare, a circa un terzo dall'inizio della discesa era posto un quasi tornante molto ampio, favorito dai ragazzi grandi con le Vespa per sentir grattare le pedane.
La mia sfida personale era quella di lasciarmi andare all'inizio del tratto in discesa, partendo da fermo, e arrivare fino al Municipio senza mai toccare i freni.
Non ricordo quanto mi ci volle, ma immagino che fu un processo di apprendimento piuttosto lungo. Sta di fatto pero' che riuscii' nell'impresa almeno una volta; ho impressa nella memoria una immagine, una sensazione di velocita' mentre negozio la doppia curva a sinistra, su un ponte piuttosto stretto, che rappresentava l'ultima difficolta' del percorso. Se la memoria non mi tradisce, dovrei essere riuscito a fare un percorso netto anche una seconda volta. Di sicuro so che la terza volta che provai le cose non andarono bene. Al curvone quasi-tornante persi la ruota davanti; chi va in moto sa che una scivolata davanti e' difficilissima da recuperare, e con le gomme di una bici da corsa il margine per effettuare il recupero e' praticamente nullo. Fu una caduta per molti versi memorabile; all'interno del mio gomito destro, appena visibile, c'e' un pezzettino di pelle con alcune macchie appena accennate, ricordo di una delle tante croste che mi procurai quel giorno scivolando sull'asfalto.
Qualche giorno fa sono ritornato in quei luoghi. Sulla strada del ritorno, mi e' capitato di rifare, in auto, quel medesimo pezzo di discesa. Era sera, ed un'auto e' ben piu' pesante di una bici, nonche' piu' ingombrante; nonostante le due ruote aggiuntive, ho frenato in un sacco di punti e ho proceduto con prudenza. Rivedendo quelle curve, non ho potuto fare a meno di chiedermi se davvero fossi mai riuscito a completare una sfida che mi sembrava impossibile, anche disponendo di un mezzo ben piu' moderno e stabile di quello che avevo all'epoca.

Perche' racconto questo episodio? Perche' una simile sensazione di meraviglia mi ha preso stasera, durante l'allenamento. Alla prima serie di lavoro, con 82Kg, ho staccato la sbarra dal rack ed ho sentito tutto il peso che gravava su di me, mi sono reso conto di quale sforzo non banale mi fosse richiesto per rimanere eretto, spostarmi, mettermi in posizione. E poi mi e' venuto in mente che due anni fa, lo stesso peso riuscii' a sollevarlo con un Jerk.

http://vimeo.com/195516871

Ripensandoci, mi sono detto che non poteva essere vero; non riuscivo a capire come potessi aver trovato la forza di muovere con tanta velocita' e forza un peso che in quel momento mi stava quasi schiacciando.

Qualche sera fa, guidando nella semi oscurita' di una provinciale, mi sono detto che una picchiata come quella realizzata da ragazzo e' ormai irripetibile; stasera, ripensando alle sensazioni ricevute dal bilanciere, sono stato tentato di pensare la stessa cosa del mio Jerk di due anni fa.

peso x reps x sets

Front Squat
<warm up>
82 x2 x3
82 x1 x5


Buona notte.
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Ripensandoci, mi sono detto che non poteva essere vero; non riuscivo a capire come potessi aver trovato la forza di muovere con tanta velocita' e forza un peso che in quel momento mi stava quasi schiacciando.
Magari avevi sbagliato a caricare i dischi anche quella sera...

Comunque bel racconto, anche al netto dei dubbi esistenziali e/o di allenamento che lo accompagnano.
Un po' di nostalgia serale fa sempre bene.
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Magari avevi sbagliato a caricare i dischi anche quella sera...
Chessimpatica eventualita'...


Venerdi' 30 Novembre 2018

peso x reps x sets

Dips (+10 Kg)

4 x6

Fatte senza alcuna cadenza imposta, ma comunque curiosamente agevoli. Visto il lasso di tempo dall'ultima volta, pensavo di avere molti piu' problemi.

