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Work in Progress Dove postare il proprio programma di preparazione atletica, le proprie esperienze, il proprio diario personale.
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All the Truth Member
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02-11-2012, 02:47 AM
Che cos'è l'unausweichlich? Visto che anche io sono una mezza sega, quando sono al top della forma, e un quarto di sega in questo periodo, devo anche io preoccuaprmi di questo unausweichlich? Anche per me oggi è una giornata peggio del solito, ma solo per la mia schifosa pigrizia che ha fatto sì che la passassi solo a dormire e mangiare, quando in teoria avrei dovuto sfruttarla per fare mille cose. Terribile, anche tu preda di strane superstizioni personali, anche io ovviamente. Ogni tanto cambiano, e nel complesso sono molto calate rispetto a quando avevo vent'anni, ma alcune restano. Però il 7 è il mio numero preferito, su quello non ho pregiudizi, e sui numeri vado più sul classico, nel senso che se mai mi danno un po' da fare i numeri tradizionalmente iellati, come il 13 e il 17. Sugli allenamenti, fai bene a cambiare e alternare. Sarebbe anche la mia idea, nei giorni buoni, peccato che i giorni buoni siano molto pochi... |
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(#1262)
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All the Truth Member
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02-11-2012, 06:51 PM
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All the Truth Member
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03-11-2012, 12:59 PM
Non l'avevo proprio capito infatti. Ma ora che mel'hai detto posso confermare che tocca da vicino anche me. Anche io devo rassegnarmi all'ineluttabilità di un corpo che mi fa schifo, e che mi dà solo delusioni e frustrazioni. Non so quanto questo schifo sia legato a non avere accettato del tutto la mia femminilità, ci sono stati periodi in cui l'essere donna non mi pesava, ultimamente invece anche io mi sto rendendo che avrei preferito essere nata uomo. Adesso, anche io mi sento "terribilmente DONNA" in senso negativo, perchè le forme iperfemminili del mio corpo non mi piacciono per niente. Resta il problema di come fare a rassegnarsi. Se ho le forze fisiche e mentali di allenarmi va un po' meglio e il rapporto col corpo migliora un po'; in realtà il corpo resta quello che è, non migliora, ma io sono più soddisfatta perchè almeno sento di impegnarmi nella direzione giusta. In realtà è un ragionamento stupido, perchè è facile obiettare che se non si hanno i risultati è da fessi insistere. Però almeno non mi sento in colpa perchè sto provando a migliorare. Quando non riesco più ad allenarmi, come ora, e il mio corpo è solo fonte di frustrazione e disgusto, allora vorrei potermi rassegnare davvero, non soffrire più per cose che non posso cambiare e annullare quella parte di me stravolgendo i miei gusti e i miei desideri, cosa anche questa quasi impossibile. Probabilmente il segreto è accontentarsi, venire a un compromesso coi propri desideri ponendosi obiettivi minimi, ma come dici tu l'equilibrio è sempre precario. |
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(#1264)
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All the Truth Member
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03-11-2012, 02:15 PM
Per fortuna che sono nato uomo |
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(#1265)
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UncensoredModerator
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04-11-2012, 02:08 AM
VALENTINA e il Suo tempo. Scrivo quello che scrivo (d'accordo con Vale) non senza difficoltà. Perchè mi riesce, oggi, "facile" comprendere più a fondo come vive Valentina il suo problema. (il DCA). Ma è difficile perché so anche che, pur riuscendo a volte a comprendere la sua sofferenza, so che la mia percezione non può essere identica alla sua, che la vive, ed è sicuramente peggiore di quello che scriverò.