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Work in Progress Dove postare il proprio programma di preparazione atletica, le proprie esperienze, il proprio diario personale.
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UncensoredModerator
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Data registrazione: Apr 2005
Località: vicino al mare
Età: 48
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![]() Acid Angel' s messy diary... :)...quel post ci dice che il cibo ti può rovinare l'esistenza. purtroppo. ...quella foto non è una foto ma è Valentina. ci mostra una consapevole stanchezza. E' l'immagine della spossatezza. Ma tradisce una bellezza interiore unica e fragile. Basta guardare la delicatezza del suo appoggiarsi al muretto. Ci mostra anche un'altra cosa: una possibile via d'uscita, se gira la testa c'è una "fuga". Che le deve ricordare di non smettere di lottare, anche quando ci sono giornate così pesanti che ti potrebbero schiacciare. |
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(#2)
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Banned
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Data registrazione: Feb 2012
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![]() Che bella!!!!!! Le foto in scala grigi sono le mie preferite ![]() @desp in basso a sinistra c'è la firma del suo fotografo personale ![]() @lorenzo io vedo anche un leggero sorriso, forse Acid pensava a te intanto ![]() |
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(#3)
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All the Truth Member
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Data registrazione: Aug 2010
Età: 44
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![]() Pensieri sparsi. Non ho ancora superato gli strascichi di down umorale del mio compleanno. La parentesi di Cecina mi ha distratto e disteso, ma poi alla fine mi ritrovo sempre ad accogliermi sulla soglia di casa. 6 è proprio The number of the BEAST, hanno ragione gli Iron Maiden. Non voglio farmene un cruccio, in tedesco si chiama Unausweichlichkeit. Se qualcosa è ineluttabile, ok, che venga a me il prima possibile. Oggi giornata da dimenticare su tutti i fronti, emozionale e fisico; ho avuto una colica da stamani a ora (nel senso che sta passando ora, e questo non mi ha impedito di smangiucchiare - conteggiando tutto e non sforando, of course - tutto il giorno) con dolori pari agli spasmi della colonscopia. Stamani dopo una visita a mia zia che sta maluccio sono andata al mercato, ho incontrato e chiacchierato con un po' di gente e mi girava la testa dal dolore di pancia. Ho dissimulato benissimo, ma poi ho desiderato un pomeriggio da SOLA, senza parlare, chiusa nel mio nido senza dover comunicare con nessuno. Nemmeno con me stessa. Allenamenti ripresi settimana scorsa con moooolta cautela dato che ancora in profondità l'addominale mi da' fastidio. Se domani riesco, mi filmo di nuovo, anche se sono scoraggiata dal fatto che mi schiacciano 20 kg sulle spalle. Sono una mezza seg@ che non fa' altro che lievitare, questo non mi fa' gettare la spugna, anzi, figuriamoci, per la prima volta sto accantonando il pump per fare altro, però non mi spaventa quello che mi sta accadendo. Però magari è unausweichlich e allora si va'. Allenarmi la sera alle 20.15 non so perché è diventata una cosa che ora in questo periodo non riesco a fare più. Per questo prediligo altro al posto del pump, credo mi faccia bene per via dell'elasticità che NON HO MAI AVUTO PRIMA in campo allenamento ma sono piena di paure perché ho in buona percentuale mollato una mia certezza. E io le certezze le mollo sempre poco volentieri, figlia come sono dei miei schemi mentali. Ho volutamente sfidato me stessa, ultimamente, a cercare di abbandonare un altro schema mentale, quello dell'evitamento del numero 7: se mangiavo 6 wasa, o erano 6 o erano 8, non potevo mangiarne 7. Il volume dello stereo in macchina doveva essere tutto tranne 7, e altre amenità del genere. Lo sto facendo anche con un'altra serie di seghe mentali e regole. Tendo a infrangere le mie regole in numero pari, perché nella mia testa se ne infrango 2, una infrazione "annulla" l'altra e c'è compensazione, quindi è come se non avessi infranto nulla. Diciamo che cerco di non conteggiare le infrazioni così da non sapere se effettivamente alla fine sono in numero pari o dispari. Da sempre ho avuto questo tipo di rituali, e l'infrangerli secondo me mi "portava sfiga", e la sfiga poteva essere alternativamente litigare con il mio babbo (questa è al I posto sul podio... tantissime volte ho detto tra me e me "Se non faccio così, poi dopo succede che in qualche modo litigo con babbo"), discutere con la mia Fiduciaria di plesso, o mangiare troppo. Strettamente legate al DCA sono superstizioni riguardanti ad esempio il non gettare via il vasetto vuoto di uno yogurt mangiato la sera dopo cena o il non lavare i piatti. Ho sempre avuto la convinzione (qui faccio moltissima fatica a non rispettare i rituali) che, qualora mi svegliassi al mattino vedendo il vasetto vuoto o i piatti da lavare, mi si sarebbe scatenata la fame compulsiva. Non ha senso, come non hanno senso i ragionamenti che fanno sì che se ascolto la radio a volume 7 poi litigo con qualcuno, o se metto le molle in un modo diverso nel bilanciere o se cambio posto al barattolo del sale. Ma quanti modi ho trovato negli anni, da quando ero piccola, per incatenarmi??? Stasera non vedo l'ora che la giornata finisca. Non si dorme la notte, ho avuto una breve parentesi di sonno migliorato poi con il mio compleanno è ricomparsa l'insonnia e ho ricominciato a svegliarmi minimo 2 volte per notte. Non ho scritto nulla di Cecina, ma sono stata felicissima di rivedere Amici e conoscenti di FU, ed è stato molto emozionante assistere alle loro performance in pedana. Per la prima volta ho visto la gara della categoria degli atleti più pesanti ed è stata veramente spettacolare. Anche vedere le donne è stata un'esperienza particolare, ma mi ha scoraggiato non poco vedere delle ragazze asciuttissime e magrette con una forza che io nemmeno mi sogno. Io che mi sento schiacciata da 20 kg. Sono una mezza sega. Io continuo, io persevero, ma spero che l'unausweichlich non sia troppo insopportabile. Good Night to those of you whose night's goin' to be good. |
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All the Truth Member
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Data registrazione: Aug 2009
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![]() Che cos'è l'unausweichlich? Visto che anche io sono una mezza sega, quando sono al top della forma, e un quarto di sega in questo periodo, devo anche io preoccuaprmi di questo unausweichlich? ![]() Anche per me oggi è una giornata peggio del solito, ma solo per la mia schifosa pigrizia che ha fatto sì che la passassi solo a dormire e mangiare, quando in teoria avrei dovuto sfruttarla per fare mille cose. Terribile, anche tu preda di strane superstizioni personali, anche io ovviamente. Ogni tanto cambiano, e nel complesso sono molto calate rispetto a quando avevo vent'anni, ma alcune restano. Però il 7 è il mio numero preferito, su quello non ho pregiudizi, e sui numeri vado più sul classico, nel senso che se mai mi danno un po' da fare i numeri tradizionalmente iellati, come il 13 e il 17. Sugli allenamenti, fai bene a cambiare e alternare. Sarebbe anche la mia idea, nei giorni buoni, peccato che i giorni buoni siano molto pochi... ![]() |
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All the Truth Member
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Data registrazione: Aug 2010