Buon fine settimana.
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Quote:
Originariamente inviato da IlPrincipebrutto Visualizza Messaggio
...E poi mi e' venuto in mente che due anni fa, lo stesso peso riuscii' a sollevarlo con un Jerk...
Ciao Principe,

Ti consiglio di iniziare a fare i confronti delle alzate olimpiche utilizzando la formula Meltzer-Malone-Sinclair che tiene conto, oltre che del peso sollevato, anche dell’età nel quale è stato fatto ed il peso corporeo, questo un link:

Sinclair Calculator

Questa invece una lista dei coefficienti che valutano la sola età: Meltzer-Faber Age Coefficients


Sempre per quanto riguarda le alzate olimpiche, sono convinto che col passare degli anni aumenti la differenza nel rapporto peso sollevato ed esercizi di forza, mi spiego con un esempio.

Se a trent’anni, arrivo ad esprimere un potenziale jerk con l’80% del carico massimo di squat, alla soglia dei cinquant’anni ci riesco ad una % inferiore, come il 75% o anche solo con il 70%, mi serve quindi più forza relativa, questo perché invecchiando la velocità diminuisce maggiormente rispetto alla forza..

Ultima Modifica di milo : 30-11-2018 04:25 PM.
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Ciao Milo,

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sono convinto che col passare degli anni aumenti la differenza nel rapporto peso sollevato ed esercizi di forza
Tragicamente, e' tutto molto plausibile. Bisogna vedere in quale punto la curva decrescente della mia efficienza neuromuscolare incontra la curva ascendente (ma quasi piatta) della mia forza; spero non sia troppo in basso.



Lunedi' 3 Dicembre 2018

Sabato sono andato a fare l'olio; e non e' un modo di dire.
C'e' una azienda agricola di Lucinasco, nell'entroterra di Imperia, che organizza delle 'giornate contadine' nelle quali si puo' partecipare alla raccolta e spremitura delle olive. La giornata e' cominciata verso le nove passate (una delle partecipanti e' stata fermata a un posto di blocco ed ha dovuto attendere il disbrigo delle formalita' di rito), con il trasferimento a piedi nel pezzetto di uliveto dove si sarebbero svolte la attivita' di raccolta.
Seguendo le istruzioni del padrone di casa, abbiamo steso le reti, un'operazione piuttosto facile. Dopo di che siamo entrati nel vivo, con una veloce lezione su come si bacchiano le olive.
Bacchiare le olive e' un esercizio massacrante. Le canne che vengono usate sono lunghe alcuni metri, e piuttosto leggere, ma il movimento richiesto e' molto tassante per le braccia. Non si tratta semplicemente di 'picchiare' sui rami dall'alto verso il basso, quella e' la parte piu' semplice, e riservata soltanto a casi particolari. In genere, la canna va 'infilata' in mezzo alla fronda, e poi scossa con un movimento a mulinello stretto, usando un polso come fulcro e l'altro come 'motore'.
Se non si e' abituati, alcuni minuti di questo movimento molto rapido sono sufficienti per inchiodare di acido lattico anche la muscolatura piu' solida (e la mia non lo e' di certo). Il padrone di casa ci ha raccontato che da giovane, dopo una giornata a bacchiare a mano, poteva capitare di avere le mani che tremavano anche durante un sonno profondo.
Poi e' arrivata la tecnologia, ed oggi ci sono bacchiatori elettrici (che comunque pesano 3Kg, tenerli sollevati sopra la testa non e' uno scherzo) oppure ad aria compressa (piu' leggeri).

In un paio d'ore, noi sette 'ospiti' abbiamo lavorato sei alberi e raccolto un totale di circa 70 chili di olive. Come ricompensa, ci siamo beccati un pranzo a base di 'sardenaia' (pizza con le olive fatta in casa), trofie con patate, fagiolini e pesto di Pra' (buonissime) e per finire un piatto di fagioli di Conio, un presidio slow food DOP, con prezzemolo, aglio e olio di oliva.