* Ho scritto, cancellato e riscritto più volte queste righe nel tentativo di trovare le parole giuste e la forma migliore per descrivere qualcosa che forse non si riesce mai completamente ad evincere leggendo questo diario e che Vale, per ovvi, motivi, non sarebbe in grado di descrivere troppo facilmente, dato che ne è coinvolta direttamente. Non che sia facile per me farlo, naturalmente. Ma lo faccio nella speranza (che credo sia consciamente e inconsciamente anche quella di Vale) che questo possa facilitarla a trovare la strada per approcciare meglio al problema. Noterete l'alternarsi di parti in corsivo e parti normali. Le prime rappresentano quello che passa nella mente di Vale (come se potessimo scorgere a tratti come sia il suo rapporto con il cibo, in parte raccontato da me e in parte citando direttamente alcune sue testuali parole). Le altre, descrittive. Non solo, la mia ultima revisione prevedere di dividere tutto in paragrafi, ognuno dei quali con un titolo che ne esprima il contenuto. Come se fossero tanti “pensieri”. Quasi come se ogni paragrafo rappresentasse una parte di tutto quello che ricorre( o non ricorre) nella quotidianità di Valentina. Ci saranno passaggi a tratti crudi (e ripeto, la realtà rispetto, a quello che leggerete, purtroppo è peggiore) ma che ritengo fondamentali per la comprensione. Questi che sto per descrivere sono i problemi di Valentina, i problemi con i quali convive ogni giorno. Ci sono problemi peggiori nel mondo, ovviamente. Ma non è mia intenzione discutere di altre cose perché queste sono le sue pagine e non le pagine dei problemi nel mondo (dei quali purtroppo difficilmente se ne potrebbe venire a capo...). Per Lei, per Vale, questi sono problemi che drammaticamente influenzano la sua vita da ormai troppo tempo. Sono, per Lei, problemi grandi anche se per molti potrebbero essere problemi "futili" o semplicemente non essere problemi. Chi studia i “DCA” potrebbe pensare che quello che sto scrivendo potrebbe alimentare il problema di Valentina perché gli sto dando importanza. Perché se non si dà importanza a questo problema allora il problema scompare. Io questo non lo so ma credo che mettere nero su bianco quello che sto pensando possa invece avere una qualche utilità. Questa introduzione è importante perché ci dobbiamo mettere nella condizione mentale giusta per poter comprendere davvero qualcosa che normalmente non abbiamo la sensibilità o anche la fortuna di comprendere. (sì, fortuna..). Potrò sembrare distaccato a tratti e, credetemi, questa, per me, è la parte più difficile. Ma è necessario che io lo sia, perché le mie parole possano esserle realmente utili. Ok, se siete pronti, venite con me, perché questo viaggio sarà un’esperienza particolare. L'attesa, parte prima. L'attesa potrebbe essere l'unica parola veramente riassuntiva ed esaustiva di cosa sia, oggi, la vita di Vale. Che strano mi fa pronunciare così spesso il suo nome, non la chiamo mai per nome. E' dal 2007 che tutta la sua vita ruota intorno al cibo. Come fosse un’orbita, davvero. Tutto ruota intorno al cibo, su cosa mangiare e su come controllarsi nelle quantità. Vale non pensa mai a ciò che mangerà oggi. Sapete perché? Perché ci ha già pensato il giorno prima. Ci ha già pensato il giorno prima. (provate a scandire queste parole nella vostra testa. Ci ha già pensato il giorno prima, la notte prima, il pomeriggio prima, qualche minuto prima...) Le calorie e il conteggio. “Colazione fage, sale, aglio in polvere, 1 wasa…Così non salgo troppo di calorie a colazione. Ah, aspetta, devo mettere i grassi. Devo metterli. Me l’ha detto Lorenzo. Su quello non posso dargli torto. Me lo dicono tutti, su questo sono d’accordo tutti. D’altra parte lo sapevo anche io, l’ho studiato, ho studiato ogni cosa. Ne so più di un dietologo. Tutti i benefici dei grassi. I grassi, quelli buoni. Come quelli di cui parla Sears e la sua Zona di merda…Benefici..già, benefici. E per me quali sarebbero questi benefici? Con un paio di noci mi brucio così l’equivalente calorico di una piccola mela…Non che una melina mi riempia, ma vuoi mettere? Vuoi mettere la dimensione di una mela contro qualche gheriglio di noce? Come posso controllare la fame? Come mi riempio con questi grassi? Per me sono inutili…E poi alla fine, le mie analisi sono sempre state buone. Anche quando sono stata anoressica. Non erano niente male le mie analisi. Eppure non mangiavo grassi. Anzi, non mangiavo nulla. Non sono stata male allora, ma chi me lo fa fare, ora, di mangiare grassi….” Nel frattempo la giornata scorre, magari c’è una pulizia lampo della stufa a pellet, poi c’è tutto il resto. L’indispensabile ma anche, per fortuna, uno dei pochi, forse l’unico: il piacere di andare a scuola. Dai ragazzi, a