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(#6)
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All the Truth Member
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Data registrazione: Aug 2009
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![]() Non l'avevo proprio capito infatti. Ma ora che mel'hai detto posso confermare che tocca da vicino anche me. Anche io devo rassegnarmi all'ineluttabilità di un corpo che mi fa schifo, e che mi dà solo delusioni e frustrazioni. Non so quanto questo schifo sia legato a non avere accettato del tutto la mia femminilità, ci sono stati periodi in cui l'essere donna non mi pesava, ultimamente invece anche io mi sto rendendo che avrei preferito essere nata uomo. Adesso, anche io mi sento "terribilmente DONNA" in senso negativo, perchè le forme iperfemminili del mio corpo non mi piacciono per niente. Resta il problema di come fare a rassegnarsi. Se ho le forze fisiche e mentali di allenarmi va un po' meglio e il rapporto col corpo migliora un po'; in realtà il corpo resta quello che è, non migliora, ma io sono più soddisfatta perchè almeno sento di impegnarmi nella direzione giusta. In realtà è un ragionamento stupido, perchè è facile obiettare che se non si hanno i risultati è da fessi insistere. Però almeno non mi sento in colpa perchè sto provando a migliorare. Quando non riesco più ad allenarmi, come ora, e il mio corpo è solo fonte di frustrazione e disgusto, allora vorrei potermi rassegnare davvero, non soffrire più per cose che non posso cambiare e annullare quella parte di me stravolgendo i miei gusti e i miei desideri, cosa anche questa quasi impossibile. Probabilmente il segreto è accontentarsi, venire a un compromesso coi propri desideri ponendosi obiettivi minimi, ma come dici tu l'equilibrio è sempre precario. |
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All the Truth Member
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Data registrazione: Feb 2011
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![]() Per fortuna che sono nato uomo ![]() |
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(#8)
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UncensoredModerator
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![]() VALENTINA e il Suo tempo. Scrivo quello che scrivo (d'accordo con Vale) non senza difficoltà. Perchè mi riesce, oggi, "facile" comprendere più a fondo come vive Valentina il suo problema. (il DCA). Ma è difficile perché so anche che, pur riuscendo a volte a comprendere la sua sofferenza, so che la mia percezione non può essere identica alla sua, che la vive, ed è sicuramente peggiore di quello che scriverò.* Ho scritto, cancellato e riscritto più volte queste righe nel tentativo di trovare le parole giuste e la forma migliore per descrivere qualcosa che forse non si riesce mai completamente ad evincere leggendo questo diario e che Vale, per ovvi, motivi, non sarebbe in grado di descrivere troppo facilmente, dato che ne è coinvolta direttamente. Non che sia facile per me farlo, naturalmente. Ma lo faccio nella speranza (che credo sia consciamente e inconsciamente anche quella di Vale) che questo possa facilitarla a trovare la strada per approcciare meglio al problema. Noterete l'alternarsi di parti in corsivo e parti normali. Le prime rappresentano quello che passa nella mente di Vale (come se potessimo scorgere a tratti come sia il suo rapporto con il cibo, in parte raccontato da me e in parte citando direttamente alcune sue testuali parole). Le altre, descrittive. Non solo, la mia ultima revisione prevedere di dividere tutto in paragrafi, ognuno dei quali con un titolo che ne esprima il contenuto. Come se fossero tanti “pensieri”. Quasi come se ogni paragrafo rappresentasse una parte di tutto quello che ricorre( o non ricorre) nella quotidianità di Valentina. Ci saranno passaggi a tratti crudi (e ripeto, la realtà rispetto, a quello che leggerete, purtroppo è peggiore) ma che ritengo fondamentali per la comprensione. Questi che sto per descrivere sono i problemi di Valentina, i problemi con i quali convive ogni giorno. Ci sono problemi peggiori nel mondo, ovviamente. Ma non è mia intenzione discutere di altre cose perché queste sono le sue pagine e non le pagine dei problemi nel mondo (dei quali purtroppo difficilmente se ne potrebbe venire a capo...). Per Lei, per Vale, questi sono problemi che drammaticamente influenzano la sua vita da ormai troppo tempo. Sono, per Lei, problemi grandi anche se per molti potrebbero essere problemi "futili" o semplicemente non essere problemi. Chi studia i “DCA” potrebbe pensare che quello che sto scrivendo potrebbe alimentare il problema di Valentina perché gli sto dando importanza. Perché se non si dà importanza a questo problema allora il problema scompare. Io questo non lo so ma credo che mettere nero su bianco quello che sto pensando possa invece avere una qualche utilità. Questa introduzione è importante perché ci dobbiamo mettere nella condizione mentale giusta per poter comprendere davvero qualcosa che normalmente non abbiamo la sensibilità o anche la fortuna di comprendere. (sì, fortuna..). Potrò sembrare distaccato a tratti e, credetemi, questa, per me, è la parte più difficile. Ma è necessario che io lo sia, perché le mie parole possano esserle realmente utili. Ok, se siete pronti, venite con me, perché questo viaggio sarà un’esperienza particolare. L'attesa, parte prima. L'attesa potrebbe essere l'unica parola veramente riassuntiva ed esaustiva di cosa sia, oggi, la vita di Vale. Che strano mi fa pronunciare così spesso il suo nome, non la chiamo mai per nome. E' dal 2007 che tutta la sua vita ruota intorno al cibo. Come fosse un’orbita, davvero. Tutto ruota intorno al cibo, su cosa mangiare e su come controllarsi nelle quantità. Vale non pensa mai a ciò che mangerà oggi. Sapete perché? Perché ci ha già pensato il giorno prima. Ci ha già pensato il giorno prima. (provate a scandire queste parole nella vostra testa. Ci ha già pensato il giorno prima, la notte prima, il pomeriggio prima, qualche minuto prima...) Le calorie e il conteggio. “Colazione fage, sale, aglio in polvere, 1 wasa…Così non salgo troppo di calorie a colazione. Ah, aspetta, devo mettere i grassi. Devo metterli. Me l’ha detto Lorenzo. Su quello non posso dargli torto. Me lo dicono tutti, su questo sono d’accordo tutti. D’altra parte lo sapevo anche io, l’ho studiato, ho studiato ogni cosa. Ne so più di un dietologo. Tutti i benefici dei grassi. I grassi, quelli buoni. Come quelli di cui parla Sears e la sua Zona di merda…Benefici..già, benefici. E per me quali sarebbero questi benefici? Con un paio di noci mi brucio così l’equivalente calorico di una piccola mela…Non che una melina mi riempia, ma vuoi mettere? Vuoi mettere la dimensione di una mela contro qualche gheriglio di noce? Come posso controllare la fame? Come mi riempio con questi grassi? Per me sono inutili…E poi alla fine, le mie analisi sono sempre state buone. Anche quando sono stata anoressica. Non erano niente male le mie analisi. Eppure non mangiavo grassi. Anzi, non mangiavo nulla. Non sono stata male allora, ma chi me lo fa fare, ora, di mangiare grassi….” Nel frattempo la giornata scorre, magari c’è una pulizia lampo della stufa a pellet, poi c’è tutto il resto. L’indispensabile ma anche, per fortuna, uno dei pochi, forse l’unico: il piacere di andare a scuola. Dai ragazzi, a insegnare. “Chi me lo fa fà di mangiare i grassi..l’anno scorso non li mangiavo, avevo tanto margine in più per riempire il mio stomaco. Per sedare la fame. Ecco, come ora, ma non posso fare uno spuntino. Come faccio a fare uno spuntino? A me non basta uno spuntino piccolo, io voglio mangiare. Ma se poi mangio troppo adesso mi avvicino rapidamente al mio limite calorico…” E’ così ogni giorno. Ogni giorno può sembrare uguale. Il cibo, le calorie. Le calorie e il cibo. “…Ieri sera ho sforato di 75Kcal il mio limite giornaliero di calorie. E io che volevo lasciarmene 25 come bonus. Perché, aspetta. Vediamo, se io per 10 giorni rinuncio a 25kcal del mio limite giornaliero, significa, dopo 10gg, accumulare 250kcal. Cioè un bonus di 250. Dopo 30 giorni significherebbe essere a 750. 