Nel pomeriggio abbiamo poi fatto l'olio, o meglio abbiamo visto all'opera le macchine che eseguono la pulitura, lavatura, frangitura, gramolatura e infine separazione dell'olio dagli ultimi residui di lavorazione. Da notare che la parte di scarto viene ulteriormente lavorata in modo da separare i pezzi di nocciolo da una parte (sono un ottimo combustibile da stufa) e la parte 'cremosa' dall'altra, che puo' essere usata coem concime. Delle olive quindi non si butta via nulla.

A fine giornata, ciascun partecipante ha ricevuto una bottiglia di olio appena franto; olio 'nostro', fatto con le olive raccolte solo poche ore prima. Penso che assaggiarlo dara' una soddisfazione tutta particolare.

Tutto questo per sabato ero altrimenti impegnato, e domenica dovevo recuperare dagli sforzi agricoli del giorno prima; ergo, lo stacco e' slittato a stasera.

peso x reps x sets

Deadlift
50 x5
80 x4
110 x2
130 x1
140 x1 (cintura)
147 x2 x3
147 x1 x4

Le doppie sono andate al ritmo di una ogni nove minuti, le singole ogni otto, ed i conti sono presto fatti; non c'e' stato tempo di fare la quinta singola.

Con oggi si conclude questo ciclo di allenamenti.
Da giovedi' posso dare piu' spazio agli OLs (finalmente!) e preparare il tereno per il prossimo ciclo, che comincera' penso da meta' gennaio.

Buona notte.
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Come ricompensa, ci siamo beccati un pranzo a base di 'sardenaia' (pizza con le olive fatta in casa), trofie con patate, fagiolini e pesto di Pra' (buonissime) e per finire un piatto di fagioli di Conio, un presidio slow food DOP, con prezzemolo, aglio e olio di oliva.
Quando hai la fortuna di provare esperienze del genere, a prescindere dalla regione in cui ti trovi, capisci dove si trova la vera alta cucina.
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Giovedi' 29 Novembre 2018
Qualche tempo fa, parliamo di parecchi anni.....
Racconto emozionante, bello anche il parallelo con l'allenamento.
Qualcosa di simile, ma con un mezzo ben diverso mi capitò nel 1980. Ero neopatentato e guidavo la vecchia 600 di mio padre di colore azzurro, sì azzurro. Un giorno invitai un mio amico a fare un giro in macchina e salimmo fino a Carpegna (paese montano nella provincia di Pesaro-Urbino). La strada era stretta e tortuosa. Arrivammo fino al paese, poi nel tragitto di ritorno ci sorpassò con una certa enfasi una giulietta alfa romeo, mi ricordo bene anche il colore marrone.Erano due coppiette, i ragazzi davanti le ragazze dietro. Le ragazze risero sfacciatamente della mia auto azzurrina, era già anacronistica ai tempi ed il colore non aiutava di certo. Era sfida. Scalai qualche marcia, mi affidai ai quattro entusiasmanti freni a tamburo, alle quattro ruote sottili leggermente convergenti e guardai in faccia il mio compagno di viaggio già piuttosto preoccupato avendo compreso lo svolgersi degli eventi. Mi accodai al posteriore della giulietta e tornante dopo tornante per circa 10km. non mollai la presa incalzandola stile Duel. Il sorriso delle ragazze si tramutò ben presto in panico. A Pennabilli, il primo paese che incontrammo, il ragazzo dell'alfa mise la freccia e mi invitò ad accostare. Tra l'incredulità ed il terrore mi chiese se ero scemo. La mia risposta fu "e poi avevo le gomme sgonfie". Ecco mi è capitato in seguito di ripercorrere la stessa strada con automobili ben più stabili e sicure e mi son sempre chiesto come avevo fatto a tenere quel catorcio in strada con una guida ancora così acerba.
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