insegnare. “Chi me lo fa fà di mangiare i grassi..l’anno scorso non li mangiavo, avevo tanto margine in più per riempire il mio stomaco. Per sedare la fame. Ecco, come ora, ma non posso fare uno spuntino. Come faccio a fare uno spuntino? A me non basta uno spuntino piccolo, io voglio mangiare. Ma se poi mangio troppo adesso mi avvicino rapidamente al mio limite calorico…” E’ così ogni giorno. Ogni giorno può sembrare uguale. Il cibo, le calorie. Le calorie e il cibo. “…Ieri sera ho sforato di 75Kcal il mio limite giornaliero di calorie. E io che volevo lasciarmene 25 come bonus. Perché, aspetta. Vediamo, se io per 10 giorni rinuncio a 25kcal del mio limite giornaliero, significa, dopo 10gg, accumulare 250kcal. Cioè un bonus di 250. Dopo 30 giorni significherebbe essere a 750. 750Kcal sarebbe una pizza. Aspetta, ma una pizza sono 800kcal. Cioè, una pizza normale, anche un po’ abbondante. Certo che deve essere normale. Io prendo solo la margherita nel mio modo. Quindi vuol dire che un giorno devo stare sotto di almeno 50 kcal rispetto al mio totale calorico concesso. Però se poi una pizza non mi bastasse? Perché ne devo mangiare una? Io ne voglio un’altra mezza. Mi sono allenata sempre duramente. Mi sono conquistata un corpo migliore di altre donne. Ma no, cioè, sì, è migliore, ma non mi basta. Perché adesso mi sto lasciando andare e sto riprendendo peso…” La diarrea. Ogni giorno Lei combatte una battaglia con se stessa. Una battaglia infinita. Combatte contro la fame, contro la paura di ingrassare, combatte contro il desiderio di fare feci solide, come una persona normale ma espelle ogni giorno diarrea. Che ormai per lei è normalità. Capita a tutti ogni tanto la diarrea, vero? Perché abbiamo mangiato qualcosa che ci ha fatto male o per qualche altro motivo. Personalmente sto male, la soffro quando ce l’ho. Ma rappresenta l’eccezione, per fortuna. E’ fastidiosissima, ti obbliga a pulirti di più, ti obbliga a volere essere sempre a casa quando ti capita, per poterti lavare adeguatamente. A volte, quando è particolarmente forte, vorresti poter trovare qualche crema per lenire il bruciore…Scrivo tutto questo per cercare di ricordare qualcosa che tutti proviamo poche volte l'anno. Il buffet. Le battaglie contro le calorie sono perse in partenza. Valentina questo lo sa. Le sono stati fatti esempi assolutamente più che convincenti, più di una volta. Il conteggio calorico è qualcosa che ci illudiamo di poter tenere sotto controllo. Ma in realtà è solo ciò che crediamo o che vogliamo credere perché si possono sommare tanti errori a diversi livelli, a cominciare, ad esempio, dalla variabilità degli alimenti, anche se dietro portano un'etichetta con i valori nutrizionali. “Questa sera c'è quella festa di compleanno, ci sarà il buffet...Come faccio a venire? Se ci fossero delle cose che mi fanno gola? So già che non mi controllerò e mangerò. Mangerò...Senza abbuffarmi lo so, ma a me sembrerà di averlo fatto. Di aver mangiato troppo. Vedrò tante cosine buone, che normalmente non mangio perché troppo caloriche. E se dovessi resistere sarà una sofferenza vedere tutti che mangiano e non si fanno problemi. E se dovessi mangiare senza esagerare, mangerò comunque troppo rispetto a quello che dovrei mangiare. E tutti i sacrifici fatti fino a ieri, tutte le calorie risparmiate ogni giorno per potermi mangiare tra un mese la pizza, saranno state uno sforzo vano. Eh sì, a me interessa solo la pizza come sgarro. Perché devo buttare i miei sacrifici per qualcosa che in fondo non mi interessa veramente?” Ciò che lascia apparentemente perplessi è che se quello che c'è mediamente nei buffet non interessa a Valentina – perchè a lei interessa la pizza e poco altro come sgarro calorico – perché dovrebbe fare fatica a partecipare in quelle occasioni che prevedono un buffet? Sembra anche strano come la sua grande intelligenza “decada” di fronte al cibo. Eppure il problema è che Lei è ha sempre fame. E quindi la visione del cibo le procura non poche difficoltà di controllo. Figuriamoci un buffet dove comunque ci sono buone probabilità che ci siano dei cibi “mangiabili”. Probabilmente anche pizzette e cose simili. Quindi, per Lei che si concede pochi piaceri relativi al cibo, privazione di qualcosa, diventa la normalità. Il contatto con il cibo: paradosso. E' una necessità. Per sé non prepara da mangiare. O meglio, lo fa. Mangia pulito in pratica