750Kcal sarebbe una pizza. Aspetta, ma una pizza sono 800kcal. Cioè, una pizza normale, anche un po’ abbondante. Certo che deve essere normale. Io prendo solo la margherita nel mio modo. Quindi vuol dire che un giorno devo stare sotto di almeno 50 kcal rispetto al mio totale calorico concesso. Però se poi una pizza non mi bastasse? Perché ne devo mangiare una? Io ne voglio un’altra mezza. Mi sono allenata sempre duramente. Mi sono conquistata un corpo migliore di altre donne. Ma no, cioè, sì, è migliore, ma non mi basta. Perché adesso mi sto lasciando andare e sto riprendendo peso…” La diarrea. Ogni giorno Lei combatte una battaglia con se stessa. Una battaglia infinita. Combatte contro la fame, contro la paura di ingrassare, combatte contro il desiderio di fare feci solide, come una persona normale ma espelle ogni giorno diarrea. Che ormai per lei è normalità. Capita a tutti ogni tanto la diarrea, vero? Perché abbiamo mangiato qualcosa che ci ha fatto male o per qualche altro motivo. Personalmente sto male, la soffro quando ce l’ho. Ma rappresenta l’eccezione, per fortuna. E’ fastidiosissima, ti obbliga a pulirti di più, ti obbliga a volere essere sempre a casa quando ti capita, per poterti lavare adeguatamente. A volte, quando è particolarmente forte, vorresti poter trovare qualche crema per lenire il bruciore…Scrivo tutto questo per cercare di ricordare qualcosa che tutti proviamo poche volte l'anno. Il buffet. Le battaglie contro le calorie sono perse in partenza. Valentina questo lo sa. Le sono stati fatti esempi assolutamente più che convincenti, più di una volta. Il conteggio calorico è qualcosa che ci illudiamo di poter tenere sotto controllo. Ma in realtà è solo ciò che crediamo o che vogliamo credere perché si possono sommare tanti errori a diversi livelli, a cominciare, ad esempio, dalla variabilità degli alimenti, anche se dietro portano un'etichetta con i valori nutrizionali. “Questa sera c'è quella festa di compleanno, ci sarà il buffet...Come faccio a venire? Se ci fossero delle cose che mi fanno gola? So già che non mi controllerò e mangerò. Mangerò...Senza abbuffarmi lo so, ma a me sembrerà di averlo fatto. Di aver mangiato troppo. Vedrò tante cosine buone, che normalmente non mangio perché troppo caloriche. E se dovessi resistere sarà una sofferenza vedere tutti che mangiano e non si fanno problemi. E se dovessi mangiare senza esagerare, mangerò comunque troppo rispetto a quello che dovrei mangiare. E tutti i sacrifici fatti fino a ieri, tutte le calorie risparmiate ogni giorno per potermi mangiare tra un mese la pizza, saranno state uno sforzo vano. Eh sì, a me interessa solo la pizza come sgarro. Perché devo buttare i miei sacrifici per qualcosa che in fondo non mi interessa veramente?” Ciò che lascia apparentemente perplessi è che se quello che c'è mediamente nei buffet non interessa a Valentina – perchè a lei interessa la pizza e poco altro come sgarro calorico – perché dovrebbe fare fatica a partecipare in quelle occasioni che prevedono un buffet? Sembra anche strano come la sua grande intelligenza “decada” di fronte al cibo. Eppure il problema è che Lei è ha sempre fame. E quindi la visione del cibo le procura non poche difficoltà di controllo. Figuriamoci un buffet dove comunque ci sono buone probabilità che ci siano dei cibi “mangiabili”. Probabilmente anche pizzette e cose simili. Quindi, per Lei che si concede pochi piaceri relativi al cibo, privazione di qualcosa, diventa la normalità. Il contatto con il cibo: paradosso. E' una necessità. Per sé non prepara da mangiare. O meglio, lo fa. Mangia pulito in pratica senza eccessi, senza concessioni, probabilmente sta spesso in ipo. Da tempo non si prepara da mangiare per il piacere di mangiare. Mangiare nella vita normale è in parte necessità e in parte piacere. Lei mangia solo il minimo indispensabile per il sostentamento. Ma contestualmente vorrebbe mangiare di più perché ha fame. Però la paura di ingrassare o di non meritare il piacere di mangiarsi un piattino un po' “elaborato” (pulito, ma un po' sfizioso) fa si che lei mangi solo per necessità. Ma Valentina ha un rapporto di amore e odio con il cibo. E' il suo terrore, perché ha paura di non resistergli, di mangiare più di quanto le sia necessario. Però non può farne a meno. Non solo per necessità. Ma anche per il piacere di stare con il cibo. Come se le facesse compagnia. Come se si nutrisse del piacere di guardarlo e di toccarlo, a patto di non mangiarlo. Sì, avete capito bene. Faccio una pausa perchè dovete avere la possibilità di elaborare ciò che sembra contraddittorio. Perchè mangiare qualcosa di eventualmente “non previsto”, significherebbe rischiare di ingrassare. Quindi Lei vive il cibo in “3D”. Tre dimensioni. In fondo un po' tutti lo viviamo a diversi livelli, a più di una dimensione. Ma per lei è tutto accentuato. E' elevato al massimo. E' come se avesse una superpercezione degli effetti del cibo. Per Lei quindi preparare da mangiare per un'altra persona diventa un piacere. Quando mi fa da mangiare riesce a riversare una parte del suo amore nel cibo. A me prepara i cibi più sfiziosi, sia ciò che non può mangiare (cioè ciò che sognerebbe ma che non si vuole permettere) sia ciò che potrebbe mangiare ma che non vuole prepararsi nella “forma” migliore perché sarebbe troppo bello mangiare un piatto buono e “bello” da vedere. E lei: “non me lo merito”…Naturalmente questo, cioè il preparare da mangiare per me, le da un grande piacere. Eppure non riesce a goderselo a pieno, perché mentre lo fa pensa al fatto che non se lo può permettere (secondo lei), pensa al fatto che potrebbe cadere in tentazione mentre prepara da mangiare. E' un loop anche questo. Perché naturalmente quando pensa a ciò che può mangiare lei stessa il giorno dopo, contestualmente, pensa anche a ciò che potrebbe preparare da mangiare per me...a quanta paura le può fare il contatto con il piatto che ha deciso di prepararmi ma anche a quanto potrebbe piacermi....Loop. Un paradosso... L'attesa, parte seconda. “Sento un po' di vivere le giornate in eterna attesa. Attesa di essere magra (più magra), attesa che il freddo finisca, attesa che venga il venerdì... infatti una delle cose che mi diceva sempre la psico era... essere in quello che si fa' nel momento in cui lo si fa'... io invece sono sempre oltre... o oltre o in contemporanea in mille altri posti. Se poi ho 10 cose da fare tra cui il pasto a casa, la I cosa che devo fare è mangiare. Mangio, la pancia è piena, sto intorno al cibo e paradossalmente mi tranquillizzo. Poi posso fare il resto, o anche non farlo, ma mangiare è la cosa. E' la cosa che mi da' (seppur poca) soddisfazione, è la cosa che voglio togliermi il prima possibile, così ho fatto, non accumulo altra fame e sto meglio. Però siamo sempre lì... ruminazione continua.” Meglio di ciò che dice lei stessa non ci può essere per descrivere ciò che Lei pensa. Ed io purtroppo non posso fare niente se non starle vicino ogni volta che me lo permette. Di fronte a questo non si può aggiungere niente, se non rileggere e tentare di capire. Il rifiuto di se stessa e l'autopunizione. “...mi chiedo come tu possa