senza eccessi, senza concessioni, probabilmente sta spesso in ipo. Da tempo non si prepara da mangiare per il piacere di mangiare. Mangiare nella vita normale è in parte necessità e in parte piacere. Lei mangia solo il minimo indispensabile per il sostentamento. Ma contestualmente vorrebbe mangiare di più perché ha fame. Però la paura di ingrassare o di non meritare il piacere di mangiarsi un piattino un po' “elaborato” (pulito, ma un po' sfizioso) fa si che lei mangi solo per necessità. Ma Valentina ha un rapporto di amore e odio con il cibo. E' il suo terrore, perché ha paura di non resistergli, di mangiare più di quanto le sia necessario. Però non può farne a meno. Non solo per necessità. Ma anche per il piacere di stare con il cibo. Come se le facesse compagnia. Come se si nutrisse del piacere di guardarlo e di toccarlo, a patto di non mangiarlo. Sì, avete capito bene. Faccio una pausa perchè dovete avere la possibilità di elaborare ciò che sembra contraddittorio. Perchè mangiare qualcosa di eventualmente “non previsto”, significherebbe rischiare di ingrassare. Quindi Lei vive il cibo in “3D”. Tre dimensioni. In fondo un po' tutti lo viviamo a diversi livelli, a più di una dimensione. Ma per lei è tutto accentuato. E' elevato al massimo. E' come se avesse una superpercezione degli effetti del cibo. Per Lei quindi preparare da mangiare per un'altra persona diventa un piacere. Quando mi fa da mangiare riesce a riversare una parte del suo amore nel cibo. A me prepara i cibi più sfiziosi, sia ciò che non può mangiare (cioè ciò che sognerebbe ma che non si vuole permettere) sia ciò che potrebbe mangiare ma che non vuole prepararsi nella “forma” migliore perché sarebbe troppo bello mangiare un piatto buono e “bello” da vedere. E lei: “non me lo merito”…Naturalmente questo, cioè il preparare da mangiare per me, le da un grande piacere. Eppure non riesce a goderselo a pieno, perché mentre lo fa pensa al fatto che non se lo può permettere (secondo lei), pensa al fatto che potrebbe cadere in tentazione mentre prepara da mangiare. E' un loop anche questo. Perché naturalmente quando pensa a ciò che può mangiare lei stessa il giorno dopo, contestualmente, pensa anche a ciò che potrebbe preparare da mangiare per me...a quanta paura le può fare il contatto con il piatto che ha deciso di prepararmi ma anche a quanto potrebbe piacermi....Loop. Un paradosso... L'attesa, parte seconda. “Sento un po' di vivere le giornate in eterna attesa. Attesa di essere magra (più magra), attesa che il freddo finisca, attesa che venga il venerdì... infatti una delle cose che mi diceva sempre la psico era... essere in quello che si fa' nel momento in cui lo si fa'... io invece sono sempre oltre... o oltre o in contemporanea in mille altri posti. Se poi ho 10 cose da fare tra cui il pasto a casa, la I cosa che devo fare è mangiare. Mangio, la pancia è piena, sto intorno al cibo e paradossalmente mi tranquillizzo. Poi posso fare il resto, o anche non farlo, ma mangiare è la cosa. E' la cosa che mi da' (seppur poca) soddisfazione, è la cosa che voglio togliermi il prima possibile, così ho fatto, non accumulo altra fame e sto meglio. Però siamo sempre lì... ruminazione continua.” Meglio di ciò che dice lei stessa non ci può essere per descrivere ciò che Lei pensa. Ed io purtroppo non posso fare niente se non starle vicino ogni volta che me lo permette. Di fronte a questo non si può aggiungere niente, se non rileggere e tentare di capire. Il rifiuto di se stessa e l'autopunizione. “...mi chiedo come tu possa trovarmi così bella. Come puoi? Non me lo devi spiegare, sono IO che non devo impedirti di gioire della mia presenza, di toccarmi, di fotografarmi quando in realtà purtroppo non farei che... non farei che prendermi a morsi e lacerarmi. Ma sono avanti nel mio percorso e non lo faccio, lo so che aumentando dolore al dolore non si risolve nulla...” E' così sviluppato in Valentina il senso di rifiuto del suo corpo che non può accettare di essere trovata attraente. E' così recondito il senso di repulsione della femminilità che non può accettare di esserlo tremendamente. Associa la femminilità, l'essere donna al fatto delle forme. E le forme le associa al volume, all'occupare spazio. Ed è ciò che non può accettare: occupare spazio significa (per Lei) essere potenzialmente grassa, sovrappeso. E' perfettamente conscia di quanto sia assurdo questo suo rifiuto anche perché una femminilità ben presente è proprio ciò che rende donna la donna. E l'essere femminili non significa necessariamente essere particolarmente formose. Spesso significa aver le forme giuste, avere tutto al posto giusto ed essere consapevoli di questo e trovarcisi a proprio agio. Per stare poi tranquilli, tranquilli e sereni con se stessi. Bene, per quanto esista in Valentina la consapevolezza di doversi accettare, dalla teoria alla pratica ci passa la stessa distanza che separa la Luna dalla Terra. Inevitabilmente il rapporto conflittuale con il proprio corpo e la non accettazione di non essere uno scheletro ricoperto da un corpo magro e muscoloso come quello di un giovane atleta maschio porta Valentina, a tratti, a desiderare “di tagliarmi via tutto letteralmente, di ferirmi nella speranza di tagliare via il superfluo. Lo stesso per le cosce, i glutei. Io non voglio bene a questo corpo ancora, io lo rifiuto...”. Naturalmente, a parte qualche morso in certe situazioni, l'autolesionismo si ferma a livello di pensiero e di rabbia senza concretizzarsi in qualcosa di grave o in qualcosa di fisico. Ma in realtà lavora, lavora. Lavora dall'interno, consumandola. La demolizione di se stessa e il consumo interiore. Il suo conflitto interiore, che si manifesta nell'ossessione del cibo e nella non accettazione della sua “materialità”(della sua forma che occupa uno spazio) la porta a non avere un'adeguata autostima di sé. Per dirla tutta, la porta ad avere un bassissimo livello di autostima. Non penso all'autostima che porta all'onnipotenza. Ma a quell'autostima giusta, “sana”, che tutti dovremmo avere e che generalmente conquistiamo crescendo, imparando a conoscere le nostre capacità e i nostri limiti. Naturalmente in Valentina l'autostima non è assente in ogni aspetto della sua vita ma manca completamente nella sfera che riguarda il suo corpo. Questo chiaramente ha un'influenza determinante nel suo percorso di accettazione di se stessa e delle sue forme non maschili. Utilizzo questa negazione senza dire semplicemente “femminile” perché conosco Valentina: assocerebbe subito quel femminile alla rotondità. Ma non è quello il messaggio che voglio far passare. Anche perché per essere femminili non è necessario essere spiccatamente “rotondi”. La demolizione di se stessa porta Valentina a un loop continuo ed infinito. Perché poi tutte le sue paure si sommano e si uniscono e si auto-alimentano. Il cibo, il suo pensiero, diventa per Valentina una nuova particella subatomica, da affiancare agli elettroni. E' qualcosa che esiste realmente anche se non si vede, un po' come la “materia oscura” per restare nell'ambito della fisica. Insomma l'idea del cibo non la abbandona mai. La pèrmea. Ecco che, se restringe per esempio l'alimentazione per tot giorni e non dimagrisce, allora vede vanificare tutti i suoi sforzi. Ma su di lei l'impatto è deleterio perché il controllo del cibo non è un'appendice della sua giornata. E' la parte principale perché è da esso che si sviluppa tutto. Il suo è è un Disturbo del Comportamento Alimentare; immaginate, provate a immaginare anzi: cinque anni di torture lente e progressive, di privazioni sull'alimentazione, di assenza di sonno, di paure; immaginate tutto questo e amplificatelo. Perchè non è che nessuno di noi non abbia mai avuto a che fare almeno una volta nella vita con ciascuna di queste problematiche. Eppure sono tra loro intimamente collegate. Il sonno per esempio le manca perché è l'agitazione costante a non permetterle di dormire. Immaginate poi articoli o pareri di medici o presunti luminari che magari scrivono degli “abc” su come dimagrire, mirati per le persone obese. Ecco, anche queste informazioni sono deleterie per Valentina. Le fa sue, ma, seppure consapevole delle proprie ossessioni, inevitabilmente ne amplifica alcuni aspetti che poi giocano a suo sfavore. Quindi durante questi anni è passata da rapporti di amore e odio nei confronti dei medici e nutrizionisti che purtroppo, a mio parere, al di là di personaggi particolari, hanno avuto solo la “colpa” di non aver saputo leggere nel profondo Valentina il cui problema non è possibile comprendere a fondo in pochi minuti. In realtà ci sono certe dinamiche che non si risolvono con uno schema convenzionale, quindi non è realmente colpa loro che non hanno saputo “curarla” completamente, né colpa di Valentina che