trovarmi così bella. Come puoi? Non me lo devi spiegare, sono IO che non devo impedirti di gioire della mia presenza, di toccarmi, di fotografarmi quando in realtà purtroppo non farei che... non farei che prendermi a morsi e lacerarmi. Ma sono avanti nel mio percorso e non lo faccio, lo so che aumentando dolore al dolore non si risolve nulla...” E' così sviluppato in Valentina il senso di rifiuto del suo corpo che non può accettare di essere trovata attraente. E' così recondito il senso di repulsione della femminilità che non può accettare di esserlo tremendamente. Associa la femminilità, l'essere donna al fatto delle forme. E le forme le associa al volume, all'occupare spazio. Ed è ciò che non può accettare: occupare spazio significa (per Lei) essere potenzialmente grassa, sovrappeso. E' perfettamente conscia di quanto sia assurdo questo suo rifiuto anche perché una femminilità ben presente è proprio ciò che rende donna la donna. E l'essere femminili non significa necessariamente essere particolarmente formose. Spesso significa aver le forme giuste, avere tutto al posto giusto ed essere consapevoli di questo e trovarcisi a proprio agio. Per stare poi tranquilli, tranquilli e sereni con se stessi. Bene, per quanto esista in Valentina la consapevolezza di doversi accettare, dalla teoria alla pratica ci passa la stessa distanza che separa la Luna dalla Terra. Inevitabilmente il rapporto conflittuale con il proprio corpo e la non accettazione di non essere uno scheletro ricoperto da un corpo magro e muscoloso come quello di un giovane atleta maschio porta Valentina, a tratti, a desiderare “di tagliarmi via tutto letteralmente, di ferirmi nella speranza di tagliare via il superfluo. Lo stesso per le cosce, i glutei. Io non voglio bene a questo corpo ancora, io lo rifiuto...”. Naturalmente, a parte qualche morso in certe situazioni, l'autolesionismo si ferma a livello di pensiero e di rabbia senza concretizzarsi in qualcosa di grave o in qualcosa di fisico. Ma in realtà lavora, lavora. Lavora dall'interno, consumandola. La demolizione di se stessa e il consumo interiore. Il suo conflitto interiore, che si manifesta nell'ossessione del cibo e nella non accettazione della sua “materialità”(della sua forma che occupa uno spazio) la porta a non avere un'adeguata autostima di sé. Per dirla tutta, la porta ad avere un bassissimo livello di autostima. Non penso all'autostima che porta all'onnipotenza. Ma a quell'autostima giusta, “sana”, che tutti dovremmo avere e che generalmente conquistiamo crescendo, imparando a conoscere le nostre capacità e i nostri limiti. Naturalmente in Valentina l'autostima non è assente in ogni aspetto della sua vita ma manca completamente nella sfera che riguarda il suo corpo. Questo chiaramente ha un'influenza determinante nel suo percorso di accettazione di se stessa e delle sue forme non maschili. Utilizzo questa negazione senza dire semplicemente “femminile” perché conosco Valentina: assocerebbe subito quel femminile alla rotondità. Ma non è quello il messaggio che voglio far passare. Anche perché per essere femminili non è necessario essere spiccatamente “rotondi”. La demolizione di se stessa porta Valentina a un loop continuo ed infinito. Perché poi tutte le sue paure si sommano e si uniscono e si auto-alimentano. Il cibo, il suo pensiero, diventa per Valentina una nuova particella subatomica, da affiancare agli elettroni. E' qualcosa che esiste realmente anche se non si vede, un po' come la “materia oscura” per restare nell'ambito della fisica. Insomma l'idea del cibo non la abbandona mai. La pèrmea. Ecco che, se restringe per esempio l'alimentazione per tot giorni e non dimagrisce, allora vede vanificare tutti i suoi sforzi. Ma su di lei l'impatto è deleterio perché il controllo del cibo non è un'appendice della sua giornata. E' la parte principale perché è da esso che si sviluppa tutto. Il suo è è un Disturbo del Comportamento Alimentare; immaginate, provate a immaginare anzi: cinque anni di torture lente e progressive, di privazioni sull'alimentazione, di assenza di sonno, di paure; immaginate tutto questo e amplificatelo. Perchè non è che nessuno di noi non abbia mai avuto a che fare almeno una volta nella vita con ciascuna di queste problematiche. Eppure sono tra loro intimamente collegate. Il sonno per esempio le manca perché è l'agitazione costante a non permetterle di dormire. Immaginate poi articoli o pareri di medici o presunti luminari che magari scrivono degli “abc” su come dimagrire, mirati per le persone obese. Ecco, anche queste informazioni sono deleterie per Valentina. Le fa sue, ma, seppure consapevole delle proprie ossessioni, inevitabilmente ne amplifica alcuni aspetti che poi giocano a suo sfavore. Quindi durante questi anni è passata da rapporti di amore e odio nei confronti dei medici e nutrizionisti che purtroppo, a mio parere, al di là di personaggi particolari, hanno avuto solo la “colpa” di non aver saputo leggere nel profondo Valentina il cui problema non è possibile comprendere a fondo in pochi minuti. In realtà ci sono certe dinamiche che non si risolvono con uno schema convenzionale, quindi non è realmente colpa loro che non hanno saputo “curarla” completamente, né colpa di Valentina che non è “guarita” del tutto. E che quindi non si deve colpevolizzare. Tutto questo, lo ripeto, l'ha portata in un loop dentro se stessa, un vicolo cieco apparentemente senza uscita. Una trappola. E la cosa peggiore è che i suoi fallimenti, anche se il suo spirito guerriero la fa ritentare sempre, per Lei sono motivo per, mi ripeto, colpevolizzarsi. A volte crede che se non è riuscita a superare i suoi mostri al momento giusto allora vuole dire “sono una schifosa, perchè non so controllarmi davanti a un buffet e allora mangio troppo oppure anche se sto attenta il mio corpo è destinato a ingrassare perchè è così la mia entropia, quindi comunque sia non ho scampo”... Loop, loop, loop. Sempre. Da così tanto tempo, da così tanti anni. Immaginate la stanchezza che si può accumulare, immaginate mente e corpo come vengono messi alla prova. Immaginate come tutto questo possa portarla a dimenticarsi delle sue passioni, di tutto ciò in cui è brava, in cui ha talento, di tutto ciò che potrebbe fare e invece non pensa neanche lontanamente perché deve pensare a come combattere con se stessa senza soccombere alla depressione. Vorrei concludere con l'unico esempio che penso possa riassumere e farvi comprendere cosa significhi stare dentro la testa di Valentina. Immaginate di stare tornando da un viaggio. Magari un viaggio di lavoro, se viaggiate. Da soli. Immaginate di aver fame e di volervi fermare per una pizza. Vi fermate, entrate in una pizzeria e ne ordinate una. Magari siete vicino al mare. Il vostro tavolo si affaccia sulla passeggiata. C'è una temperatura giusta per stare in maglietta. E' sera, magari è inizio Settembre, quando alle otto di sera c'è ancora un po' di luce. Guardate la gente che cammina, che passeggia. Nel frattempo arriva la vostra pizza e cominciate a mangiarla. E nel frattempo continuate a guardare la gente che passa, la gente per mano, gente con il passeggino, gente che si siede su una panchina. Giovani, bambini, vecchi e ragazzini adolescenti che poi alle dieci di sera hanno il coprifuoco. Intanto la luce pian piano sta per scomparire ma voi vi fermate un attimo ad ammirare che il rosso, l'arancione e il giallo si fanno sempre più tenui fino a cominciare a confondersi con tenebre. Intanto mangiate, masticate e finite la pizza. Siete contenti, vorreste potervi rilassare ogni sera di fronte alla giornata che finisce, ai colori che vanno a riposare per poi riaccendersi