non è “guarita” del tutto. E che quindi non si deve colpevolizzare. Tutto questo, lo ripeto, l'ha portata in un loop dentro se stessa, un vicolo cieco apparentemente senza uscita. Una trappola. E la cosa peggiore è che i suoi fallimenti, anche se il suo spirito guerriero la fa ritentare sempre, per Lei sono motivo per, mi ripeto, colpevolizzarsi. A volte crede che se non è riuscita a superare i suoi mostri al momento giusto allora vuole dire “sono una schifosa, perchè non so controllarmi davanti a un buffet e allora mangio troppo oppure anche se sto attenta il mio corpo è destinato a ingrassare perchè è così la mia entropia, quindi comunque sia non ho scampo”... Loop, loop, loop. Sempre. Da così tanto tempo, da così tanti anni. Immaginate la stanchezza che si può accumulare, immaginate mente e corpo come vengono messi alla prova. Immaginate come tutto questo possa portarla a dimenticarsi delle sue passioni, di tutto ciò in cui è brava, in cui ha talento, di tutto ciò che potrebbe fare e invece non pensa neanche lontanamente perché deve pensare a come combattere con se stessa senza soccombere alla depressione. Vorrei concludere con l'unico esempio che penso possa riassumere e farvi comprendere cosa significhi stare dentro la testa di Valentina. Immaginate di stare tornando da un viaggio. Magari un viaggio di lavoro, se viaggiate. Da soli. Immaginate di aver fame e di volervi fermare per una pizza. Vi fermate, entrate in una pizzeria e ne ordinate una. Magari siete vicino al mare. Il vostro tavolo si affaccia sulla passeggiata. C'è una temperatura giusta per stare in maglietta. E' sera, magari è inizio Settembre, quando alle otto di sera c'è ancora un po' di luce. Guardate la gente che cammina, che passeggia. Nel frattempo arriva la vostra pizza e cominciate a mangiarla. E nel frattempo continuate a guardare la gente che passa, la gente per mano, gente con il passeggino, gente che si siede su una panchina. Giovani, bambini, vecchi e ragazzini adolescenti che poi alle dieci di sera hanno il coprifuoco. Intanto la luce pian piano sta per scomparire ma voi vi fermate un attimo ad ammirare che il rosso, l'arancione e il giallo si fanno sempre più tenui fino a cominciare a confondersi con tenebre. Intanto mangiate, masticate e finite la pizza. Siete contenti, vorreste potervi rilassare ogni sera di fronte alla giornata che finisce, ai colori che vanno a riposare per poi riaccendersi all'alba. Chiudete per un attimo gli occhi a sentire l'odore del mare e intanto vi viene in mente che ci vorrebbe un bel caffè per stare bene. Tutto questo Valentina lo vede attraverso un vetro, lo vede distante, non riesce a toccarlo del tutto. E comunque, soltanto, rigorosamente, dopo aver pensato a tutto ciò che ho scritto nelle pagine precedenti: le calorie della pizza, quante calorie ha risparmiato nei giorni precedenti per potersela permettere o quante ne dovrà sacrificare nei giorni successivi se per caso la pizza di quella sera è stata un “imprevisto”.... Ecco come vive Valentina. Ecco cosa si perde. Si perde...si perde la sua vita. Eppure: “...Hai ragione. E penso a quando mi dici che forse dovrei capire che conta di più un po' di serenità, che starei meglio magari a 58+X ma mangiando con rilassatezza (cose sane nel giusto modo ma concedendomi come TUTTI una pizza e boh un gelato a settimana, che a fronte di regolare sport li assorbirei) ma magari con meno vene, e con una taglia in più. Però alla sola idea mi viene l'ansia perché è quello da cui sono scappata...” Io so che Valentina sta tentando di rompere i suoi schemi, i suoi clichè e ogni tanto so che pensa a queste parole appena citate. E so che ce la farà, so che piano piano riuscirà ad uscire di casa (non sempre magari, ma a volte sì) anche se la sua pancia sarà un po' gonfia (perchè, semplicemente, ha appena mangiato!). Ha solo bisogno di tempo. Il Suo tempo. Ciao, L |
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(#1266)
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All the Truth Member
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05-11-2012, 11:43 PM
Ho letto le parole di Lorenzo il giorno prima che le postasse, mi ha sottoposto la lettura per avere l'ok a postare, ma per me era uno scrupolo superfluo, perché la sua visione di ME non l'avrei mai censurata. Non riesco a commentare queste parole che mi fanno piangere, dato che sono vere. E non sono affatto crude come in realtà avrebbero potuto essere... quella presentata è una realtà molto romanzata, soprattutto per quanto riguarda gli strascichi fisici che ho ogni santo giorno.. Allora, ho ricominciato ad allenarmi, il pump max due volte a settimana all'insegna del cambiamento. Sto evitando come la peste l'allenamento la sera ora di cena, mi è presa così. Per le 19.00 voglio essere a casa. Ora va' bene così. Seguirà il video del mio wo di giovedì scorso, in cui dopo un "ricondizionamento post stiramento addominale" (addominale che ancora dei fastidi me li da') sono tornata ai "pesi" (pesini da mezza seg@ diciamo) di prima dello stiramento. Piegamenti gambe tese 5x3 Mi sono riuscite tutte le triple Piegamenti ginocchia piegate 5x10 Dall'ottava rip nella IV e V serie fatico non poco, ma la porto a casa FTW squat 5 rip OHS 3x5 con bilanciere+5 kg Riprendere questo movimento non è stato immediato soprattutto perché con un po' più di peso si sente il bilanciere sulla testa Squat 5x5 con bil e 15 kg. Il peso non è affatto facile, sarà una questione di testa, sarà un'incapacità di reclutamento, boh. Sarà che non sono mai al top tra diarree e coliche. Sarà anche che sto tendendo a fare volume perché sto mangiando 1250 kcal al giorno senza accumulare bonus e magari ci scapperà anche l'extra (sforare di X kcal con una pizza ad esempio) e io mi faccio le seghe mentali e mi voglio allenare di più. Ma ne risente l'intensità. Per capire se sono abbastanza profonda prendo come riferimento i gomiti, se toccano le cosce allora dico Ok, sono sotto al parallelo, non so se è un riferimento valido, ma assToTheGrass con quei chilettini non riesco ad andare. I piedi li devo assolutamente tenere più fermi. Le ginocchia non stanno abbastanza in fuori. Più mi guardo e più mi inc@zzo. Ma non è un'inc@zzatura da gettare la spugna, no. E' un'inc@zzatura che mi sprona a fare bene. Ecchecc@zzo. Gute Nacht |
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05-11-2012, 11:48 PM
Che succede ragazzi?! visto che qualcuno (vedi ad esempio recentemente Giuliowl) voleva un approfondimento... Allora, nel frattempo posto il wo di venerdì scorso di acid: ACID wo 2 Nov. 2012 - YouTube posto la mia solita opinione (che, appunto, in quanto opinione è solo mia), quindi sono as usual benvenuti altri feedback: - piegamenti. la tripla sembra ormai consolidata. La quadrupla non è ancora pronta. è interessante notare che nonostante fosse faticoso, sei riuscita anche alla terza rip a mantenere ottima, composta e compatta la tua postura, basti vedere la schiena che non cede durante l'ultima ripetizione sofferta: infatti è proprio grazie a questo - tipico di un'atleta avanzato - che hai completato anche la terza senza cedere. - OHS: bene, lo stai confermando. mi raccomando scapole bene serrata. quando torni su tendi a "perderle" appena portandole lievissimamente indietro. Mi raccomando poi la traiettoria di salita e discesa, a volte oscilli ( parlo di dettagli, l'esercizio va bene eh!!). - squat: nel primo video si vede la postura praticamente ottimale, compresa la profondità (puppo un pò: sarebbe bello vedere anche la parte superiore da quella angolazione! ). Le punte dei piedi a volte si muovono, ma credo che cmq le scarpe diano il loro contributo in tal senso. Ti propongo una cosa: magari a casa a tempo perso prova a squattare a piedi nudi e dimmi cosa succede. intanto se hai sempre il problema della flessibilità (chissà perchè ma son convinto che ora scendi e potresti anche riprovare lo squat al muro a piedi nudi e potresti stupirti..) e soprattutto guarda se il piede resta più fermo. Sia chiaro: è accettato il problema della flessibilità non sia scomparso e non sarebbe colpa di una tua eventuale inadeguatezza, ok? ;-) - squat, secondo video: lì, mi pare già dalla seconda rip, si nota subito che la stanchezza ti porta in modo abbastanza evidente alla chiusura delle ginocchia. occorre cercare di evitarlo. PS Quote:
PPS direi che hai già fatto un 'ottima autocritica sul wo |
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(#1268)
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All the Truth Member
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06-11-2012, 12:07 AM
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(#1269)
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All the Truth Member
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Età: 33