all'alba. Chiudete per un attimo gli occhi a sentire l'odore del mare e intanto vi viene in mente che ci vorrebbe un bel caffè per stare bene. Tutto questo Valentina lo vede attraverso un vetro, lo vede distante, non riesce a toccarlo del tutto. E comunque, soltanto, rigorosamente, dopo aver pensato a tutto ciò che ho scritto nelle pagine precedenti: le calorie della pizza, quante calorie ha risparmiato nei giorni precedenti per potersela permettere o quante ne dovrà sacrificare nei giorni successivi se per caso la pizza di quella sera è stata un “imprevisto”.... Ecco come vive Valentina. Ecco cosa si perde. Si perde...si perde la sua vita. Eppure: “...Hai ragione. E penso a quando mi dici che forse dovrei capire che conta di più un po' di serenità, che starei meglio magari a 58+X ma mangiando con rilassatezza (cose sane nel giusto modo ma concedendomi come TUTTI una pizza e boh un gelato a settimana, che a fronte di regolare sport li assorbirei) ma magari con meno vene, e con una taglia in più. Però alla sola idea mi viene l'ansia perché è quello da cui sono scappata...” Io so che Valentina sta tentando di rompere i suoi schemi, i suoi clichè e ogni tanto so che pensa a queste parole appena citate. E so che ce la farà, so che piano piano riuscirà ad uscire di casa (non sempre magari, ma a volte sì) anche se la sua pancia sarà un po' gonfia (perchè, semplicemente, ha appena mangiato!). Ha solo bisogno di tempo. Il Suo tempo. Ciao, L |
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![]() Che succede ragazzi?! ![]() visto che qualcuno (vedi ad esempio recentemente Giuliowl) voleva un approfondimento... Allora, nel frattempo posto il wo di venerdì scorso di acid: ACID wo 2 Nov. 2012 - YouTube posto la mia solita opinione (che, appunto, in quanto opinione è solo mia), quindi sono as usual benvenuti altri feedback: - piegamenti. la tripla sembra ormai consolidata. La quadrupla non è ancora pronta. è interessante notare che nonostante fosse faticoso, sei riuscita anche alla terza rip a mantenere ottima, composta e compatta la tua postura, basti vedere la schiena che non cede durante l'ultima ripetizione sofferta: infatti è proprio grazie a questo - tipico di un'atleta avanzato - che hai completato anche la terza senza cedere. - OHS: bene, lo stai confermando. mi raccomando scapole bene serrata. quando torni su tendi a "perderle" appena portandole lievissimamente indietro. Mi raccomando poi la traiettoria di salita e discesa, a volte oscilli ( parlo di dettagli, l'esercizio va bene eh!!). - squat: nel primo video si vede la postura praticamente ottimale, compresa la profondità (puppo un pò: sarebbe bello vedere anche la parte superiore da quella angolazione! ![]() Sia chiaro: è accettato il problema della flessibilità non sia scomparso e non sarebbe colpa di una tua eventuale inadeguatezza, ok? ;-) - squat, secondo video: lì, mi pare già dalla seconda rip, si nota subito che la stanchezza ti porta in modo abbastanza evidente alla chiusura delle ginocchia. occorre cercare di evitarlo. PS Quote:
PPS direi che hai già fatto un 'ottima autocritica sul wo ![]() |
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All the Truth Member
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All the Truth Member
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Non penso pero' serva tenere la sbarra cosi' indietro quando sei in piedi; e' all'altezza dei talloni, forse addirittura oltre, vale a dire fuori dalla base di appoggio. A questo punto ti basta fare un po' di pratica nella tirata, aumentare la velocita' nell'accosciata, e voila', vai di strappo olimpico. Buona giornata. |
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All the Truth Member
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Quello è il tuo punto di vista, e aggiunge altri pezzi al "puzzle" che rimane inevitabilmente incompleto. I racconti soggettivi di Vale hanno portato molti pezzi, tu vivendole accanto ma vedendola da fuori ne hai potuti portare altri. Il problema è che le situazioni sono in costante evoluzione,e i pezzi che metti oggi non sempre si incastrano con quelli che già avevi. In conclusione e parlo anche per esperienza, il puzzle è un gran casino e non si finisce mai, quindi o si accetta il fatto che possa uscirne fuori qualcosa di simile alla Guernica, oppure si fa una passata di braccio e si va avanti senza dargli importanza, pensando solo a come si vuole essere. |
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All the Truth Member
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![]() Novembre 2012 - Maggio 2015. Qualcosa è cambiato. Riporto stralci di un post bellissimo che scrisse Lorenzo per commentare il mio DCA, visto che era stato chiesto di spiegare di cosa si trattasse. http://www.fituncensored.com/forums/...tml#post384834 Purtroppo non ricevette commenti, ma io l'ho letto come una profonda dichiarazione di Amore ed Empatia. Non lo metto come quote perché la leggibilità sarebbe ridotta. QUOTE=Lorenzo VALENTINA e il Suo tempo. Scrivo (...) come vive Valentina il suo problema. (il DCA). (...) percezione (...) sua (...) è sicuramente peggiore di quello che scriverò.* (...) parti in corsivo e parti normali. Le prime rappresentano quello che passa nella mente di Vale (...). Le altre, descrittive. Il grassetto in rosso sono le mie considerazioni di oggi, maggio 2015 (n.d.A.A.) L'attesa, parte prima. (...) E' dal 2007 che tutta la sua vita ruota intorno al cibo. Oggi forse vi ruota perché ci sono i problemi dei dolori di pancia a governar le giornate. Ancora non so se domani sera potrò uscire con un'amica perché non so se starò bene. Non mi preoccupo, però, di cosa ci sarà al buffet dell'aperitivo al bar dove andremo. Nemmeno mi pongo il problema. Come fosse un’orbita, davvero. Tutto ruota intorno al cibo, su cosa mangiare e su come controllarsi nelle quantità. Vale non pensa mai a ciò che mangerà oggi. Sapete perché? Perché ci ha già pensato il giorno prima. Oggi è molto ristretto il ventaglio di cibi che mangio, per via dell'approccio Low FODMAP adattato a me -quindi ancora più restrittivo- e perché certi cibi non mi vanno. Non ho un gran bisogno di pensare alla preparazione dei pasti per me, diciamo ![]() (...) (provate a scandire queste parole nella vostra testa. Ci ha già pensato il giorno prima, la notte prima, il pomeriggio prima, qualche minuto prima...) Mi capita sempre, ormai è normale, di pensare a possibili combinazioni per i miei pasti del giorno dopo. Oggi però lo faccio perché sto sempre più pensando a cosa mi va di mangiare, piuttosto che a tutto il resto. Le calorie e il conteggio. “Colazione fage, sale, aglio in polvere, 1 wasa… Wasa eliminati da poco dopo questo post, così come frutta e verdura (zucca reintrodotta a piccole dosi da un annetto. Fage magro praticamente eliminato. Aglio e cipolla pure. Così non salgo troppo di calorie a colazione. Ah, aspetta, devo mettere i grassi. Devo metterli. Me l’ha detto Lorenzo.(...)Tutti i benefici dei grassi. I grassi, quelli buoni. Come quelli di cui parla Sears e la sua Zona di merda…Benefici..già, benefici. Da fine 2013 a marzo 2015 ho passato un bel periodo a fat alti, per alti intendo 1-1.2 g/kg. 2 uova al giorno, molti latticini, soprattutto il nuovo totem ricotta, poca frutta secca, poco EVO. Ho fatto la pace con i grassi, pur se passando dai saturi dei latticini, e ora li ho ridimensionati per via della riduzione dei latticini. Però ci ho fatto la pace e ho detto BASTA ai prodotti light. Semmai parzialmente scremati, ma meglio se sono versione normale. E per me quali sarebbero questi benefici? Con un paio di noci mi brucio così l’equivalente calorico di una piccola mela…Non che una melina mi riempia, ma vuoi mettere? Vuoi mettere la dimensione di una mela contro qualche gheriglio di noce? Tralasciando il fatto che anche le noci per me sono off limits (tranne il burro di arachidi in piccole quantità), dovendo eliminare i cibi ricchi di fibre mi sono scontrata veramente con il mio spauracchio della fame. E ho capito che MOLTO era PAURA. Nel frattempo la giornata scorre, magari c’è una pulizia lampo della stufa a pellet, poi c’è tutto il resto. L’indispensabile ma anche, per fortuna, uno dei pochi, forse l’unico: il piacere di andare a scuola. Dai ragazzi, a insegnare. C'era solo l'indispensabile, tutte le energie erano succhiate dai pensieri sul cibo. Oggi purtroppo molte energie le riverso nei dolori, ma è diverso. Ho ritrovato spontaneamente il piacere di molte cose, primo tra tutti la voglia di sdraiarmi sull'erba e godermi il mio cane. “(...) Come faccio a fare uno spuntino? A me non basta uno spuntino piccolo, io voglio mangiare. Ma se poi mangio troppo adesso mi avvicino rapidamente al mio limite calorico…” Ho ritrovato contatto con me stessa, ho ripreso fiducia (poi temuto di riperderla, poi ripresa) e la sto rinsaldando, nella mia capacità di percepire la sazietà. Se faccio uno spuntino non previsto, poi avrò meno fame a pranzo, o se così non è, avrò meno fame a cena. O se così non dovesse essere, non saranno quelle 1/2/300 kcal a farmi qualcosa. Perché oggi ho fiducia nel mio stomaco e nella mia costanza con lo sport. Soprattutto, si è riassestato il metabolismo. Inoltre... non voglio più un corpicino che necessita di 500kcal/die e basta per essere mantenuto. Quindi non mi interessa più soffrire e non devo più soffrire la fame. “…Ieri sera ho sforato di 75Kcal il mio limite giornaliero di calorie. E io che volevo lasciarmene 25 come bonus. Il limite calorico autoimposto, i malus il giorno dopo se lo supero, i bonus il giorno dopo se non lo raggiungo... difficilissimo scardinare questi meccanismi del tutto fallaci. Conteggio anche ora, ogni sera scrivo nella mail della buonanotte le sensazioni post cena, le kcal totali e anche il mio stato d'animo a Lorenzo. Si tratta di una sorta di piccolo sportello di ascolto. Ho imparato però a gestire mentalmente degli apporti calorici che MAI avrei pensato di accettare. Mi sono accorta che oggi mangio spontaneamente un po' più di kcal vs poco prima di iniziare a conteggiare le kcal, ma con una composizione corporea migliore e con 4 kg in meno sulla bilancia. Questi sono dati che mi hanno fatto riflettere. Però se poi una pizza non mi bastasse? Perché ne devo mangiare una? Io ne voglio un’altra mezza. Mi sono allenata sempre duramente. Mi sono conquistata un corpo migliore di altre donne. Ma no, cioè, sì, è migliore, ma non mi basta. Perché adesso mi sto lasciando andare e sto riprendendo peso…” Ho mangiato la pizza a inizio gennaio. Dopo mi è capitato d mangiarne una o due fette oppure un quadratino (da aperitivo) trovandomi a degli happy hour, ma quella mi bastava. Lo riscrivo: mi bastava. Non mi sognerei nemmeno di mangiare una pizza e mezzo oggi. Più che altro, non ho più quel craving con quel cibo e ho smontato - non so come in realtà - tutto il castello di ritualità che vi avevo costruito intorno. Riguardo al lasciarmi andare... rispetto al momento del post di Lorenzo sono più leggera di 2 kg poco più, mangio MOLTO di più e mi alleno diversamente. Ho anche più fiducia e mi siedo a tavola con molta meno paura. Credo che il minor stress abbia influito insieme ad altre variabili che hanno instaurato il circolo virtuoso. La diarrea. Ogni giorno Lei combatte una battaglia con se stessa. Una battaglia infinita. Combatte contro la fame, contro la paura di ingrassare, Adesso la paura riferita al corpo riguarda una ripresa costante dell'attività fisica dopo una futura gravidanza. Il nocciolo vero vero vero della questione, poi, è sempre stato questo. Voglio però non fasciarmici la testa, un po' come ho deciso - e sono riuscita a fare - con il ruolo a scuola. Dare il mio meglio oggi, poi si vedrà. Ogni volta che mi sono fasciata la testa ho fatto disastri, e il disastro della paura della gravidanza e del dopo... dura da troppi anni, essendo iniziato BEN prima dell'esplosione del DCA. Quanto alla fame, oggi non è più un problema. Certo, se faccio colazione alle 5.30 poi arrivo a casa a mezzogiorno e mangio subito, ma ecco, se dovessi dire che oggi la fame è un problema, direi una bugia. Altro grande incatenamento scardinato. combatte con (...) la diarrea. Che ormai per lei è normalità. Diarrea, crampi quotidiani con, spesso, coliche e non completo svuotamento con conseguente dolore e pesantezza. Su questo fronte ho ancora da lavorare, ma almeno riesco ad allenarmi con sufficiente continuità, nonché ad avere giorni buoni ![]() Il buffet. Le battaglie contro le calorie sono perse in partenza. (...) “Questa sera c'è quella festa di compleanno, ci sarà il buffet...Come faccio a venire? Se ci fossero delle cose che mi fanno gola? So già che non mi controllerò e mangerò. Mangerò.(...) E se dovessi mangiare senza esagerare, mangerò comunque troppo rispetto a quello che dovrei mangiare. E tutti i sacrifici fatti fino a ieri, tutte le calorie risparmiate ogni giorno per potermi mangiare tra un mese la pizza, saranno state uno sforzo vano. Eh sì, a me interessa solo la pizza come sgarro. Perché devo buttare i miei sacrifici per qualcosa che in fondo non mi interessa veramente?” Ciò che lascia apparentemente perplessi è che se quello che c'è mediamente nei buffet non interessa a Valentina – perchè a lei interessa la pizza e poco altro come sgarro calorico – perché dovrebbe fare fatica a partecipare in quelle occasioni che prevedono un buffet? Sembra anche strano come la sua grande intelligenza “decada” di fronte al cibo. Eppure il problema è che Lei è ha sempre fame. E quindi la visione del cibo le procura non poche difficoltà di controllo. ... e poi venne il Giappone, con una cosa chiamata Sweets Paradise (buffet a tempo - 1h - con possibilità illimitata di mangiare dolci, torte, gelato soft, cioccolato fuso...), con i negozi di pasticceria occidentale, con i chioschi di pancake. Venne il Giappone che non ha cibi pensati per un'alimentazione ipocalorica nei supermercati, al contrario degli USA, venne il Giappone con il cibo giapponese che non mi entusiasmava e mi ha disgustato dopo 4 giorni, venne il Giappone e i miei 6 giorni senza fare la cacca, venne il Giappone e una bilancia trovata in albergo al 5 giorno... ci salii sopra e con tutta la stipsi che avevo vidi solo 60 kg. Allora iniziai a capire che qualcosa nei miei calcoli non stava funzionando. Allora un interruttore è scattato. Per tutto il viaggio di nozze ho mangiato praticamente solo dolci (molti molti molti pancake), con 3 o 4 mangiate piuttosto abbondanti di sushi. Alimentazione da sopravvivenza. O i dolci o il digiuno. Una mole calorica che non potevo controllare. Il buffet... il buffet di Sweets Paradise... sono riuscita a dire Basta, non mi va più. Da lì, pure, qualcosa è scattato. Mi sono trovata costretta a sfidare TUTTE le mie paure in una volta e mi sono buttata senza paracadute. E non mi sono sfracellata. Da luglio scorso ho avuto dei cedimenti nella fiducia in me stessa, nel mio essere capace di regolarmi ecc, ma ogni volta le conferme sono positive. I buffet non mi fanno più così paura. Diciamo che so che sono occasioni da dilazionare, ovvio, ma per la salute. Più che altro, come notava Lorenzo, in un normale buffet ci sono 3 o 4 cose che mi piacciono veramente. Ma non sono più attratta da tutto, anche i dolci non mi attirano più tutti. Perché oggi non ho più costantemente fame. E