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06-11-2012, 12:13 AM
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vale con le flessioni stai andando alla grande! Brava e brava anche x l'inca*zatura che sprona...in questi giorni vorrei averla pure io, non la riesco proprio a trovare e questo fa incaz.. pure di più |
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(#1270)
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All the Truth Member
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Data registrazione: Aug 2009
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06-11-2012, 01:05 AM
Bravissima davvero per i pushup a gambe tese ! Però anche per gli squat, visto la profondità che raggiungi. Fra l'altro se non sbaglio nel pump si fa molto meno profondo, quindi immagino che avrai dovuto abituarti a una nuova impostazione più difficile. Certo che quello overhead mi sa di tortura cinese... |
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(#1271)
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UncensoredModerator
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06-11-2012, 12:00 PM
Push up: stringi un po' le gambe quasi ad unirle, i gomiti sembrano finalmente in spinta continua così. Quado fai le push up devi tenere in contrazione le gambe i glutei e gli abs, se ti fa male ovviamente va già bene così, se invece non hai fastidi devi contrarre un pelo in più gli abs perché tendi un po' ad imbarcarti vedi la curva lombare? quella segue la curva dell'addome, mentre va bene nello squat, quì devi cercare di ridurle (non eliminarle). Però ripeto che se lo stiramento ti dà ancora fastidio rimani così e correggiamo in futuro cambiamo solo una cosa, invece del 5x10 con le ginocchia in terra, passiamo ad un 6x9 OHS sei migliorata nella gestione del bacino manca ancora la spinta del bilanciere verso l'alto, tu sembri cercare una posizione che a volte ti sfugge, invece semplicemente devi spigerlo in alto in ogni momento dell'esecuzione e vedrai che andrà e starà nel posto giusto. RImani con questo peso. Squat: maremma straga (è così che dici?) ancora le ginocchia ogni tento non si serrano e ti viene da interpretare il movimento di ginocchia invece che di anche, è solo un accenno iniziale perché poi ti riprendi alla grande ma non vedo perché sporcare l'esecuzione. La profondità è splendida, la questione controllo ovvimente non si impara da un giorno all'altro ma cercando di correggersi mentre si fa l'esercizio e cercando di capire le sensazioni giuste e quelle sbagliate. Tieni lo stesso peso ma dalla seconda serie di squat devi cercare di vincere quello sticking point senza mollare il controllo esecutivo, vedrai che diverrà più leggero anche il bilanciere. come siamo messi a tempi, da quando inizi a quando finisci? potresti farlo un po' più lungo? |
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All the Truth Member
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06-11-2012, 03:46 PM
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Non penso pero' serva tenere la sbarra cosi' indietro quando sei in piedi; e' all'altezza dei talloni, forse addirittura oltre, vale a dire fuori dalla base di appoggio. A questo punto ti basta fare un po' di pratica nella tirata, aumentare la velocita' nell'accosciata, e voila', vai di strappo olimpico. Buona giornata. |
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07-11-2012, 02:39 PM
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Sarà forse davvero un po' di influenza che fa' capolino. |
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07-11-2012, 03:03 PM
Ma poi lo stiramento addominale ti è passato? |
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All the Truth Member
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07-11-2012, 03:12 PM
Non al 100% ma direi di potermi allenare abbastanza tranquillamente. So che ci vorrà tempo, pensa che a febbraio per fare stretching mi sono stirata un adduttore (il sx) ed ero calda, beh ho fatto di nuovo stretching lievemente più intensivo in quel punto ad agosto e mi si è ripresentato il dolore, infatti ora mi sento molto "chiusa" (nonostante io sia molto mobile) rispetto al mio potenziale. Ci vuol pazienza... anche oggi la testa mi direbbe di allenarmi ma mi rendo conto che è meglio far festa... |
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