non mi privo sistematicamente di tutto cià che mi piace. Ah... inizio ad avere di nuovo dei gusti, come conseguenza di tutto ciò. Ricordate quando mi attiravano le bucce delle mele? Ecco. Il contatto con il cibo: paradosso. (...)Da tempo non si prepara da mangiare per il piacere di mangiare. (...) Valentina ha un rapporto di amore e odio con il cibo. E' il suo terrore, perché ha paura di non resistergli, di mangiare più di quanto le sia necessario. Però non può farne a meno. Non solo per necessità. Ma anche per il piacere di stare con il cibo. Come se le facesse compagnia. Come se si nutrisse del piacere di guardarlo e di toccarlo, a patto di non mangiarlo. Per fortuna questo lato si è smorzato, anche se il piacere di preparare qualcosa di bello visivamente è qualcosa che non ho per me stessa. Però non temo più il non resistere al cibo. Quando mi fa da mangiare riesce a riversare una parte del suo amore nel cibo. Non si tratta più di un preparare e mangiare con gli occhi qualcosa che non voglio/posso concedermi, ma di dimostrare amore con il cibo, il cibo preparato con il mio tempo e le mie cure. Il cibo è amore per il prossimo, questa cosa credo mi accompagnerà sempre. Oltre che essere un retaggio dell'anoressia, è parte di un'indole materna che mi caratterizza. L'attesa, parte seconda. “Sento un po' di vivere le giornate in eterna attesa. Attesa di essere magra (più magra), attesa che il freddo finisca, attesa che venga il venerdì... infatti una delle cose che mi diceva sempre la psico era... essere in quello che si fa' nel momento in cui lo si fa'... Devo stare molto attenta, OGGI, a non vivere in attesa del post gravidanza e a non pensare che la mia vita finisca in quel momento. Ci sono cose dentro di me che ho capito da poco tempo, il famoso nodo viscerale cui facevo cenno settimane fa, e il fatto di pensare che la cura di me debba finire con la cura di un figlio mi mette angoscia. Questa attesa (del momento in cui avrò un figlio) deve essere una gioia, soprattutto la Vita deve essere vissuta, non percepita come attesa. Ne sono consapevole e ci sto ancora combattendo. (...) Il rifiuto di se stessa e l'autopunizione. “...mi chiedo come tu possa trovarmi così bella. Come puoi? Non me lo devi spiegare, sono IO che non devo impedirti di gioire della mia presenza, di toccarmi, di fotografarmi quando in realtà purtroppo non farei che... non farei che prendermi a morsi e lacerarmi. Ma sono avanti nel mio percorso e non lo faccio, lo so che aumentando dolore al dolore non si risolve nulla...” E' così sviluppato in Valentina il senso di rifiuto del suo corpo che non può accettare di essere trovata attraente. Va un po' meglio. Ancora non so cosa di bello Lrenzo trovi in me, ma il mio desiderio di "punirmi", di fare male al mio corpo, sicuramente è scemato molto. E' così recondito il senso di repulsione della femminilità che non può accettare di esserlo tremendamente. Associa la femminilità, l'essere donna al fatto delle forme. E le forme le associa al volume, all'occupare spazio. Ho capito che molto di questo nodo era/è collegato alla mia paura della gravidanza, della maternità e di quello che potrebbe comportare nel mio rapporto con il corpo e con il tempo per me. Se ancora preferirei un corpo androgino e "Iggy_Pop_oso", però un po' con il mio sto facendo la pace. Soprattutto sto vedendo che posso alimentarmi decentemente e allenarmi vedendo dei risultati. Non è poco. La demolizione di se stessa e il consumo interiore. (...)in Valentina l'autostima non è assente in ogni aspetto della sua vita ma manca completamente nella sfera che riguarda il suo corpo. Anche su questo fronte, grazie anche all'abbandono del pump e a un approccio finalmente differente a pesi e corsa, diciamo che ho fatto dei bei passi avanti. Ricordo l'ultimo episodio con il PT della mia palestra. Non mi piacciono i miei cuscinetti, ma sono orgogliosa del fatto che sono risalita da un pozzo profondissimo e anche che li sto modellando nel modo migliore. SQUAAAAT! ![]() (...) l'idea del cibo non la abbandona mai. La pèrmea. Ecco che, se restringe per esempio l'alimentazione per tot giorni e non dimagrisce, allora vede vanificare tutti i suoi sforzi. Ho capito che se mangio di più è la volta che perdo peso. Certo che vorrei perdere un po' di kg, ma alla fine ho veramente potuto reindossare, oggi nel 2015, vestiti che non mettevo dal 2012. E peso meno mangiando di più. Quindi, ok, fanculo. Fanculo alla restrizione. (...) provate a immaginare: cinque Facciamo 7 e tagliamo la testa al toro anni di torture lente e progressive, di privazioni sull'alimentazione, di assenza di sonno, di paure; immaginate tutto questo e amplificatelo. Quando ripenso a certi momenti, a certi episodi, mi vengono i brividi. Vedo una me stessa così lontana da quella che sono oggi e mi pare di aver fatto dei balzi in avanti all'improvviso, piuttosto che aver fatto un percorso lineare. Come gli stati di avanzamento di un cantiere. Ma ripensandoci è quasi sempre stato così nel mio percorso fuori dal DCA, solo che avvicinandomi all'uscita del tunnel i passi si sono fatti più radi e più lunghi. (...) Loop, loop, loop. Sempre. Da così tanto tempo, da così tanti anni. Immaginate la stanchezza che si può accumulare, immaginate mente e corpo come vengono messi alla prova. Immaginate come tutto questo possa portarla a dimenticarsi delle sue passioni, di tutto ciò in cui è brava, in cui ha talento, di tutto ciò che potrebbe fare e invece non pensa neanche lontanamente perché deve pensare a come combattere con se stessa senza soccombere alla depressione. Fortunatamente sto recuperando anche la Gioia di Vivere. I problemi di salute ancora mi ancorano, mi bloccano, ma sono abbastanza fiduciosa. Vorrei concludere con l'unico esempio che penso possa riassumere e farvi comprendere cosa significhi stare dentro la testa di Valentina. Immaginate di stare tornando da un viaggio. Magari un viaggio di lavoro, se viaggiate. Da soli. Immaginate di aver fame e di volervi fermare per una pizza. Vi fermate, entrate in una pizzeria e ne ordinate una. Magari siete vicino al mare. Il vostro tavolo si affaccia sulla passeggiata. C'è una temperatura giusta per stare in maglietta. E' sera, magari è inizio Settembre, quando alle otto di sera c'è ancora un po' di luce. Guardate la gente che cammina, che passeggia. Nel frattempo arriva la vostra pizza e cominciate a mangiarla. E nel frattempo continuate a guardare la gente che passa, la gente per mano, gente con il passeggino, gente che si siede su una panchina. Giovani, bambini, vecchi e ragazzini adolescenti che poi alle dieci di sera hanno il coprifuoco. Intanto la luce pian piano sta per scomparire ma voi vi fermate un attimo ad ammirare che il rosso, l'arancione e il giallo si fanno sempre più tenui fino a cominciare a confondersi con tenebre. Intanto mangiate, masticate e finite la pizza. Siete contenti, vorreste potervi rilassare ogni sera di fronte alla giornata che finisce, ai colori che vanno a riposare per poi riaccendersi all'alba. Chiudete per un attimo gli occhi a sentire l'odore del mare e intanto vi viene in mente che ci vorrebbe un bel caffè per stare bene. Tutto questo Valentina lo vede attraverso un vetro, lo vede distante, non riesce a toccarlo del tutto. E comunque, soltanto, rigorosamente, dopo aver pensato a tutto ciò che ho scritto nelle pagine precedenti: le calorie della pizza, quante calorie ha risparmiato nei giorni precedenti per potersela permettere o quante ne dovrà sacrificare nei giorni successivi se per caso la pizza di quella sera è stata un “imprevisto”.... Ecco come vive Valentina. Ecco cosa si perde. Si perde...si perde la sua vita. Di tutto il lungo articolo che ha scritto Lorenzo io ricordavo molto bene solo questo passaggio. Lo ricordavo perché mi sono trovata negli ultimi mesi in situazioni del genere e, accanto a momenti in cui mangio e non vogloi sentir fiatare una mosca (è anche carattere), ci sono stati episodi in cui ho vissuto mentre mangiavo, senza farmi sopraffare dal momento con il cibo. Ultimo episodio... la cena dell'anniversario alla spa, o la mattina a colazione, al buffet. Poi mi soffermo e dico "Caspita, l'ho vissuta come una persona normale". Lo dico a Lorenzo e ci troviamo entrambi con gli occhi lucidi. Io non potevo pensare di arrivare a tanto. Lui no, lui ha sempre avuto fiducia. E lo scrive sotto, alla fine del suo stream. Eppure: “...Hai ragione. E penso a quando mi dici che forse dovrei capire che conta di più un po' di serenità, che starei meglio magari a 58+X ma mangiando con rilassatezza (cose sane nel giusto modo ma concedendomi come TUTTI una pizza e boh un gelato a settimana, che a fronte di regolare sport li assorbirei) ma magari con meno vene, e con una taglia in più. Però alla sola idea mi viene l'ansia perché è quello da cui sono scappata...” Io so che Valentina sta tentando di rompere i suoi schemi, i suoi clichè e ogni tanto so che pensa a queste parole appena citate. E so che ce la farà, so che piano piano riuscirà ad uscire di casa (non sempre magari, ma a volte sì) anche se la sua pancia sarà un po' gonfia (perchè, semplicemente, ha appena mangiato!). Ha solo bisogno di tempo. Il Suo tempo. Mi sono resa conto di quanto sia importante tutto ciò anche dopo la protrusione alla schiena, i problemi allo psoas e tutti i guai intestinali. La salute mi interessa più di qualsiasi altra cosa, così come il proteggermi per quanto possibile da eventuali futuri infortuni. Quando questo è il ragionamento che ti guida, poi il risultato estetico viene di conseguenza. Quello da cui "sono scappata" non è il mio presente, che è 58+2 , detta come la dicevo. Quello da cui sono scappata poi è tornato indietro come un boomerang, con lgi interessi, l'ho affrontato e oggi c'è una nuova realtà, che non cambierei con un giorno di estrema magrezza. Nemmeno uno. Ho incasinato un po' le carte con l'intestino e le infiammazioni in circolo, ma è anche giusto che il corpo presenti il conto. Quindi mi prendo le mie responsabilità. Ciao, L Ciao L, grazie. V ![]() |
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![]() Aggiornamento pancia: Dopo la spa ho ricominciato a mangiare a casa come sempre, questa settimana spontaneamente mangiando un po' di più. Con l'influenza, del resto, era accaduto il contrario. Forse per via dei pasti un po' più abbondanti, forse per il consumo ormai quotidiano di burro di arachidi, forse perché ieri sera ho cenato quasi a mezzanotte (sono uscita con un'amica alle 19.30 in un locale e sono tornata alle 23.30) e ho anche fatto un pasto abbondante prima di dormire, fatto sta che la pancia mi sta dando un po' di problemini. Oggi per esempio ho avuto 2 sessioni estenuanti di diarrea e nel pomeriggio ho faticato molto per svuotarmi. Ci sono però riuscita e sono stata istantaneamente bene. Provo a ridurre il burro di arachidi e poi ieri mi sono cotta un po' di riso, perché lun mart e giov ho mangiato solo avena (oltre ai cereali). Lo so, sembrano stupidaggini ma devo far caso a tutto. I latticini sono sempre controllati, max 300g ma la normalità sono 200g, se è di più comunque è perché c'è dello yogurt o una fonte delattosata (fiocchi di latte senza lattosio, latte senza lattosio). Aggiornamento allenamento. Dopo il wo di lunedì, martedì ero piegata, sia nelle gambe che nell'upper, una roba allucinante. Sono però andata a fare una corsetta, niente di che eh, avevo mal di pancia e poi ancora la tosse mi accorcia il respiro. 5 km in piano. Ieri avrei voluto andare in palestra, ma avevo poco tempo per via dell'appuntamento con la mia amica, in più nel pomeriggio ero un po' a disagio con la colica. Riconosco quel dolore, a sera poi piano piano svanisce, ma alle 17 non stavo benissimo. Mi ero preparata comunque per la palestra, ma poi ho pensato di guardare le previsioni, che dicevano che oggi sarebbe piovuto (infatti così è stato), quindi non avrei potuto correre oggi. Ho riorganizzato il cervello ![]() Oggi WO stacco di ripresa. Ho fatto video, si nota benissimo quanto il mio difetto di salire prima con il sedere si accentui appena sale il peso. Maremma strega come mi faccio incazzare. Oggi ho lavorato con pesi (per me!) altini, volevo vedere di concentrarmi sull'esecuzione, ci ho provato molto, ma ancora devo macinare ripetizioni, non ci siamo. Sono abbastanza "tronca", nonostante non abbia poi fatto granché. Dalla settimana prossima si ricomincia con la settimana BOH del programma, 'un me lo rihordo da quale vorrei rihomincia' !!! ![]() WO - Riscaldamento 10 minuti corsa tappeto - Iperestensioni 1*20@5kg - Stacco 10@35kg - Stacco 8@40kg - Stacco 6@45kg - Stacco 4@47.5kg - Stacco 2@50kg - Stacco 2@55kg Video - Stacco 1@55kg Video - Stacco 6*3@50kg Video di 3 delle 6 serie - Prova di bicipiti ma da lunedì post panca ho dolore al gomito (parte interna), quindi bicipiti meglio non farne - Alzate laterali con i manubri da 4kg e da 6kg, tanto per - Stretching Buonanotte ![]() |
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(#15)
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![]() Ho letto le parole di Lorenzo il giorno prima che le postasse, mi ha sottoposto la lettura per avere l'ok a postare, ma per me era uno scrupolo superfluo, perché la sua visione di ME non l'avrei mai censurata. Non riesco a commentare queste parole che mi fanno piangere, dato che sono vere. E non sono affatto crude come in realtà avrebbero potuto essere... quella presentata è una realtà molto romanzata, soprattutto per quanto riguarda gli strascichi fisici che ho ogni santo giorno.. Allora, ho ricominciato ad allenarmi, il pump max due volte a settimana all'insegna del cambiamento. Sto evitando come la peste l'allenamento la sera ora di cena, mi è presa così. Per le 19.00 voglio essere a casa. Ora va' bene così. Seguirà il video del mio wo di giovedì scorso, in cui dopo un "ricondizionamento post stiramento addominale" (addominale che ancora dei fastidi me li da') sono tornata ai "pesi" (pesini da mezza seg@ diciamo) di prima dello stiramento. Piegamenti gambe tese 5x3 Mi sono riuscite tutte le triple Piegamenti ginocchia piegate 5x10 Dall'ottava rip nella IV e V serie fatico non poco, ma la porto a casa FTW squat 5 rip OHS 3x5 con bilanciere+5 kg Riprendere questo movimento non è stato immediato soprattutto perché con un po' più di peso si sente il bilanciere sulla testa Squat 5x5 con bil e 15 kg. Il peso non è affatto facile, sarà una questione di testa, sarà un'incapacità di reclutamento, boh. Sarà che non sono mai al top tra diarree e coliche. Sarà anche che sto tendendo a fare volume perché sto mangiando 1250 kcal al giorno senza accumulare bonus e magari ci scapperà anche l'extra (sforare di X kcal con una pizza ad esempio) e io mi faccio le seghe mentali e mi voglio allenare di più. Ma ne risente l'intensità. Per capire se sono abbastanza profonda prendo come riferimento i gomiti, se toccano le cosce allora dico Ok, sono sotto al parallelo, non so se è un riferimento valido, ma assToTheGrass con quei chilettini non riesco ad andare. I piedi li devo assolutamente tenere più fermi. Le ginocchia non stanno abbastanza in fuori. Più mi guardo e più mi inc@zzo. Ma non è un'inc@zzatura da gettare la spugna, no. E' un'inc@zzatura che mi sprona a fare bene. Ecchecc@zzo. Gute Nacht ![]() |
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